Analisi Macroeconomica 13/10/2002 (1 Viewer)

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La diffusione nella giornata di giovedi di dati macroeconomici migliori delle attese, ha dato il via ad un copioso rimbalzo che ha coinvolto la totalità dei listini azionari mondiali.
Il dato nettamente superiore alle attese degli analisti ( 384.000 contro un'attesa di 411.000 ) sulle nuove richieste di sussidi alla disoccupazione, ha infatti sospinto le borse verso un rimbalzo - da molti - atteso da giorni.
Se a ciò si aggiunge la pubblicazioni di dati trimestrali ( con in particolare evidenza quelli di Yahoo! ) positivi come non si vedevano da circa 18 mesi, il quadro è completo per quello che possiamo a tutt'oggi considerare come un rimbalzo di notevole entità.
Parliamo sino ad oggi di rimbalzo, poiché se è vero che i mercati azionari si trovano su un probabile bottom ( da contraltare i mercati del reddito fisso si trovano su un top di periodo, contraddistinto dalla formazione di un doppio massimo sui principali listini ) d'altro canto, crediamo sia doveroso attendere nelle prossime settimane una serie di conferme di carattere macro e di carattere aziendale, sulla reale inversione del ciclo economico mondiale.
In Europa, le parole pronunciate da Duisenberg sullo stato di salute dell'economia del vecchio continente e sulle dinamiche dei tassi attesi nei prossimi mesi, sono servite a ridare un minimo di entusiasmo e di tranquillità a quegli operatori desiderosi di meglio comprendere la futura politica monetaria della BCE.
Per ciò che concerne nella settimana entrante la diffusione di nuovi dati macro, per l'area Euro presteremo la massima attenzione verso la diffusione dell'indice di fiducia delle imprese tedesche ( sondaggio Zew ); per ciò che concerne l'economia d'oltreoceano la giornata topica risulterà essere quella di venerdi 18 ottobre poiché verranno diffusi i dati sulla produzione industriale, sull'utilizzo della capacità produttiva e quelli relativi all'indice Fed di Philadelphia che esprime il sentiment dei direttori delle società dell'area di riferimento.
Settimana contrastata - sempre sulla base dei rumors e delle indiscrezioni provenienti dal medio oriente - per i corsi del petrolio. Oro nero che sul finire di ottava riconquista la soglia psicologica dei 28 dollari al barile, sospinto anche dalla notizia del pesante assottigliarsi delle scorte presenti negli USA ( al livello più basso degli ultimi 25 anni ).
Lateralità accentuata sul fronte dell'Eur/Usd, con la moneta unica meglio impostata dal punto di vista tecnico ma che potrebbe indietreggiare nei confronti del dollaro in caso di prolungato rimbalzo delle piazze azionarie mondiali.
Brusca frenata per i corsi dell'oro che rotta l'area di supporto posta a 318 dollari hanno proseguito il loro ribasso sino ai 316 dollari; motivazioni di origine tecniche ed il probabile rinvio dello scontro Usa-Iraq hanno fatto perdere appeal al bene rifugio per eccellenza.
 

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