Alla cortese attenzione di Tashtego (1 Viewer)

doncraudio

intellettuale stronzissimo
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doncraudio

intellettuale stronzissimo
I sì vinceranno perché il renzismo, come già il fascismo, è l’autobiografia della nazione. Alludo a un grande articolo di Piero Gobetti scritto poco meno di un secolo fa, subito dopo la marcia su Roma, quando ancora molti credevano che Mussolini sarebbe stato una parentesi, una malattia morale passeggera (parole di Benedetto Croce). Gobetti gli attribuiva invece l’intenzione di allontanare gli italiani dalla lotta politica e vedeva nel fascismo un sintomo di infantilismo, “il trionfo della facilità, della fiducia, dell’ottimismo, dell’entusiasmo”. Che altro c’è dietro gli hashtag di Renzi, #lavoltabuona, #italiariparte, #bastaunsi? Un appello simile a quello simile a quello mussoliniano, un invito a rifugiarsi in un apatico ottimismo rinunciando per pigrizia a informarsi, pensare, organizzarsi, combattere.
Forse qualcosa si può ancora fare per impedire la vittoria dei sì e l’instaurazione del regime; di certo non basta però dar credito ai sondaggi e ignorare la diffusa indifferenza degli italiani.
 

doncraudio

intellettuale stronzissimo
vi è quest'altro abbraccio, che è una stretta immobile: siamo ammaliati, stregati: siamo nel sonno, senza dormire; siamo nella voluttà infantile dell'addormentamento: è il momento delle storie raccontate, della voce che giunge a ipnotizzarmi, a straniarmi, è il ritorno alla madre (nell'amorosa quiete delle tue braccia, dice una poesia musicata da Duparc). In questo incesto rinnovato, tutto rimane sospeso: il tempo, la legge, la proibizione: niente si esaurisce, niente si desidera: tutti i desideri sono aboliti perché sembrano essere definitivamente appagati.
 

doncraudio

intellettuale stronzissimo
L’Election Day negli USA non è festa ma un giorno feriale come gli altri, e il voto non è obbligatorio. I funzionari pubblici che organizzano le elezioni generalmente assegnano le macchinette per il voto, i volontari per i seggi e altre risorse in base alle dinamiche dei precedenti turni elettorali. E il seggio assegnato a un elettore è generalmente scelto in base alla vicinanza dell’indirizzo di residenza di quest’ultimo: ecco perché la maggior parte delle persone vota nel proprio quartiere, ambiente piuttosto omogeneo negli Stati Uniti.

Ciò significa che nei quartieri bianchi e benestanti, in cui l’affluenza alle urne è più alta, ci sono più macchinette e personale, con code e tempi di attesa inferiori. La probabilità che gli elettori abbiano un lavoro è più alta, quindi possono permettersi il lusso di prendersi un permesso per andare a votare. Nei quartieri più disagiati, con un’affluenza alle urne più bassa, le code ai seggi tendono a essere più lunghe qualora l’interesse per il voto aumentasse inaspettatamente. E spesso chi percepisce un salario orario non ha tempo per fare lunghe code, rendendo il voto difficile e spesso impossibile. Un’enorme fetta di elettori neri e ispanici sono pagati a ore: per votare, devono perdere delle ore di lavoro.

Per i votanti delle minoranze in quei quartieri con pochi seggi, le lunghe code non sembrano altro che un deterrente al voto per una certa categoria di persone.
 

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