Alla cortese attenzione di Tashtego

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siamo nel 1961 e William MacDonald, un inglese che abitava a Sydney, decise d'intraprendere una brillante carriera da serial killer. Il suo m.o. era il seguente: trovava casualmente tizi con cui condividere una qualche bottiglia, li faceva imbriacare bene bene, li pugnalava a morte e poi sradicava i gioielli di famiglia, portandoseli a casa per farne chissà cosa. Questa sua incontrollabile voglia di uccidere e staccare genitalia pare scaturisse da uno stupro subito durante il servizio di leva da un caporale che ben pensò di approfittarsi di lui in un rifugio antiaereo (al processo, complice una dilagante schizofrenia, affermerà che ognuno dei tizi a cui aveva scippato i membri era quel caporale). Dopo i primi quattro delitti, MacDonald cambiò identità (prendendo il nome di Alan Edward Brennan), aprì un fast food (un nome, un programma) e, nell'abitazione al piano di sopra, ammazzò un quinto tizio non riuscendo, però, a staccargli il pisello poiché il coltello che aveva utilizzato s'era spuntato durante l'ammazzamento. Decise nuovamente di scomparire per qualche tempo e se ne andò a Brisbane. Gli investigatori, trovato un irriconoscibile cadavere cinque mesi dopo, lo scambiarono proprio per il Brennan e così il nostro eroe la fece franca. Ma (c'è sempre un ma) MacDonald sentì il bisogno di uccidere di nuovo e, per qualche misteriosa ragione, si sentì costretto a tornare a Sydney per farlo. Un tizio con cui aveva lavorato in passato lo incontrò per caso, lo riconobbe e andò a dirlo agli sbirri i quali, di tutta risposta, lo presero per pazzo, al che il tizio andò a parlare alla stampa ed il caso mediatico che ne seguì portò alla riesumazione del presunto corpo del Brennan, che venne finalmente identificato grazie alle impronte digitali. Nacque una caccia all'uomo ed il buon William fu infine arrestato e gettato in gattabuia. Al processo MacDonald non mostrò alcun segno di rimorso e palesò che, se mai fosse stato liberato, avrebbe continuato ad uccidere: un'ottima ragione per fargli passare rinchiuso gli ultimi 51 anni della sua esistenza, non c'è che dire.
 
Si può fare sesso durante il ciclo mestruale? Certamente, anche perché in quel periodo molte donne sono eccitatissime, tipo i cani in calore che si aggrapperebbero alle gambe di chiunque sotto al tavolo. Il corpo non è mai volgare, ma è indubbio che molte persone siano reticenti o spaventate alla vista del sangue. Se siete preoccupati di combinare un disastro, come se ci fosse stato un banchetto degli zombie, allora mettete un asciugamano sul letto, preferibilmente di colore scuro (no cotone bianco egiziano). La posizione migliore per evitare il casino è con la donna sopra.

christina-aguilera mestruo?
Le donne non sono a proprio agio durante le mestruazioni, e il motivo è che il loro partner non è a suo agio. Gli uomini vanno nel panico quando vedono il fallo pieno di sangue, allora meglio rimandare il sesso ai giorni in cui il flusso è minore. Poi ci sono uomini per cui non fa differenza, quelli che ti tirano via il tampone coi denti (una fortuna incontrarli).

E’ meno probabile che rimaniate incinta in questo periodo ma è possibile, quindi usate contraccettivi, anche per difendervi dalle malattie sessualmente trasmissibili. Il sesso durante il mestruo può essere incredibilmente migliore, perché le donne diventano più sensibili e pare che riescano a raggiungere l’orgasmo con più facilità. Lo stesso non vale per il seno: anche il tocco più gentile può far irritare.
il sesso durante il mestruo migliora

C’è chi, per minimizzare i danni, decide di fare sesso nella doccia, una pratica sopravvalutata, scomoda, scivolosa. L’acqua asciuga la lubrificazione naturale, invece il sangue è la migliore lubrificazione naturale a disposizione. Se è marrone, gli uomini non devono spaventarsi: significa che non è fresco, capita verso la fine del ciclo. Possono fare il cunnilingus? Ovviamente. Se la donna ha un assorbente interno, non ci sarà fuoriuscita di sangue. Altrimenti si può ricorrere alla diga dentale, quel quadratino di lattice usato dai dentisti, che copre la vulva ma lascia spazio per la lingua.
Mestruo lubrificante naturale

ciclo mestruale cancellato da instagram ritardo-ciclo-mestruale i bloodhound sono uomino che fanno sesso durante il ciclo mestruale
Ci si può masturbare durante il ciclo? Certamente. I “sex toy” in silicone e i vibratori impermeabili sono facilissimi da lavare. Qualcuno conosce quel detto: «Se il fiume si fa rosso, prendi la strada di terra». Se è un uomo a dirlo, significa che durante il mestruo preferisce il sesso anale. Possono anche chiedere un rapporto orale o manuale. Bè, sta a voi decidere se vi va o meno. Però non deve passare l’idea che, siccome le vostre funzioni corporee sono sconvenienti per lui, siete obbligate a fornirgli un servizio alternativo. Non c’è niente di male se preferite starvene a letto a guardare le serie di “Netflix”
 
Si sa che il cancro più frequente negli uomini oltre la cinquantina è quello della prostata, una ghiandolina - dicono - che l'usura trasforma in fonte di sciagure, dall'impotenza in su. Quando succede il patatrac, tu, malato inconsapevole, non te ne accorgi manco per niente perché è indolore. Oddio qualche segnale di inefficienza si manifesta: ti scappa la pipì ogni due per tre. Ma non ci fai caso: pensi di aver bevuto troppa acqua. A lungo andare trovi sempre un amico che ti racconta i suoi conflitti causati dalla prostata, nei quali identifichi i tuoi, cosicché ti decidi a prendere l'appuntamento con l'urologo. A me è capitata un'urologa.

Lì per lì sono stato tentato di fuggire con un pretesto idiota: mi scusi, ho lasciato l'auto in divieto di sosta. Debole, come scusa. Sono rimasto immobile, rassegnato. La dottoressa, dopo un breve interrogatorio, mi ha fatto stendere sul lettino ingiungendomi di togliermi non solo i pantaloni, ma anche le mutande. Avete capito bene: mutande. E un uomo smutandato è ridicolo per definizione. Fosse finita qui.
ricerca sul cancro

La gentile signora mi ha spalmato un unguento e mi ha letteralmente sodomizzato, senza neanche un bacio, un fiorellino. Mai provato tanto imbarazzo. Lei, invece, era a suo perfetto agio. Non finiva più di ispezionare. Si è limitata a dire che ce l'avevo un po' ipertrofica e che, per prudenza, sarebbe stata opportuna una biopsia. «Non subito: fra due giorni», ha detto, senza muovere un muscolo facciale. Non potevo sottrarmi.

Trascorse 48 ore, mi presento all'ospedale. Tutto era già pronto. Solito sbiottamento, e avanti con la seconda terrificante sodomizzazione. Peggiore della prima. Ignoro quanti strumenti il medico donna abbia introdotto disinvoltamente - direi sadicamente - nel mio deretano umiliato e offeso. Ho avuto l'impressione che per arrivare al capolinea abbia usato anche uno scooter.

Una settimana più tardi, il responso: negativo. Sollievo accompagnato da un impegno: d'ora in poi eviterò al mio didietro di subire un affronto del genere. E invece mi è accaduto di peggio: i diverticoli mi hanno costretto alla colonscopia. Vi risparmio i dettagli tranne uno: l'ha eseguita la dottoressa Zenia Pirone del Fatebenefratelli, bravissima e competente. La quale, intuendo il mio stato d'animo sconvolto all'idea di mostrarmi col sedere per aria, ha convocato l'anestesista - donna pure lei, giovane per giunta - e mi ha fatto addormentare.
 

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