Ion aveva 19 anni quando, nel 2013, è stato ucciso dal patrigno, Andrei Tapis. Si era opposto all'uomo che, per l'ennesima volta, stava litigando brutalmente con sua madre.
Talpis gli ha tolto la vita con una sola coltellata, nella loro casa di Remanzasco, in provincia di Udine. Per l'omicidio era stato condannato all'ergastolo, in appello. La corte di Cassazione, però, ha annullato la sentenza, escludendo - spiega
Il Messaggero Veneto - la circostanza aggravante speciale, che viene riconosciuta in caso di omicidio di un consanguineo.
Sul piano civilistico, vale la parificazione di status con i figli legittimi operata dalla legge. Secondo il codice penale, invece, la distinzione permane e basta a escludere l'aggravante speciale che, proprio in virtù dell'esistenza di una discendenza tra la vittima e il suo carnefice, in caso di omicidio prevede la pena del carcere a vita.
Questo ha sostenuto la difesa nel ricorso discusso martedì davanti alla I sezione della Corte di Cassazione e questo hanno affermato i giudici di legittimità nel verdetto emesso a fine giornata.
Il processo, dunque, si dovrà rifare, ma la pena sarà sicuramente molto meno pesante.
Punto e a capo, quindi, ma con un range sanzionatorio enormemente più limitato. L'omicidio commesso la notte del 26 novembre 2013, quando Talpis, 57 anni, originario della Moldavia e all'epoca residente a Remanzacco con la famiglia, colpì mortalmente con un coltello da cucina il figliastro 19enne, potrebbe chiudersi a questo punto con una condanna compresa tra i 20 e i 16 anni.