Anima sgr (ANM) ANIMA MIA (1 Viewer)

superbubola

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..su di anima che dire :chi si e' fidato a tenerla non ha proprio cileccato... stasera sono usciti i dati del mese di gennaio: non sono proprio una meraviglia..spero che il mercato guardi oltre. io comunque mantengo la posizione. :)
 

alias333

Forumer attivo
27 marzo
leggo che la Banca Popolare di Milano ha acquistato il 29,9% di Anima sgr attraverso l'acquisto del 22,1% dal Banco di Desio e della Brianza per 107 milioni e del 7,8% da Koinè per 38 milioni.
Nessun patto parasociale è stato stipulato con Banco di Desio e con Koinè.


Per cui, se non ricordo male, ci sono 105 milioni di azioni Anima che capitalizzerebbero (al prezzo della transazione) 145/29,9*100 = circa 485 milioni: ovvero sarebbero state valutate 4,619 € per azione.

Azione che a questo punto diventa contendibile ed a "rischio" di OPA.

Non male come notizia ! :)
 

lupomar

Forumer attivo
L'ho letto oggi sul Sole ed è riportato anche in quest'articolo de Il Giornale.
Foà ha venduto il 7,8% di azioni Anima a BPM a 4,63 ma ha avuto le azioni dal Banco Desio a 3,83.
Una bella plusvalenza!



Mazzotta aggiunge un’Anima a Bipiemme

di Massimo Restelli - mercoledì 28 marzo 2007, 07:00 Da "Il Giornale"


In attesa di accompagnare all’altare Bper, il presidente Roberto Mazzotta stacca un assegno da 145 milioni per espandere l’influenza di Bipiemme sui fondi di Anima, la società del risparmio gestito nata nell’orbita del Banco Desio e quotata in Piazza Affari dall’autunno 2005. La compravendita, approvata ieri dai rispettivi cda, prevede che la cooperativa di Piazza Meda rilevi il 29,9% di Anima, divenendone il primo azionista singolo davanti allo stesso istituto creditizio brianzolo che si diluirà al 21,19% rinunciando al controllo della Sgr (50,9%) e a Koinè (18,91%), la scatola societaria che raccoglie la linea manageriale guidata da Alberto Foà.
Bipiemme, che si ferma a un passo dalla soglia dell’Opa obbligatoria e non prevede di siglare alcun patto di sindacato (il flottante sarà pari al 30%), si arrampicherà nel capitale di Anima con una mossa doppia: il 22,1% sarà infatti ceduto alla Milano direttamente dal Banco Desio (107 milioni il controvalore) mentre il restante 7,8% da Koinè (38 milioni). Il tutto a un prezzo di 4,63 euro per azione (3,89 euro la chiusura di Anima in Borsa) con cui Mazzotta riconosce in pratica un premio di maggioranza al Banco Desio (135 milioni la plusvalenza lorda complessiva) che a sua volta «girerà» preventivamente il 7,62% di Anima a Koinè per 31 milioni (3,83 euro per azione).
Molte le sfaccettature dell’operazione. Dal punto di vista strategico Anima, fresca dell’acquisto del ramo d’azienda italiano di Dws Investments, completa infatti il proprio percorso di «indipendenza» mentre il Banco Desio si incammina sul sentiero indicato al mondo del risparmio gestito dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi. Cui si aggiunge il vantaggio «industriale» di trovare un partner come Bipiemme (800 sportelli circa) che a sua volta con la conquista di Anima rinsalda il presidio nei fondi di investimento attualmente affidato a Bipiemme Gestioni (20 miliardi il patrimonio complessivo). Masse che, a meno di un successivo ripensamento sul destino della società captive, affiancate ad Anima (7 miliardi il patrimonio, 12 miliardi con Dws) promettono di costituire uno dei pilastri della superpolare cui Mazzotta vorrebbe dare vita unendo Bpm alla Bper di Guido Leoni (in questo caso la Sgr è Optima).
Ecco perché il cda di Bpm era l’occasione per un aggiornamento almeno informale sulle trattative e sull’impegno profuso sul territorio da Mazzotta per contrastare la fronda dei potenti sindacati interni a Piazza Meda. La strada rimane in salita, ma i contatti sono intensi poiché l’obiettivo è chiudere l’«accordo» entro aprile, così da proporre la fusione a giugno sulla base dei bilanci dello scorso anno. Contratto matrimoniale che dovrà includere sia la governance paritetica sia il rapporto di concambio, per cui sarà un altro passaggio chiave il board di Bper sul bilancio in agenda lunedì.
 

fabri69

Forumer storico
http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...dd-11db-a57b-00000e25108c&DocRulesView=Libero

Tutti i vantaggi delle fusioni

di Marco Liera


L'acquisizione annunciata martedì del 29,9% di anima Sgr da parte della Banca Popolare di Milano rivela che anche in Italia ci sono istituti di credito che dimostrano di credere nell'asset management e vi investono capitali non irrilevanti. Questa transazione avviene sette anni dopo l'acquisizione di Pioneer da parte di UniCredit, finora l'unico esempio di grande banca che ha investito significativamente nel business della gestione di patrimoni. E segue di qualche settimana il nuovo invito del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi a separare la produzione di servizi di gestione dalla loro distribuzione, lasciando intendere altresì che qualora la sua moral suasion non avesse successo, l'obiettivo verrebbe perseguito a colpi di leggi e regolamenti.
Il risiko dei gestori è appena agli inizi: Anima, se verrà integrata con gli attivi gestiti della Bipiemme, potrebbe diventare il polo dell'asset management più importante del mondo delle popolari, con esiti imprevedibili per il destino di Arca e dei suoi azionisti. Eurizon, che ha un progetto di quotazione in stand-by, diventerà il più grande gruppo di gestione nazionale se si fonderà con Caam, l'altra grande Sgr del gruppo Intesa Sanpaolo. Sul fronte Unicredit, è già da qualche anno che i manager del risparmio gestito attendono il ritorno in Borsa — dopo il delisting da Wall Street nel 2000 — di Pioneer, che sta studiando diversi dossier di gruppi di gestione da acquisire. In tempi neppure troppo lunghi, potremmo assistere alla creazione di tre grandi poli della gestione, quotati e quindi più indipendenti, collegati a reti distributive di più banche come auspica il governatore. E c'è da scommettere che il trend possa estendersi anche al resto del mercato.
Questo scenario porterebbe vantaggi anche sul fronte dei costi dei fondi comuni. La separazione tra distribuzione e gestione conferirà maggiore potere negoziale a quest'ultima. Non è certo che le commissioni scenderanno, ma è molto probabile che andranno a beneficio dell'attività che genera il vero valore per i clienti.
 

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