"ANDRA' TUTTO BENE" E' GIA' STATO DETTO?

1646409812154.png
 
Il brutto di questo governo è che vive di emergenze, ma le interpreta un po’ come vuole.

Ora abbiamo l’emergenza della guerra in Ucraina
e l'assistenza ai profughi, nel maggior numero donne e bambini, che scappano dal teatro bellico.

Un’opera meritoria, che però si sconta con un muro ideologico delle nostre autorità:

questi profughi

NON sono vaccinati per il 70%,

NON si fidano dei vaccini

e molti non si fidano neppure dei tamponi.


Quindi che fare ?


Il sistema burocratico/comunicativo, quello dei “Trinariciuti del vaccino” e del PD è andato in tilt completo.

Da un lato bisogna accogliere chi scappa dalla guerra, soprattutto una volta tanto che la guerra non è inventata, ma c’è sul serio.

Come diceva l’araldo della sinistra Lucia Annunziata, altrimenti come faremo poi con le cameriere e le badanti?

Quindi che facciamo?

Li rimandiamo tutti indietro perché pericolosi no vax?

Discriminiamo e non applichiamo a loro il Super Green Pass, ma lo applichiamo a tutti gli italiani,
che si troveranno quindi ad essere dei profughi a casa propria,

oppure usiamo le maniere forti, alla Putin e li facciamo vaccinare dai carabinieri?


A favore dell’ultima opzione la Gismondi.

e Ricciardi


Attenzione profughi ucraini!
Vi siete salvati dalla guerra ma ora in Italia vi attende @WRicciardi che vuole vaccinarvi tutti.#Ucraina #UkraineRussianWar pic.twitter.com/285a9yfUwz
— Francesca Totolo 2 (@fratotolo2) March 1, 2022




Del resto quest’ultimo è anche quello che si preoccupava perché non si parlava più abbastanza Covid, cioè di ciò che gli ha donato fama e potere.


Invece pare che sia vincente la prima ipotesi, quella della stupida discriminazione:



Sono stupidi non c’è altra spiegazione, stupidi e basta! pic.twitter.com/cmWdTd5MjD
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) March 4, 2022



E pensare che ci sarebbe una decisione più logica , umana,
che cancellerebbe le discriminazioni verso i rifugiati e, pure, verso gli italiani:

quella di cancellare obblighi , green pass e tutto il resto, come hanno già fatto la gran parte dei paesi al mondo.



Non la prenderanno perché chi si è vaccinato controvoglia e controsenso, si seccherebbe molto.

Allora avanti così, con la discriminazione più stupida.


E gli Italiani?

Possono arruolarsi nella Legione Ucraina e poi tornare come rifugiati.


Allora non dovranno vaccinarsi.
 
Ieri la sinistra , con il suo nuovo acquisto LUPI,
ha festeggiato la vittoria in commissione
sulla questione dell’art. 6 della riforma fiscale che riporta la famosa , contestata, modifica del catasto.


Una riforma che , in teoria, dovrebbe essere “Solo statistica” e “Non portare nessun maggior carico fiscale”
è diventata centrale per il governo e per la sinistra.

Perchè?

Semplicemente perchè è evidente che NON è così:

il progetto è quello di utilizzare i nuovi valori catastatli, più elevati,

per aumentare il peso fiscale sulle case degli italiani.



Quindi gli italiani devono sapere che presto, nell’ordine di poche settimane,
andrà in Parlamento l’offensiva finale contro le loro ricchezze e i loro beni.

Il 78% degli Italiani è proprietario di case,
oltre la metà della ricchezza delle famiglie è immobiliare,
e per questo viene attaccata da LUPI famelici che sperano di metterci le mani sopra.

Il tutto utilizzando la copertura, ancora più bassa e vigliacca, della “Crisi internazionale”:

appare logico affrontare una crisi internazionale attizzando il fuoco dello scontro esterno
e ponendo le basi di una riforma che abbatterà il valore reale degli immobili degli italiani.

Non bastando le crisi esterne, il governo, e LUPI, sentono il bisogno di crearne una interna,
il tutto perché grato ad una sinistra cieca e a una Commissione che non conosce nulla dell’Italia e, fondamentalmente, la disprezza.


Se il governo metterà la fiducia si prenderà il rischio di andare sotto al voto. Morto un governo, se ne fa un altro, migliore.


E poi ricordiamo il detto “Il LUPI che si travestì da pecora se lo infecondò il Montone“.

Tanto per capire come vanno a finire queste cose.

Anche perché non crediamo che gli elettori dimenticheranno questa bastonata data solo per difendere un angolino della trapunta di potere.

1646410325485.png
 
Adesso vi presentiamo una notizia che vi dà un’idea di quanto sia potenzialmente facile
sabotare la produzione di petrolio fuori dalla Russia, proprio in un momento di grande criticità di questo prodotto.


La produzione di greggio dal più grande giacimento petrolifero della Libia, El Sharara,

è stata sospesa dopo che una valvola di Hamada è stata chiusa

da una o più persone sconosciute, secondo qaunto riportato da Oilprice.




Il giacimento di El Sharara è responsabile della produzione di circa 300.000 barili di petrolio al giorno a pieno regime,
ovvero più di un quarto della produzione totale di greggio della Libia.





sharara.jpg




La notizia, che il NOC libico o il ministero del petrolio devono ancora confermare,
arriva poche ore dopo che il NOC libico ha dichiarato di aver chiuso sei porti petroliferi a causa del maltempo.

I terminal interessati includono Brega, Zueitina, Ras Lanuf, Sidra, Zawiya e Melita.


Mentre il NOC affermava che le condizioni meteorologiche creavano onde che rendevano impossibile l’ormeggio e il carico delle petroliere,
il ministero del petrolio della Governo di unità nazionale (GNU) di Tripoli
ha affermato che le condizioni meteorologiche non erano così cattive da chiudere i terminal, accusando il NOC di ” manomettere le capacità del popolo libico”.


La produzione di petrolio della Libia ha continuato ad essere instabile per anni.

A gennaio, la produzione libica è scesa a 1.008 milioni di barili al giorno, secondo fonti secondarie dell’OPEC.

La sua produzione media nel 2021 è stata di 1,148 milioni di bpd.


La notizia di ulteriori interruzioni della produzione petrolifera in Libia
arriva in un momento particolarmente preoccupante per i mercati petroliferi,
che sono già alle prese con scorte scarse, domanda in forte espansione e un’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

I prezzi del petrolio hanno reagito a questi eventi salendo a livelli che non si vedevano da anni,
con il WTI che ha superato i 111 dollari al barile giovedì.


La crisi politica è ancora troppo accesa in Libia per poter portare questo paese al massimo della propria produzione di petrolio,

ma il paese è anche fragile nei confronti di infiltrazioni di parte che può danneggiare la produzione di idrocarburi con incredibile facilità.

Alla fine basta chiudere una valvola per far cessare la produzione del maggior deposito.

Bisognerebbe interessarsi della sua sicurezza interna prima di tutto, per garantire le nostre forniture di petrolio.
 
Il petrolio russo è ormai uscito dal mercato ,
non perché sia stato sottoposto a sanzioni,
ma per un mix dei costi enormi assicurativi per il trasporto,
da quello che ora è considerato un paese in guerra,
e timore degli operatori di trovarsi coinvolti in sanzioni non previste,
ma di cui corrono comunque voci.


Il risultato è il seguente.

NO BUYERS: Russian flagship Urals crude plunges to a fresh record large discount of **minus $22.7-a-barrel** to benchmark Dated Brent. Even at such a huge discount, oil trader Trafigura found no bidders | #OOTT #Ukraine pic.twitter.com/vtg0MsjQji
— Javier Blas (@JavierBlas) March 3, 2022
Con uno sconto di 22,7 dollari a barile non ci sono semplicemente compratori.

I carichi preliminari di greggio russo per marzo hanno rivelato un calo di 1 milione di barili al giorno (mbd) nei porti del Mar Nero,
di 1 mbd dai paesi baltici e di 0,5 mbd nell’Estremo Oriente.


Inoltre, ora c’è anche una perdita stimata di 2,5 mbd nei carichi di prodotti petroliferi dal Mar Nero,
per una perdita totale di 4,5 mbd di prodotti grezzi russi,
una quantità sbalorditiva in un mercato che era già in equilibrio precario prima della guerra in Ucraina e con prezzi in crescita.


Uno shock che si è innestato su uno shock.


Anche chi politicamente è allineato alla Russia non compra, anche per problemi di carattere logistico.

Quindi in questo momento abbiamo un eccesso di domanda e una carenza di offerta.

Per tornare all’equilibrio il mercato deve “Distruggere la domanda”.


In termini pratici, questo si traduce in due casi per il futuro dei prezzi del petrolio:

un caso brutto e doloroso che però non fa crollare l’economia globale,

ed uno che manda l’economia globale in depressione.


Ecco come JPM li dispone:
  • Nel primo scenario, JPM ammette che lo shock immediato dell’offerta è così grande
  • che la banca ritiene che i prezzi debbano aumentare fino a $ 120/bbl
  • e rimanere lì anche per mesi per incentivare la distruzione della domanda,
  • supponendo che non vi siano volumi immediati per l’Iran.

  • Ciò potrebbe comportare un calo di 1,2 mbd alla domanda di quest’anno,
  • portando il consumo di petrolio del 2022 di 550 kbd, al di sotto dei livelli del 2019.

  • Lo scenario molto più pericoloso è quello in cui l’interruzione dei volumi russi dura tutto l’anno.
  • In tal caso, il prezzo del petrolio Brent potrebbe arrivare a 185 dollari al barile,
  • portando probabilmente a un massiccio calo di 3 mbd della domanda mondiale di petrolio.


  • La chiave di questo significativo rialzo è il presupposto che,
  • anche se la produzione di shale risponde al segnale del prezzo,
  • quest’anno non può crescere di oltre 1,4 mbd.

Questi sono due scenari estremi.


Cosa può alleviarli?


  • la conclusione dell’accordo con l’Iran,
  • con un’aumento dell’0fferta immediata di 2,5 mbd e successivamente di altri 0,8 mbd;

  • l’attivazione di altre fonti alternative, cosa che comunque non sarà semplice.

I prossimi giorni, settimane e mesi ci mostreranno quale di questi due profili sarà il più corretto.
 
Il vero numero di casi di effetti avversi dei vaccini potrebbe essere alto, altissimo.
Molto più di quanto i dati ufficiali non dicano
“.

A sostenerlo è Andreas Schöfbcek, ceo della compagnia di assicurazioni tedesca Bkk Pro-Vita,
che in queste ore ha rilasciato dichiarazioni che stanno facendo discutere parecchio:

In sette mesi e mezzo, 216.695 assicurati su un campione di un milione
hanno avuto bisogno di cure mediche dopo la vaccinazione
”.

Un dato decisamente preoccupante.

Questo quanto dichiarato dal CEO di Bkk il 25 febbraio scorso.


Oggi, 3 marzo, è stato licenziato.


Andreas Schöfbeck, ceo da 21 anni dell’assicurazione tedesca Bkk,
aveva segnalato il rischio di una forte sottostima delle reazioni al vaccino.

I dati dovevano essere analizzati tra pochi giorni dal manager davanti ai rappresentati del ministero.

Ma la compagnia l’ha cacciato.



Secondo Bkk, a spingere i medici a non segnalare i casi sarebbe anche il fatto che
“non viene riconosciuto loro nessun incentivo per lo svolgimento di questa operazione”, lunga e farraginosa.

Le autorità tedesche non hanno ufficialmente commentato ancora le dichiarazioni di Schöfbcek.

Nel frattempo, però, molti utenti hanno iniziato a interrogarsi sulla reale portata del fenomeno, comprensibilmente spaventati.


Nessuna correlazione tra le sue dichiarazioni e il licenziamento?

Nessuna.


Come tra vaccino e infarti o ictus, immaginiamo.
 
Pochi giorni dopo la fine dell’obbligo di indossare la mascherina obbligatoria nei luoghi,

Jean Castex ha annunciato un altro cambiamento forte nella politica sanitaria francese:

dal 14 marzo cessa l’obbligo di mostrare il passa vaccinale per accedere ai luoghi pubblici.



Resta comunque in vigore il pass sanitario, così come l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari.


L’epidemia di Covid-19 non è quindi finita,
ma la maggior parte dei francesi ora può liberarsi di questi obblighi eccessivi,
38 giorni prima del primo turno delle elezioni presidenziali,
fatto che potrebbe non essere completamente casuale.



Quindi gli unici fessi che non tolgono le limitazioni

legate al Pass vaccinale in modo totale per tutti ........ siamo noi….
 
Italia - % Terapia Intensiva 7%

Italia - % Area NON Critica 15%


I tachimetri di cui sopra rappresentano la percentuale di Posti Letto di Terapia Intensiva occupata da Pazienti Covid−19
e quella di Posti letto in area NON critica occupata da Pazienti Covid−19 nell'ambito geografico selezionato.

L'istogramma rappresenta l'incidenza per 100.000 abitanti nell'ambito geografico selezionato nelle settimane indicate in ascissa.
Il dato dell'ultima settimana tiene conto delle sole giornate alla data.

Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

Il numero degli stessi fa riferimento ai dati trasmessi periodicamente dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano al Ministero della Salute.

Si segnala che i dati non tengono conto delle differenze nella composizione della popolazione (per sesso, età, fattori di rischio)
o per gravità di sintomi e condizioni cliniche, che possono determinare una diversa propensione alla ospedalizzazione e/o ricovero in terapia intensiva.

Le soglie indicate nei tachimetri e nell’istogramma sono individuate dal DECRETO-LEGGE 23 luglio 2021, n. 105
“Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attivita' sociali ed economiche”
(21G00117) (GU Serie Generale n.175 del 23-07-2021)


Fonte dati:
  • Il numero di pazienti e dei nuovi casi si riferisce alla pubblicazione giornaliera del Dipartimento di Protezione Civile su dati Ministero della Salute.
  • Il numero di posti letto si riferisce alla rilevazione giornaliera (03 Marzo 2022) del Ministero della Salute.
 
"Al 90% è politica e discussione sulla logistica!" mi ha scritto un amico, parlando della pandemia.

E' l'ormai stracitata idea di Rudolph Vichlow
(https://it.wikipedia.org/wiki/Rudolf_Virchow),

“Un'epidemia è una questione politica con risvolti medici”.

Ma se la politica, come succede da tempo,
cerca una fonte esterna della giustificazione del suo operato,
vende la versione "la pandemia è una questione scientifica con risvolti politici".

E oltre alla voce dei media tradizionali
ha trovato personale più o meno formato ad aiutarla nel processo.

Poco da fare, in questa faccenda "la comunicazione della scienza" si è arruolata come volontaria.

Walter Quattrociocchi si è prodotto in una nuda disamina dei risultati in capo a due anni:

"Il comunicatore cerca di trasformarsi sempre di più in una figura ibrida tra Piero Angela
(tanto che alcuni ne imitano pure la cadenza)
ed uno scienziato (senza pubblicare uno straccio di contenuto scientifico degli argomenti che tratta).

Trattando argomenti in maniera sciatta e imprecisa che si rivolgono ad una precisa echo chamber.

Si chiama sindrome del wanna-be scientist o wanna-be Piero Angela,
che nelle sue forme più estreme diventa quasi imbarazzante.

Un riflesso sbiadito dell’aito iniziale per cui mi ero entusiasmato.

Citando alcuni colleghi, è come se si volesse parlare di formula uno senza nominare i piloti delle corse,
per paura di perdere titolarità rispetto all’assenza di contenuti.

Un rapporto che doveva essere virtuoso (anche eticamente)
è diventata una guerra tra poveri dove chi perde per definizione è chi vive sui contenuti degli altri."
 
La clamorosa esclusione della Russia dal sistema Swift determinerà la fine stessa di quel sistema, che infatti era in programma.

Lo Swift crollerà non appena l'Europa dovrà nuovamente acquistare il gas:

dovrà avvalersi del sistema Cips (Cross-Border Interbank Payment System)

che è parte integrante del Quantum Financial System.


Non è una leggenda:
il Qfs è già attivo, anche se per ora solo su certe transazioni, come per la “redemption” dei debiti.

Ma si tratta di un’operazione complessa – finanziaria, militare e di intelligence –
che avanza sotto traccia, da anni, e coinvolge persino il vero potere-ombra della Cina, ostile al partito comunista.

Serviva un espediente per smantellare il sistema attuale e passare al Qfs?

Eccolo: i lampi di guerra con la Russia, dove – tra l’altro – Putin ha raso al suolo i laboratori di livello 4, finanziati dall’Occidente,
per produrre armi biochimiche e batteriologiche (ricordate l’ultima intervista di Bill Gates sulla pericolosità dell’eventuale “prossima” pandemia?).


Bene. Sappiate che, là in alto, riguardo al cuore del problema, i giochi sono già fatti:

ora occorre solo una narrazione per spiegare al mondo che, da una certa data in poi,
il sistema delle banche centrali non avrà più il potere di cui dispone oggi.

Ci sarà un nuovo Swift, un nuovo paradigma.

Naturalmente, dopo due anni di “emergenza sanitaria”, occorreva un diversivo:

quindi una crisi, che non credo possa degenerare realmente, sul campo, estendendosi oltre l’Ucraina.
In questo modo, oltretutto, viene esposto in modo palese il livello dei nostri media e dei nostri politici.

Ed infatti poi servirà, in parallelo, anche un Quantum Voting System, per certificare seriamente l’attendibilità del voto.


Tutti ricordiamo le modalità dell’elezione di Joe Biden, negli Usa.

Ma pensiamo anche a Trudeau: chi pensate che l’abbia davvero votato?

Il pulillo di Davos era uno dei personaggi più detestati, in Canada.

Stesso dicasi per le ultime elezioni in Australia.


Quindi: se non cambiamo il sistema economico-finanziario,
in mano ai gruppi che oggi controllano le banche centrali,
rimarremo in una sorta di schiavitù moderna, legata alla moneta a debito.

E se non cambiamo anche il sistema di votazione dei nostri rappresentanti,
resteremo sottomessi ai soliti noti, eternamente finanziati da questa élite di potere.


Prendiamo la politica italiana: è morta, letteralmente.

Basti pensare alle ultime giravolte di Salvini e della Meloni, che ora tifano Ucraina,
o a Di Maio che stanzia oltre 100 milioni di euro per “aiuti” destinati a trasformarsi in armamenti,
mentre vasti strati dell'economia italiana sono sull’orlo del baratro.

A parte il momento presente, però, il vero problema emergerà domani.

Questa classe politica andrà interamente spazzata via.


Certo, uno poi si domanda:

come la ricostruisci, una società sana,

quando milioni di persone ormai credono a tutto

e si comportano come scimmiette ammaestrate?
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto