Il nuovo ministro delle forze armate americano (Secretary of the Army) è un gay, apertamente tale. E la sua conferma è avvenuta con il voto favorevole di parecchi senatori di destra (i repubblicani controllano il Congresso). Un chiaro segno che i tempi sono cambiati e molto velocemente: solo dieci anni fa una cosa del genere non solo sarebbe stata impossibile ma lo sarebbe anche sembrata.
Quello che è ancora impossibile, oggi come dieci anni fa, è che quella posizione, o qualsiasi altra di vero potere, sia occupata da qualcuno che apertamente critichi il sistema neocapitalista o la dottrina del libero mercato. I ricchi e le loro corporation hanno insomma fatto concessioni a livello di eguaglianza civile ottenendo in cambio una rinuncia alle lotte per l'eguaglianza economica. Non è un caso che la diseguaglianza sia cresciuta in modo osceno: oggi un amministratore delegato guadagna negli Stati Uniti 335 volte di più dei suoi impiegati; e questo di media: se si prendono le compagnie in cui i lavoratori non sono sindacalizzati il divario sale a 819 volte. Per fare paragoni, nel 1965, agli inizi del movimento per i diritti civili, i CEO guadagnavano 20 (venti) volte di più dei loro dipendenti.
Si deve continuare a impegnarsi per raggiungere una piena parità di diritti per le donne, i gay, i neri, gli immigrati. Ma senza credere, come mi pare si sia fatto da qualche decennio, che quella sia la sola priorità; altrimenti si spiana la strada ai Donald Trump, ai Salvini, alle Le Pen: perché la miseria crea risentimento.
La battaglia più importante resta quella, in corso da secoli, per costruire una società più equa, in cui tutti abbiano abbastanza e nessuno abbia troppo; in cui i progressi tecnologici siano usati per migliorare la qualità della vita collettiva e non di premiare spropositamente pochi vincenti. È anche la battaglia più difficile, che provoca le reazioni più violente da parte del potere; il che spiega come mai sia stata abbandonata. Serve urgentemente una nuova sinistra che le ponga di nuovo al centro del suo programma.