Claire
ἰοίην
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Azione ambientalisti a Roma, imbrattato quadro di Van Gogh - Notizie - Ansa.it
In azione il movimento ambientalista Ultima generazione. L'opera "Il seminatore" esposta a Palazzo Bonaparte, è stata colpita con un passato di verdura. Il quadro era protetto da un vetro. Sangiuliano: 'Azione ignobile su Van Gogh, arte va difesa' (ANSA)
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I cretini sono arrivati anche a Roma, alla mostra di Van Gogh.
Altro quadro imbrattato, ops, volevo dire altro vetro protettivo imbrattato.
È un gesto “simbolico" di protesta non violenta, sono ragazzi che hanno a cuore il destino del pianeta, si dirà. Degli eroi, insomma.
Ebbene, per me sono e restano dei cretini, dei vandali, dei delinquenti, anche perché si annota che in alcune delle loro proteste, sempre estremamente simboliche e estremamente pacifiche, bloccando il traffico, in almeno una occasione hanno impedito il passaggio di mezzi di soccorso.
Eh, ma il simbolismo. Eh, ma il pianeta.
A livello simbolico atti vandalici come questi rappresentano l’incuria e la violenza contro quanto di più innocuo e potente esista di matrice umana: l’arte. La bellezza, la cultura, che sono invece armi formidabili per salvarlo, il pianeta, perché chi si nutre di bellezza, di meraviglia, le riconosce ovunque e cerca di tutelarle, che siano esse un quadro, un libro, o l’atmosfera terrestre, o un albero.
Sempre a livello simbolico si testimonia che la violenza e la distruzione siano gli unici strumenti per un cambiamento, tollerabili perché agite per una buona causa.
Ma non hanno fatto niente di grave, non hanno danneggiato veramente i quadri! In realtà, nel caso di un museo tedesco di minori dimensioni la cornice è stata toccata.
Comunque si discute di ordine simbolico, no? E simbolicamente azioni simili rappresentano questo. Bisognerebbe sapere che cosa sia il simbolismo, prima di riempirsene la bocca.
Terribile come scelgano sempre di usare del cibo per le loro azioni “simboliche”. A livello simbolico il cibo si può pure sprecare per azioni dimostrative? La fame nel mondo non è più un problema?
Non sarebbe stato più costruttivo, e più potente, se quel barattolo di zuppa gettato contro “Il seminatore” di Van Gogh, fosse stato riscaldato e offerto a un senzatetto nei paraggi di Palazzo Bonaparte?
No, non avrebbe fatto abbastanza scena, chissenefrega dei senzatetto, il cumquibus è solo il petrolio.
Ma per esempio, organizzare battute selvagge di raccolta rifiuti sulle spiagge, nei boschi, nelle campagne, nelle città? No? Troppo pacifico? Troppo poco rivoluzzzionario?
Oppure piantare di forza centinaia e centinaia di alberi in una qualsiasi zona arsa dagli incendi estivi di natura dolosa?
Eh ma così facendo hanno raggiunto VISIBILITÀ. Il valore dei valori del terzo millennio. Non importa cosa tu faccia e come la raggiunga, l’importante è essere visibili.
Pulire le spiagge e piantare alberi non dà visibilità, anche se sarebbero azioni utili per l’ambiente; insudiciare con violenza la bellezza, quello sì che dà visibilità, poiché a nessuno di coloro che incensano tali azioni, compresi questi sedicenti ambientalisti con lo smartphone incollato alle manine - ché quello no, non inquina mica, come l’essere sempre connessi - interessa veramente di agire un cambiamento che porti alla salvezza, nostra e del nostro pianeta.
E ancora.
Quanto passerà prima che questi geni della ribellione online passino ad operare i loro gesti “simbolici” su beni culturali non protetti da vetri?
Pensando solo all’Italia, Pompei, Villa Adriana, i Fori Imperiali, Marzabotto, la Valle dei Templi, Piazza Armerina. I primi nomi che mi sono venuti in mente a caso.
Anche allora continueremo a scusarli col sempiterno “Só ragazzi”?
Io rigetto completamente questo tipo di azioni, perché a monte rifiuto il non-pensiero che le produce. Ripeto, bisogna abitarlo nel profondo il simbolico, prima di lasciarlo sulle labbra colanti bava di desiderio egoistico di affermazione.
E comunque, se proprio hanno necessità di incollarsi ai muri dei musei, che mi chiamino. Ce li appiccico io tutti. A manate.
Simbolicamente parlando, naturalmente