News, Dati, Eventi finanziari amico caro, te lo dico da amico, fatti li.... qui e' tutta malvivenza

Guerra Mondiale si Combatterà in Siria. I Russi pronti a mandare l’esercito per Combattere i Terroristi (Cioè i Turchi e gli Americani)
Di FunnyKing , il 5 agosto 2015 92 Comment


1102077.jpg

(gente gentile e ragionevole, come noto)
Che giornata!
Prima l’FMI boccia la Cina, poi si viene a sapere che la Russia intende assistere Assad (e difendere la sua basa a Tartus) mandando le truppe (russe) sul terreno per combattere contro i terroristi dell’Isis, ovvero gli Americani i Turchi con l’assistenza neppure troppo velata di Israele (chi produce i video dell’Isis?).
Attenzione che stiamo scivolando verso una guerra, che si combatterà a 10.000km dall’America e alle porte di casa nostra.
da Itar-Tass (organo ufficiale di stampa russo, non esattamente il corriere della sera)
Russian Airborne Troops chief says paratroopers ready to help Syria in combating terrorism


DUBROVICHI RANGE /Ryazan region/, August 4. /TASS/. The Russian Airborne Troops are ready to assist Syria in countering terrorists, if such a task is set by Russia’s leaders, commander of the Airborne Troops Colonel-General Vladimir Shamanov told reporters on Tuesday.
“Of course we will execute the decisions set forth by the country’s leadership, if there is a task at hand,” Shamanov said, in response to a Syrian reporter’s question about the readiness of the Russian Airborne Troops to render assistance to Syria’s government in its battle against terrorism. Shamanov noted that Russia and Syria have “long-term good relations.” “Many Syrian experts, including military, received education in the Soviet Union and in Russia,” Shamanov
 
per chi ha letto le lettere del massone pike altro genio italico di sti azzi mazzini confermano che la terzo guerra sara fatta in medio oriente
 
borsa.jpg

Ellen Brown: colpo di stato in Grecia, la liquidità come arma di coercizione

Pubblicato: 04 Agosto 2015 Scritto da Cristina Bassi
tsipras-varoufakis.jpg

"Quando, a Luglio del 2015, Tsipras ha indetto un referendum pubblico, la BCE ha fatto chiudere le banche in pieno stile mafioso".
by ELLEN BROWN
Nel moderno sistema bancario globale, per far parte del “sistema di pagamento” tutte le banche hanno bisogno di una linea di credito presso la Banca Centrale. Soffocarla è stata una forma di ricatto che il Governo Greco “non poteva rifiutare”.
“Il Padrino, 1972: “Mio padre gli fece un’offerta che non poteva rifiutare. Luca Brasi gli premeva una pistola sulla testa, e mio padre gli assicurò che, sul contratto, ci sarebbe stata o la sua firma o il suo cervello”.
L’ex Ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, è stato accusato di “alto tradimento” per aver esplorato la possibilità di un sistema di pagamento alternativo, nel caso la Grecia fosse uscita dall’euro. L’assurdità di questa storia è stata sottolineata da Raúl Ilargi Meijer che, il 27 Luglio, ha scritto nel suo blog:
“Il fatto che sia stato preso in considerazione un sistema di pagamento alternativo, non significa che Syriza stesse progettando un “colpo di stato” … Se siete alla ricerca di un “colpo di stato”, guardate piuttosto alla Troika e alla sua battaglia per il controllo delle finanze nazionali greche. E’ questo il vero “colpo di stato”, se mai avete ne avete visto uno. Chiediamoci come diavolo sia stato possibile che una congrega di faccendieri mai eletti possa aver ottenuto il pieno controllo su tutta la struttura finanziaria di un Governo membro dell’Eurozona che, al contrario, è stato democraticamente eletto. Per quanto si voglia girarci intorno, non ci sono argomenti giuridici a sostegno”.
Ed allora, com’è possibile che [le oligarchie finanziarie europee] abbiano potuto organizzare quel “colpo di stato”? La risposta sembrerebbe essere questa: attraverso un’estorsione. La Banca Centrale Europea ha minacciato di tagliare la liquidità di cui tutte le banche – anche quelle solventi – hanno assoluta necessità per sostenere i loro saldi contabili, giorno per giorno.
Questa minaccia si è materializzata nei giorni che hanno preceduto il referendum in Grecia, quando la BCE ha chiuso il rubinetto della liquidità e le banche greche hanno dovuto chiudere i battenti. Conseguentemente, le aziende sono rimaste senza forniture ed i pensionati senza cibo.
Com’è stato giustificato questo gesto, apparentemente criminale? Ecco il tormentato ragionamento del Presidente della BCE Mario Draghi, in occasione della conferenza stampa del 16 Luglio:
“C’è un articolo del Trattato di Maastricht in cui c’è scritto, in sintesi, che la BCE ha la responsabilità di promuovere il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti. Ma tutto ciò ha a che fare con … la distribuzione delle banconote e delle monete. E quindi non con l’erogazione della liquidità che, in realtà, è regolata da una disposizione diversa, l’articolo 18.1 dello Statuto della BCE, in cui c’è scritto che: “… al fine di raggiungere gli obiettivi del SEBC [Sistema Europeo delle Banche Centrali], la BCE e le Banche Centrali Nazionali possono effettuare operazioni con ‘Istituti di Credito’ ed altri operatori di mercato, erogando i prestiti sulla base di adeguate garanzie”.
E’ questa la disposizione del Trattato. Le nostre operazioni, quindi, non erano delle normali “operazioni di politica monetaria”, ma di “Emergency Assistance Liquidity” [ELA], che sono regolate da un accordo separato, che fa esplicito riferimento alla necessità di disporre di garanzie sufficienti. La liquidità, quindi, non è mai stata né incondizionata né illimitata”.
In un post del 23 Luglio su “Naked Capitalism”, Nathan Tankus l’ha definita “una dichiarazione davvero scioccante”. Perché? Perché tutte le banche si affidano alle loro Banche Centrali per regolare i pagamenti con le altre banche.
“Se il buon funzionamento di un ‘sistema’ coincide con la capacità degli Istituti di Credito di effettuare i pagamenti”, spiega Tankus, “la Banca Centrale deve garantire in ogni caso che i ‘saldi delle liquidazioni’ [scolasticamente, la misura complessiva delle operazioni finanziarie ed economiche private di un paese con il resto del mondo] siano disponibili ad un certo prezzo”.
bankster_too_big_to_fail.jpg

COME FUNZIONA IL SISTEMA DEI PAGAMENTI
Il ruolo di una Banca Centrale in un “sistema di pagamento” è spiegato in questo modo dalla “Banca dei Regolamenti Internazionali” [BRI o BIS]:
“Una delle principali funzioni di una Banca Centrale è quella di essere ‘custode della fiducia del pubblico’ nei riguardi del denaro, e questa fiducia dipende in modo cruciale dalla capacità degli operatori economici di trasmettere gli strumenti monetari e finanziari, senza intoppi e in modo sicuro, attraverso i ‘sistemi di pagamento e di saldo’. Le Banche Centrali provvedono in modo sicuro al saldo degli assets ed in molti casi ne consentono il trasferimento”.
A livello internazionale, prima del 1971, il mezzo per il “saldo degli assets” era l’oro. Più tardi si passò alla “liquidazione elettronica dei saldi”, bilanciando le “riserve” detenute presso la Banca Centrale. Oggi, quando il denaro viaggia dalla banca A alla banca B, la Banca Centrale liquida il trasferimento regolando semplicemente il bilancio delle loro rispettive riserve, sottraendole da una e aggiungendole all’altra.
I controlli vanno avanti e indietro per tutto il giorno. Se alla fine della giornata il “conto di riserva” di una banca diventa “scoperto”, la Banca Centrale lo tratta in modo automatico, concedendo a quella stessa banca il denaro necessario sotto forma di “liquidità” elettronica, perché possa cancellarlo.
La banca provvederà poi a sistemare il deficit o attirando nuovi depositi, o prendendo in prestito del denaro da un’altra banca, dotata di riserve in eccesso. Se l’intero sistema è a corto di riserve, la Banca Centrale ne crea delle altre perché il sistema possa restare liquido.
La funzione di “garante della liquidità” è stata molto visibile in occasione della crisi bancaria del 2008, quando il credito fu congelato e le banche smisero in gran parte di prestarsi soldi a vicenda.
La Federal Reserve statunitense intervenne anticipando oltre 16.000 miliardi di dollari agli Istituiti Finanziari attraverso il “Term Asset Facility” [TAF], il “Term Asset-Backed Securities Loan Facility”] e altre strumenti similari, con un tasso d’interesse pari quasi a zero.
In questo modo gli assets tossici non commerciabili furono convertiti in “collaterali” del tutto accettabili, per cui le banche continuarono ad essere solvibili e quindi in grado di tenere le porte aperte.
LA LIQUIDITA’ COME STRUMENTO DI COERCIZIONE
La BCE intende l’accesso delle banche di un determinato paese alle “operazioni di politica monetaria” come atto discrezionale non obbligatorio.
Condizione di accesso è che se il rating delle obbligazioni di un paese non raggiunga l’“investment grade”, questo deve essere obbligatoriamente sottoposto ad un programma elaborato dall’UE e dal FMI – ovvero a delle misure di austerità.
Secondo il Vice-Presidente della BCE, Vitor Constâncio, in occasione della stessa conferenza stampa:
“Quando un paese ha un rating inferiore all’”investment grade” – che è il requisito minimo per poter accedere ad operazioni di politica monetaria – deve sottoporre un “waiver” [scolasticamente, cessione o restituzione di un diritto o di un privilegio]. Il “waiver” viene accettato se ci sono due condizioni. La prima è che il paese si trovi nell’ambito di un programma elaborato dall’UE e dal FMI. La seconda è che il rispetto di questo programma sia credibile”.
La liquidità è fornita solo sulla base di “adeguate garanzie”, di solito dei Titoli di Stato. Ma il fatto che queste obbligazioni siano “adeguate” non è determinato dal loro prezzo di mercato. Al paese che le emette vengono richieste, piuttosto, delle concessioni politiche. Il governo deve vendere i beni pubblici, tagliare i servizi pubblici, licenziare i lavoratori pubblici … e sottoporre le sue politiche fiscali alla sorveglianza di burocrati non eletti, che possono dettare ogni singola voce del bilancio nazionale.
Nathan Tankus ha osservato che:
“L’Europa fa parte di un sistema in cui possono verificarsi problemi di liquidità e d’insolvenza. Possono entrambi essere generati deliberatamente, almeno in parte, dalla Banca Centrale. Dopodiché la Troika può costringere quel paese ad un “programma del FMI”, se vuole continuare ad avere un sistema bancario funzionante. In alternativa, la Banca Centrale può scegliere, semplicemente, di “sospendere la convertibilità” di quell’unità di conto – tagliando ad esempio le forniture di euro – e forzare la svalutazione dei depositi, haircut e bail-in, fino a quando le banche saranno di nuovo solventi”.
UN PAESE SPINTO SUGLI SCOGLI DALLA MAFIA FINANZIARIA
I problemi di liquidità e d’insolvenza della Grecia sono stati generati intenzionalmente, come suggerisce Tankus? Vediamo un po’.
Prima ci sono stati quei derivati che, nel 2001, la Goldman Sachs ha venduto alla Grecia e che già nel 2005 avevano quasi raddoppiato il debito del paese.
Poi c’è stata la “crisi del credito” indotta dal sistema bancario nel 2008, quando la BCE costrinse la Grecia a salvare le sue banche private diventate insolventi, facendo precipitare il paese nel fallimento.
Questa crisi fu poi seguita, alla fine del 2009, dall’intenzionale sopravvalutazione del debito della Grecia, effettuato da un agente dell’Eurostat – che per questa ragione fu processato a livello penale – che innescò il primo piano di bail-out [salvataggio esterno], accompagnato da misure di austerità.
Il Primo Ministro greco fu poi sostituito da un tecnocrate non eletto, ex Governatore della “Banca di Grecia” e successivamente Vice-Presidente della BCE, che rifiutò la ristrutturazione del debito, preferendo un secondo e massiccio piano di salvataggio, insieme ad ulteriori misure di austerità. Si stima che circa il 90% del denaro di quel salvataggio finì di nuovo nelle casse delle banche.
A Dicembre del 2014 la Goldman Sachs avvertì il Parlamento greco che la liquidità della Banca Centrale avrebbe potuto essere tagliata, se Syriza avesse vinto le elezioni. Quando, a Gennaio, le ha effettivamente vinte, la BCE ha attuato la sua minaccia, tagliando quasi del tutto la liquidità alle banche.
Quando, a Luglio del 2015, il Primo Ministro Tsipras ha indetto un referendum pubblico, attraverso il quale gli elettori hanno respinto la brutale austerità loro imposta, la BCE ha fatto chiudere le banche in pieno stile mafioso. Il governo greco è stato quindi messo in ginocchio, costretto ad abbandonare la sovranità nazionale e a svendere i suoi tesori pubblici, pezzo per pezzo.
Una mente sospettosa potrebbe dedurre che si trattava di un progetto concepito fin dall’inizio per poter mettere all’asta i beni della Grecia, per poter effettuare una scalata ostile, o un asset-stripping [acquisto di una società per poterla rivendere a pezzi], a beneficio di quanti fossero in grado di acquistare quei beni, comprese le stesse banche, gli hedge-funds e gli speculatori posti strumentalmente alla guida del debito della Grecia, per distruggere l’economia del paese.
NON C’E’ SOVRANITA’ SENZA IL CONTROLLO DEL DENARO E DEL CREDITO
Nella conference-call registrata, per la quale Yanis Varoufakis sta affrontando l’accusa di tradimento, l’ex Ministro delle Finanze ha parlato della trappola in cui si trovano i paesi dell’Eurozona. In pratica, sembra che non ci sia alcun modo legale per liberarsi dell’euro e del dominio della Troika. I governi non hanno accesso ai files contenenti i dati critici delle loro banche, che sono controllate dalla BCE.
Varoufakis ha sostenuto che tutto questo dovrebbe allarmare i governi dell’UE. Il Primo Ministro canadese William Lyon Mackenzie King disse, nel 1935, che:
“Una volta che hanno preso il controllo della moneta e del credito di una nazione, a quel punto non ha più importanza chi fa le leggi. L’usura, una volta che ha preso il controllo [della moneta e del credito], sarà in grado di distruggere qualsiasi nazione”.
Ellen Brown
 
borsa.jpg

Ellen Brown: colpo di stato in Grecia, la liquidità come arma di coercizione

Pubblicato: 04 Agosto 2015 Scritto da Cristina Bassi
tsipras-varoufakis.jpg

"Quando, a Luglio del 2015, Tsipras ha indetto un referendum pubblico, la BCE ha fatto chiudere le banche in pieno stile mafioso".
by ELLEN BROWN
Nel moderno sistema bancario globale, per far parte del “sistema di pagamento” tutte le banche hanno bisogno di una linea di credito presso la Banca Centrale. Soffocarla è stata una forma di ricatto che il Governo Greco “non poteva rifiutare”.
“Il Padrino, 1972: “Mio padre gli fece un’offerta che non poteva rifiutare. Luca Brasi gli premeva una pistola sulla testa, e mio padre gli assicurò che, sul contratto, ci sarebbe stata o la sua firma o il suo cervello”.
L’ex Ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, è stato accusato di “alto tradimento” per aver esplorato la possibilità di un sistema di pagamento alternativo, nel caso la Grecia fosse uscita dall’euro. L’assurdità di questa storia è stata sottolineata da Raúl Ilargi Meijer che, il 27 Luglio, ha scritto nel suo blog:
“Il fatto che sia stato preso in considerazione un sistema di pagamento alternativo, non significa che Syriza stesse progettando un “colpo di stato” … Se siete alla ricerca di un “colpo di stato”, guardate piuttosto alla Troika e alla sua battaglia per il controllo delle finanze nazionali greche. E’ questo il vero “colpo di stato”, se mai avete ne avete visto uno. Chiediamoci come diavolo sia stato possibile che una congrega di faccendieri mai eletti possa aver ottenuto il pieno controllo su tutta la struttura finanziaria di un Governo membro dell’Eurozona che, al contrario, è stato democraticamente eletto. Per quanto si voglia girarci intorno, non ci sono argomenti giuridici a sostegno”.
Ed allora, com’è possibile che [le oligarchie finanziarie europee] abbiano potuto organizzare quel “colpo di stato”? La risposta sembrerebbe essere questa: attraverso un’estorsione. La Banca Centrale Europea ha minacciato di tagliare la liquidità di cui tutte le banche – anche quelle solventi – hanno assoluta necessità per sostenere i loro saldi contabili, giorno per giorno.
Questa minaccia si è materializzata nei giorni che hanno preceduto il referendum in Grecia, quando la BCE ha chiuso il rubinetto della liquidità e le banche greche hanno dovuto chiudere i battenti. Conseguentemente, le aziende sono rimaste senza forniture ed i pensionati senza cibo.
Com’è stato giustificato questo gesto, apparentemente criminale? Ecco il tormentato ragionamento del Presidente della BCE Mario Draghi, in occasione della conferenza stampa del 16 Luglio:
“C’è un articolo del Trattato di Maastricht in cui c’è scritto, in sintesi, che la BCE ha la responsabilità di promuovere il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti. Ma tutto ciò ha a che fare con … la distribuzione delle banconote e delle monete. E quindi non con l’erogazione della liquidità che, in realtà, è regolata da una disposizione diversa, l’articolo 18.1 dello Statuto della BCE, in cui c’è scritto che: “… al fine di raggiungere gli obiettivi del SEBC [Sistema Europeo delle Banche Centrali], la BCE e le Banche Centrali Nazionali possono effettuare operazioni con ‘Istituti di Credito’ ed altri operatori di mercato, erogando i prestiti sulla base di adeguate garanzie”.
E’ questa la disposizione del Trattato. Le nostre operazioni, quindi, non erano delle normali “operazioni di politica monetaria”, ma di “Emergency Assistance Liquidity” [ELA], che sono regolate da un accordo separato, che fa esplicito riferimento alla necessità di disporre di garanzie sufficienti. La liquidità, quindi, non è mai stata né incondizionata né illimitata”.
In un post del 23 Luglio su “Naked Capitalism”, Nathan Tankus l’ha definita “una dichiarazione davvero scioccante”. Perché? Perché tutte le banche si affidano alle loro Banche Centrali per regolare i pagamenti con le altre banche.
“Se il buon funzionamento di un ‘sistema’ coincide con la capacità degli Istituti di Credito di effettuare i pagamenti”, spiega Tankus, “la Banca Centrale deve garantire in ogni caso che i ‘saldi delle liquidazioni’ [scolasticamente, la misura complessiva delle operazioni finanziarie ed economiche private di un paese con il resto del mondo] siano disponibili ad un certo prezzo”.
bankster_too_big_to_fail.jpg

COME FUNZIONA IL SISTEMA DEI PAGAMENTI
Il ruolo di una Banca Centrale in un “sistema di pagamento” è spiegato in questo modo dalla “Banca dei Regolamenti Internazionali” [BRI o BIS]:
“Una delle principali funzioni di una Banca Centrale è quella di essere ‘custode della fiducia del pubblico’ nei riguardi del denaro, e questa fiducia dipende in modo cruciale dalla capacità degli operatori economici di trasmettere gli strumenti monetari e finanziari, senza intoppi e in modo sicuro, attraverso i ‘sistemi di pagamento e di saldo’. Le Banche Centrali provvedono in modo sicuro al saldo degli assets ed in molti casi ne consentono il trasferimento”.
A livello internazionale, prima del 1971, il mezzo per il “saldo degli assets” era l’oro. Più tardi si passò alla “liquidazione elettronica dei saldi”, bilanciando le “riserve” detenute presso la Banca Centrale. Oggi, quando il denaro viaggia dalla banca A alla banca B, la Banca Centrale liquida il trasferimento regolando semplicemente il bilancio delle loro rispettive riserve, sottraendole da una e aggiungendole all’altra.
I controlli vanno avanti e indietro per tutto il giorno. Se alla fine della giornata il “conto di riserva” di una banca diventa “scoperto”, la Banca Centrale lo tratta in modo automatico, concedendo a quella stessa banca il denaro necessario sotto forma di “liquidità” elettronica, perché possa cancellarlo.
La banca provvederà poi a sistemare il deficit o attirando nuovi depositi, o prendendo in prestito del denaro da un’altra banca, dotata di riserve in eccesso. Se l’intero sistema è a corto di riserve, la Banca Centrale ne crea delle altre perché il sistema possa restare liquido.
La funzione di “garante della liquidità” è stata molto visibile in occasione della crisi bancaria del 2008, quando il credito fu congelato e le banche smisero in gran parte di prestarsi soldi a vicenda.
La Federal Reserve statunitense intervenne anticipando oltre 16.000 miliardi di dollari agli Istituiti Finanziari attraverso il “Term Asset Facility” [TAF], il “Term Asset-Backed Securities Loan Facility”] e altre strumenti similari, con un tasso d’interesse pari quasi a zero.
In questo modo gli assets tossici non commerciabili furono convertiti in “collaterali” del tutto accettabili, per cui le banche continuarono ad essere solvibili e quindi in grado di tenere le porte aperte.
LA LIQUIDITA’ COME STRUMENTO DI COERCIZIONE
La BCE intende l’accesso delle banche di un determinato paese alle “operazioni di politica monetaria” come atto discrezionale non obbligatorio.
Condizione di accesso è che se il rating delle obbligazioni di un paese non raggiunga l’“investment grade”, questo deve essere obbligatoriamente sottoposto ad un programma elaborato dall’UE e dal FMI – ovvero a delle misure di austerità.
Secondo il Vice-Presidente della BCE, Vitor Constâncio, in occasione della stessa conferenza stampa:
“Quando un paese ha un rating inferiore all’”investment grade” – che è il requisito minimo per poter accedere ad operazioni di politica monetaria – deve sottoporre un “waiver” [scolasticamente, cessione o restituzione di un diritto o di un privilegio]. Il “waiver” viene accettato se ci sono due condizioni. La prima è che il paese si trovi nell’ambito di un programma elaborato dall’UE e dal FMI. La seconda è che il rispetto di questo programma sia credibile”.
La liquidità è fornita solo sulla base di “adeguate garanzie”, di solito dei Titoli di Stato. Ma il fatto che queste obbligazioni siano “adeguate” non è determinato dal loro prezzo di mercato. Al paese che le emette vengono richieste, piuttosto, delle concessioni politiche. Il governo deve vendere i beni pubblici, tagliare i servizi pubblici, licenziare i lavoratori pubblici … e sottoporre le sue politiche fiscali alla sorveglianza di burocrati non eletti, che possono dettare ogni singola voce del bilancio nazionale.
Nathan Tankus ha osservato che:
“L’Europa fa parte di un sistema in cui possono verificarsi problemi di liquidità e d’insolvenza. Possono entrambi essere generati deliberatamente, almeno in parte, dalla Banca Centrale. Dopodiché la Troika può costringere quel paese ad un “programma del FMI”, se vuole continuare ad avere un sistema bancario funzionante. In alternativa, la Banca Centrale può scegliere, semplicemente, di “sospendere la convertibilità” di quell’unità di conto – tagliando ad esempio le forniture di euro – e forzare la svalutazione dei depositi, haircut e bail-in, fino a quando le banche saranno di nuovo solventi”.
UN PAESE SPINTO SUGLI SCOGLI DALLA MAFIA FINANZIARIA
I problemi di liquidità e d’insolvenza della Grecia sono stati generati intenzionalmente, come suggerisce Tankus? Vediamo un po’.
Prima ci sono stati quei derivati che, nel 2001, la Goldman Sachs ha venduto alla Grecia e che già nel 2005 avevano quasi raddoppiato il debito del paese.
Poi c’è stata la “crisi del credito” indotta dal sistema bancario nel 2008, quando la BCE costrinse la Grecia a salvare le sue banche private diventate insolventi, facendo precipitare il paese nel fallimento.
Questa crisi fu poi seguita, alla fine del 2009, dall’intenzionale sopravvalutazione del debito della Grecia, effettuato da un agente dell’Eurostat – che per questa ragione fu processato a livello penale – che innescò il primo piano di bail-out [salvataggio esterno], accompagnato da misure di austerità.
Il Primo Ministro greco fu poi sostituito da un tecnocrate non eletto, ex Governatore della “Banca di Grecia” e successivamente Vice-Presidente della BCE, che rifiutò la ristrutturazione del debito, preferendo un secondo e massiccio piano di salvataggio, insieme ad ulteriori misure di austerità. Si stima che circa il 90% del denaro di quel salvataggio finì di nuovo nelle casse delle banche.
A Dicembre del 2014 la Goldman Sachs avvertì il Parlamento greco che la liquidità della Banca Centrale avrebbe potuto essere tagliata, se Syriza avesse vinto le elezioni. Quando, a Gennaio, le ha effettivamente vinte, la BCE ha attuato la sua minaccia, tagliando quasi del tutto la liquidità alle banche.
Quando, a Luglio del 2015, il Primo Ministro Tsipras ha indetto un referendum pubblico, attraverso il quale gli elettori hanno respinto la brutale austerità loro imposta, la BCE ha fatto chiudere le banche in pieno stile mafioso. Il governo greco è stato quindi messo in ginocchio, costretto ad abbandonare la sovranità nazionale e a svendere i suoi tesori pubblici, pezzo per pezzo.
Una mente sospettosa potrebbe dedurre che si trattava di un progetto concepito fin dall’inizio per poter mettere all’asta i beni della Grecia, per poter effettuare una scalata ostile, o un asset-stripping [acquisto di una società per poterla rivendere a pezzi], a beneficio di quanti fossero in grado di acquistare quei beni, comprese le stesse banche, gli hedge-funds e gli speculatori posti strumentalmente alla guida del debito della Grecia, per distruggere l’economia del paese.
NON C’E’ SOVRANITA’ SENZA IL CONTROLLO DEL DENARO E DEL CREDITO
Nella conference-call registrata, per la quale Yanis Varoufakis sta affrontando l’accusa di tradimento, l’ex Ministro delle Finanze ha parlato della trappola in cui si trovano i paesi dell’Eurozona. In pratica, sembra che non ci sia alcun modo legale per liberarsi dell’euro e del dominio della Troika. I governi non hanno accesso ai files contenenti i dati critici delle loro banche, che sono controllate dalla BCE.
Varoufakis ha sostenuto che tutto questo dovrebbe allarmare i governi dell’UE. Il Primo Ministro canadese William Lyon Mackenzie King disse, nel 1935, che:
“Una volta che hanno preso il controllo della moneta e del credito di una nazione, a quel punto non ha più importanza chi fa le leggi. L’usura, una volta che ha preso il controllo [della moneta e del credito], sarà in grado di distruggere qualsiasi nazione”.
Ellen Brown
 
La nostra ignoranza è la LORO forza.


5 h · https://it-it.facebook.com/LaNostraIgnoranzaELaLoroForza#




The Moscow Times- Il presidente russo, Vladimir Putin, ha rotto il protocollo diplomatico convenzionale ed ha convocato personalmente l’ambasciatore turco a Mosca, Sr. Ümit Yardim, per avvertirlo che la Federazione Russa intende rompere nell’immediato le relazioni diplomatiche con la Turchia a meno che il presidente turco, Recep T. Erdoğan, metta fine al suo sostegno fornito all’ISIS ed ai ribelli in Siria, dove la Russia dispone della sua ultima base navale nel Mediterraneo, a Tartous.
ARTICOLO COMPLETO: http://www.controinformazione.info/putin-allambasciatore-t…/





Putin all’ambasciatore turco: “…faremo della Siria una grande Stalingrado contro Erdogan ed i...
The Moscow Times- Il presidente russo, Vladimir Putin, ha rotto il protocollo diplomatico...
controinformazione.info


http://www.controinformazione.info/...rdogan-ed-i-terroristi-dellisis-suoi-alleati/
 
agosto 7, 2015 posted by Telesforo Boldrini
Napolitano Adesso Basta!

Giorgio Napolitano (ex Presidente della Repubblica) è colui che seppe essere sempre servile al potere di turno. Fu un universitario fascista quando occorreva esserlo, comunista cinque minuti dopo per poi diventare addirittura un neo-liberista da tangentopoli in poi, approvò l’invasione dell’Ungheria per poi condannarla , profetizzò i disastri dell’Unione Europa per poi metterli in pratica.

Seppe sempre immediatamente fiutare il vento del cambiamento ed allinearsi prontamente al fianco di quei poteri finanziari che stavano emergendo con forza e volevano smantellare la sovranità e l’indipendenza dell’Italia e di ogni altra nazione mondiale. Cambiare è un segno di intelligenza tradire sistematicamente tutto ciò a cui si aderisce è scegliere il tradimento come vocazione .
Cronaca di questi giorni il suo appello a non “disfare la tela” in riferimento alla riforma del Senato che assieme all’Italicum (la riforma elettorale voluta dalla coppietta di padri analfabeti costituenti Renzi e Boschi) rappresenta il più incredibile attentato alla Costituzione della Repubblica della storia del nostro Paese.

Le due “riforme” combinate costituiscono la modifica surrettizia della forma del nostro Governo accantonando per sempre non solo la Repubblica Parlamentare voluta dai veri Padri Costituenti, (questi a pieno titolo con la maiuscola) ma anche le garanzie democratiche dell’equilibrio dei poteri contenute in tutta la tradizione costituzionalista nata con Montesquieu .
Napolitano entra a gamba tesa nel dibattito politico sostanzialmente al fine di premere su Grasso, Presidente del Senato, affinché non consenta ulteriori emendamenti alla legge, fatto che rallenterebbe l’iter di approvazione ai sensi dell’art. 138 Cost. Dunque non pago di aver sospeso la democrazia del Paese consegnandolo al controllo dei poteri forti scegliendo gli ultimi tre governi graditi ai interessi stranieri, Napolitano continua nella prosecuzione del suo disegno criminoso volto a smantellare la personalità giuridica dell’Italia, un delitto punito dal codice penale. Una volta in tempo di guerra per simili persone ci sarebbe stato un plotone di esecuzione ed una pallottola rigorosamente alla schiena in segno di disonore, oggi mentre l’Italia è oggetto di una guerra non dichiarata la magistratura resta incomprensibilmente inerte. Ma chi è fedele alla propria Patria, alla Costituzione ed alla Democrazia non può che unirsi in un grido di sdegno: NAPOLITANO ORA BASTA!



http://scenarieconomici.it/napolitano-adesso-basta/#da scenari economici
 
:bow::bow::bow::bow::bow::bow:

Leggi la recensione

USTICA E BOLOGNA: DUE STRAGI DI STATI ALLEATI
Redazione | 06-08-2015 Categoria: Mondialismo



ustica.jpg

USTICA E BOLOGNA: DUE STRAGI DI STATI ALLEATI



Le stragi non vanno mai in prescrizione anche sotto governi telecomandati dall'estero. Quei 20 chilogrammi di esplosivo che il 2 agosto 1980 fecero saltare in aria la stazione di Bologna provocando 85 morti e 200 feriti non c’entrano niente con il terrorismo palestinese, né tanto meno con il terrorista Carlos. Il giudice per le indagini preliminari di Bologna Bruno Giangiacomo, ha recentemente archiviato in via definitiva le indagini a carico dei terroristi tedeschi, Thomas Kram e Margot Christha Frohlich che erano finiti indagati dalla Procura nel filone della pista palestinese soffiata dal Mossad.
Dopo 35 anni, tuttavia, la magistratura italiana non ha ancora individuato i mandanti e gli esecutori materiali, come per la strage di Ustica (27 giugno 1980) che ha mietuto 81 vittime il 27 giugno 1980 ed una ventina di scomodi testimoni dopo.
Si tratta di verità indicibili, coperte a tripla mandata dai segreti di Stati alleati (Italia, Francia, United States of America, Israele, Nato).
Ho firmato con la casa editrice Arianna di Bologna, il contratto per la pubblicazione del libro di inchiesta USTICA: LE DUE STRAGI. L’editore Giorgio Rosso ne prevede la pubblicazione per febbraio 2016.
Nel frattempo, nauseato dal gigantesco muro di menzogne governative, alimentate dai mass media, ho deciso di raccontare a cittadine e cittadini, in giro per l’Italia, i veri fatti documentati, ignoti ai più.
Sono disponibile a tenere incontri pubblici e conferenze su queste due vicende interconnesse. Una forma di assicurazione sulla vita, poiché non ho alcuna intenzione di suicidarmi. Chi è interessato può contattare Gabriella, al seguente indirizzo:
[email protected]
 
Ultima modifica:
L'ESTATE DELLA SOLUZIONE "FINALE": LA CONTRATTAZIONE AZIENDALE E L'ULTIMA FRONTIERA...


opere_Campania_sblocca_italia-620x420.jpg

Decreto “Sblocca Italia”, un ritorno al passato verso la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni...

1. Lo sapete bene cosa stia succedendo sul mercato del lavoro ai primi trionfali mesi di applicazione del jobs act (e della defiscalizzazione delle "nuove" assunzioni sui posti di lavoro trasformati o creati....ad hoc): come per magia la disoccupazione risale, lasciando sostanzialmente immutata la tendenza al rialzo registrato proprio a partire dal minimo (relativo) del giugno 2014!


tasso_disoccupazione_istat.jpg

http://iljournal.today/economia/disoccupazione-italia-a-giugno-si-arriva-al-127-cosa-e-successo-in-un-anno/


2. Sui dettagli della situazione, cioè sulla disoccupazione giovanile record e sulla parallela crescita degli "inattivi", che non vengono più conteggiati tra i disoccupati, e sui vari possibili calcoli che renderebbero il tasso "effettivo" di disoccupazione (ad es; includendo i part-time non volontari e i cassaintegrati) ben più drammatico, abbiamo detto. E d'altra parte ne parlano un po' tutti, anche quelli che, in qualche modo, non ravvisano il legame con la politica "obbligata" dentro la moneta unica.


Ma, questo bollettino di guerra (mossa al livello salariale), è confermato dall'andamento dell'inflazione, che riflette le politiche economico-fiscali restrittive proseguite a pena di...intervento della trojka.


inflazione_1-300x195.jpg

3. Notare che l'aumento dell'inflazione di giugno (+0,1!), del tutto irrilevante ai fini della gridata ripresa, si spiega con "l'aumento – in larga parte condizionato da fattori stagionali – dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,4%) e dei servizi relativi ai trasporti (+0,2%)."
Vale a dire, siccome inizia la stagione turistica, si preferisce aumentare i prezzi in base all'aspettativa della rigidità dell'aumento della domanda, una sorta di "raschiare il fondo del barile" che implica il rischio che, alla fine, i "vacanzieri" siano meno (e con meno giorni di utilizzo dei relativi servizi), al punto che il tutto potrebbe ritorcersi nell'ennesimo calo di consumi e, comunque, certamente, dei livelli salariali stagionali.


4. A questo quadro, si sovrappone, poi, l'ultima frontiera che la macchina della deflazione salariale si appresta a varcare: l'iniziativa del governo di introdurre, con la prossima legge sulla rappresentanza sindacale, la derogabilità generale dei livelli salariali stabiliti nei contratti collettivi nazionale da parte della contrattazione aziendale.
Auspicata da anni dagli spaghetti-tea party, considerata la vera panacea per la "ripresa" con unanime orgoglio (e approvazione da parte di Landini...) da parte di tutti i supply-siders neo-liberisti della penisola, questa misura rientra fra quelle che, ad esempio, la trojka ha re-imposto alla Grecia con l'accordo di "distruzione finale" di cui tutti parlano, in tali termini,...per la Grecia, ma che qui da noi, diviene cosa buona e giusta.
In particolare, siccome ci si è accorti che il sud d'Italia sta messo peggio della stessa Grecia, questa contrattazione decentrata, e tesa a differenziare i livelli salariali nelle zone a disoccupazione più alta - e ormai totalmente deindustrializzate-, sarebbe vista come "la soluzione", portando all'arrivo di investitori stranieri.


5. Data la situazione degli investimenti infrastrutturali e di abbandono dell'apparato amministrativo dello Stato e degli enti territoriali, essendo assoggettato a taglio della spesa pubblica praticamente ogni possibile intervento, - nella pubblica istruzione, nella sicurezza pubblica, nei trasporti e viabilità, e via dicendo-, la misura avrebbe solo l'effetto di inasprire la deflazione salariale sulle residue unità produttive rimaste nel sud portando ad un'ulteriore calo della domanda (con ulteriore desertificazione del territorio) e innalzando, in un ciclo distruttivo, il livello di disoccupazione.


6. D'altra parte, la misura della flessibilità salariale aggiuntiva, contrattata a livello aziendale, si applicherebbe in ogni parte d'Italia: e funzionerebbe come deflattore progressivo anche e proprio in vista del mancato rinnovo, per gli anni futuri, della defiscalizzazione dei nuovi assunti.
Il meccanismo, dunque, se agirebbe in senso "liquidatorio finale" per il sud, perpetuerebbe il rafforzamento della "instabilità strutturale", deflattiva di ogni posto di lavoro, perseguita in base al jobs act, di cui sarebbe il naturale complemento, in modo da agevolare l'appropriazione in mani estere di tutto il residuo apparato industriale italiano, già drammaticamente ridimensionato.


7. Rammentiamo dunque, perchè la contrattazione aziendale acuisce il fenomeno di cedimento assoluto della tutela del lavoro (salariale e in termini di stabilità-dignità) in una situazione di deindustrializzazione indotta dal meccanismo di correzione (depressivo della domanda) che ci impone la permanenza "irrinunciabile" nella moneta unica.
Si tratta di condizioni proprie della concezione monetarista che governa un'UEM, a sua volta, governata saldamente dalla Germania e dalla BCE:


"Il monetarismo svolse un ruolo comunque epocale di rimodellamento sociale negli stessi USA, la cui Fed non è certamente più la stessa dei tempi di Paul Volcker; rimane però che l'America non è, in seguito, più uscita dai parametri di politica economica che si affermarono da quella pur fallimentare esperienza. Che anzi furono aggravati dalla politica pro-finanza privata dell'era Clinton, tra abolizione del Glass-Steagall e imposizione del deficit-cap, misure strutturali su cui ancora oggi gli USA combattono invano, non potendo neppure dare la colpa delle crisi al...mercato del lavoro.

E questo per vari motivi, che sarebbe complesso ora esaminare, ma che possono riassumersi nella irreversibilità delle riforme neo-liberiste, pubblico-finanziarie e del mercato del lavoro (in concomitanza con l'espandersi del liberoscambismo, per gli USA segnatamente il NAFTA).


Comunque, proprio perchè le stesse condizioni di "irreversibilità" stanno affermandosi in Italia, vediamo (sempre dal nostro J.K. Galbraith, "Storia dell'economia", pagg.305 ss.) quali siano gli effetti di...Milton Friedman (e, in UEM, dell'ossequio ad Hayek e Roepke):

"Il monetarismo...l'effetto di restrizione indotto dagli alti tassi (reali) di interesse sulle spese per beni di consumo e sugli investimenti...aveva funzionato, com'era evidente, producendo una grave crisi economica, un rimedio non meno doloroso del male.

Il "successo" di questa politica negli USA fu il risultato anche di una circostanza affine e poco prevista dagli economisti:...l'eccezionale vulnerabilità della moderna società industriale ad una combinazione di politica monetaria restrittiva, degli alti tassi di interesse, e dei risultanti tassi di scambio avversi (ndr: cioè una moneta troppo forte..cosa che ci riporta gli attuali giorni dell'euro).

Che la disoccupazione - indotta dalla politica monearista e da alti tassi di interesse- diminuisse il potere di contrattazione dei sindacati non era affatto sorprendente.

L'economia ortodossa accettava che la disoccupazione avesse l'effetto di condurre a diminuzioni di salari; era in tal modo che si conseguiva la piena occupazione neo-classica. Il sindacato era una forza che si opponeva a questo assestamento; se la disoccupazione era abbastanza grave, il sindacato doveva cedere"


https://www.blogger.com/null
Quindi: moneta forte e politica monetaria restrittiva basata su tassi reali positivi portano al cedimento del sindacato.

Non basta poi urlare in piazza (o in un talk show) se questi fattori che determinano l'elevato tasso di disoccupazione non vengono rimossi. Bisognerebbe combatterli e non ignorarli: ci senti Landini?

Prosegue Galbraith:

"Risultò però imprevisto l'effetto sulle imprese. Nelle industrie dell'acciaio, dell'automobile, della macchine utensili, delle attività estrattive, nelle linee aeree ...l'effetto complessivo di quella politica, compresa la concorrenza straniera, condusse ad una riduzione delle vendite, determinò un'estesa inattività degli impianti e minacciò il fallimento e la cessazione delle attività.

In questa situazione i sindacati furono costretti non solo a dimenticarsi degli aumenti salariali ma anche a contrattare su riduzioni dei salari stessi e delle forme di assistenza.

Pur potendo ignorare in qualche misura le sfortune dei lavoratori disoccupati - la maggioranza era ancora occupata e aveva ancora una voce in capitolo decisiva-, non potevano i sindacati ignorare la minaccia della disoccupazione per tutti i lavoratori, minaccia che si sarebbe potuta concretizzare se uno stabilimento o un'intera industria avessero dovuto chiudere.

E quella divenne una prospettiva verosimile all'inizio del 1980 in un certo numero di industrie pesanti americane.

In precedenza non ci si era resi conto che un'azione forte del sindacato richiedeva una posizione forte dell'imprenditore. L'indebolimento della posizione di quest'ultimo determinava un grave indebolimento anche del sindacato..."



8. Immaginate, in tutto questo, a parte la risibile teoria della soluzione mirata per un sud dove gli investimenti latitano e la deindustrializzazione dilaga, quale possa essere la capacità di resistenza al meccanismo di indebolimento della schiacciante maggioranza delle imprese nell'ambito della moneta unica, cioè in una situazione di obbligato e costante indebolimento della domanda interna.
Nell'attuale condizione di libera circolazione dei capitali, ciò significa delocalizzazioni appena rallentate - nella speranza di arrivare alla competitività basta sul solo costo del lavoro e senza aver effettuato investimenti in IRS per decenni- e appropriazione in mani estere, a prezzi di saldo, delle industrie, pubbliche e private, rese dei fragili gusci dalla deflazione inarrestabile, ma con dei marchi ancora significativi o posizioni di rendita nel settore dei servizi: pensiamo alla privatizzazione dei ss.pp. locali ormai altrettanto invocata come inevitabile.
Insomma, la trojka non c'è ma è come se ci fosse.

Le slide presentate da Fabrizio Pagani, capo della segreteria del ministero dell'Economia.
670x452xprivatizzazioni,P202014.jpg.pagespeed.ic.M_Srm18SxR.jpg








Pubblicato da Quarantotto a 21:25 6 commenti: Pinterest
 
L'ESTATE DELLA SOLUZIONE "FINALE": LA CONTRATTAZIONE AZIENDALE E L'ULTIMA FRONTIERA...


opere_Campania_sblocca_italia-620x420.jpg

Decreto “Sblocca Italia”, un ritorno al passato verso la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni...

1. Lo sapete bene cosa stia succedendo sul mercato del lavoro ai primi trionfali mesi di applicazione del jobs act (e della defiscalizzazione delle "nuove" assunzioni sui posti di lavoro trasformati o creati....ad hoc): come per magia la disoccupazione risale, lasciando sostanzialmente immutata la tendenza al rialzo registrato proprio a partire dal minimo (relativo) del giugno 2014!


tasso_disoccupazione_istat.jpg

http://iljournal.today/economia/disoccupazione-italia-a-giugno-si-arriva-al-127-cosa-e-successo-in-un-anno/


2. Sui dettagli della situazione, cioè sulla disoccupazione giovanile record e sulla parallela crescita degli "inattivi", che non vengono più conteggiati tra i disoccupati, e sui vari possibili calcoli che renderebbero il tasso "effettivo" di disoccupazione (ad es; includendo i part-time non volontari e i cassaintegrati) ben più drammatico, abbiamo detto. E d'altra parte ne parlano un po' tutti, anche quelli che, in qualche modo, non ravvisano il legame con la politica "obbligata" dentro la moneta unica.


Ma, questo bollettino di guerra (mossa al livello salariale), è confermato dall'andamento dell'inflazione, che riflette le politiche economico-fiscali restrittive proseguite a pena di...intervento della trojka.


inflazione_1-300x195.jpg

3. Notare che l'aumento dell'inflazione di giugno (+0,1!), del tutto irrilevante ai fini della gridata ripresa, si spiega con "l'aumento – in larga parte condizionato da fattori stagionali – dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,4%) e dei servizi relativi ai trasporti (+0,2%)."
Vale a dire, siccome inizia la stagione turistica, si preferisce aumentare i prezzi in base all'aspettativa della rigidità dell'aumento della domanda, una sorta di "raschiare il fondo del barile" che implica il rischio che, alla fine, i "vacanzieri" siano meno (e con meno giorni di utilizzo dei relativi servizi), al punto che il tutto potrebbe ritorcersi nell'ennesimo calo di consumi e, comunque, certamente, dei livelli salariali stagionali.


4. A questo quadro, si sovrappone, poi, l'ultima frontiera che la macchina della deflazione salariale si appresta a varcare: l'iniziativa del governo di introdurre, con la prossima legge sulla rappresentanza sindacale, la derogabilità generale dei livelli salariali stabiliti nei contratti collettivi nazionale da parte della contrattazione aziendale.
Auspicata da anni dagli spaghetti-tea party, considerata la vera panacea per la "ripresa" con unanime orgoglio (e approvazione da parte di Landini...) da parte di tutti i supply-siders neo-liberisti della penisola, questa misura rientra fra quelle che, ad esempio, la trojka ha re-imposto alla Grecia con l'accordo di "distruzione finale" di cui tutti parlano, in tali termini,...per la Grecia, ma che qui da noi, diviene cosa buona e giusta.
In particolare, siccome ci si è accorti che il sud d'Italia sta messo peggio della stessa Grecia, questa contrattazione decentrata, e tesa a differenziare i livelli salariali nelle zone a disoccupazione più alta - e ormai totalmente deindustrializzate-, sarebbe vista come "la soluzione", portando all'arrivo di investitori stranieri.


5. Data la situazione degli investimenti infrastrutturali e di abbandono dell'apparato amministrativo dello Stato e degli enti territoriali, essendo assoggettato a taglio della spesa pubblica praticamente ogni possibile intervento, - nella pubblica istruzione, nella sicurezza pubblica, nei trasporti e viabilità, e via dicendo-, la misura avrebbe solo l'effetto di inasprire la deflazione salariale sulle residue unità produttive rimaste nel sud portando ad un'ulteriore calo della domanda (con ulteriore desertificazione del territorio) e innalzando, in un ciclo distruttivo, il livello di disoccupazione.


6. D'altra parte, la misura della flessibilità salariale aggiuntiva, contrattata a livello aziendale, si applicherebbe in ogni parte d'Italia: e funzionerebbe come deflattore progressivo anche e proprio in vista del mancato rinnovo, per gli anni futuri, della defiscalizzazione dei nuovi assunti.
Il meccanismo, dunque, se agirebbe in senso "liquidatorio finale" per il sud, perpetuerebbe il rafforzamento della "instabilità strutturale", deflattiva di ogni posto di lavoro, perseguita in base al jobs act, di cui sarebbe il naturale complemento, in modo da agevolare l'appropriazione in mani estere di tutto il residuo apparato industriale italiano, già drammaticamente ridimensionato.


7. Rammentiamo dunque, perchè la contrattazione aziendale acuisce il fenomeno di cedimento assoluto della tutela del lavoro (salariale e in termini di stabilità-dignità) in una situazione di deindustrializzazione indotta dal meccanismo di correzione (depressivo della domanda) che ci impone la permanenza "irrinunciabile" nella moneta unica.
Si tratta di condizioni proprie della concezione monetarista che governa un'UEM, a sua volta, governata saldamente dalla Germania e dalla BCE:


"Il monetarismo svolse un ruolo comunque epocale di rimodellamento sociale negli stessi USA, la cui Fed non è certamente più la stessa dei tempi di Paul Volcker; rimane però che l'America non è, in seguito, più uscita dai parametri di politica economica che si affermarono da quella pur fallimentare esperienza. Che anzi furono aggravati dalla politica pro-finanza privata dell'era Clinton, tra abolizione del Glass-Steagall e imposizione del deficit-cap, misure strutturali su cui ancora oggi gli USA combattono invano, non potendo neppure dare la colpa delle crisi al...mercato del lavoro.

E questo per vari motivi, che sarebbe complesso ora esaminare, ma che possono riassumersi nella irreversibilità delle riforme neo-liberiste, pubblico-finanziarie e del mercato del lavoro (in concomitanza con l'espandersi del liberoscambismo, per gli USA segnatamente il NAFTA).


Comunque, proprio perchè le stesse condizioni di "irreversibilità" stanno affermandosi in Italia, vediamo (sempre dal nostro J.K. Galbraith, "Storia dell'economia", pagg.305 ss.) quali siano gli effetti di...Milton Friedman (e, in UEM, dell'ossequio ad Hayek e Roepke):

"Il monetarismo...l'effetto di restrizione indotto dagli alti tassi (reali) di interesse sulle spese per beni di consumo e sugli investimenti...aveva funzionato, com'era evidente, producendo una grave crisi economica, un rimedio non meno doloroso del male.

Il "successo" di questa politica negli USA fu il risultato anche di una circostanza affine e poco prevista dagli economisti:...l'eccezionale vulnerabilità della moderna società industriale ad una combinazione di politica monetaria restrittiva, degli alti tassi di interesse, e dei risultanti tassi di scambio avversi (ndr: cioè una moneta troppo forte..cosa che ci riporta gli attuali giorni dell'euro).

Che la disoccupazione - indotta dalla politica monearista e da alti tassi di interesse- diminuisse il potere di contrattazione dei sindacati non era affatto sorprendente.

L'economia ortodossa accettava che la disoccupazione avesse l'effetto di condurre a diminuzioni di salari; era in tal modo che si conseguiva la piena occupazione neo-classica. Il sindacato era una forza che si opponeva a questo assestamento; se la disoccupazione era abbastanza grave, il sindacato doveva cedere"


https://www.blogger.com/null
Quindi: moneta forte e politica monetaria restrittiva basata su tassi reali positivi portano al cedimento del sindacato.

Non basta poi urlare in piazza (o in un talk show) se questi fattori che determinano l'elevato tasso di disoccupazione non vengono rimossi. Bisognerebbe combatterli e non ignorarli: ci senti Landini?

Prosegue Galbraith:

"Risultò però imprevisto l'effetto sulle imprese. Nelle industrie dell'acciaio, dell'automobile, della macchine utensili, delle attività estrattive, nelle linee aeree ...l'effetto complessivo di quella politica, compresa la concorrenza straniera, condusse ad una riduzione delle vendite, determinò un'estesa inattività degli impianti e minacciò il fallimento e la cessazione delle attività.

In questa situazione i sindacati furono costretti non solo a dimenticarsi degli aumenti salariali ma anche a contrattare su riduzioni dei salari stessi e delle forme di assistenza.

Pur potendo ignorare in qualche misura le sfortune dei lavoratori disoccupati - la maggioranza era ancora occupata e aveva ancora una voce in capitolo decisiva-, non potevano i sindacati ignorare la minaccia della disoccupazione per tutti i lavoratori, minaccia che si sarebbe potuta concretizzare se uno stabilimento o un'intera industria avessero dovuto chiudere.

E quella divenne una prospettiva verosimile all'inizio del 1980 in un certo numero di industrie pesanti americane.

In precedenza non ci si era resi conto che un'azione forte del sindacato richiedeva una posizione forte dell'imprenditore. L'indebolimento della posizione di quest'ultimo determinava un grave indebolimento anche del sindacato..."



8. Immaginate, in tutto questo, a parte la risibile teoria della soluzione mirata per un sud dove gli investimenti latitano e la deindustrializzazione dilaga, quale possa essere la capacità di resistenza al meccanismo di indebolimento della schiacciante maggioranza delle imprese nell'ambito della moneta unica, cioè in una situazione di obbligato e costante indebolimento della domanda interna.
Nell'attuale condizione di libera circolazione dei capitali, ciò significa delocalizzazioni appena rallentate - nella speranza di arrivare alla competitività basta sul solo costo del lavoro e senza aver effettuato investimenti in IRS per decenni- e appropriazione in mani estere, a prezzi di saldo, delle industrie, pubbliche e private, rese dei fragili gusci dalla deflazione inarrestabile, ma con dei marchi ancora significativi o posizioni di rendita nel settore dei servizi: pensiamo alla privatizzazione dei ss.pp. locali ormai altrettanto invocata come inevitabile.
Insomma, la trojka non c'è ma è come se ci fosse.

Le slide presentate da Fabrizio Pagani, capo della segreteria del ministero dell'Economia.
670x452xprivatizzazioni,P202014.jpg.pagespeed.ic.M_Srm18SxR.jpg








Pubblicato da Quarantotto a 21:25 6 commenti: Pinterest
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto