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INCHIESTA BANCHE / L'ACCORDO CAPESTRO CON LA UE SU CREDITI MARCI RENDE AD ALTISSIMO RISCHIO I FONDI D'INVESTIMENTO

giovedì 28 gennaio 2016
Quello che sta andando in scena in queste ore è il titanic del sistema bancario italiano. L’accordo raggiunto dall’ineffabile Padoan con la Ue, rappresenta la pietra tombale per il nostro sistema creditizio.
Per quale motivo? Semplice: potranno accedere alla cartolarizzazione garantita dallo stato, solo le sofferenze ritenute “investment grade” da parte di agenzie di rating (quelle che consideravano Lehman sanissima fino a due ore prima del default, giusto per intenderci), il che significa che per la maggior parte delle banche sarà impossibile accedere alla garanzia dello stato, con la conseguenza che dovranno cartolarizzare le proprie sofferenze senza alcun paracadute, con relativa, ulteriore svalutazione delle partite incagliate.
Ora, se già una normale vendita di crediti incagliati, come quella effettuata dal Monte dei Paschi di Siena a Deutsche Bank a dicembre del 2015 prevede una svalutazione del 90%, di quanto credete si svaluteranno le sofferenze non garantite? Probabilmente anche di un 95-99%. E qui i nodi vengono al pettine, perché con simili svalutazioni, le banche saranno costrette a ricapitalizzarsi contando esclusivamente sulle proprie forze.
Ora i casi sono due: o si trovano finanziatori disponibili a sottoscrivere aumenti di capitale “monstre”, oppure scatterà il bail in, che vedrà azzerare il valore di tutte le obbligazioni subordinate, poi di quelle ordinarie ed in fine la “tosatura” dei conti correnti.
Nel primo caso, potrebbero arrivare fondi “avvoltoi” stranieri, che conquisterebbero il controllo delle banche nazionali per un tozzo di pane (e chi controlla il sistema bancario controlla l’intero paese); nel secondo sarebbe il tracollo del risparmio privato.
Chi pensa che queste vicende non le riguardino perché non ha obbligazioni bancarie o ha conti correnti sotto i 100.000 euro, sarà bene si ricordi che nei fondi comuni d’investimento obbligazionari o bilanciati e nelle gestioni assicurative, le obbligazioni bancarie sono ben presenti e se queste azzerano il loro valore, i fondi che le possedevano, vedranno perdere in proporzione il loro valore.
Facciamo un esempio per chiarire la faccenda: ipotizziamo che il fondo Y abbia un patrimonio di 100 e che ne abbia investiti 30 in obbligazioni bancarie. Se queste obbligazioni vengono azzerate, il patrimonio del fondo passerà in un istante da 100 a 70 e la stessa sorte subirà il valore delle quote in mano agli investitori.
Niente male come prospettiva per i risparmiatori, eh? Da qualsiasi angolazione la si guardi, questa vicenda porterà ferite profondissime al tessuto economico e sociale del paese.
Tuttavia, le disgrazie, si sa, non vengono mai da sole e dalle parti di Berlino, che in realtà è il vero dittatore della Ue, si inizia a premere per porre un limite ai titoli di stato detenuti dalle banche, legandone le quantità a parametri di giudizio sulla solidità dello stato emittente. Questo sarebbe un pericolo enorme per l’italico stivale, dato che le banche italiane detengono circa 300 miliardi di titoli di stato che potrebbero essere costrette a vendere se passasse la linea tedesca. Con quali conseguenze per lo stato italiano, è facile immaginare: bancarotta.
La Germania ha deciso di premere sull’acceleratore della distruzione della sovranità nazionale italiana e le critiche agli attacchi scomposti del premier non eletto vanno viste proprio in questa direzione. D’altra parte, non è sparando “renzate” in maniera scoordinata, che si può mettere in crisi il IV Reich: servirebbe una classe politica di alto profilo e di grandi capacità, cosa che noi non abbiamo, come dimostrato dalle statue “censurate” per la visita del premier iraniano, per cui l’unico futuro che si prospetta agli italiani, a meno di un radicale cambio di politica, e quindi di governo, è quello di essere una colonia germanica.
Nel frattempo, chi ha un po’ di risparmi, si affretti a toglierli dalle nostre banche, prima che quelle tedesche, messe ben peggio delle nostre, se le comprimo per un tozzo di pane e le usino per sistemare i propri conti.
Piccola postilla per chi non crede che la Ue sia il IV Reich: gli oligarchi di Strasburgo, tanto ligi nel bastonare l’Italia, sono pronti a raddoppiare i limiti di emissioni delle vetture per far rientrare nei parametri le carrette marce prodotte da Volkswagen, che senza le centraline truccate non avrebbero mai potuto essere messe in commercio. Fate un po’ voi.
Luca Campolongo
 
io starei fermo .... immobile ,chiappe rasenti i muri,,,,,,,,,,,,,no bad bank,,,,,,,, e trovatona italica........................che saltera ' fuori,,,,,,, forse...... se no cappottiamo
 
Signoraggio
Renzi: “abbiamo un paese, il Regno Unito, che vuole uscire dall’euro”
E quando ci sarebbe entrato?
Avvertite Renzi che nel regno Unito hanno come moneta LA STERLINA!
23 Gennaio 2016 – Matteo Renzi a Mantova città italiana capitale della cultura 2016.
http://www.imolaoggi.it/2016/01/29/...
Altro
Video – Renzi: “abbiamo un paese, il regno Unito, che vuole uscire dall’euro” - Imola Oggi

www.imolaoggi.it



4 ore fa · Tutti
10 Commenti · Notizia completa ·

Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio

Questi due europarlamentari del PD che - teoricamente - dovrebbero fare gli interessi dell'Italia, hanno votato a favore dell'invasione di 35.000 tonnellate di olio d'oliva dalla Tunisia. Tutto senza dazi!
Ecco chi gli agricoltori e gli olivicoltori italiani devono ringraziare per l'ennesimo colpo...
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10 ore fa · Tutti
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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio

DIFFONDERE LA VERITÀ SULLA CRISI! Basta chiacchiere! Diffondere, diffondere e diffondere... Senza la diffusione della vera informazione sono ottimista sul nostro futuro come poteva esserlo un Ebreo a Berlino nel 1938
https://m.youtube.com/watch?v=ItjrtBhRRT0

Avv. Marco Mori e la verità sulla crisi.

m.youtube.com




Ieri alle 18:55 · Tutti
Notizia completa ·


Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio

Già....verso "chi" vogliono farci credere di essere indebitati fin dalla nascita? Fin dal primo giorno almeno il 60% delle ore di lavoro le stiamo lavorando per qualcun altro... Ci dicono che è per i servizi pubblici ma è evidente che si tratta di una menzogna perché....i servizi Pubblici LI...
Altro



Ieri alle 10:53 · Tutti
6 Commenti · Notizia completa ·
 
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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio
VERREBBE QUASI DA PENSARE CHE L'EVASIONE FISCALE, SOTTRAENDO DENARO ALL'AVIDITÀ DELLE CASSE DELLO STATO, E MANTENENDO LA MONETA ALL'INTERNO DELL'ECONOMIA REALE, PORTI AD UN AUMENTO DELLE COMPRAVENDITE E QUINDI AIUTI A FAR GIRARE L'ECONOMIA.

Eh sì perché chi evade mica lo brucia quel denaro...lo spende!

Sembrerebbe quindi che l'evasione combatta la crisi...ma non ditelo troppo in giro... dopo tutto lo sostiene solo un premio Nobel come Milton Friedman...chi sarà mai costui per contraddire la cricca di politici eccelsi e filantropi che stanno al governo?


3 ore fa · Tutti · nell'album Foto del diario
 
giovedì 28 gennaio 2016

ANTI-POPULIST OR "ANTIPOPULACE"? THE WOLF OF ELITE WARNS...(democracy is not mobocracy)




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[FONT="georgia" ]
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[FONT="georgia" ]
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[FONT="georgia" ][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/01/basta-un-invito-non-esagerare-quando-ti.html"]1. Dai commenti alll'ultimo post[/URL] traggo alcune premesse che ci consentono di procedere nell'indagine su "cosa attenderci", (almeno finché resteremo in vita):[/FONT]
[FONT="georgia" ]"C'è qualcosa di orrendamente spaventoso e violento nel continuare ad associare l'UE alla fine dei nazionalismi "cattivi", eliminando, dal panorama del messaggio politico e dell'opinione pubblica, ogni traccia della responsabilità degli imperialismi mercantilisti come causa delle passate guerre e delle attuali crisi europee.

Quanto agli USA sono i primi che giocano, incentivandola dai tempi del dopoguerra, sulla pan-europeizzazione di questo messaggio: di certo per conservare una supremazia geo-politica ormai indistinguibile da quella global-finanziaria.

[B]L'UE è sostanzialmente il più grande esperimento di liberismo-sovranazionale "reale" mai compiuto: dalla durezza distruttiva di ogni sua manifestazione, - acclamata propagandisticamente in odio ai nazionalismi democratici!!!- discende un fondamentale ancoraggio per tutto il baraccone finanziario-mondialista[/B].

In pratica: [B]finchè continua a vivere qualcosa di assurdo come l'autoritarismo disumano del "fogno" €uropeo, il resto del baraccone mondialista col suo monumentale schema-Ponzi, appare una cosa remota e quasi ragionevole[/B]. In confronto..."[/FONT][/INDENT]
[FONT="georgia" ]E anche: [/FONT]
[INDENT][FONT="georgia" ]"Sia (invocare, per una soluzione del problema [I]bancario [/I]italiano)[B] l'art.43[/B], che il più "diretto" (in tema sistema bancario) [B]art.47 Cost[/B]., presuppone che si riaffermi che [B]la c.d. Costituzione economica costituisca una parte fondamentale della stessa Carta, in quanto proiezione diretta degli articoli sul fondamento lavoristico[/B]: dunque non soggetta a revisione ex art.139 nè, profilo estremamente importante in questo frangente, derogabile da alcun trattato ai sensi dell'art.11 Cost (e questo in tema di protezione della legalità costituzionale sarebbe il...minimo sindacale).

Ma non appena fatto ciò:
a) [B]verrebbe meno la supremazia del diritto europeo[/B]: praticamente nella sua interezza, perchè è un trattato economico (dunque incide sulle stesse materie) e, laddove finge di non esserlo, pone standards di diritti civili più bassi della nostra Costituzione;

b) chi iniziasse una simile riaffermazione del diritto costituzionale e della sovranità democratica, [B]dovrebbe ammettere di aver navigato "in", se non di aver apertamente propugnato, decenni di illegalità costituzionale[/B].

Entrambi gli effetti sarebbero quindi tollerabili e sostenibili solo per forze politiche non compromesse nè con il "fogno" €uropeo, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/lattacco-finale-del-liberismo-alle.html"]nè con l'attacco sistematico del neo-liberismo alla Costituzione[/URL].
E allo stato forze politiche (rappresentate in parlamento) del genere, in Italia, non ce ne sono. Neanche si avvicinano all'orizzonte, peraltro..".[/FONT]​


[FONT="georgia" ]Infine, per rimanere alla specifica situazione italiana, [URL="http://orizzonte48.blogspot.com/2016/01/basta-un-invito-non-esagerare-quando-ti.html?showComment=1453924974304#c1821662577056890667"]un pro-memoria, sempre dal precedente post[/URL] (la memoria è particolarmente corta e difettosa nel sistema mediatico italiano):[/FONT]
[FONT="georgia" ]"Ma pure 'sta storia dei vecchi governi (che avrebbero dovuto intervenire prima, negli anni scorsi, sulle sofferenze bancarie): ma non erano queli che attraverso l'austerità dovevano furiosamente "abolire" il debito pubblico attraverso il pareggio di bilancio, panacea di ogni male e per il ritorno alla crescita'
E quindi come si poteva intervenire creando nuovo debito?

Questo per la "traiettoria" del lovuolel'europa del post 2011.
Poi, rimane il fatto che nel 2010-2011, mentre i tedeschi mettevano su spesa pubblica in ricapitalizzazioni per 200 miliardi e garanzie per 380, IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO NON AVEVA I PROBLEMI ATTUALI DI VOLUME DEI NPL: SEMPLICEMENTE PERCHE' QUESTO è STATO INDOTTO DALLE POLITICHE DEI PRECEDENTI GOVERNI, cioè dal [I]lovuolel'europa[/I]...per la stabilità e il ritorno alla crescita.

[B]Il problema tedesco, e inglese e francese, era determinato dalla crisi del 2008, per perdite sui derivati ben appostate nei loro sistemi bancari, problema da cui noi [I]eravamo [/I]esenti.[/B]
Per la cronaca..."[/FONT] [/INDENT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]2. E dunque, mentre [URL="http://www.wallstreetitalia.com/banche-la-proposta-per-risolvere-bomba-crediti-una-volta-per-tutte/"]il sistema Gacs per risolvere, esclusivamente sul lato dell'offerta, il problema delle sofferenze bancarie[/URL], minaccia concretamente di non risolverlo, (e ovviamente non può sul lato della domanda, cioè dell'economia reale), è più produttivo, per la comprensione, andare a scandagliare l'evoluzione politica del paradigma economico globale; e ciò visto che l'UEM, del paradigma mondialista finanziario, è null'altro che un segmento adattato, ordoliberisticamente, alle democrazie avanzate europee.[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Per captare questa aria-che-tira[/B], ricorriamo ad una voce autorevole che, forse meglio di chiunque altro, ci può dare conto del panorama politico-economico: [B]Martin Wolf[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Di questo eminente "[B]chief economics commentator at the [/B][I][B]Financial Times"[/B],[/I] vi linko [URL="https://en.wikipedia.org/wiki/Martin_Wolf"]la biografia Wikipedia in inglese[/URL], da considerare accettabilmente attendibile, e dalla quale emerge che Wolf, nel complesso delle sue variazioni di approccio all'economia, risulta apparentemente indefinibile. Apparentemente soltanto: come cercheremo di ricostruire deduttivamente, confermando le "epigrafi" di apertura" tratte dal precedente post.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]3. Cosa ci dice Wolf, in questo [B][URL="http://linkis.com/ilsole24ore.com/l4ZIu"]articolo tradotto dal Sole 24 ore[/URL][/B]?[/FONT]
[FONT="georgia" ]Alcune cose molto indicative che selezionamo e commentiamo:[/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]


[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][I]I perdenti economici in rivolta contro le élite [/I][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][I]di Martin Wolf[/I][/FONT]


[FONT=Georgia][I][B]Anche i perdenti possono votare. La democrazia è questo, ed è giusto che sia così[/B]. Se si sentono sufficientemente imbrogliati e umiliati, voteranno per Donald Trump negli Stati Uniti, per Marine Le Pen in Francia o per Nigel Farage nel Regno Unito. Sono quelle persone, specialmente negli [B]strati popolari autoctoni[/B], che si lasciano sedurre dalle sirene di politici che mettono insieme il nativismo dell'estrema destra, lo statalismo dell'estrema sinistra e l'autoritarismo di entrambe.[/I][/FONT]

[FONT="georgia" ][I]Sopra ogni altra cosa, [B]queste persone rigettano le élite che dominano la vita economica e culturale dei loro Paesi[/B]: sono le stesse élite che la settimana scorsa si sono riunite a Davos per il Forum economico mondiale. Le possibili conseguenze fanno paura. [B]Le élite devono elaborare risposte intelligenti[/B], e potrebbe già essere troppo tardi.[/I]

Allora: l'idea di Wolf sulla democrazia emerge con chiarezza lampante da questo incipit.
[B]La democrazia è che votino anche i "perdenti",[/B] cioè, essenzialmente, gli "strati popolari autoctoni", cosa che potremmo più esplicitamente definire [B]"il popolo", cioè, almeno nella nostra Costituzione, il titolare della sovranità[/B]: Wolf sente il bisogno di spiegarlo proprio perché, obiettivamente (altrimenti la precisazione perderebbe la sua necessità logica) [B]si rivolge ad un pubblico al quale ciò deve apparire alquanto singolare e mal tollerabile[/B], sicchè, sia pure con una certa [I]nonchalance [/I]di toni, ciò [B]va rammentato[/B].
Nel loro (di ESSI) interesse, come conferma la parte finale del periodo riportato.
E se Wolf ad ESSI si rivolge vuol dire che è [B]perfettamente cosciente della legittimità effettiva che attribuiscono al processo elettorale i suoi interlocutori[/B]: la democrazia, dunque, è essenzialmente (solo) il fatto che si voti, ma le politiche, come chiariscono tutti i passaggi successivi del suo ragionamento, sono normalmente stabilite dalla "elite".
Bisogna vedere come si orienta questa elite, nel rapporto con gli elettori, ma rimane il fatto che Wolf dà atto che [B]il controllo del processo elettorale, cioè il suo esito finale, deve necessariamente collocarsi all'interno delle opzioni che spetta alle elites stabilire[/B].

[URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/02/una-dittatura-puo-limitare-se-stessala.html"]4. Come noi abbiamo molte volte visto[/URL], questa è la concezione della democrazia e del processo elettorale "idraulici", negli esatti termini teorizzati da Hayek.
Wolf, in base alla sua biografia, emerge come un seguace di Hayek caratterizzato, nel corso di un'evoluzione piuttosto "flessibile" - è pur sempre di base un "filosofo"-, dal voler conciliare le moderne teorie neo-classiche (cioè neo-liberiste...matematizzate) con alcune forme di keynesismo (diciamo che, nel corso del tempo, sviluppa un certo eclettismo neo-keynesiano "spurio"). Egli, proprio allo scopo di meglio preservarla, appare aver rielaborato la teoria della democrazia idraulica nel senso di volerla mantenere senza che trasmodi nella "dittatura funzionale" in realtà preferita da Hayek.
Quindi, nel suo eclettismo strategico (cioè mirato a una preservazione del governo delle elites economiche, cui comunque tale prerogativa spetta naturalisticamente), Wolf:
a) fa coincidere il potere sovrano con le determinazioni dell'indirizzo politico affidate alle elites;
b) ritiene che queste elites debbano cercare di rimanere all'interno della legittimazione elettorale, perchè esistono dei limiti di rispettabilitàche non possono essere abbandonati;
c) questa rispettabilità va mantenuta: evidentemente per meglio governare il processo di globalizzazione senza incorrere in strappi autoritari i cui costi non sono preventivabili e cioè potrebbero risultare troppo elevati per una elite "razionale". Questo risultato va quindi perseguito attraverso una ricalibratura strategica di "immagine" mediatica e istituzionale.

5. Prosegue Wolf (seleziono i passaggi essenziali):
L'ala destra della classe dirigente porta avanti da tempo un progetto fatto di aliquote fiscali basse, apertura all'immigrazione, globalizzazione, limitazione dei costosi programmi di welfare, deregolamentazione del mercato del lavoro e massimizzazione del valore per l'azionista.
L'ala sinistra porta avanti un progetto fatto di apertura all'immigrazione (di nuovo), multiculturalismo, laicismo, diversità, libertà di scelta sull'aborto e uguaglianza di razza e di genere. I libertarians sposano le cause di entrambi gli schieramenti: è per questo che sono una minoranza minuscola.
Pian piano, le élite si sono distaccate dalle lealtà e dagli interessi nazionali, dando vita a una superélite globale.
Non è difficile capire perché le persone comuni, in particolare se di sesso maschile e native del luogo, si sentono alienate. Loro sono i perdenti, almeno in senso relativo: non ricevono una parte equa dei benefici. Si sentono usati e abusati. Dopo la crisi finanziaria e il lento recupero del tenore di vita, le élite sono viste come una massa di predatori incompetenti. Non c'è da stupirsi che in tanti siano arrabbiati, c'è da stupirsi al contrario che in tanti non lo siano.
...
..la retribuzione dei lavoratori ordinari da metà anni 70 in poi è cresciuta molto meno della produttività. Le spiegazioni sono un miscuglio complesso di innovazione tecnologica, liberalizzazione degli scambi, cambiamenti nella governance delle aziende e liberalizzazione finanziaria.
Ma il fatto è indiscutibile: negli Stati Uniti (ma anche, in misura minore, in altri Paesi ad alto reddito), i frutti della crescita si concentrano al vertice della piramide.
Infine, la quota di immigrati sulla popolazione è aumentata sensibilmente.
È difficile sostenere che questo abbia portato importanti benefici economici, sociali e culturali alla massa della popolazione (eppure in Italia si cerca di sostenerlo contro ogni evidenza, ndr).
Ma è indubbio che abbia portato benefici ai più ricchi, aziende comprese.

6. Risulta estremamente interessante la sua definizione di ala destra e ala sinistra delle "elites": primo perchè ci indica i termini sostanzialmente omogenei delle due versioni di politica economica[FONT="georgia" ]; [/FONT]poi perché ribadisce ciò che al lettore non deve mai sfuggire e che abbiamo appena illustrato. Cioè che [B]il governo della società[/B], al di là del processo elettorale, [B]spetta comunque alle elites[/B].
Perché termini sostanzialmente omogenei?
Chiederselo, e capirlo, è estremamente utile, anche in termini di comprensione della situazione italiana ed €uropea.
Dunque, la destra (delle elites) persegue: [FONT="georgia" ][I]aliquote fiscali basse, apertura all'immigrazione, globalizzazione, limitazione dei costosi programmi di welfare, deregolamentazione del mercato del lavoro e massimizzazione del valore per l'azionista.[/I][/FONT]
[FONT="georgia" ]La sinistra (delle elites) invece:[/FONT][FONT="georgia" ][I][FONT="georgia" ][I] apertura all'immigrazione (di nuovo), multiculturalismo, laicismo, diversità, libertà di scelta sull'aborto e uguaglianza di razza e di genere.[/I][/FONT][/I][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][B]La differenza tra queste due versioni è particolarmente sfuggente in termini di interessi materiali del popolo che costituisce la maggioranza schiacciante del corpo elettorale[/B]. [/FONT][/FONT]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]7- Wolf evidenzia particolarmente che [B]entrambe le fazioni[/B] sono [B]sostenitrici dell'apertura alla immigrazione[/B]. Almeno, parrebbe, [B]negli USA[/B]: questo implica necessariamente, diremmo indefettibilmente, [B]una particolare concezione del mercato del lavoro[/B], cioè l'instaurazione del lavoro-merce caratterizzato dalla perfetta flessibilità, che, a sua volta, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/02/la-condizionalita-e-la-triste-metafora.html"]ha il suo punto di appoggio necessitato, cioè creativo dello "stato di eccezione"[/URL] che ne impone la necessità, nella globalizzazione finanziaria, che equivale a dire la liberalizzazione della circolazione dei capitali. [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Entrambe le fazioni delle elites, dunque, si inscrivono necessariamente [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/04/il-trilemma-di-rodrik-e-lapplicazione.html"]all'interno del trilemma di Rodrik[/URL], quello che ammette la costante realizzabilità (politico-economica) solo di due su tre dei parametri indicati, dal trilemma stesso, in: [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]- "[B]globalizzazione[/B]" (cioè, integrazione economica internazionale fondata primariamente sulla libera circolazione dei capitali);[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]- "[B]sovranità statale[/B]" (cioè, affidamento dell'indirizzo politico a istituzioni essenzialmente espresse da un territorio politicamente definibile come Stato, siano esse elette o meno con un processo elettorale);[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]- "[B]democrazia[/B]" (cioè, non solo determinazione della composizione delle istituzioni mediante processo elettorale, ma allo scopo di perseguire politiche nell'interesse del corpo elettorale stesso...e non solo delle elite: connotato, quest'ultimo che ci rinvia direttamente alla democrazia idraulica). [/FONT][/FONT]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]8. [B]La destra, quindi, risulta esplicita nel perseguire solo i primi due parametri[/B]. [FONT="georgia" ] [/FONT][/FONT][/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]A[/FONT]lmeno negli USA, dove non abbiamo la [B]dicotomia tra sovranità nazionale e sovranità sovranazionale UE-UEM[/B]: ma la traslazione [I]mutatis mutandis[/I] del paradigma USA al nostro €uro-centrico, dovrebbe risultare abbastanza semplice per chi voglia prendere atto della [B]corrispondenza - peraltro [I]in pejus![/I]- degli effetti della sovranità acquisitata dalla UEM a quelli di una globalizzazione forzata e [I]adattata[/I]:[/B] ris[FONT="georgia" ]ulta, volendo, [/FONT]tanto semplice che Wolf la implica proprio negli esempi che fa all'inizio del suo articolo.[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][B]Ma,[/B] a sua volta,[B] la sinistra (delle elites), [FONT="georgia" ]si pone [/FONT]sostanzialmente in linea con ciò[/B], solo avendo una maggior attenzione a preservare l'idraulicità del processo elettorale[FONT="georgia" ];[/FONT] cioè nel [B]ritenere di aver trovato delle formule tal[FONT="georgia" ]i[/FONT] da essere maggiormente condivisibili da parte degli strati "popolari"[/B]. [/FONT][/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Riuscendovi con [B]alterne fortune[/B]: tanto alterne che Wolf si occupa proprio di questo, come appare evidente col riferimento che accomuna Trump a Le Pen come a Farage.[/FONT][/FONT]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]9. [B]In ogni caso, nella visione di entrambe le "fazioni" della elite, la democrazia sostanziale[/B] (cioè il perseguimento di politiche di vantaggio pluriclasse, quindi [I]redistribuito, [/I]della ricchezza e dello stesso potere politico) [B]risulta sacrificabile[/B].[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][B]E come persegue questo obiettivo (cosmetico) la elite di sinistra[/B]? [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Semplice, [COLOR=red][B]non parlando degli effetti sul mercato del lavoro della globalizzazione finanziaria[/B][/COLOR] e cioè, non parlando di flessibilizzazione e precarizzazione del lavoro come priorità in essa implicita, [COLOR=red][B]ma parlando "d'altro"[/B][/COLOR]: cioè delle [B]condizioni meramente culturali di accettazione "morale"[/B] [B]della stessa immigrazione[/B]. [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]E quindi di condizioni [B]scisse da ogni ammissione circa gli effetti, di ristrutturazione della società in senso oligarchico, che conseguono alla immigrazione propugnata[/B]. [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Questa, infatti, mette [B]in diretta concorrenza[/B], sul piano dei livelli occupazionali, salariali e delle prestazioni sociali (oltetutto, nei limiti della compatibilità con le politiche fiscali che devono essere deflazioniste per la convenienza comune delle elites di destra e di sinistra) [B]gli "autoctoni"[/B] (definizione dello stesso Wolf) [B]con gli stranieri[/B] insediatisi nel territorio nazionale.[/FONT][/FONT]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]10. [B]Le "condizioni morali" di accettazione di questo meccanismo implicito [/B](o meglio, "a sinistra", accuratamente nascosto), sono in pratica [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/glossario-guida-semantico-concettuale.html"]i "diritti cosmetici"[/URL], quelli che devono preferibilmente rimanere a sostanziale costo zero per la finanza pubblica (cioè non innescare alcuna redistribuzione in senso discendente della ricchezza, se non marginale e comunque mantenendo la scissione tra aumento della produttività e livelli del reddito dei lavoratori), ma che dovrebbero smuovere le coscienze nel sentirsi "progressisti": [/FONT][/FONT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][I][FONT="georgia" ][I]multiculturalismo, laicismo, diversità, libertà di scelta sull'aborto e uguaglianza di razza e di genere.[/I][/FONT][/I][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Ora [B]Wolf si accorge che, per mantenere il consenso idraulico, questa strategia non basta più[/B]: è un dato di fatto incombente, ci segnala e le elites, le avverte, devono prenderne atto nel loro complesso. Gli "[I]hard facts[/I][FONT="georgia" ]" stanno prendendo il sopravvento.[/FONT] [/FONT][/FONT][/FONT] [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ] [/FONT][/FONT]
12. Infatti, [B]con un occhio più alle condizioni USA che a quelle, segnatamente, italiane all'interno dell'UEM[/B], - dove [B]la sinistra, in realtà, in nome dell'euro, propone piuttosto politiche di drastica riduzione delle "prestazioni sociali",[/B] e quindi politiche di destra che, come dice Alberto Bagnai, finiscono per favorire la captazione del dissenso da parte di quest'ultima, in Italia e in UE -, Wolf ci dice:
"[I]Nonostante sostenga prestazioni sociali che dovrebbero stare a cuore alle classi popolari autoctone, [B]la sinistra rispettabile perde sempre di più il loro consenso[/B]. Vale in particolare per gli Stati Uniti, dove i fattori razziali e culturali hanno rivestito e rivestono particolare importanza. La southern strategy dell'ex presidente repubblicano Richard Nixon, che puntava a procurarsi il consenso dei bianchi del Sud, ha generato risultati politici. Ma la strategia di fondo dei dirigenti del suo partito (sfruttare la rabbia della classe media – in particolare gli uomini – di fronte ai cambiamenti nei rapporti tra le razze e i sessi e di fronte ai cambiamenti culturali) sta dando frutti avvelenati. [B]L'ossessione per i tagli delle tasse e la deregolamentazione porta scarsi benefici alla larga maggioranza della base repubblicana[/B][/I]."

13. L'analisi prosegue tutta sul piano della politica USA, [B]perchè, sul versante di "destra", anche le proposte politiche italiane[/B] (e non solo, in UE) sono [B][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/glossario-allargato-teoria-e-pratica.html"]fermamente attestate, anche negli anti-€uropeisti nominali, alla "ossessione per i tagli delle tasse"[/URL] e, ovviamente, per l'instaurazione dello Stato minimo, cioè per il drastico taglio della spesa pubblica[/B].
Con ciò condividendo, nell'attuale panorama, tutta quella potenziale perdita di consenso che, alla prova dei fatti, raccoglierebbero in breve tempo, se provassero a realizzare le politiche che oggi insistono nel considerare irrinunciabili.
Solo che, di questo pericolo, in ritardo rispetto alle tendenza USA e, ovviamente, francesi, non sono minimamente consapevoli.

In ciò, appunto, nettamente differente è la politica economica perseguita dalla Le Pen, - più assimilabile in realtà a quella propugnata da Orban-, tanto da non avere alcuna corrispondenza con qualsiasi forza politica italiana che, pure, ad essa, ogni tanto, si richiama "a parole".

14. Quest'ultimo aspetto è ben focalizzato da Wolf, salvo che poi si trincera dietro una generica, e tutto sommato già stantìa, qualificazione di "populismo" (che, allo stato, potrebbe persino risultare controproducente agitare) per affermare un "non devono vincere", ormai più wishful thinking che l'indicazione di una linea politico-economica praticabile:

"Trump, lamentano gli ideologi del partito, non è un conservatore autentico. Ma è proprio questo il punto. Trump è un populista.
Come gli altri candidati di primo piano, propone tagli delle tasse insostenibili, che fanno apparire assurda l'idea che i Repubblicani siano ostili ai disavanzi di bilancio. Ma – e questo è l'elemento cruciale – Trump è protezionista sui commerci e ostile all'immigrazione. Sono posizioni che fanno presa sui suoi sostenitori, consapevoli di avere un unico bene prezioso: la loro cittadinanza. Ed è un bene che non vogliono condividere con un numero indefinito di gente che viene da fuori. Lo stesso vale per i sostenitori della Le Pen o di Farage.
I populisti nativisti non devono vincere. È una storia che già conosciamo, e va a finire molto male. Nel caso degli Stati Uniti, l'esito avrebbe conseguenze preoccupanti per il mondo intero. L'America è stata la fondatrice e resta la garante del nostro ordine liberale globale. Il mondo ha un disperato bisogno che l'America sia governata da gente bene informata. Trump non risponde a questo profilo. I risultati potrebbero essere catastrofici."

15. A parte la segnalata inesattezza (grave sul piano strategico, proprio per la sua incapacità di spiegare la realtà di ciò che Wolf vorrebbe contrastare), di accomunare tout-court Trump e Farage alla Le Pen, Wolf incorre in un equivoco che abbiamo evidenziato in questo post e che è anche sintetizzato nella prima citazione (dai commenti del precedente post), collocata all'inizio di questo commento.
E questa pecca inficia, a nostro parere, pesantemente la sua semplificatoria "profezia" catastrofista.

I termini di questo equivoco li riassumiamo tra un po', perché ci fanno capire l'ambivalenza di Trump (di cui Wolf, sul piano delle politiche fiscali, e quindi di deficit spending e della democrazia economica pro-labor, appare cosciente): un'ambivalenza che, in parte, ma solo in parte, delinea l'esigenza di correzione del paradigma globalizzato che accomuna tutti quelli che lui denomina "populismi" e che, però, nella visione di Rodrik, costituiscono in realtà un recupero del parametro della democrazia sostanziale, più o meno intenso, proiettato sul recupero della sovranità statale.
Quest'ultimo, poi, ci pare il vero bersaglio del "mondialista" Wolf, che, giustamente, teme che la ristrutturazione sociale in senso oligarchico consentita dalla globalizzazione, possa interrompersi: e corre ai ripari senza però, vedremo, saper bene indicare una via d'uscita non cosmetica (che sarebbe quella di correggere il mercato del lavoro-merce, in USA come in UEM, un prezzo, per loro altissimo, che le elites non sono ancora disposte a pagare).

16. Dunque, l'equivoco in cui incorre Wolf, quantomeno nella sua frettolosa etichettatura negativa del "protezionismo" imputato a Trump, sta nella differenza di esiti e finalità cui può rispondere il protezionismo stesso:[/FONT]
[FONT="georgia" ] [FONT="georgia" ]a) [B]Il protezionismo adottato da Potenze imperialiste è l'altra faccia del liberoscambismo,[/B] perché ne costituisce [B]l'evoluzione conservativa delle posizioni dominanti raggiunte[/B] e, al tempo stesso, di [B]utile strumento anche in senso contrario alla contenibilità di tali posizioni[/B] da parte di altri competitor statuali.[/FONT]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]b) [B]Il protezionimsmo adottato da ordinamenti nazionali in via di sviluppo e non dominanti sui mercati internazionalizzati è invece un ragionevole strumento di crescita del c.d."infant capitalism"[/B], come spiegato da Chang ne "I Bad Samaritans" con riguardo a casi non certamente guerrafondai quali la Corea o, oggi, in UE, la "fascista" Ungheria. [/FONT][/FONT][/FONT][/INDENT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]
[/FONT][/FONT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Sintetizzando ([URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/01/uropa-oggi-e-roma-23-gennaio-2016-free.html"]e rinviando al post citato per la completa illustrazione[/URL]), se Trump, cioè un potenziale presidente degli Stati Uniti, adotta una nuova linea politico-economica di protezionismo, ciò risponde a entrambe le nature del fenomeno appena evidenziate. [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]La corrispondenza alla prima dovrebbe risultare evidente, con l'avvertenza che, allo stato delle cose, [B]non sappiamo quanto[/B] questa linea corrisponda a concreti progetti di [B]mutamento[/B] dell'atteggiamento USA all'interno del[B] FMI, del WTO e dello stesso futuro del TTIP[/B]; [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/11/euro-alla-frutta-e-ttip-alle-porte-il.html"]a tacere del trattato NAFTA, quello che tanta influenza ha avuto[/URL] sull'arrivo, e sulla concorrenza salariale, dei "messicani" rispetto alla forza lavoro USA. [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]La seconda natura cui, in concreto, corrisponderebbe il protezionismo alla Trump, si innesta sul tremendo dualismo sociale USA, che è un [B][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/12/luem-il-petrolio-e-la-locomotiva-usa.html"]dualismo accentuato del mercato del lavoro, e che, dopo decenni di politiche di deficit-cap[/URL] nonché di welfare bancario e supply side, rende opportuna una rilocalizzazione industriale e una reinfrastrutturazione pubblica del sistema economico USA[/B]. Un cavallo vincente per Trump, quest'ultimo che, altrettanto, non si può sapere quanto verrebbe in concreto realizzato (consapevolmente).[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ] [/FONT] [/FONT]

17. Perciò, di fronte a questo complesso quadro evolutivo, che non pare del tutto esplicitato da Wolf, [B]le elites hanno ben poco margine di azione,[/B] proprio perchè all'interno del trilemma di Rodrik, [B]non possono[/B], mai e poi mai, [B]mollare la "globalizzazione".[/B]
Questa infatti la raccomandazione conclusiva di Wolf:
"[I]Ma anche se per quest'anno si riuscisse a evitare un risultato simile, le élite sono avvertite. [B]L'ala destra si sta prendendo grossi rischi ad attizzare la rabbia popolare per assicurarsi meno tasse, più immigrazione e meno regolamentazione. [/B][/I]
[I][B]Anche l'ala sinistra si sta prendendo grossi rischi a dare l'impressione che sia disposta a sacrificare gli interessi e i valori di una massa di cittadini in difficoltà sull'altare del relativismo culturale e di un controllo lasco dei confini.[/B][/I]
[I]I Paesi occidentali sono democrazie. Sono gli Stati che forniscono le fondamenta legali e istituzionali dell'ordine economico globale. [/I]
[I][B]Se le élite occidentali non terranno in alcun conto i timori di tanti, quei tanti ritireranno il loro consenso ai progetti dell'élite[/B]. Negli Stati Uniti, le élite di destra hanno seminato vento e stanno raccogliendo tempesta. Ma[B] è potuto succedere solo perché le élite di sinistra hanno perso la fedeltà di ampi strati della classe media autoctona[/B].[/I]
[I]Non da ultimo, democrazia significa governo di tutti i cittadini. [B]Se i diritti di residenza, e ancor più di cittadinanza, non verranno tutelati[/B], questo risentimento pericoloso crescerà. In molti posti è già cresciuto.[/I]
C[I]opyright The Financial Times Limited 2016
(Traduzione di Fabio Galimberti)"[/I]

18. Ma il punto è [B]"come" intende Wolf tutelare "i diritti di residenza e ancor più di cittadinanza"[/B], pur cosciente che il "[B]relativismo culturale", cioè i diritti cosmetici[/B], in USA come in UEM, per la verità, [B]non funzionano più[/B] per sedare e nascondere il conflitto sociale?
Tale [B]tutela e "rivalutazione"[/B], essenziali per non ricorrere all'autoritarismo oligarchico (che negli USA Wolf, giustamente, ritiene scarsamente spendibile), [B]non passano forse, inevitabilmente,[/B] (nonostante sul punto Wolf non spenda una parola) [B]per la contro-riforma del mercato del lavoro e per il ripristino, inevitabilmente connesso, di un effettivo welfare pro-labor?[/B]
[B]Trump [/B]stesso, - come pure i nostrani spaghetti tea-party che, solo a parole, si richiamano alla Le Pen-, ove fosse eletto si troverebbe nella [B]difficile posizione di dover affrontare questo nodo[/B], in realtà "mondialista" (o meglio "antimondialista").

La consapevolezza (che specialmente Trump potrebbe avere, per diretta cognizione di causa, e al di là di criticati aspetti pittoreschi) è che, [B]non tanto il venir meno dell'efficacia del controllo idraulico del processo elettorale[/B], quanto la probabile incombenza di una [B]nuova, devastante, crisi finanziaria[/B], [URL="http://vocidallestero.it/2016/01/24/zerohedge-la-fine-dellera-delle-bolle-finanziarie/"]innestatasi sulla stagnazione-deflazione cui porta la globalizzazione finanziaria[/URL], attualizzi la prospettiva che avevamo segnalato esattamente due anni fa.
[/FONT]
[FONT="georgia" ]19. Eccone la conclusione essenziale:[/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ]"Una volta [B]evocato, (dall'epicentro USA, fondamentale nel fissare il paradgma nell'intera area "atlantica"), il capitalismo sfrenato, non si può poi fermarlo a piacimento[/B]: il "lavoro-merce" diviene un problema di arretramento oltre gli stessi desiderata dell'improvvido apprendista.[/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ][B]Riusciranno a fermare tutto questo[/B], se veramente sono interessati a questo tipo di "[B]recupero" delle potenzialità dei mercati UEM [/B](e aggiungiamo, più ampiamente, [B]del loro stesso "mercato interno"[/B] visto come domanda e [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/10/luroboro-neo-liberista-il-salario.html"]occupazione "solida" e non walmartizzata[/URL])?[/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ]...[/FONT][FONT="trebuchet ms" ][FONT="trebuchet ms" ][B]Per farlo (gli USA) devono comprendere [URL="http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=83&pg=6591"]le ragioni profonde della loro stessa crisi sistemica[/URL][/B]: il neo-liberismo, non è buono se legato alle "nuove" politiche monetarie, mentre diviene "cattivo" se trasposto in Europa in forma di ordoliberismo a matrice mercantilista tedesca.[/FONT] [/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ]Il liberoscambismo è un blocco unico di tendenze politiche che in Europa poteva affermarsi solo nella forma attuale: diversamente non sarebbe stato possibile fronteggiare in modo vincente decenni di applicazione delle Costituzioni democratiche. [/FONT] [FONT="trebuchet ms" ]Non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca.[/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]Ma non è possibile ritenere che un ripensamento di questo genere avvenga, da parte loro, in tempi accettabilmente brevi e senza traumi al loro stesso interno.[/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ]...[/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ][FONT="trebuchet ms" ]Ciò, vista anche l'evoluzione della situazione mondiale, che implica un progressivo cedimento della "facciata" marmorea di una governance mondiale affidata alla grande finanza, ormai irreversibilmente screditata (adde: oggi Wolf, implicitamente e con ritardo, ce lo conferma).[/FONT] [/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ]In una situazione, cioè, in cui il capitalismo finanziario finisce per essere come un condannato con la "condizionale", questa sorta di "epigrafe", vale nell'orizzonte del breve periodo. [/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]Al massimo,può ancora durare fino a quandouna probabile nuova crisi finanziaria imporrà di prendere quelle misure che dopo il 2008 non si ebbe il coraggio di attuare: limitazione della libera circolazione dei capitali e superamento del modello di banca universale (almeno). [/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]Certo non sarà senza traumi un simile "rappel a l'ordre", ma almeno implicherà la profonda revisione della composizione della governance mondiale: ne verranno travolti e dunque ripensati, FMI, WTO e la stessa UEM.[/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]E si dirà basta con i banchieri al potere...ovunque. [/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]Avranno perso ogni legittimazione anche di mera facciata, e il controllo mediatico non basterà più: come potranno i giornalisti di regime e i banchieri istituzionalizzati chiedere ancora alle masse di disoccupati e lavoratori precari, spogliati di ogni sicurezza sociale e dei loro risparmi (e prospettive di risparmio) di sopportare ancora i costi della crisi che "loro" avranno nuovamente provocato?[/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]Nel medio-lungo periodo, dunque (quando ancora non "saremo tutti morti", si spera), questa incomprensione, o incompleta comprensione, degli effetti del neo-liberismo, porterà inevitabilmente a ripensamenti e revisioni da parte di tutti gli attori (USA in primis): tanto più traumatici per tutti, quanto più sarà ritardata l'espulsione dai processi decisionali degli attuali componenti della stessa governance "globale". [/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]Ci sarà da divertirsi (in un senso del tutto eufemistico), perchè "alla prossima" salteranno anche "loro".[/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]E il "loro" potere di ricatto sarà enormemente diminuito, fino a scemare: in fondo, dovrebbero saperlo che quando si fa sentire una massa "colpevole" e la si mette con le spalle al muro, poi non avrà più molto da perdere. [/FONT]

[FONT="trebuchet ms" ]Mentre "loro" avranno avuto, sì, "tutto"....ma poi tutto da perdere."[/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ][/FONT]
[FONT="trebuchet ms" ][/FONT]​
 
vediamo se crollera' il sistema rotchildiano.................e a che prezzo..............dopo torneranno in mente gli accadimenti di amurabi...... e del perché gia da allora il sistema era fallace......si ricorderanno di pound e del compianto auriti
 
ma la gente nn ricorda, siamo programmati per nn capire una beata mazza----------------se nn fosse cosi' saremmo in ben altre condizioni.....................................
 
vediamo se crollera' il sistema rotchildiano.................e a che prezzo..............dopo torneranno in mente gli accadimenti di amurabi...... e del perché gia da allora il sistema era fallace......si ricorderanno di pound e del compianto auriti

meraviglioso il "mondo ufficiale"

fino a ieri le sofferenze delle banche erano di 300 miliardi

oggi, domenica, il meraviglioso corriere scopre che sono...1000 miliardi
e lo mette in prima pagina
Corriere della Sera

"Il gennaio difficile di risparmio e banche
Quei mille miliardi aspettando la svolta"
 
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ciao gil...................... MONDO
ECONOMICS
FORSE È SCIENZA
C'ERA UNA VOLTA
LA NERA
SEI SICURO?
EDITORIALI
TARGET
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MENTRE UNICREDIT FALCIA 18.200 DIPENDENTI (6.900 IN ITALIA) IL FONDO DI GARANZIA DEI C/C SOTTO I 100.000 EURO E' VUOTO!

mercoledì 11 novembre 2015
Mentre i soci ed i correntisti di Banca delle Marche sono con il fiato sospeso per capire se all’orizzonte si prospetta qualche cavaliere bianco (leggasi banca leggermente meno malata della loro) disponibile a prendersi in casa un moribondo, Unicredit annuncia il nuovo piano industriale che prevede il licenziamento di 18.200 lavoratori, 6.900 dei quali solo in Italia. Oltre a questo Unicredit ha annunciato che eliminerà il retail banking in Austria, il leasing in Italia e la controllata in Ucraina.
Se questi dati vi sembrano quelli di una banca in salute, auguri. Normalmente le imprese sane, con voglia di crescere, potenziano la loro rete, sia in termini di risorse umane che di acquisizioni/fusioni con altre aziende del settore per fare massa critica e non si mettono certo a vendere l’argenteria di casa.
Ci ricorda, ad esempio, quanto fatto da Ford qualche anno fa, con la vendita di Jaguar, Aston Martin e Volvo per fronteggiare una gravissima crisi di redditività. E non è un caso se Volkswagen stia valutando di vendere Lamborghini, Ducati e Bugatti per far cassa dopo lo scandalo emissioni che potrebbe costarle oltre 50 miliardi di euro. Questo, appunto, per farvi capire che si vende e si licenzia solo quando si hanno problemi, non certo quando si gode ottima salute.
Certo, la maggior parte dei correntisti si sente di dormire sonni tranquilli, perché i conti correnti fino a 100.000 euro sono garantiti dal fondo di garanzia interbancario. D’altra parte, se uno ha un conto corrente talmente florido da superare i 100.000 euro, può permettersi anche si subire delle perdite, penseranno molto di voi. Peccato che, nella realtà dei fatti, anche i conti correnti sotto la fatidica soglia siano ben lontani dall’essere garantiti.
Non ci credete? Bene, vediamo qualche dato fondamentale:
I depositi tecnicamente rimborsabili ammontano a 508 miliardi di euro
Il fondo di garanzia dispone di 1,66 miliardi di euro in cassa
All’appello mancano 506,34 miliardi di euro
In percentuale significa che solo lo 0,30% dei conti rimborsabili è veramente coperto dal fondo di garanzia.
Iniziate a sentirvi meno tranquilli? Bene, sappiate che quest’anno il fondo di garanzia interbancario, nella sua relazione, non ha pubblicato il consueto rapporto su come i conti correnti siano allocati per rischiosità, ovvero quanti conti correnti siano investiti in banche traballanti, solide o solidissime.
Nel 2012, ultimo dato pubblicato al riguardo, il 50% dei conti correnti era collocato in banche con rischio considerato superiore alla media. Di questi, ben 197 miliardi erano presso banche con rischio “medio alto”, 43 miliardi con rischio “alto” e ben 11,1 miliardi con rischio “escludibile”, ovvero l’anticamera del default della banca.
Dal 2012 ad oggi le sofferenze bancarie sono aumentate considerevolmente e quindi pure il rischio sui conti correnti. Ora, ognuno è in grado di capire che se già nel 2012 i conti correnti preso banche sostanzialmente “morte” erano circa 10 volte il patrimonio totale del fondo di garanzia interbancario, pensare che i conti correnti sotto i 100.000 euro possano considerarsi sicuri è semplicemente un miraggio.
Certo, prima di pignorare i conti correnti per salvare la banca, saranno gli azionisti ad essere tosati (che nelle piccole banche corrispondono per la maggior parte con i correntisti), poi gli obbligazionisti (e anche per loro vale il discorso appena fatto, visto che le obbligazioni bancarie sono sempre state proposte come investimento a rischio zero ai pensionati) ed infine i correntisti. Alla fine, quindi, la mala gestione degli amministratori e dei top manager ricadrà sempre e comunque, per la maggior parte, sui piccoli risparmiatori.
Qualcuno ha affermato che ormai il potere è passato dai governi alle banche e non sarà possibile tornare indietro, quindi bisogna rassegnarsi ad un futuro di reddito di mera sussistenza, con un abbassamento delle cure sanitarie, dell’istruzione e, in definitiva, della vita media, perché il grosso della ricchezza sarà drenato da poche super banche che detteranno la politica ai governi.
Mi permetto di dissentire: questi discorsi si fecero anche all’indomani della crisi del 1929, poi giunsero due senatori americani, Glass e Steagall, che imposero forti limiti al potere delle banche ed una netta separazione tra banche commerciali e banche normali. La Glass Steagall, copiata in tutto il mondo, portò ad una stabilità del sistema bancario durata fino all’avvento alla presidenza degli stati uniti dell’idolo della sinistra italiana: Bill Clinton, che abolì la Glass Steagall, aprendo di fatto le porte dell’inferno della speculazione selvaggia, di cui il crack Lehman è stato solo un assaggio.
La prossima volta che pensate di votare a sinistra, pensate al vostro conto corrente, ed a quelli che l’hanno reso estremamente traballante.
Luca Campolongo
 
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MENTRE UNICREDIT FALCIA 18.200 DIPENDENTI (6.900 IN ITALIA) IL FONDO DI GARANZIA DEI C/C SOTTO I 100.000 EURO E' VUOTO!

mercoledì 11 novembre 2015
Mentre i soci ed i correntisti di Banca delle Marche sono con il fiato sospeso per capire se all’orizzonte si prospetta qualche cavaliere bianco (leggasi banca leggermente meno malata della loro) disponibile a prendersi in casa un moribondo, Unicredit annuncia il nuovo piano industriale che prevede il licenziamento di 18.200 lavoratori, 6.900 dei quali solo in Italia. Oltre a questo Unicredit ha annunciato che eliminerà il retail banking in Austria, il leasing in Italia e la controllata in Ucraina.
Se questi dati vi sembrano quelli di una banca in salute, auguri. Normalmente le imprese sane, con voglia di crescere, potenziano la loro rete, sia in termini di risorse umane che di acquisizioni/fusioni con altre aziende del settore per fare massa critica e non si mettono certo a vendere l’argenteria di casa.
Ci ricorda, ad esempio, quanto fatto da Ford qualche anno fa, con la vendita di Jaguar, Aston Martin e Volvo per fronteggiare una gravissima crisi di redditività. E non è un caso se Volkswagen stia valutando di vendere Lamborghini, Ducati e Bugatti per far cassa dopo lo scandalo emissioni che potrebbe costarle oltre 50 miliardi di euro. Questo, appunto, per farvi capire che si vende e si licenzia solo quando si hanno problemi, non certo quando si gode ottima salute.
Certo, la maggior parte dei correntisti si sente di dormire sonni tranquilli, perché i conti correnti fino a 100.000 euro sono garantiti dal fondo di garanzia interbancario. D’altra parte, se uno ha un conto corrente talmente florido da superare i 100.000 euro, può permettersi anche si subire delle perdite, penseranno molto di voi. Peccato che, nella realtà dei fatti, anche i conti correnti sotto la fatidica soglia siano ben lontani dall’essere garantiti.
Non ci credete? Bene, vediamo qualche dato fondamentale:
I depositi tecnicamente rimborsabili ammontano a 508 miliardi di euro
Il fondo di garanzia dispone di 1,66 miliardi di euro in cassa
All’appello mancano 506,34 miliardi di euro
In percentuale significa che solo lo 0,30% dei conti rimborsabili è veramente coperto dal fondo di garanzia.
Iniziate a sentirvi meno tranquilli? Bene, sappiate che quest’anno il fondo di garanzia interbancario, nella sua relazione, non ha pubblicato il consueto rapporto su come i conti correnti siano allocati per rischiosità, ovvero quanti conti correnti siano investiti in banche traballanti, solide o solidissime.
Nel 2012, ultimo dato pubblicato al riguardo, il 50% dei conti correnti era collocato in banche con rischio considerato superiore alla media. Di questi, ben 197 miliardi erano presso banche con rischio “medio alto”, 43 miliardi con rischio “alto” e ben 11,1 miliardi con rischio “escludibile”, ovvero l’anticamera del default della banca.
Dal 2012 ad oggi le sofferenze bancarie sono aumentate considerevolmente e quindi pure il rischio sui conti correnti. Ora, ognuno è in grado di capire che se già nel 2012 i conti correnti preso banche sostanzialmente “morte” erano circa 10 volte il patrimonio totale del fondo di garanzia interbancario, pensare che i conti correnti sotto i 100.000 euro possano considerarsi sicuri è semplicemente un miraggio.
Certo, prima di pignorare i conti correnti per salvare la banca, saranno gli azionisti ad essere tosati (che nelle piccole banche corrispondono per la maggior parte con i correntisti), poi gli obbligazionisti (e anche per loro vale il discorso appena fatto, visto che le obbligazioni bancarie sono sempre state proposte come investimento a rischio zero ai pensionati) ed infine i correntisti. Alla fine, quindi, la mala gestione degli amministratori e dei top manager ricadrà sempre e comunque, per la maggior parte, sui piccoli risparmiatori.
Qualcuno ha affermato che ormai il potere è passato dai governi alle banche e non sarà possibile tornare indietro, quindi bisogna rassegnarsi ad un futuro di reddito di mera sussistenza, con un abbassamento delle cure sanitarie, dell’istruzione e, in definitiva, della vita media, perché il grosso della ricchezza sarà drenato da poche super banche che detteranno la politica ai governi.
Mi permetto di dissentire: questi discorsi si fecero anche all’indomani della crisi del 1929, poi giunsero due senatori americani, Glass e Steagall, che imposero forti limiti al potere delle banche ed una netta separazione tra banche commerciali e banche normali. La Glass Steagall, copiata in tutto il mondo, portò ad una stabilità del sistema bancario durata fino all’avvento alla presidenza degli stati uniti dell’idolo della sinistra italiana: Bill Clinton, che abolì la Glass Steagall, aprendo di fatto le porte dell’inferno della speculazione selvaggia, di cui il crack Lehman è stato solo un assaggio.
La prossima volta che pensate di votare a sinistra, pensate al vostro conto corrente, ed a quelli che l’hanno reso estremamente traballante.
Luca Campolongo
 

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