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SCENARIO D'ESTATE: IL MOLOCH NEO-LIBERISTA GLOBALIZZATO ALLE CORDE (ma da solo sul ring).


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1. L'approccio analitico, che ci fa affrontare un tema alla volta, pur cercando di evidenziarne le connessioni generali e specifiche, può essere talvolta fuorviante.
Proviamo allora a cogliere fenomenologicamente, per flash(es) essenziali lo scenario.
Questo approccio ci consente di meglio cogliere sia la tendenza "unificante" sia il livello di bis-linguaggio che domina l'informazione nel "blocco occidentale" (se pure questa definizione ha ancora un senso) e, soprattutto, in modo sempre più tragicomico, in Italia.


2. La prima cosa che risalta, sul piano globale, è che, da un lato, tutti si agitano sulla crisi dei BRICS, le vecchie locomotive post crisi sub-prime, che avrebbero tenuto a galla il mondo con la loro crescita e con l'afflusso di capitali (ora, al 50% già rifluiti verso un dollaro sempre più forte); ma, dall'altro, non si rinuncia a discutere della (altrettanto tragicomica) pantomima del rialzo dei tassi da parte della Fed.
Sul primo punto: è abbastanza evidente, ormai, dopo 7 anni di mancata uscita dell'eurozona dalla recessione e dalla stagnazione, per manifesta "austerità credibile", cioè "espansiva" (dei debiti pubblici), che non è il mondo emergente, i BRICS, caratterizzati dall'essere esportatori (inter alios) di materie prime e di manufatti da fabbriche "delocalizzate", a tirare giù l'€uropa. E' vero piuttosto il contrario.
Un'area euro che comprime la domanda interna, sollecita alta disoccupazione strutturale e mira solo a divenire, in massa, creditrice commerciale e finanziaria del resto del mondo, assume l'aumento di interscambio della meravigliosa globalizzazione come un fatto mercantilista.
Lo abbiamo detto tante volte: l'universalizzazione del modello Germania a tutta l'UEM è il principale fattore di rischio sistemico dell'economia reale mondiale.
Ma non tanto perchè sia realmente in grado di raggiungere la dimensione di colonizzazione dei mercati esteri che si propone; quanto perchè, condannandosi alla deindustrializzazione e alla flessione perenne degli investimenti netti, priva l'economia globale della vitalità trainante, un tempo, del suo maggior polo industriale e di ricerca. E, contemporaneamente, crea una dipendenza dai mercati esteri che diviene, a fronte di una miopia di medio-lungo periodo così clamorosa, il rischio di autogol più elevato della storia dell'economia mondiale.


3. In tal modo, infatti, l'€uropa si condanna alla marginalizzazione economico-politica di lungo periodo: ma non per l'invincibilità dell'ascesa dei BRICS, e quindi per effetto della globalizzazione: quanto per il modo in cui l'ha voluta concepire e tutt'ora sostenere.
Dunque, per la miope avidità del suo sistema finanziario e industrial-oligopolista, persosi nell'idea che risistemare le cose a casa propria, - riassumendo il controllo assoluto delle ex-istituzioni democratiche, degradate a mere esecutrici delle istituzioni europee, a loro volta controllate dall'esclusivo interesse dei gruppi bancari dei paesi dominanti, - fosse sufficiente a garantire la "stabilità".
Cioè l'accumulo indisturbato di profitti finanziari al riparo da pericoli di insolvenza e di sommovimento sociale del complesso dei debitori che mirano a creare (ovunque).
Una logica di dominio globale (parassitario e predatorio): il debitore è colpevole, per definizione, e la sua colpa giustifica ogni misura tesa a dominarlo ed a disciplinarlo. Ovunque egli si annidi nel mondo (anzi, meglio ancora se all'interno della propria comunità nazionale).


4. Gli USA, con la questione del rialzo dei tassi, dimostrano, ancora una volta, di essere il motore ideologico di questa revanche autodistruttiva del liberismo.
Un'economia dominata da Wall Street, e perciò spronata a riaccumulare livelli di indebitamento in tutti i settori (finanziarizzati a debito) della sua flebile "economia reale" anche superiori - nel livello di rischio sub-prime - a quelli che hanno portato alla crisi del 2007, finge di essere intimorita dal riscaldamento dell'inflazione mentre non è minimamente capace di scorgere il problema costituito dal proprio modello sociale: il mercato del lavoro super-flessibilizzato e la mancanza assoluta di veri stabilizzatori automatici, e redistributivi, della domanda.


5. In altri termini come abbiamo già detto, - e come, per motivi del tutto analoghi, verificatosi in Giappone- strutturare definitivamente una società sul mercato del lavoro-merce, che esclude istituzionalmente i salari dalla crescita del prodotto, eliminando il welfare pubblico(pensionistico e sanitario), conduce alla deflazione permanente.
E quindi acuisce il rischio della insolvenza sistemica e della stagnazione irreversibile dell'economia reale. Cioè del benessere e della dignità degli esseri umani coinvolti.
In tale situazione, aumentare il deficit pubblico, neppure sortisce più gli effetti anticiclici che, in teoria, si verificavano in passato: comunque la spesa pubblica si indirizza alla crescente emergenza disoccupazionale, con grande dispendio di inutili misure tampone, e comunque finisce in improbabili misure supply side, che includono pure i programmi di spesa per infrastrutture e di alleggerimento del costo fiscale del lavoro, una volta che il mercato dello stesso lavoro sia strutturato sulla precarietà e sulla deflazione salariale.


8. A livello europeo, l'accordo "Grecia" (cioè il memorandum avallato dal Bundestag tedesco, come esclusivo decidente, e ratificato dall'Eurogruppo), dimostra la "vittoria di Pirro" di questo metodo che, trasposto nelle linee essenziali dagli USA all'UE, significa che la Grecia, superdebitrice (indotta ad esserlo dal liberoscambismo che ha trionfato in Europa sotto le spoglie del "fogno" €uropeista), potrà tornare tranquillamente in recessione, onerata da politiche restrittive che uccideranno la pallida ripresa (peraltro registrata in UEM come un record), che aveva visto nel secondo trimestre una crescita greca di 0,8% del PIL: ma esclusivamente perchè il periodo di riferimento è stato esattamente quello della "trattativa", durante la quale Tsipras non ha rispettato i programmi di austerità ereditati dai precedenti governi.
Salvo poi accettarne uno peggiore, facendo finta di non capire che dentro l'euro non c'era scelta e, dunque, preferendo farselo dire a brutto muso dai "moderati" partners €uropei in blocco: i falchi, paradossalmente, lo avevano sconsigliato dal permanere nell'euro. E lui no, duro: l'austerità violerebbe i trattati e l'uscita dall'euro sarebbe un disonore. Oggi ha avuto l'una e l'altro, rimanendo (per il momento) nell'euro e soddisfacendo il suo "fogno" progressista e di sinistra.


9. In Italia, non accorgendosi mai di nulla di quanto di accade in casa, si evidenzia (tra lo stupore dei giornalisti nostrani che registrano tali opinioni) che le privatizzazioni selvagge dell'apposito fondo creato con il nuovo accordo di salvezza per la Grecia, finiranno in "conflitto di interessi", dato che i tedeschi, con una società pubblica (!!!) divengono gli acquirenti di 14 aeroporti di proprietà dello Stato greco: naturalmente, a prezzi di saldo non corrispondenti a corrette stime di mercato, deprivando la filiera turistica ellenica dei proventi, per di più pubblici (cioè entrate dello Stato), di uno dei principali asset di possibile ripresa dell'economia.
In Italia, dunque dicevamo, si accorgono - ma solo per la Grecia- che privatizzando in nome del "lo vuole l'€uropa" si finisce per mettere sul mercato, nei modi e nel momento più disastrosi, proprio gli assets pubblici più preziosi e che più giovamento portano alle casse dello Stato-proprietario, e quindi alle tasche dei cittadini contribuenti.
Si dimentica, però, che la cosa non è solo greca, ma è specialmente italiana, il paese dove, dopo gli Stati Uniti (che però sono un pochino più grandicelli) si è fatto il maggior volume assoluto di privatizzazioni AL MONDO.


10. E per rimanere all'Italia, secondo le previsioni, realizzato il mercato del lavoro flessibilissimo, riportata in auge la derogabilità aziendale dei contratti collettivi nazionali e preparandosi a prodigarsi di licenziamenti nel pubblico impiego (vedrete i decreti delegati della riforma della pubblica amministrazione), si inizia inevitabilmente a parlare di "reddito di cittadinanza" e simili strumenti; per ora a integrazione dei redditi della famiglie sotto la soglia della povertà e in possibile ausilio dei disoccupati ultracinquantacinquenni, cioè dei non più "ricollocabili" tagliati fuori per 10-12 anni dalle prestazioni pensionistiche.
La mossa è geniale: il solo parlarne (d'estate) raggiunge vari scopi politico-fiscali in "illusione finanziaria" da manuale:
a) si dà l'idea si curarsi dell'impoverimento generale;
b) si rafforza il consenso sociale, facilmente alimentato dal battage mediatico-orwelliano;
c) si tacitano le opposizioni - che difficilmente potrebbero rifiutarsi di votare una finanziaria che contenesse una misura, anche solo in parte, aderente alla loro principale richiesta;
d) e, specialmente, si ottiene un forte clima di favore alla copertura di questa "salvifica" spesa aggiuntiva. Cioè per l'ulteriore riforma, preferibilmente retroattiva, del sistema pensionistico in senso contributivo, e l'accelerazione della revisione delle rendite catastali. Per dirne qualcuna, tra le più ambite, che mettono d'accordo tutte le forze principali presenti in parlamento (con qualche distinguo e qualche resistenza formale di facciata).


11. Ma in tutto questo quadro semi-allucinogeno, è evidente che ESSI, e i loro margravi nazionali, hanno perso il senso della realtà: nulla dei loro congegnini e calcolucci potrà reggere alla prova dei fatti.
Il Moloch neo-liberista-globalizzato è alle corde e vacilla.


L'unico problema è che non ha avversari, sul ring, che gli possano infliggere il colpo del KO: infatti, alla fine dei conti, come dicono a Roma, "s'è imbriagato da solo".
Speriamo solo che non faccia troppo male cadendo addosso a noi (in Italia, intendo, il posto più tragicomico del mondo).


Pubblicato da Quarantotto a 09:55 2 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
 
Il Comitato dei 300: “Distruggeremo l’Italia!”
Pubblicato su 20 Agosto 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM
Il Comitato dei 300: "Distruggeremo l'Italia!"
Home Notizie Il Comitato dei 300: "Distruggeremo l'Italia!" Nel saggio dell'ex agente segreto inglese John Coleman l'incredibile strategia di un oscuro e potentissimo Nuovo Ordine Mondiale per ...
http://www.sapereeundovere.it/il-comitato-

La dietrologia è sempre un pericolo seducente, soprattutto perché gli italiani hanno puntualmente e democraticamente scelto i propri rappresentanti e leggi.
 
[die-tro-lo-gì-a] s.f.

• Nel l. politico e giornalistico, attribuzione di motivazioni e cause occulte a determinati fatti e decisioni e cause occulte a determinati fatti e decisioni
;);):D
 
Ultima modifica:
PROGRAMMI DI DEPOPOLAZIONE GLOBALE
Bertrand Russell, L’Impatto della Scienza sulla Società (The Impact Of Science On Society) 1953
Non pretendo di dire che il controllo delle nascite sia il solo mezzo per impedire ad una popolazione di aumentare.
... Ce ne sono altri… la guerra è piuttosto deludente a riguardo, ma una guerra batteriologica potrebbe rivelarsi efficace.
Se una peste potesse propagarsi nel mondo ad ogni generazione, i sopravvissuti potrebbero procreare liberamente senza riempire troppo il mondo.. Lo stato delle cose potrebbe essere un po ‘sgradevole, ma che importa? Le persone veramente nobili sono indifferenti alla felicità, soprattutto a quella di altre persone …
Ci sono tre modi di garantire una società che voglia essere stabile per quanto riguarda la popolazione.
Il primo è quello del controllo delle nascite, il secondo quello dell’infanticidio o con guerre realmente distruttive, e il terzo attraverso una povertà generale, fatta eccezione per una potente minoranza … “

Altro...



 
La nostra ignoranza è la LORO forza. ha condiviso il video di Fatos Bytyci.


2 h ·




"Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla vostra sete di totale devastazione andate a frugare anche il mare. Avidi se il nemico è ricco e arroganti se è povero. Gente che né l'oriente né l'occidente possono saziare. Solo voi bramate possedere con pari smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano impero. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano nuovo ordine.
Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace"
Publio Cornelio Tacito (55 – 120)




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Rimuovi








PUTIN SIGLA L’ORDINE “SETTEMBRE DI GUERRA”, AUTORIZZANDO L’ATTACCO NUCLEARE ALLA NATO
What Does It Mean
Il Ministero della Difesa (MoD) riporta oggi che il Presidente Putin ha firmato l’ordine “Settembre di Guerra”, che autorizza l’uso dell’arma atomica nei primi attacchi contro le forze della NATO, per i crescenti i timori del Cremlino che il regime di Obama stia per scatenare un attacco massiccio in Ucraina contro le forze separatiste e la Repubblica Autonoma di Crimea.
...Continua a leggere








Putin Signs “September War” Order Authorizing Nuclear Attack On NATO...
Sorcha Faal, Whatdoesitmean.com
whatdoesitmean.com

















La nostra ignoranza è la LORO forza.


4 h ·





“L'usuraio distruggerà ogni ordine sociale, ogni decenza, ogni bellezza"
EZRA POUND
Ero e rimango solidale con il popolo greco...
... PURTROPPO PERO' FANNO PIU' AUDIENCE LE BRUTTE NOTIZIE CHE ARRIVANO DAL SUOLO ELLENICO.
Da noi succede più o meno la stessa cosa, tra l'indifferenza generale.

Altro...





Da Capri a Trieste, ecco quali sono i porti italiani in vendita
Lo Stato mette all’asta cinque marine turistiche. Dismissioni anche in Calabria e in Costa Smeralda. Il Pd: «Privati svantaggiati»
corriere.it










...



2 h
Rimuovi














La nostra ignoranza è la LORO forza.


17 h ·





IN BULGARIA VORREBBERO FAR INTERVENIRE L'ESERCITO PER BLOCCARE L'INVASIONE PIANIFICATA DAGLI YANKEES...
Nella Repubblica delle banane c'è la Marina Militare che lavora per agevolare l'invasione Emoticon unsure





"Pronti a schierare l'esercito contro i profughi"

ilgiornale.it
 
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Nel 2003, il marocchino Ayub al-Qazani (sopra), si trasferì da Tangeri al porto spagnolo di Algeciras. Era noto ad agenzie di polizia e d’intelligence. Secondo un giornale fu arrestato per traffico di droga e posto sotto sorveglianza. A questo punto potrebbe essere stato reclutato dalla CIA e soci. In un comparto sorprendentemente vuoto (in un treno affollato) Spencer Stone decise di affrontare l’uomo con l’AK 47. “Il bandito uscì fuori da una toilette del treno e sparò, una volta, ferendo un uomo prima che l’arma s’inceppasse, dando all’aspirante vittima la possibilità di balzare“. Daily Mail
Il marocchino riuscì a portare un’arma, un fucile automatico AK-47, coltelli e nove caricatori sul treno.Spencer Stone lascia l’ospedale dopo le cure al collo. Il collo di Spencer Stone è stato massacrato. Non è evidente dalla foto? La sparatoria sul treno francese: ci credereste?Alek Skarlatos, Spencer Stone e Anthony Sadler. Si conoscevano tutti prima di finire sul treno? Chi ha scattato la foto?Il ‘bandito’ marocchino Ayub al-Qazani, coinvolto nell’incidente sul treno francese, viene collegato a un gruppo coinvolto nell’incidente di Verviers, in Belgio, nel gennaio 2015. L’incursione anti-terrorismo a Verviers, in Belgio, lascia due morti. CIA e NATO hanno una lunga storia di attacchi terroristici in Belgio. Nel 1984, una squadra di marines statunitensi fu paracadutata in Belgio e incontrò un membro dell’intelligence militare belga. (NATO, Gladio e la strategia della tensione. NATO Stay Behind)
Si nascosero per quindici giorni prima di attaccare la stazione di polizia di Vielsalm. Armi e munizioni furono rubate. Un agente di polizia belga fu assassinato. Nel 1991, un’indagine del Senato belga dimostrò che l’attacco fu opera di militari statunitensi e belgi. Il terrorismo fascista in EuropaAl-Qazani avrebbe combattuto per la CIA contro il governo di Assad in Siria. Il giornale francese La Voix du Nord ha detto che le autorità spagnole avevano avvertito i francesi su al-Qazani. È possibile che, al momento dell’incidente sul treno francese, fosse sotto sorveglianza o sotto il controllo, dei servizi di sicurezza.Foto di Christina Cathleen Coons, ‘assistente sociale’ di New York in viaggio in Francia sul treno. Foto via Liberty Film LLC, Paramus, New Jersey. Liberty Film LLC 18 agosto. Il mio viaggio nel mondo non è finito! Da Amsterdam a Berlino… alla Thailandia
Il 21 agosto 2015, quello che sembra una false flag si svolgeva su un treno in Francia. Le numerose fotografie dell’incidente suggerirebbero che si tratta di una psy-op.
L’attore francese Jean-Hugues Anglade era sul treno. Si sarebbe ferito a una mano rompendo il vetro dell’allarme di emergenza. La storia ufficiale: “Un ‘eroico’ aviatore statunitense e i suoi amici disarmano un ‘terrorista’ marocchino mentre ‘fa fuoco’ con un AK-47 sui passeggeri dei treni in Francia”.Anthony Sadler, di Pittsburg, California, Alek Skarlatos di Roseburg, Oregon, e Chris Norman, inglese residente in Francia.La storia ufficiale è: “L’attacco è stato fermato dall’aviere dell’US Air Force Spencer Stone; dal membro della Guardia Nazionale dell’Oregon Alek Skarlatos; dal 22enne Anthony Sadler della California e dal cittadino inglese Chris Norman. Stone ‘fu ferito al collo’ ma non è in pericolo di vita”.
La storia ufficiale è: “Il 26enne marocchino era noto ai servizi di sicurezza, prende il treno Amsterdam – Parigi a Bruxelles”. (Il giornalista belga Marin Buxant su twitter dice che dei marines statunitensi erano in congedo a Bruxelles quando avvistarono l’uomo e lo seguirono sul treno).La storia ufficiale è: “L’aviere statunitense Spencer Stone vide il marocchino agire in modo sospetto e lo vide cercare di armare l’arma nella toilette. Il marocchino Ayub al-Qazani, ‘aveva almeno nove caricatori per quasi 300 colpi’. Stone e i suoi amici atterrarono il marocchino“. (El Pais ha affermato che il marocchino sia stato recentemente in Siria, dove la CIA impiega marocchini per combattere contro Assad.)… Video che mostra il marocchino disteso sul pavimento, con le mani e i piedi legati.
Il video mostra un AK-47 su un sedile e ‘macchie di sangue’ sulle finestre.
Anthony Sadler, dalla California, dice: “Abbiamo sentito un colpo di fucile, e un vetro rompersi dietro di noi, e abbiamo visto il capotreno fuggire lungo il corridoio”. Sadler dice che un uomo armato entrò nel vagone. “Mentre si stava piegando per sparare, (il membro della Guardia Nazionale dell’Oregon Alek Skarlatosjust) urla: “Spencer, vai“. “Spencer (l’aviere Spencer Stone) ha il primo contatto affrontando il tizio, Alek gli toglie l’arma e l’uomo tira fuori un taglierino e ferisce Spencer un paio di volte. E noi tre lo colpiamo finché non è privo di sensi”. “Il bandito non ha mai detto una parola”. Alek Skarlatos dice: “Spencer era a una decina di metri dal tizio...”Il marocchino sulla piattaforma della stazione di Arras, nel nord della Francia. Foto di Christina Cathleen Coons, assistente sociale di New York in viaggio in Francia sul treno. Foto via Liberty Film LLC, Paramus, New Jersey. Liberty Film LLC 18 agosto.L’incidente sul treno francese è quasi certamente opera dei servizi di sicurezza. Il 30 gennaio 2010, si seppe che i generali della NATO idearono l’Operazione Gabbia (Cage probe deepens with Poyrazköy indictment), che prevedeva di far detonare esplosivi durante gite scolastiche nei musei militari in Turchia. L’intenzione era uccidere molti bambini. Il generale inglese Frank Kitson avrebbe avuto l’idea della ‘pseudo banda’. (General Frank Kitson: Trail Blazing Fake Terrorism)
La pseudo banda lavorava per l’esercito, fingendosi un gruppo di terroristi. L’idea della ‘pseudo banda’ era uccidere civili e poi incolparne coloro che i militari volevano screditare. La pseudo-banda fu utilizzata in Vietnam, Italia, Turchia, Belgio, Filippine, Kenia, Malesia, Irlanda del Nord, Iraq, Londra, Madrid, New York e molti altri luoghi.Il ricercatore sul ‘Terrorismo NATO-CIA’ è il Dr. Daniele Ganser, storico svizzero e Primo ricercatore presso il Centro per gli studi sulla sicurezza presso l’Istituto Federale di Tecnologia (ETH) di Zurigo. Ganser è autore di “Gli eserciti segreti della NATO – Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale”.
Ricordiamo: Nel 1984, una squadra di marines statunitensi fu paracadutata in Belgio ed incontrò un membro dell’intelligence militare belga. Si nascosero per quindici giorni prima di attaccare la stazione di polizia di Vielsalm. Armi e munizioni furono rubate. Un agente di polizia belga fu assassinato. Nel 1991, un’indagine del Senato belga dimostrò che l’attacco fu opera di militari statunitensi e belgi. Altri attacchi ebbero luogo in Belgio. Altre armi e munizioni furono rubate in questi attacchi, e furono consegnate a gruppi fascisti. In quel periodo in Belgio, gli estremisti commisero i massacri della cosiddetta banda del Brabante-Vallone. Il gruppo compì attentati in due anni. Gruppi di uomini armati irruppero in ristoranti e supermercati sparando. Ad esempio, il 9 novembre 1985, armati uomini incappucciati entrarono in un supermercato e aprirono il fuoco. Otto persone furono uccise.Soldati belgi torturano un ragazzo. L’esercito belga era collegato ai massacri compiuti nei supermercati belgi negli anni ’80.
Un rapporto ufficiale sulle stragi del Brabante pubblicato nel 1990 concluse che gli assassini erano legati a persone del governo. “Secondo il rapporto, gli assassini erano membri o ex-membri delle forze di sicurezza, di estrema di destra, godevano di protezioni di alto livello e preparavano un colpo di Stato di destra”. (Gli eserciti segreti della NATO, p.145) Va notato che “i massacri nei supermercati avvennero quando gli Stati Uniti sostenevano il piano per disporre gli euro-missili (missili cruise a testata nucleare) in diversi Paesi europei… Il Parlamento belga, che indagò sugli incidenti, ritenne che fossero un altro tentativo di seminare confusione e paura tra la popolazione, generando in tal modo richieste pubbliche per un governo di legge-e-ordine favorevole agli euro-missili”. (Gladio)Il nobile belga Benoit de Bonvoisin era collegato ai massacri dei supermercati.
(Belgio spiegato/Madeleine McCann e certi fascisti)
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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La Russia attua il Piano “Settembre di Guerra” mentre 90000 truppe ucraine preparano l’invasione

agosto 23, 2015 Lascia un commento

What Does It Mean
Un rapporto veramente apocalittico del Ministero della Difesa (MoD) che circola al Cremlino, afferma che i piani di battaglia strategici vengono attuati da tutte le forze armate e dai comandi speciali in risposta alla prevista invasione delle truppe ucraine guidate dagli USA della regione separatista della Repubblica popolare di Donetsk (RPD) e della Repubblica autonoma di Crimea, in vista di ciò che sarebbe il “colpo tipo Armageddon” per le capitali finanziarie occidentali, il 23 settembre.
Soprannominata “guerra di settembre” dai pianificatori della Difesa della Federazione, la relazione rileva che il 23 settembre l’Ucraina dovrà pagare 500 milioni di dollari in buoni del Tesoro, cosa che non è in grado di fare… causando il default anche sui 3 miliardi di buoni del Tesoro della Russia che dovrebbe pagare subito. Piuttosto che far crollare l’economia ucraina, già a pezzi, rischiando il default dell’Ucraina, il rapporto spiega che le capitali occidentali, guidati dal regime di Obama, “architettano” in questa situazione già pericolosa, una guerra contro la Russia per distogliere l’attenzione della popolazione dalla devastazione delle proprie economie. Nikolaj Patrushev, Segretario del Sicurezza Consiglio ha avvertito l’occidente contro la guerra affermandol’Ucraina e le forze che attualmente guidano il Paese dall’estero devono rendersi conto che la ripresa delle ostilità causerà ulteriore declino dell’economia ucraina, maggiore ostilità, distruzione delle infrastrutture e inciderà negativamente sulla situazione regionale ed internazionale“, e inoltre ha rilevato che le unità di Kiev in Ucraina orientale ammontano oggi a 90000 uomini e ufficiali, 450 carri armati, 203 lanciarazzi e 5 complessi missilistici Tochka-U. Eduard Basurin del Ministero della Difesa della Repubblica Popolare di Donetsk ha cupamente preso atto del “piano” che l’Ucraina userà per lanciare la “guerra di settembre”, affermando: “Abbiamo notizie su piani futuri dell’esercito ucraino da una fonte dello Stato Maggiore Generale ucraino e, per quanto strano possa sembrare, vi sono ancora veri agenti che non vogliono combattere contro il proprio popolo. Kiev prevede di sferrare due colpi convergenti in direzione del villaggio di Uspenka per sconfiggere la RPD e avanzare sul confine con la Russia e successivamente impedire ai civili di raggiungere il territorio russo. Inoltre due gruppi (delle forze di Kiev) devono lanciare un’offensiva in direzione di Donetsk, a nord e a sud, verso Ilovajsk, accerchiando la capitale della repubblica e circondare la città. Inoltre, operazioni offensive saranno lanciate in direzione di Lugansk, con l’obiettivo di avanzare sul confine della Russia“.
Poiché 90000 ucraini guidati dagli USA si preparano ad avviare la terza guerra mondiale per proteggere i “bankster” occidentali contro 40000 combattenti separatisti, continua la relazione del MoD, la NATO ha “comicamente” avvertito la RPD dal conquistare altro terreno, mentre allo stesso tempo, in modo “altrettanto comico”, il segretario della Difesa Ash Carter avvertiva il Pentagono che la Russia è ormai una “minaccia esistenziale” per gli USA. Come la Russia sia una “minaccia esistenziale” per gli Stati Uniti, questa relazione osserva, non viene mai spiegato dal regime di Obama, la cui spesa militare è di quasi 600 miliardi di dollari all’anno (rispetto alle Russia che spende 70-80 miliardi)… e il Presidente Putin avvertiva a giugno: “Pubblicate una mappa e segnatevi tutte le basi statunitensi. Vedrete la differenza tra Stati Uniti e Russia“. Anche il rispettato CounterPunch ha notato la pura follia della guerra che il regime di Obama vuole contro la Russia, nota questo rapporto, con l’articolo intitolato “La stampa occidentale istiga mortalmente la guerra in Ucraina” affermando: “La redazione del (Washington) Post se ne esce con uno stratagemma. Kiev non ha rispettato una singola clausola di Minsk-2 e i sostenitori stranieri del regime, anche nelle redazioni della quasi totalità dei media occidentali, mantengono una cappa di silenzio sull’argomento. Quindi fermiamoci un attimo a riflettere. Il Washington Post (e altri media mainstream) pubblica articoli e racconti fotografici di giornalisti nell’Ucraina orientale controllata da Kiev. Ma i giornalisti del Post non riescono a indicare come “le forze russe continuano a bombardare le posizioni ucraine ogni giorno”. Sicuramente, se la situazione è grave, mancherebbero esempi da illustrare ai lettori? E sicuramente il governo degli Stati Uniti fornirebbe immagini satellitari ai media mainstream dei “9000 soldati russi” in Ucraina orientale, così come altri esempi dell’intervento russo? A meno che… tutto, o quasi, serva a far credere. Nell’Ucraina orientale dei ribelli non mancano esempi dei truci bombardamenti delle forze armate ucraine, appoggiate dalla NATO. Ahimè, e non a caso, tali relazioni mai, mai appaiono sui media occidentali“. E mentre il “truce bombardamento quotidiano” di civili da parte delle forze ucraine a guida USA prosegue, nei media occidentali regna il silenzio; anzi la relazione nota l’ironia del falco di destra statunitense Henry Kissinger e del capo laburista socialista Jeremy Corbyn, unirsi nell’avvertire l’occidente sulla follia nel lanciare la “guerra di settembre”… e Kissinger ha effettivamente dichiarato di cosa si tratta veramente, “Spezzare la Russia è l’obiettivo degli Stati Uniti” .
Anche se non previsto nel presente rapporto del MoD, va notato che anche il sito politico di sinistra statunitense Vox Media avverte su questa “guerra di settembre”, con l’agghiacciante affermazione nell’articolo intitolato “Come la terza guerra mondiale è diventata possibile”: “L’Europa di oggi è inquietantemente simile all’Europa di 100 anni fa, alla vigilia della prima guerra mondiale, con un groviglio di alleanze militari e promesse di difesa, alcune poco chiare e quindi più facili da attivare. I suoi capi danno segnali vaghi su ciò che porterebbe o meno alla guerra. Le tensioni politiche sono diventate escalation militari. Le nazioni sono sull’orlo della destabilizzazione del potere, a stento tenute insieme da un’alleanza della Guerra fredda che non durerà per molto“. Che i popoli statunitense ed europeo si sveglieranno prima che la guerra inizia non c’è traccia alcuna; la stragrande maggioranza di essi è ancora addormentata della propaganda piena di volgari notizie sulle celebrità… ma presto lo farà, senza dubbio, scossa dal rumore davanti casa.Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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Putin sigla l’Ordine “Settembre di guerra”, autorizzando l’attacco nucleare alla NATO

agosto 23, 2015 Lascia un commento

What Does It Mean
Il Ministero della Difesa (MoD) riporta oggi che il Presidente Putin ha firmato l’ordine “Settembre di Guerra”, che autorizza l’uso dell’arma atomica nei primi attacchi contro le forze della NATO, per i crescenti i timori del Cremlino che il regime di Obama stia per scatenare un attacco massiccio in Ucraina contro le forze separatiste e la Repubblica Autonoma di Crimea. Il Presidente Putin ha firmato il grave ordine di guerra in Crimea, durante l’incontro sulla sicurezza con i massimi vertici militari della Federazione, secondo il rapporto, prendendo pubblicamente atto delle preoccupazioni del Kremlino affermando: “È evidente che la minaccia di forze estere per destabilizzare in questo o quel modo la penisola rimane: giocando la carta nazionalistica, utilizzando questi o quegli errori ed inefficienze delle autorità, indirizzano le preoccupazioni dei cittadini su un vicolo distruttivo. Alcune capitali parlano apertamente della necessità di condurre attività sovversive; importanti strutture vengono create, e personale per atti di sabotaggio e propaganda radicale viene reclutato e addestrato“. Al momento della firma del Presidente Putin dell’ordine di guerra, secondo il rapporto, oltre 9000 soldati e 3000 componenti delle batterie dei sistemi missilistici balistici tattici Iskander-M della Federazione iniziavano l’immediato rischieramento di 800 chilometri nell’Oblast di Astrakhan, divenendo operativi nel Distretto Militare Meridionale. Acuendo i timori di guerra al Kremlino, la presente relazione continua che i 65000 militari ucraini disposti sul fronte presso Donetsk, secondo gli esperti del MoD, attaccheranno contemporaneamente a pianificati attentati terroristici occidentali in Crimea, nel “maldestro tentativo” di forzare la Federazione a difendere solo quest’ultima, invece della prima. Gli sbarramenti di artiglieria preparatori delle forze ucraine guidate dagli USA già spaventano l’Unione europea (UE) sull’imminente guerra, nota la relazione, e colloqui sulla crisi tra Germania e Francia sono in programma, a cui il Presidente Putin non parteciperà, anche se potrebbe parteciparvi successivamente. I preparativi della Federazione, tuttavia, afferma la relazione, sono “molto più seri” con almeno 50000 soldati altamente addestrati pronti ad intervenire immediatamente in Ucraina, una volta iniziata la guerra, e il massiccio dispiegamento della 20.ma Armata sul fronte occidentale continua a ritmo accelerato. La relazione del MoD rileva inoltre che l’ordine del Presidente Putin estende al 15 ottobre le grandi esercitazioni della Difesa Aerea in corso ad Ashuluk, 500 chilometri dal confine della Federazione con l’Ucraina orientale, che dovrebbe anch’essa combattere in guerra.
Con decine di migliaia di truppe occidentali in Spagna per l’esercitazione Trident Juncture 2015, che la NATO definisce le “più ambiziose” nella “storia moderna”, gli esperti del MoD dicono nel rapporto che l’ultima settimana di settembre si avvierebbe una provocazione bellica senza precedenti per “scatenare” la guerra in Ucraina. Il Capo di Stato Maggiore dell’esercito statunitense, Generale Ray Odierno, ha affermato la scorsa settimana che la Russia è la prima minaccia militare agli Stati Uniti, afferma la relazione; sarebbe curioso saperne il perché dato che gli USA spendono in militarismo e guerre più di tutti gli altri Paesi del mondo combinati. Mentre gli Stati Uniti hanno condotto una serie di esercitazioni militari segrete d’estate, i cui risultati preoccupano i funzionari della difesa e delle forze armate statunitensi sul loro Paese impreparato a una guerra prolungata contro la Russia, gli analisti del MoD in questa relazione notano che il regime di Obama sarebbe pronto ad iniziarla comunque, preparandosi all’apocalisse economica imminente del mese prossimo. E su quanto catastrofica sarà l’apocalisse economica di settembre, il sito dissidente InfoWars.com ha anche ha avvertito, questa settimana che il “panico totale” ha sopraffatto coloro che sanno cosa sta arrivando.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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Operazione Impensabile: subito dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti pianificarono un massiccio attacco nucleare all’URSS

agosto 22, 2015 Lascia un commento

Ekaterina Blinova, Sputnik, 15 agosto 2015 – Global ResearchLa dottrina della deterrenza militare statunitense contro l’Unione Sovietica nella Guerra Fredda era davvero “difensiva” o in realtà avviò la paranoica corsa agli armamenti nucleari? Poche settimane dopo la fin della seconda guerra mondiale e della sconfitta della Germania nazista, gli alleati dell’Unione Sovietica, Stati Uniti e Gran Bretagna, si affrettarono a sviluppare piani militari per distruggere l’URSS spazzandone via le città con un attacco nucleare massiccio. L’allora primo ministro inglese Winston Churchill ordinò alle Forze Armate inglesi la pianificazione di una strategia per colpire l’URSS prima della fine della seconda guerra mondiale. La prima edizione del piano fu preparata il 22 maggio 1945. In conformità con esso, l’invasione della Russia da parte delle forze alleate in Europa era prevista il 1° luglio 1945.
L’Operazione Impensabile di Winston Churchill
Il piano, denominato Operazione Impensabile, aveva come obiettivo “imporre alla Russia la volontà di Stati Uniti ed impero inglese. Anche se ‘la volontà’ di questi due Paesi può essere definita contraria all’accordo quadro sulla Polonia, senza necessariamente limitare l’impegno militare“. Il piano delle Forze Armate inglesi sottolineava che le forze alleate avrebbero vinto nel caso “1) dell’occupazione delle aree metropolitane della Russia in modo che la guerra riducesse la potenza del Paese al punto in cui un’ulteriore resistenza diverrebbe impossibile; 2) una sconfitta decisiva sul campo delle forze russe tale da rendere impossibile all’URSS continuare la guerra“. I generali inglesi avvertirono Churchill che la “guerra totale” era pericolosa per le forze armate alleate. Tuttavia, dopo che gli Stati Uniti “testarono” il loro arsenale nucleare a Hiroshima e Nagasaki, nell’agosto 1945, Churchill e i politici di destra statunitensi convinsero la Casa Bianca a bombardare l’Unione Sovietica. Un attacco nucleare contro la Russia sovietica, stremata dalla guerra contro la Germania, avrebbe portato alla sconfitta del Cremlino permettendo alle forze alleate di evitare perdite militari, secondo Churchill. Inutile dire che l’ex-primo ministro inglese non badava alla morte di decine di migliaia di civili russi già colpiti duramente dall’incubo di una guerra di quattro anni. “Churchill sottolineò che se una bomba atomica cadesse sul Cremlino, l’avrebbe annientato e sarebbe stato un problema molto facile gestire la Russia senza direzione“, avvertiva una nota non classificata dall’archivio dell’FBI.
Seguendo le orme di Churchill: Operazione Dropshot
Impensabile com’era, il piano di Churchill letteralmente avvinse i responsabili politici e militari statunitensi. Tra il 1945 e la prima detonazione di un ordigno nucleare sovietico nel 1949, il Pentagono sviluppò almeno nove piani di guerra nucleari contro la Russia sovietica, secondo i ricercatori statunitensi Dr. Michio Kaku e Daniel Axelrod. Nel loro libro “Vincere la guerra nucleare: i piani segreti di guerra del Pentagono”, basato su documenti top secret declassificati ottenuti con il Freedom of Information Act, i ricercatori illustrano le strategie militari degli Stati Uniti per la guerra nucleare contro la Russia. I nomi dati a tali piani illustrano graficamente il loro scopo offensivo: Bushwhacker, Broiler, Sizzle, Shakedown, Offtackle, Dropshot, Trojan, Pincher e Frolic. L’esercito statunitense conosceva la natura offensiva dei lavori che il presidente Truman aveva ordinato di preparare e ne aveva denominati i piani di guerra di conseguenza”, ha sottolineato lo studioso statunitense JW Smith (“The World’s Wasted Wealth 2“). Questi piani di “primo colpo” del Pentagono avevano per scopo distruggere l’Unione Sovietica senza alcun danno per gli Stati Uniti. L’operazione Dropshot del 1949 prevedeva che gli Stati Uniti attaccassero la Russia sovietica con almeno 300 bombe nucleari e 20000 tonnellate di bombe convenzionali su 200 obiettivi in 100 aree urbane, tra cui Mosca e Leningrado. Inoltre, i pianificatori avrebbero avviato una grande campagna terrestre contro l’URSS per avere la “vittoria completa” sull’Unione Sovietica con gli alleati europei. Il piano di Washington avrebbe cominciato la guerra il 1° gennaio 1957. Per molto tempo l’unico ostacolo alla massiccia offensiva nucleare degli Stati Uniti era il fatto che il Pentagono non aveva abbastanza bombe atomiche (nel 1948 Washington vantava un arsenale di 50 bombe atomiche) così come aerei per trasportarle. Ad esempio, nel 1948 l’US Air Force aveva solo 32 bombardieri B-29 modificati per portare le bombe nucleari. Nel settembre 1948 il presidente Truman approvò un documento del Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSC 30) “La politica sulla guerra atomica“, secondo cui gli Stati Uniti dovevano essere pronti ad “utilizzare tempestivamente e in modo efficace tutti i mezzi appropriati disponibili, tra cui armi atomiche, nell’interesse della sicurezza nazionale che di conseguenza vanno pianificati”. In quel momento, i generali statunitensi avevano un disperato bisogno di informazioni sulla posizione dei siti industriali e militari sovietici. Gli Stati Uniti lanciarono migliaia di sorvoli fotografici sul territorio sovietico, innescando i timori di un’invasione occidentale dell’URSS tra i funzionari del Cremlino. Mentre i sovietici si affrettarono a rinforzare le difese, politici e militari dell’occidente sfruttarono il rafforzamento militare del rivale per giustificare la costruzione di nuove armi. Nel frattempo, al fine di sostenere i piani offensivi, Washington inviò i suoi bombardieri B-29 in Europa durante la prima crisi di Berlino nel 1948. Nel 1949 gli USA crearono il Trattato dell’organizzazione Nord Atlantico, sei anni prima che URSS ed alleati dell’Europa orientale rispondessero creando il Patto di Varsavia, Trattato di Amicizia, Cooperazione e Reciproca Assistenza.
Il test della nucleare bomba sovietica pose fine ai piani degli Stati Uniti
Poco prima che l’URSS testasse la prima bomba atomica, l’arsenale nucleare degli Stati Uniti aveva 250 bombe e il Pentagono concluse che una vittoria sull’Unione Sovietica era “possibile”. Ahimè, la detonazione della prima bomba nucleare dell’Unione Sovietica inferse un duro colpo ai piani militaristi statunitensi. “Il test della bomba atomica sovietica del 29 agosto 1949 scosse gli statunitensi che credevano che il loro monopolio atomico sarebbe durato molto a lungo, ma non modificarono immediatamente la pianificazione di guerra. La questione chiave rimase solo il livello dei danni per costringere alla resa i sovietici“, osserva il professor Donald Angus MacKenzie dell’Università di Edimburgo nel saggio “La pianificazione della guerra nucleare e le strategie di coercizione nucleare“. Anche se i pianificatori di guerra di Washington sapevano che ci sarebbero voluti anni prima che l’Unione Sovietica avesse un significativo arsenale atomico, il punto era che la bomba sovietica non andava ignorata. Il ricercatore scozzese ha sottolineato che gli Stati Uniti si concentrarono principalmente non sulla “deterrenza”, ma sull'”offensiva” preventiva. “C’era unanimità nei ‘circoli interni” che gli Stati Uniti dovevano pianificare la vittoria nella guerra nucleare. La logica implicita era colpire prima dell’inevitabile“, ha sottolineato, aggiungendo che “i primi piani d’attacco” erano anche presenti nella politica nucleare ufficiale degli Stati Uniti. Sorprendentemente, la dottrina ufficiale annunciata dal segretario di Stato degli USA John Foster Dulles nel 1954, previde la ritorsione nucleare degli Stati Uniti a “qualsiasi” aggressione dall’URSS.
Il Single Integrated Operational Plan (SIOP) degli Stati Uniti
Alla fine, negli anni ’60, i piani di guerra nucleari degli Stati Uniti furono formalizzati nel Piano operativo unico integrato (SIOP). In un primo momento, il SIOP prevedeva un massiccio attacco nucleare contro forze nucleari, obiettivi militari, città dell’URSS, della Cina e dell’Europa orientale. Era previsto che le forze strategiche statunitensi usassero 3500 testate atomiche per bombardare gli obiettivi. Secondo le stime dei generali statunitensi, l’attacco avrebbe ucciso da 285 a 425 milioni di persone. Alcuni alleati europei dell’URSS sarebbero stati completamente “spazzati via”. “Spazzeremo via l’Albania”, disse il generale statunitense Thomas Power nella conferenza di pianificazione del SIOP, citato da MacKenzie. Tuttavia, l’amministrazione Kennedy introdusse modifiche significative al programma, insistendo sul fatto che l’esercito statunitense doveva evitare di colpire le città sovietiche e concentrarsi solo sulle forze nucleari del nemico. Nel 1962 il SIOP fu modificato, ma ancora riconosceva che l’attacco nucleare avrebbe causato la morte di milioni di civili.
Il corso pericoloso istigato dagli Stati Uniti spinse la Russia sovietica a rafforzare le capacità nucleari trascinando entrambi i Paesi nel circolo vizioso della corsa agli armamenti nucleari. Purtroppo, sembra che le lezioni del passato non siano state apprese dall’occidente e la questione della “nuclearizzazione” dell’Europa viene sollevata di nuovo.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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L’Iran annuncia che avrà sottomarini simili a quelli della NATO

agosto 22, 2015 Lascia un commento

Valentin Vasilescu, Reseau International 22 agosto 2015La marina iraniana prevede d’introdurre una serie di nuove navi entro marzo 2017, ha detto l’Ammiraglio Habibollah Sayyari, comandante della marina iraniana. La dichiarazione è stata fatta nel corso di una visita ai cantieri Shiraz. Sayyari ha indicato un elenco di cacciatorpediniere, navi lanciamissili e soprattutto sottomarini d’attacco di produzione nazionale. La principale forza di superficie della Marina dell’Iran si compone di 3 fregate classe Alvand da 1540 t (anni ’70) e delle nuove fregate classe Moudge di cui 2 attualmente in servizio e altre 5 in costruzione. Il primo cacciatorpediniere iraniano (Sahand) in costruzione è già completo al 70%. Tutti armati di cannoni, siluri e missili antinave cinesi YJ-83 dalla gittata di 180 km. Inoltre, la Marina iraniana ha 4 corvette e 200 imbarcazioni costiere molto veloci e armate di due missili.
Perché l’annuncio del comandante della Marina iraniana è così importante? L’arma più pericolosa della Marina iraniana sono i sottomarini e riguarda gli Stati Uniti perché alcun Paese del Golfo (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman, Bahrayn, Qatar, Quwayt e Iraq) ne ha. E anche se acquistassero sottomarini, non hanno l’esperienza necessaria per operarli nelle condizioni specifiche del Golfo Persico. Negli anni ’80 l’Iran importò 4 sottomarini classe Yugo da 90 tonnellate dalla Corea democratica. Dagli Yugo l’Iran sviluppò propri sottomarini di piccole dimensioni producendo così i primi 21 sottomarini da 120 t classe Ghadir. In parallelo, gli iraniani hanno creato una classe di sottomarini costieri, i Nahang da 400 tonnellate. Uno di essi è operativo nel Mar Caspio, e il secondo è in costruzione. Questi sottomarini sono estremamente agili in acque poco profonde, e sono utilizzati per minare i porti e infiltrare forze speciali subacquee. Il programma di ricerca per sviluppare un sottomarino potente quanto quelli occidentali iniziò con l’imposizione delle sanzioni internazionali nel 2006. Dopo sette anni, nel 2013, i primi sottomarini da 600 tonnellate classe Fateh divenivano operativi. A differenza dei sottomarini precedenti, i Fateh sono sottomarini d’attacco che possono immergersi fino a oltre 200 metri di profondità e rimanere in immersione per 35 giorni, con a bordo 4 siluri, mine e 2 missili antinave C-802 (gittata di 80-120 km). Alla fine del 2015, i primi 2 sottomarini veramente competitivi costruiti dall’Iran saranno operativi. Questi sono i sottomarini della classe Besat, dal dislocamento di 1200-1500 tonnellate e dotati del moderno sistema AIP (Air Independent Propulsion), simile a quelli della classe Tipo 212 tedeschi e degli Scorpène franco-spagnoli. Il sistema, secondo alcune fonti, è dovuto a trasferimento segreto di tecnologia russa. Nelle prove in mare, il primo sottomarino iraniano della classe Besat ha navigato immersione per 68 giorni consecutivi.
L’Iran nel prossimo futuro vuole implementare nello Stretto di Hormuz una squadra di 10-20 sottomarini classe Besat, rappresentando una vera minaccia per le navi di superficie della V Flotta, di stanza nel Bahrayn. Questa minaccia è ancora più grave dato che i sottomarini Besat dovrebbero essere dotati dei missili supersonici antinave russi 3M-54E (Klub-S) o delle controparti cinesi YJ-18 dalla gittata di 220-300 km. Ciò che preoccupa gli statunitensi è che i missili Klub-S/YJ-18 sono dotati, tra gli altri, di una testata EMP (impulso elettromagnetico) del peso di 300 kg, in grado di produrre effetti simili a quelli del fulmine. La detonazione emette in una frazione di secondo impulsi elettromagnetici di elevata potenza, agendo a breve distanza direttamente sulle antenne della nave bersaglio. La testata EMP si diffonde sulla nave bruciando le antenne e mettendo fuori servizio per ore le apparecchiature elettroniche, del controllo del tiro e di navigazione. Questo tipo di arma è efficace contro gli incrociatori AEGIS classe Ticonderoga e i cacciatorpediniere AEGIS classe Arleigh Burke, appartenenti al gruppo d’urto delle forze di spedizione statunitensi formate intorno a una portaerei e una nave d’assalto anfibio (portaelicotteri). I sottomarini Besat potrebbero essere armati di siluri-razzi copiati dal modello sovietico VA-111 Shkval che navigano a una velocità di 370 chilometri all’ora e hanno una gittata di 15-25 km. I siluri-razzo hanno un’alta probabilità di distruggere incrociatori e cacciatorpediniere AEGIS, se i sensori elettronici per rilevare e controllare gli armamenti vengono eliminati dalle testate EMP dei missili Klub-S/YJ-18. Un episodio ancora incerto accadde il 2 aprile 2014 al cacciatorpediniere statunitense AEGIS Donald Cook nel Mar Nero, quando 2 aerei da combattimento Su-24 della Marina russa sorvolarono la nave, le dotazioni elettroniche smisero di funzionare. L’Iran ha anche tre sottomarini russi classe Kilo da 2325 t, con 6 tubi lanciasiluri e missili antinave Klub-S.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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