Abbiamo personalmente conosciuto il caso di un giudice, che era affetto da mania di perfezionismo.
La moglie del giudice, dopo aver avuto tre figlie – la quarta era morta dopo il parto – non poteva più procreare senza mettere in pericolo la propria vita.
Il marito, fortemente intenzionato a perfezionarsi, senza rispetto per la volontà della moglie e dimenticando l'obbligo del debito coniugale, separava non solo i letti ma anche le camere per non cedere alla tentazione della carne. Iniziava così una guerra contro la sessualità e l'affettività, – una sorta di neo-catarismo – che condannava tutta la famiglia ad una vita d' inferno.
La moglie non poteva neppure aiutare il marito ad asciugarsi dopo il bagno, ogni vicinanza fisica veniva assolutamente evitata, ogni sguardo mortificato, ogni manifestazione di affetto respinta e prontamente sostituita con la preghiera.
Ma San Paolo non aveva detto agli sposi di astenersi dai rapporti sessuali soltanto di comune accordo e per breve tempo ?
La povera signora si è incamminata lungo la strada dell'esaurimento psichico, due figlie sono andate via di casa e sono diventate atee.
La terza figlia – che era la più piccola -, condizionata dalla spiritualità distorta del padre, ha cominciato a considerare impuro tutto ciò che aveva a che fare con il corpo, con la carne, con il sesso: è diventata atea e gravemente anoressica perché la sua idea ossessiva è quella di dover distruggere il corpo reale per costruirsi un corpo etereo, angelico e soprattutto senza sesso.
A tutt'oggi questa povera disgraziata è ridotta in condizioni scheletriche, costantemente in pericolo di vita per lo stato di grave denutrizione.
Qui si ha un conflitto tipico fra quello che è il desiderio del paradiso celeste, in cui dovremo andare dopo la morte, e la vita reale del paradiso terrestre, ferito dalla colpa originale, in cui ci troviamo. Vivere nel mondo reale in maniera separata, schizofrenica, come se la propria vita fosse già in parte simile a quella dei beati in cielo, significa vivere in un modo fantastico, illusorio, che non ha nulla a che vedere con il paradiso celeste né con la santità. Chi volesse raggiungere con sforzi ascetici le condizioni di vita del paradiso celeste, invece di perfezionare il paradiso terrestre in cui vive, non è un santo ma la caricatura di un santo, non vive come un angelo del cielo ma come un povero Don Chisciotte, cioè come il prototipo di colui che non sa o non vuole vivere nel mondo reale e comincia a sperimentare, a tutti i livelli, il processo della scissione e del delirio: tale scissione si è manifestata nella storia a causa di numerose sette eretiche che hanno influenzato negativamente l'inconscio e la mentalità dei cristiani che hanno subito la loro violenza fisica e culturale. Questi equivoci si ritrovano nel comportamento e nella cultura di molti cattolici, brave persone che pensano, in buona fede, di difendere la Tradizione e non si rendono conto, invece, di difendere soltanto un'immagine della Chiesa che è stata imposta dagli altri, che è stata determinata dagli influssi culturali di certe epoche storiche.
Teologia e cultura protestante, per esempio, hanno influenzato la cultura moderna e in certi casi questo ha determinato una pressione non indifferente sulla cultura cattolica, insinuando la peccaminosità di ogni forma di piacere. Per i protestanti l'uomo non è stato ferito ma piuttosto distrutto dal peccato originale: egli non può fare più niente di buono ed è completamente abbandonato alla tentazione del demonio. Per tali motivi, nella condizione terrena non c'è più niente di cui essere contenti: gioia, piacere, godimento diventano espressione di un compiacimento dell'esistenza terrena che non può essere che di origine demoniaca. Queste idee già presenti in Lutero, vengono accentuate da Calvino e
istituzionalizzate nel puritanesimo.
Secondo lo psichiatra e psicoanalista Giacomo Dacquino, che parte da un contesto di matrice freudiana, le errate concezioni sul sesso e sulla carne, la sessuofobia e le idee che identificano il corpo, la carne e il sesso con il male, con l'animalità, che identificano il corpo femminile con il demoniaco e considerano il corpo un involucro o addirittura una prigione, fanno la loro comparsa con i manichei, gli gnostici, gli encratiti e i càtari. Ricorda Dacquino che, con Cartesio e il razionalismo, il dualismo carne spirito si accentuò e così anche nei secoli successivi con il giansenismo, che considerava la carne come fonte di cupiditas peccaminosa. (21)
I càtari, per esempio, pretendevano di essere gli interpreti puri e autentici del cristianesimo: per loro tutto il mondo materiale – il corpo, il sesso, i beni materiali e le stesse istituzioni – era opera del diavolo. Essi si dividevano in perfetti e credenti.
I perfetti, che non dovevano avere rapporti sessuali e non dovevano avere forme di proprietà, avevano il compito di guidare gli altri , considerati ancora impreparati a recepire modelli di vita ascetica più elevati.
Per la dottrina della Chiesa Cattolica, al contrario, le vocazioni sono fondamentalmente due: la vocazione del religioso,
testimonianza escatologica, e la vocazione del laico
testimonianza dell' incarnazione.
L'Apostolo Paolo insegna che
ognuno ha il proprio dono da Dio, uno in un modo, uno in un altro. (22)
La via di perfezione della persona sposata non deve consistere nell'allontanarsi dalla sessualità – che non è un errore di Dio, né un effetto perverso del peccato originale – ma appartiene all'ordine della creazione, a quell'ordine della carne per cui il Signore insegna:
non sono più due, ma una carne sola. (23) La via di perfezione nelle persone sposate non consiste nell'allontanarsi progressivamente dalla sessualità ma nell'unire progressivamente la sessualità con la tenerezza, con l'affetto: nel caso dei coniugi, la sessualità deve progressivamente purificarsi dalle conseguenze del peccato originale, deve cercare di liberarsi da quelle forti tendenze all'egoismo e da tutti quei disordini psicologici che rendono gli atti sessuali freddi e distaccati, malinconicamente fine a se stessi, atti che non portano ad una vera unione delle persone ma sono soltanto forme di masturbazione che conducono a due piaceri solitari i quali non coinvolgono il cuore e non sono la conseguenza di una piena manifestazione di tenerezza e di amore.
L'apostolo Paolo esorta gli sposi ad una sana e costante sessualità:
il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. La moglie non è arbitro del proprio corpo ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non vi sottraete l'uno all'altro se non d'accordo e per breve tempo, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme. (24)
Il compito del cristiano non consiste nell'ottenere anticipatamente il paradiso celeste con sforzi ascetici ma nel sanare con l'aiuto della grazia – e in maniera perfettibile e mai perfetta – il paradiso terrestre che è stato ferito dal peccato originale, non dimenticando la perfezione ultima, cioè l'unione trasformante con Dio a cui siamo destinati in cielo.
Perfezione, etimologicamente, deriva da per facere e significa fare in maniera compiuta: nel progetto di Dio, il cielo è la condizione definitiva in cui portare a compimento il destino dell'uomo.
Il cielo nel linguaggio religioso, è un simbolo per indicare Dio: dov'è Dio, lì è il cielo e nella visione beatifica di Dio, che né Adamo ed Eva, né i mistici hanno avuto in vita,
si quieterà il desiderio illimitato del cuore (25).
Verginità consacrata e matrimonio sono
due doni complementari che si edificano reciprocamente (26).
Il matrimonio è per la verginità un richiamo ad essere donazione effettiva, non immaginaria, comunione e non isolamento. (27)
La verginità consacrata ricorda che l'amore umano
non può saziare il desiderio illimitato di amore; le vere nozze sono quelle con Dio. (28)
Verginità e matrimonio sono due possibilità per il cristiano, due modalità di realizzare pienamente la comune vocazione all'amore, due forme di fecondità: spirituale l'una, fisica e spirituale l'altra (29).
La verginità consacrata, in quanto comunione di carità, è un matrimonio spirituale; il matrimonio, in quanto dono totale esclusivo, è verginità del cuore, appartenenza a uno solo. (30)
La verginità cristiana, come si vede, è più vicina al matrimonio che al restare scapoli o nubili non per propria scelta (31).
Bruto Maria Bruti