"ANDRA' TUTTO BENE" E' GIA' STATO DETTO?

Ecco come gli stronzi vogliono aumentare le nostre difficoltà economiche
così da costringerci a fare quello che "loro" vogliono, ma che non possono fare
direttamente, contro la Russia.


L’allarme arriva direttamente dall’Ambasciata statuinitense.

Il sito ufficiale, infatti, riporta tutta la lunga lista di provvedimenti adottati dal Governo italiano,
dalle modalità con cui si eseguono i test per la covid-19,
alle informazioni sulla somministrazione dei vaccini,
alle restrizioni in vigore con le relative sanzioni,
fino ad arrivare alla spiegazione dei colori delle regioni.


Insomma un biglietto da visita che lascia alquanto desiderare per gli ipotetici turisti che si volessero avvicinare al Belpaese.


Ecco allora che si arriva subito al nocciolo del discorso :

i Centers for Disease Control and Prevention (CDC)

hanno ufficialmente emanato una nota in cui collocano l’Italia sulla vetta della loro scala di pericolosità, al livello di rischio 4,

affermando espressamente di “evitare i viaggi in Italia”.


Allo stesso modo il Dipartimento di Stato USA ha stilato un “Advisory di viaggio” di livello 4,

raccomandando di non scegliere la penisola come destinazione per i propri viaggi.


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Le raccomandazioni delle Autorità statunitensi

Vediamo alcune delle indicazioni fornite dalle agenzie americane:


  1. Se devi viaggiare in Italia, assicurati di essere vaccinato e in regola con i tuoi vaccini COVID-19 prima del viaggio.

  2. Anche se sei aggiornato con i tuoi vaccini COVID-19, potresti comunque essere a rischio di contrarre e diffondere COVID-19.

  3. Chiunque abbia 2 anni o più dovrebbe indossare correttamente una mascherina ben aderente negli spazi pubblici interni.

  4. Segui tutti i requisiti e le raccomandazioni in Italia.

  5. Gli avvisi sanitari di viaggio di livello 4 sono determinati dal livello di COVID-19 nella destinazione o da altre considerazioni speciali

Particolarmente interessante il punto numero due,

considerando che mentre gli USA si sono prodigati

nel fornire tale esplicita informazione in un semplice documento riguardante i viaggi,

in Italia ci sono voluti quasi due anni prima di poter sentir divulgare simili tesi arcane senza essere additati come eretici.


In Italia non esiste più alcuna emergenza da tempo ormai,
ma i continui accanimenti del Governo Draghi e dei suoi sodali verso la popolazione,
attraverso tutta quella serie di restrizioni che, nostro malgrado, abbiamo imparato a conoscere,
hanno fatto sì che la situazione all’estero sia percepita come, appunto, emergenziale.


I continui richiami alla severità delle misure restrittive del Ministro Speranza

e dei suoi consulenti (Ricciardi e Sileri in prima linea),

hanno di certo avuto un ruolo chiave in questa sistematica distruzione dell’immagine del Paese.
 
Che il governo stia facendo di tutto per arrivare al fine emergenza mai è ormai palese.

La preoccupazione che la sbornia da Covid possa passare però c’è.


E allora è necessario ragionare su altre emergenze

per continuare con la sottrazione di libertà e diritti dei cittadini
.


Ora c’è la guerra, e va bene.

Ma domani?

Dopodomani?

La strada più percorribile pare essere quella del Green
(non a caso anche il lasciapassare si chiama Green pass)
e della crisi energetico-ambientale.


Il ragionamento è semplice:

se sono riusciti a recluderci in casa con la scusa dell’emergenza sanitaria,

se sono stati in grado di imporci tramite il Green pass la segregazione,

chi vieta di imporre, un domani nemmeno troppo lontano,

la riduzione forzata dei consumi

ed un lasciapassare di natura ambientale?



È di questo infatti che già parla la nota esperta di energia e ambiente Antonella Viola.

No, non è un’omonima.

È sempre lei, la virologa.

Che ora ha cambiato argomento di presenzialismo.

E cosa dice?


La dottoressa Viola ha firmato un articolo su La Stampa parlando del conflitto in Ucraina e delle sfide che esso pone all’Italia.

E che c’azzecca lei?

Mistero.


Soprattutto se si pensa che si tratta della stessa persona che, qualche tempo fa, affermava convinta:

“I politici non possono mettere in discussione quello che dicono i medici”.


Il ragionamento dunque ora dovrebbe valere anche per lei che parla di guerre e crisi energetiche.


Come scrive Francesco Borgonovo su La Verità,

“se nel pieno dell’emergenza tutto è possibile,

non resta che prolungare l’emergenza all’infinito

o sostituire un’emergenza con un’altra:

prima il virus,

in seguito la guerra,

quindi la fine dell’umanità causata dal riscaldamento globale.

Si agita lo spauracchio della potenziale catastrofe

e si chiede un piccolo sacrificio,

un «male minore» per evitare il «male assoluto»”


Così gradualmente,

un giorno alla volta,

l’eccezione diviene normalità,

la guerra diviene pace,

e la schiavitù libertà.


Per il nostro bene ovviamente.



La tesi della dottoressa Viola ad esempio in tal senso è cristallina.

Dall’alto dei suoi studi in virologia
sostiene che non dobbiamo tornare alle centrali a carbone, perché “minacciano la salute”.

Che fare dunque per sopperire all’eventuale mancanza di gas e petrolio di provenienza russa?

Ecco la soluzione:


“Se durante la pandemia abbiamo obbligato gli italiani a restare chiusi in casa per mesi,

perché in una situazione di emergenza energetica non chiedere loro di risparmiare energia?

Credo che gran parte degli italiani preferirebbero consumare meno,

fare qualche rinuncia in più, piuttosto che rivedere attive le centrali a carbone”.



Visto?

Tutto è estremamente lineare.


Prepariamoci al risparmio energetico coatto.


Ce lo dicono i virologi!
 
Un’altra piccola vittoria per i lavoratori, questa volta in ambito universitario.


L’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

revoca la sospensione di una professoressa

a seguito di un’istanza di annullamento in autotutela,

presentata con il risultato di un tampone positivo.


«È un’istanza che ho fatto alla Rettrice per annullare la sospensione dall’attività didattica

di una professoressa dell’Università la Sapienza di Roma.

Ho fatto presente che a seguito del tampone positivo,

e del successivo deposito del certificato di guarigione,

è venuto meno il presupposto della sospensione,

vista l’equiparazione del certificato di guarigione alla vaccinazione».


«Per annullare la sospensione occorre un provvedimento del Giudice

o un provvedimento della stessa autorità che l’ha adottata,

a seguito di istanza di autotutela che può essere accolta o meno.

In questo caso io ho fatto presente che l’interessata è in possesso di un tampone positivo

e che, alla scadenza del termine di quarantena, verrà prodotto il certificato di guarigione.

L’Università ha quindi revocato la sospensione nonostante la mia assistita ancora sia in quarantena» racconta l’avvocato.


«Si tenga presente che la prof.ssa è ultracinquantenne,

quindi il principio stabilito è importante poiché, a prescindere dall’età,

ne deriva che il professore universitario può svolgere l’attività anche con il mero certificato di guarigione,

che viene ritenuto equivalente alla vaccinazione.»


Questo è il tema evidenziato dal legale della professoressa, una volta preso atto della decisione della Rettrice.


Riportiamo di seguito la risposta della Rettrice dell’Università:
“Si comunica, a decorrere dall’ 8 marzo 2022,
la revoca della sospensione disposta a seguito all’accertamento dell’inadempimento dell’obbligo vaccinale,
in quanto dalle verifiche effettuate la S.V. risulta in regola con il predetto obbligo.
La presente è trasmessa anche al Responsabile di struttura per opportuna conoscenza e per gli adempimenti di competenza.
Cordiali saluti.
F.to La Rettrice”
 
Grandi. Avanti così. Per il bene degli italiani........



Dalla lotta alla pandemia da Coronavirus alla guerra in Ucraina.

Non c'è pace per il commissario all'Emergenza Francesco Figliuolo.



A lui infatti - si legge su Repubblica - è stato assegnato il compito di far arrivare le armi dell'Italia a Kiev.


Da una settimana il generale è passato dalle consegne di vaccini a quelle di missili,


dalla guerra contro il virus

all’impegno nelle retrovie di un conflitto vero,

trovandosi a gestire le due emergenze.


Le spedizioni di materiale bellico decise dal governo Draghi.
Trasportare ordigni richiede misure di sicurezza straordinarie.
In questo caso, bisogna prendere le armi dai magazzini sparsi in tutta la Penisola,
poi è necessario verificare che siano pienamente funzionanti e infine inviarle sul fronte di guerra.



Non è facile passare dalle fiale Pfizer ai missili Stinger.

Già venti anni fa si è occupato delle esercitazioni Nato e del trasloco del comando alleato in Bosnia.

QUANDO NOI ABBIAMO BOMBARDATO I CIVILI SERBI.



Che si tratti dei caccia intercettori che vigilano sul Mar Nero,

degli alpini mandati a presidiare il confine sul Baltico

o delle navi che sorvegliano la flotta russa nel Mediterraneo.
 
Scusate, ma chi sta facendo la figura del "coglione di turno" ?


Il quattordicesimo giorno di guerra, la Cina tuona di nuovo contro gli Usa.

Pechino non si schiera ufficialmente ma critica le decisioni annunciate ieri da Joe Biden con la dichiarazione che

"non saranno più accettate importazioni di petrolio russo, gas e carbone"

nel mezzo dell'invasione russa e torna a bocciare "tutte le sanzioni unilaterali".


"La Cina si oppone fermamente alle sanzioni unilaterali che non si basano sul diritto internazionale".


Così in un briefing il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian,
dopo l'imposizione di sanzioni alle esportazioni russe di petrolio e gas imposte dall'Occidente,
tra cui la decisione del presidente Usa, Joe Biden, di mettere al bando import energia dalla Russia
e quella del Regno Unito che ha annunciato la riduzione a zero delle forniture di gas e petrolio da Mosca a fine anno.


"In uno scenario del genere tutti perderanno.

Le sanzioni aumenteranno solo le divisioni e lo scontro.

Cina e Russia continuano una cooperazione stabile nel settore energetico.

E continueremo a condurre una normale interazione commerciale basata sui principi di uguaglianza,

rispetto reciproco, anche nel settore petrolifero e del gas".
 
Pronti al nuovo delirio di onnipotenza virale.

Mentre l'Italia si prepara a dire addio allo stato d'emergenza e al green pass, almeno nella su forma attuale,
si fa largo un nuovo timore legai alle caratteristiche delle sottovarianti di Covid che stanno prendendo piede nel Paese.

Sono le sorelle di Omicron che insieme a BA.1, ossia la mutazione originale partita dal Sudafrica,
sono alla base del rialzo dei contagi negli ultimi giorni insieme alle temperature basse che facilitano la circolazione del virus.

Si tratta di BA.1.1, che rappresenta il 36% dei casi sequenziati, e BA.2 meno diffusa con il 5% dei casi.


In altre parole Omicron "base" si sta ritirando e oggi rappresenta il 53% dei casi, in favore della diffusione delle sua sottovarianti.

A documentare questo cambio di proporzioni è il Ceinge-Biotecnologie avanzate di Napoli,
che ha effettuato una ricerca ad hoc basate sulla banca dati internazionale Gisaid.

“Eravamo abituati a parlare di BA.1, che al momento costituisce il 53% del virus in circolazione nel nostro Paese,
ma in realtà le ‘nuove Omicron’ sono nuove varianti”, dice il genetista Massimo Zollo,
coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge al sito dell'Ansa.

È possibile parlare di somiglianze di famiglia solo fino a un certo punto
perché la sottovariante BA.1.1 è molto simile alle BA.1, da cui deriva.

BA.2, al contrario, presenta mutazioni che la differenziano da BA.1” osservano dall'istituto.
 
Ma va. Ma dai. Chissà come mai i laboratori nscono sempre da altre parti.


La Russia ha accusato gli Stati Uniti di portare avanti programmi di sviluppo di armi biologiche in Ucraina.


Ieri la Nuland, sottosegretario di Stato americano per gli affari politici aveva riferito che

«ci sono strutture di ricerca biologica in Ucraina,

infatti ora siamo piuttosto preoccupati che l’esercito russo possa cercare di prenderne il controllo.

Stiamo lavorando con gli ucraini su come possono impedire che uno qualsiasi di quei materiali di ricerca

cada nelle mani delle forze russe se dovessero avvicinarsi».



La Nuland, rispondendo al senatore repubblicano della Florida Marco Rubo,
è stata chiamata a testimoniare davanti al Comitato per le Relazioni Estere del Senato
sull'invasione della Russia in Ucraina:

«Sono sicura al 100% che se ci fosse un attacco biologico questo sarebbe da parte della Russia.

È chiaro che la Russia perderà questo conflitto è solo una questione di tempo.

L’Ucraina ha bisogno di un continuo sostegno difensivo da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei,

inoltre potremmo approvare ulteriori sanzioni economiche contro la Russia».




Anche la Cina si è inserita nel discorso.

Il ministero degli Esteri cinese martedì ha esortato gli Stati Uniti

a rivelare più informazioni sui laboratori biologici che gestisce in Ucraina,

in modo da garantire la loro sicurezza.


Il portavoce Zhao Lijian ha presentato le osservazioni in un briefing per la stampa a Pechino.
 
Ahahahahahah cade il puntello sul quale i nostri omovirus si poggiavano.

L’Austria ha deciso di sospendere prima del tempo l’obbligo vaccinale contro il Covid,
una misura introdotta il mese scorso che aveva provocato grandi polemiche nel Paese.

L’annuncio ufficiale Ministro della salute Johannes Rauch e dalla Ministra per gli affari europei e costituzionali Karoline Edtstadler.

I due politici hanno spiegato che con Omicron come variante «predominante»,
la vaccinazione obbligatoria «non è più proporzionata», riportano i media austriaci.

La base della decisione è il rapporto di una commissione di esperti, che si riunirà di nuovo tra tre mesi,
quando la situazione verrà nuovamente valutata e verrà presa una nuova decisione.

La vaccinazione obbligatoria, in Austria, era entrata in vigore all’inizio di febbraio.

Tuttavia, non è mai stata emessa alcuna multa,
poiché le violazioni dell’obbligo avrebbero dovuto essere punite a partire da metà marzo.

Erano obbligati tutti i maggiorenni, ad eccezione di
«donne in gravidanza, persone che non possono vaccinarsi per motivi medici e i guariti da meno di 6 mesi»,
aveva spiegato Wolfgang Mückstein, all’epoca ministro della Salute, dimissionario appena una settimana fa.

Rispetto a quando la legge era stata proposta, lo scorso dicembre,
la situazione dei contagi nel paese è sensibilmente migliorata
e la gran parte delle restrizioni dal 5 marzo era stata eliminata.

Per questo motivo nelle scorse settimane il governo aveva formato una commissione composta da scienziati e giuristi
con il compito di valutare se la vaccinazione obbligatoria fosse ancora una misura necessaria e proporzionata rispetto all’andamento della pandemia.


L’Austria è stato l’unico Paese dell’Unione europea ad avere imposto l’obbligo vaccinale a tutti gli adulti sopra i 18 anni.
 

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