Val
Torniamo alla LIRA
sì, sì, mandiamo le armi agli ucraini, poi ce li pagano loro gli aumenti, vero ?
Diario della terza settimana di guerra.
Il prezzo dei carburanti al consumo è volato alle stelle toccando, in questi giorni,
picchi di 2,3 euro al litro per la benzina e 2,4 euro per il gasolio.
Le previsioni per il fine settimana non escludono un ulteriore rialzo a 2,60 euro al litro per il gasolio
e 2,20 euro al litro per la benzina.
A far lievitare il prezzo del carburante per autotrazione è la guerra russo-ucraina
che, spingendo verso l’alto il costo della materia prima,
si trascina l’aumento proporzionale delle accise e dell’Iva.
L’imposta unica indifferenziata,
nella quale sono state raggruppate le 19 accise ancora applicate dallo Stato sul consumo di carburante per autotrazione,
pesa per il 40 per cento sul prezzo finale di vendita al litro di benzina e diesel (meno sul gpl).
Se si aggiunge l’Iva al 22 per cento (calcolata su netto + accisa) il carico fiscale sale al 55 per cento circa.
Numeri insostenibili per le famiglie e ancor più per le imprese.
Tant’è che nella settimana appena conclusa, nel silenzio generale dei media,
si è fermato l’intero comparto della pesca.
La sospensione delle attività è stata motivata da causa di forza maggiore: il prezzo del carburante.
La prossima settimana si apre con la minaccia del settore degli autotrasporti di paralizzare il Paese.
Stessa motivazione della flotta peschereccia.
Le tariffe di energia elettrica e gas, stimate dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), a giovedì 10 marzo davano:
tariffa luce monoraria F0 a 0,293 euro/kWh -
tariffa luce bioraria F1 e F23 a 0,321 euro/kWh; 0,278 euro/kWh -
tariffa gas a 91 euro-cent/smc.
Gli aiuti stanziati dal Governo per alleggerire le famiglie e le imprese dell’aumento dei prezzi delle forniture energetiche sono del tutto insufficienti.
Diario della terza settimana di guerra.
Il prezzo dei carburanti al consumo è volato alle stelle toccando, in questi giorni,
picchi di 2,3 euro al litro per la benzina e 2,4 euro per il gasolio.
Le previsioni per il fine settimana non escludono un ulteriore rialzo a 2,60 euro al litro per il gasolio
e 2,20 euro al litro per la benzina.
A far lievitare il prezzo del carburante per autotrazione è la guerra russo-ucraina
che, spingendo verso l’alto il costo della materia prima,
si trascina l’aumento proporzionale delle accise e dell’Iva.
L’imposta unica indifferenziata,
nella quale sono state raggruppate le 19 accise ancora applicate dallo Stato sul consumo di carburante per autotrazione,
pesa per il 40 per cento sul prezzo finale di vendita al litro di benzina e diesel (meno sul gpl).
Se si aggiunge l’Iva al 22 per cento (calcolata su netto + accisa) il carico fiscale sale al 55 per cento circa.
Numeri insostenibili per le famiglie e ancor più per le imprese.
Tant’è che nella settimana appena conclusa, nel silenzio generale dei media,
si è fermato l’intero comparto della pesca.
La sospensione delle attività è stata motivata da causa di forza maggiore: il prezzo del carburante.
La prossima settimana si apre con la minaccia del settore degli autotrasporti di paralizzare il Paese.
Stessa motivazione della flotta peschereccia.
Le tariffe di energia elettrica e gas, stimate dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), a giovedì 10 marzo davano:
tariffa luce monoraria F0 a 0,293 euro/kWh -
tariffa luce bioraria F1 e F23 a 0,321 euro/kWh; 0,278 euro/kWh -
tariffa gas a 91 euro-cent/smc.
Gli aiuti stanziati dal Governo per alleggerire le famiglie e le imprese dell’aumento dei prezzi delle forniture energetiche sono del tutto insufficienti.