Chi dopo Fazio?
Una rosa con cinque nomi più gli outsider. Ecco virtù, controindicazioni e sponsor dei papabili all'incarico più difficile del momento. » Forum
È una rosa con cinque petali: Mario Draghi, Tommaso Padoa Schioppa, Mario Monti, Vittorio Grilli e un mister X, cioè una sorpresa, che potrebbe essere rappresentata dall’economista Alberto Quadrio Curzio come da Vincenzo Desario o da un altro outsider.
Nomi per la carica di governatore della Banca d’Italia ora che appare più probabile la sostituzione di Antonio Fazio: il primo avvicendamento traumatico, la prima nomina non gestita dall’interno dell’istituto. A meno che non si profili un periodo di reggenza, di interregno, magari di autosospensione dello stesso Fazio : il che lascerebbe la guida al direttore generale Desario, con Bankitalia in crisi impeachment. Una soluzione che i mercati finanziari, e di conseguenza il Paese.
IL PIU’ ACCREDITATO
Dei quattro nomi forti, il più accreditato appare finora quello di Mario Draghi. Ex direttore generale del Tesoro con i governi di Carlo Azeglio Ciampi e Giuliano Amato, oggi ai vertici della Goldman Sachs, è ben visto dal governo e anche da gran parte dell’opposizione. Non è etichettabile come ulivista, nonostante i suoi trascorsi.
GRANDE PRIVATIZZATORE
È stato il primo grande privatizzatore della aziende pubbliche italiane: l’estrema destra e l’estrema sinistra non gli hanno perdonato il summit con banchieri d’affari organizzato a bordo del Britannia, il panfilo allora di proprietà della regina Elisabetta II, per discutere appunto di privatizzazioni. Quel gruppo di potenti quanto semisconosciuti gnomi della finanza vennero definiti «British invisibles».
Draghi ha anche il gradimento del Quirinale e porterebbe indubbiamente a Bankitalia un po’ di metodi nuovi e di visione e rapporti internazionali.
IPOTESI MONTI
Più o meno come Mario Monti, sennonché l’ex commissario europeo alla concorrenza ha di molto allentato i rapporti con il centrodestra. È più gradito all’opposizione che al governo, e a suo sfavore gioca il fatto di essere sostanzialmente esterno all’ambiente bancario. Presidente dell’Università Bocconi, ha anche lui appena accettato un incarico nel board della Goldman Sachs.
UN BANCHIERE IN SENSO STRETTO
Tommaso Padoa Schioppa è invece un banchiere in senso stretto: ha fatto tutta la carriera in Bankitalia, nella scia di Ciampi, e poi è stato designato nel consiglio della Banca centrale europea, dal quale è uscito poco tempo fa. Etichettato di sinistra, ha il placet del Quirinale. Ma è inviso a Palazzo Chigi.
IL MIGLIOR TECNICO DELL’ECONOMIA
Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, è forse il miglior tecnico dell’economia disponibile in Italia. È un severo organizzatore, non etichettabile, né a destra né a sinistra. Non è per questo amato dal mondo delle banche, perlomeno da quelle italiane; in compenso gode di grande stima da parte di Ciampi. Potrebbe spuntarla sugli altri.
GLI OUTSIDER
E veniamo agli outsider. Di Desario si è detto: rappresenterebbe una debole e precaria continuità con Fazio, anche se risulta gradito a parte del centrodestra. Tra gli economisti indipendenti il più gettonato è Alberto Quadrio Curzio, docente alla Cattolica di Milano, sponsorizzato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Avrebbe bisogno di un periodo di apprendistato come banchiere.
Tra i banchieri, difficile immaginare che un Cesare Geronzi, un Corrado Passera e tantomeno un Alessandro Profumo possano fare il salto verso via Nazionale. Subirebbero l’ostilità e le gelosie dei concorrenti, e d’altra parte sono tutti abbondantemente impegnati (e retribuiti).
ALL’INTERNO
Quanto all’interno di Bankitalia, cioè al direttorio, non sembrano esserci nomi papabili. Al massimo, sotto Desario, c’è chi potrebbe aspirare alla direzione generale (per esempio Pier Luigi Ciocca, molto stimato da Ciampi e distante da Fazio).
Come si vede un ruolo chiave nella nomina, oltre al governo e all’opposizione, è destinato a giocarlo un personaggio: Carlo Azeglio Ciampi.
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