Per quasi due anni ha subito le vessazioni di due compagni di scuola più grandi, in un istituto professionale della provincia di Torino, che lo avevano preso di mira e lo costringevano ad umiliazioni e violenze. Doveva mangiare escrementi e lumache, lo facevano bere fino a ubriacarsi, gli facevano subire atti sessuali seviziandolo con un ombrello e in un’occasione lo avevano anche obbligato ad appartarsi con una prostituta per dimostrare la sua virilità. I tre, prima, erano amici ma a un certo punto il più piccolo, sedicenne all'epoca dei fatti, avrebbe cominciato a essere preso di mira e a subire angherie. Una situazione che è andata avanti per un anno e mezzo.
Lo studente non aveva trovato il coraggio di denunciare i bulli. Ma gli abusi sono emersi quando il giovane è stato trovato infangato e in stato di ipotermia in un terreno allagato fuori Torino. Portato in ospedale, i carabinieri hanno scoperto che si trattava dell’ultimo episodio di una serie di indicibili soprusi. I due compagni, già maggiorenni, sono stati denunciati e il pm Dionigi Tibone che ha
indagato sulla vicenda li ha mandati a processo con le accuse di stalking e violenza sessuale. I due imputati respingono ogni accusa. "Non è mai successo niente di tutto questo, solo una volta siamo venuti alle mani durante un litigio per questioni sul calcio. Ma poi abbiamo fatto pace. Eravamo amici e spesso era lui a contattarci per uscire". Oggi in aula è stato interrogato un quarto giovane, che ha detto di non essersi mai accorto di nulla.