lunedì 1 febbraio 2016
VISCO, IL BAIL-IN E IL TRILEMMA DI MUNCHAUSEN: L'EUROZONA FUORI DAL MONDO?
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[IMG]http://www.lospiffero.com/images/galleries/pallone_piedi.jpg[/IMG]
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[FONT="georgia" ][B]1. Abbiamo più volte [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/12/sommario-mergenziale-di-fine-anno.html"]
evidenziato[/URL], nelle ultime settimane, [/B]le prospettive a dir poco disastrose dell'economia italiana[FONT="georgia" ]:[/FONT] [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/01/lerf-ci-attende-alla-fine-del-qe-e-se.html"]
stretta tra le maglie dell'euro-follia,[/URL] che gli impone di fare più austerità, in quanto nega
la flessibilità che, rammentiamo,
è solo un'attenuazione del consolidamento fiscale, che viene comunque perseguito, con tutti i suoi effetti di caduta della domanda interna e di stagnazione del PIL, continuamente a rischio recessione. [/FONT]
[FONT="georgia" ]All'interno del paradigma €uropeo, [B]per l'Italia, si tratta dun[FONT="georgia" ]que [/FONT]solo di scegliere con quale velocità far crescere...la deindustrializzazione[/B] - con disoccupazione strutturale a due cifre e "cattiva" occupazione di working poors in inesorabile aumento- [B]e, quindi, l'incapacità di restituire i debiti da parte di famiglie e imprese[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Crescono così incagli e sofferenze[/B] e, perciò, [B]l'esposizione sistemica[/B] di banche e risparmiatori, inclusi i correntisti, [B]al bail-in[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]In sostanza, questo €urosistema di risoluzione delle crisi di insolvenza delle imprese bancarie finisce per avere [B]un'unica soluzione "residuale"[/B]: [B]l'intervento pubblico posteriore al [I]burden sharing[/I],[/B] in condizioni di [B]enorme difficoltà di dare copertura a questo aumento della spesa pubblica[/B], in costanza dei parametri di rientro nel pareggio di bilancio. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Il tutto preannuncia cioè la [B]"doppia tosatura", prima di risparmiatori e correntisti [/B](col meccanismo €uropeo di risoluzione) [B]e poi di tutti i contribuenti[/B]: inevitabilmente e sempre in conseguenza di tale meccanismo innestato sul pareggio strutturale di bilancio.[/FONT]
[FONT="georgia" ]2. Infatti, va anzitutto [B]escluso che il meccanismo €uro-autorizzato delle "mini" bad-banks possa realmente funzionare per limitare i rischi di insolvenza del nostro sistema bancario[/B], dato che implica un rating dei crediti in sofferenza che rende (relativamente) conveniente porre fuori dal bilancio (mediante la cessione), e comunque con perdite rispetto ai valori precedentemente appostati, solo quelli ritenuti comunque ragionevolmene solvibili; [B]la garanzia dello Stato[/B], per di più a prezzi di mercato, [B]è apprestabile solo per questi crediti "buonini"[/B], mentre per tutti gli altri crediti "non performing", proprio in ragione dei criteri fissati dall'€uropa in vista della cessione, si imporrebbero dei valori iscrivibili che determinano riduzioni dell'attivo talmente drastiche da obbligare le banche sia a probabili nuove ricapitalizzazioni sia a contrarre il credito ulteriormente. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Insomma, [B]un [URL="https://it.wikipedia.org/wiki/M%C3%BCnchhausen-Trilemma"]
processo circolare[/URL] di inasprimento delle condizioni di credito che
il governatore della Banca d'Italia [/B](come ha ribadito anche sabato scorso),non ha mancato di far notare, parlando di "
rarefazione del credito" come conseguenza dell'introduzione di un sistema che consente di pervenire all'intervento pubblico di sostegno alle banche solo posteriormente all'imposizione di perdite a carico di azionisti, obbligazionisti (in via graduata ma comunque sia junior che senior) e "normali" depositanti oltre i 100.000 euro.[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]3. Per quelli al di sotto di tale soglia, il limite di coinvolgimento vige soltanto in teoria[/B], dato che la garanzia consiste solo nell'apposito Fondo interbancario nazionale ed è alimentata dai contributi delle stesse banche sottoposte, attualmente o potenzialmente, al meccanismo di risoluzione; e quindi, è costituibile (anche nella sua massima espansione) in base ad un [B]volume di contribuzione "volontaria", non solo minimo e largamente incapiente, rispetto alla massa di depositi da garantire[/B], ma soggetto alla stessa impossibilità finanziaria di apprestarlo per non essere coinvolti in un livello di perdite di bilancio di rischio. [/FONT]
[FONT="georgia" ]In pratica, il Fondo interbancario funziona come l'autosalvataggio del Barone di [B][URL="https://it.wikipedia.org/wiki/M%C3%BCnchhausen-Trilemma"]
Münchhausen, che evitava di affondare nella palude tirandosi per i capelli[/URL].[/B][/FONT]
[FONT="georgia" ][B][IMG]https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/3b/Muenchhausen_Herrfurth_7_500x789.jpg/186px-Muenchhausen_Herrfurth_7_500x789.jpg[/IMG] [/B][/FONT]
[FONT="georgia" ]4. Ma non basta: come si è detto in premessa, il sistemino delle [B]bad banks "dedicate"[/B] (cioè ogni banca si fa la sua e spera in Dio), [B]non ha alcuna capacità risolutiva delle cause che portano alle sofferenze[/B]: che infatti proseguiranno a formarsi come pure, prima ancora, gli [B]incagli, che verranno sottoposti ad un regime sempre più drastico di "rientro" cautelativo da parte delle stesse banche[/B], peggiorando la condizione di ricorso al credito delle imprese e delle famiglie, e quindi deindustrializzando ulteriormente e facendo inevitabilmente deprimere i prezzi degli immobili (dato l'aumento dell'offerta di quelli gravati da mutui ipotecari, sempre più sottoponibili a procedure di vendita forzata, per di più accelerate). [/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Anche qui un processo circolare che si autoalimenta[/B], per effetto esclusivo del combinato delle imposizioni fiscali e bancarie €uropee. [URL="https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-governatore/integov2016/Visco-300116.pdf"]
Lo stesso Visco citato, con un certa circospezione espositiva, lo fa emergere dal suo discorso[/URL]. [/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Per uscire dalla crisi, secondo Visco, occorre tornare alla crescita[/B] (come minimo, ci dice ottimisticamente, nella misura "sperata" dell'1,5% per i prossimi due anni) [B]e per far ciò occorrerebbe un rilancio rimarchevole degli investimenti[/B]; [B]anche a vedere le cose solo dal lato dell'offerta, come fa Visco[/B] - in contraddizione con quanto [URL="http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2010-0063/index.html"]
il suo ufficio studi aveva affermato qualche anno prima[/URL], quando le cose non "dovevano" essere raccontate in altro modo, e non si doveva evitare di addossare responsabilità alle politiche di consolidamento imposte dall'appartenenza all'euro.[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]5. Questa è la [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/09/gli-indicatori-macroeconomici-italiani.html"]
situazione degli investimenti in Italia[/URL] rispetto a cui Visco non indica dei rimedi ben comprensibili, [/B]nell'attuale vincolo alle politiche fiscali (che non pone minimamente in contestazione nel suo intervento):[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://www.programmazioneeconomica.gov.it/wp-content/uploads/2015/05/6.31.png[/IMG] [/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://www.programmazioneeconomica.gov.it/wp-content/uploads/2015/05/6.51.png[/IMG] [/FONT]
[FONT="georgia" ]Ed infatti, [B]non è che non si faccia ricorso al credito soltanto perché le banche valutano e valuteranno il profilo di merito del potenziale debitore sempre più drasticamente[/B] (e in base a impersonali criteri automatici il cui apprezzamento verrà inasprito), [B]ma essenzialmente perché le imprese non vedono le condizioni per effettuare gli investimenti[/B]: non vedono le [B]condizioni esterne,[/B] perché [URL="http://vocidallestero.it/2016/01/24/zerohedge-la-fine-dellera-delle-bolle-finanziarie/"]
la congiuntura internazionale sta virando sempre più verso una riduzione degli scambi[/URL] e quindi la domanda estera è sempre più in fase di contrazione; ma non vedono neppure
le condizioni interne, perché
i consumi aumentano in modo irrisorio e comunque transitorio, dato che sono stati appena sostenuti da un certo strisciante aumento della spesa pubblica che si trova di fronte ad un'imminente e, probabilmente,
drastico cambio di segno a fronte della rigidità della Commissione UE, già abbondantemente preannunziata, sui saldi, troppo "laschi", mostrati dalla manovra di stabilità per il 2016.[/FONT]
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[FONT="georgia" ]6. Rammentiamo cosa aveva detto [URL="http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2010-0063/index.html"]
lo studio del 2010 della stessa Banca d'Italia[/URL], quando per di più la situazione, sul lato della domanda interna, non era ancora deteriorata come oggi, dopo le cure "Monti" e la loro prosecuzione da parte dei successivi governi:[/FONT]
[FONT="georgia" ]"Il lavoro esamina l'evoluzione del credito bancario in Italia durante la crisi finanziaria, al fine di [B]valutare il[/B] [B]contributo di domanda e offerta alla dinamica dei prestiti[/B]. [/FONT]
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[FONT="georgia" ][U][B]L'analisi indica come motivazione [I]prevalente[/I] della decelerazione dei prestiti il [I]calo della domanda[/I] dovuto principalmente, per le famiglie, alla debolezza del mercato immobiliare e alla caduta dei consumi[/B]; [B]per le imprese, al minor fabbisogno finanziario, a sua volta legato alla netta contrazione degli investimenti[/B].[/U][/FONT]
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[FONT="georgia" ][/FONT][FONT="georgia" ]Gli indicatori congiunturali del mercato del credito e i risultati di studi empirici segnalano che a frenare la dinamica dei prestiti avrebbero contribuito [B]tensioni dal lato dell'offerta[/B] dovute soprattutto all'[B]aumento della rischiosità dei prenditori[/B], oltre che all'[B]impatto che la crisi [/B]ha avuto, specialmente in una prima fase, [B]sulla condizione patrimoniale e di liquidità delle banche[/B], sulla loro capacità di accedere ai finanziamenti esterni. Analisi econometriche avvalorano tali indicazioni, suggerendo che [B]la decelerazione del credito riconducibile alle condizioni delle banche sarebbe di entità contenuta[/B]."[/FONT]
[/INDENT]
[FONT="georgia" ]7. [B]Insomma, è il calo della domanda che condiziona la "rischiosità dei prenditori" e non, naturalmente, viceversa[/B]. E dunque, [B]senza la domanda, la propensione a investire semplicemente non può esserci[/B]: anche perché l'effetto di spiazzamento (delle risorse, dal pubblico al [I]privato [/I]degli operatori "razionali") determinato dalla deflazione, dal conseguente calo dei livelli retributivi reali (e ormai anche nominali), e dai bassissimi tassi di interesse di cui fruiscono le banche nei rapporti con le banche centrali, nonchè dall'"irrinunciabile" taglio della spesa pubblica reale, semplicemente non si verifica.[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Ma nelle prese di posizione pubbliche di Visco questo aspetto non pare focalizzato[/B]: e pensare, appunto, che rispetto al 2010, la situazione della domanda italiana appare indub[FONT="georgia" ]bi[/FONT]amente peggiorata. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Mentre [B]il calo del corso dell'euro[/B] (rispetto al dollaro, beninteso) [B]si infrange sul calo della domanda mondiale[/B], sempre più drammatico e sempre più mostrato dal [B]calo del prezzo del petrolio[/B], che, a sua volta, finisce per essere [B]sia indicatore della crisi mondiale (di domanda), sia propulsore della stessa[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Gli [B]USA[/B], infatti, vedono [URL="http://thewalkingdebt.org/2016/01/21/i-petrolieri-usa-e-le-banche-arabe-iniziano-a-farsi-male/"]
il disastro incombente del settore industriale più solido, cioè più "reale" e meno finanziario[/URL] (e quindi, in astratto, meno soggetto al dilagante effetto bolla e crescita dei sub-prime in ogni settore economico) che aveva caratterizzato la loro incerta ripresa: quello dell'industria petrolifera. E
l'Arabia saudita registra il passaggio del proprio
deficit pubbico dall'1,5 del PIL nel 2014 all'attuale -16%! Il che significa esigenza assoluta di contrazione della domanda e delle possibilità di alimentare importazioni e commesse di costruzioni faraoniche di ogni genere. [/FONT]
[FONT="georgia" ]E stiamo parlando solo di alcuni dei paesi-indice della domanda mondiale.[/FONT]
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[FONT="georgia" ][URL="http://www.marketwatch.com/story/this-is-the-biggest-risk-to-uks-economy-2016-01-31?dist=markets"]
8. Nel Regno Unito, iniziano ad accorgersi che, a seguito del riformarsi di una bolla sui prezzi immobiliari, i consumatori si sono indebitati troppo:[/URL] trattasi del consueto "effetto ricchezza", dato dall'illusione di essere diventati più ricchi potendosi offrire crescenti garanzie patrimoniali al credito, che sfumano non appena la droga dei consumi a debito pone le banche di fronte all'esigenza di rientro. Un effetto che spinge a comportamenti fortemente prociclici (cioè che ascuiscono le difficoltà determinate dalla mancata crescita, equilibrata e distribuita, dei redditi),
laddove il tipo di mercato del lavoro e l'insufficienza del sostegno pubblico alla domanda, lasciano i cittadini in balia delle leggi della domanda e dell'offerta su posizioni di indebitamento che non coprono più neanche la restituzione degli interessi (
ciclo Minsky, ben noto, ma altrettanto pervicacemente ignorato).[/FONT]
[FONT="georgia" ]
8. Se [B]negli USA[/B] la situazione apparirebbe meno problematica, agli occhi dei citati commentatori britannici, è solo perché [B]in quella sede l'effetto ricchezza, per gli strati intermedi della popolazione [URL="http://vocidallestero.it/2016/01/31/rt-lincubo-americano-soltanto-ricchi-e-poveri-sparita-la-classe-media/"]
(comunque in drastica diminuzione numerica)[/URL], è alimentato dai titoli finanziari in cui investono[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Ma [B]il fenomeno concreto di insufficienza della crescita delle retribuzioni reali accomuna entrambi i paesi, UK e USA[/B], restituendoci l'immagine di una situazione di redditi, originati dall'economia reale e non dalle bolle finanziarie, che [B]non consente di nutrire fiducia sulla capacità di restituzione dei crediti, divenuti sempre più sub-prime[/B], a livelli pari se non superiori a quelli del 2008. Ponendo delle angosciose prospettive sulla tenuta del sistema economico mondiale. [/FONT]
[IMG]http://www.mybudget360.com/wp-content/uploads/2015/09/subprime-lending.png[/IMG]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://blogs-images.forbes.com/michaellingenheld/files/2015/01/33.jpg[/IMG] [/FONT]
[IMG]http://www.mybudget360.com/wp-content/uploads/2015/09/091015-DRE-Student-and-Auto-Loan-Debt-Chart1.png[/IMG]
[FONT="georgia" ]9. Da qui si può vedere come vanno le cose: in UK, nel 2015 si sta cercando di correre un pochino ai ripari, e la correlazione tra crescita delle [B]retribuzioni reali[/B] (comunque attualmente "quasi" al livello del 2007) e [B]tasso di disoccupazione[/B], conferma la curva di Phillips: [/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://blogs.reuters.com/macroscope/files/2015/09/gateway1.jpg[/IMG] [/FONT]
[FONT="georgia" ]E questo è quello che accade quando Cameron ripensa le politiche di sostegno alla domanda fatte subito dopo la crisi del 2008:[/FONT]
[FONT="georgia" ] [IMG]http://bilbo.economicoutlook.net/blog/wp-content/uploads/2011/09/UK_public_spending_nominal_real_1997_2015.jpg[/IMG][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]e quindi si abbandona a politiche sul solo lato dell'offerta:[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]https://cdn.americanprogress.org/wp-content/uploads/2015/01/LaborMarket_dec14_fig8.png[/IMG] [/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]10. Questa è la [B]situazione "salariale" comparata con gli USA[/B], laddove la distribuzione degli aumenti di reddito mostra tutta la drammaticità del problema di "solvibilità, quando i debiti dei consumatori aumentano (come abbiamo visto nei grafici più sopra) ma non i redditi reali:[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://ftalphaville.ft.com/files/2014/04/RealWagesChart-590x457.png[/IMG] [/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]11. [B]Il consumo a indebitamento di massa non è mai una soluzione strutturale[/B], mentre si registra [URL="http://vocidallestero.it/2016/01/24/zerohedge-la-fine-dellera-delle-bolle-finanziarie/"]
una sovra-capacità produttiva mondiale che rende tutti questi debiti - e la montagna di derivati su essi costruita- una bomba ad orologeria,[/URL] su cui
le considerazioni sul lato dell'offerta (industriale e bancaria, italiane) svolte da Visco - che essenzialmente si preoccupa della massa di obbligazioni bancarie emesse in Italia tra il "1996 e il 2011!-, cioè su condizioni finanziarie tipiche del lato dell'offerta,
appaiono insufficienti a indicare qualsiasi effettivo rimedio. O prospettiva di salvezza.[/FONT]
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