APRIAMO GLI OCCHI PER NON DOVER APRIRE IL...

Stato
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Non c'è molto da aggiungere.

Le radici di tutto ciò sono lontane e un'accelerazione sostanziale c'è stata una decina d'anni fa,
quando c'era da "salvare l'Italia" (ma non i suoi cittadini, evidentemente).

In breve, da tempo il budget non è più funzione dei bisogni sanitari,
ma i bisogni sanitari vengono soddisfatti (o no) a seconda del budget prefissato.

E secondo voi questi stessi meccanismi non sono stati all'opera nella gestione della pandemia?

Secondo voi l'emergenza ha cambiato qualcosa?


Questa è politica, politica sanitaria (anzi, politica economica e della peggiore).

E io ho perso il conto di quanta roba etichettata "scienza" sia finita nel dibattito pubblico
nelle forme più diverse ma funzionale ad un unico scopo: la giustificazione, l'interiorizzazione di questo stato delle cose.


Basti pensare, per esempio, a "x non funziona, y nemmeno", indipendentemente da qualsiasi cosa,

da "è un problema somministrare qualcosa per endovena a qualcuno in terapia intensiva" in giù;

però quando sono stati somministrati fiumi di lopinavir, a vuoto - veniva fornito gratuitamente -

nessuno di costoro aveva niente dire, e non lo ha neanche oggi.


E diciamocelo, se l'idrossiclorochina non fosse diventata da subito "una cosa di Trump"

sarebbe stata benedetta, e lo stesso varrebbe per l'ivermectina

se non fosse "una cosa di Stramezzi", perché non costano niente.
 
Le trombosi riscontrare su alcuni vaccinati con AstraZeneca hanno destato parecchio clamore.

A fronte di ciò l'Italia si è vista in prima battuta concedere la somministrazione contro il Covid anche agli under 60, salvo poi fare retromarcia.

A svelare quanto potrebbe accadere su alcuni pazienti è una ricerca pubblicata su Nature.

Qui si legge che la causa della cosiddetta VITT, cioé "trombocitopenia immunitaria indotta da vaccino",
potrebbero essere alcuni aminoacidi che, presi di mira da specifici anticorpi, innescano la coagulazione del sangue.

Per arrivare a questa conclusione gli studiosi canadesi hanno controllato il sangue di alcuni vaccinati con il siero anglo-svedese.

Da qui la scoperta:

"Abbiamo determinato che il legame degli anticorpi VITT anti-PF4 (n=5) era limitato a 8 amminoacidi di superficie,
tutti localizzati all'interno del sito di legame dell'eparina su PF4, e il legame era inibito dall'eparina".

In sostanza le trombosi dopo il vaccino AstraZeneca sarebbero state innescate da anticorpi
che riconoscono alcuni aminoacidi su una proteina chiamata PF4;
una volta che si aggregano alle piastrine, gli anticorpi formano un coagulo di sangue nelle vene o nelle arterie e scatenano la trombosi.

Non è per tutti uguale però, visto che a cambiare sono gli stessi amminoacidi attaccati dagli anticorpi.

Risultano infatti differenti a seconda che i pazienti vengano curati con eparina o con il siero anglo-svedese.


"Lo studio - spiega Mortimer Poncz, capo della divisione di pediatria-ematologia del Children’s Hospital di Filadelfia -
potrebbe aiutare i medici a riconoscere in modo rapido i coaguli da vaccino e agevolare i ricercatori a comprenderne le cause".

Una notizia che può agevolare la stessa azienda statunitense Johnson & Johnson,
il cui vaccino è finito sotto la lente d'ingrandimento per le trombosi.


Il motivo pare essere uno solo: entrambi sono vaccini ad adenovirus,
cioè a vettore virale in cui si utilizza un virus per portare all'interno della cellula la sequenza del codice genetico.

Come solito, grazie Val!!

Tempo fa avevo pubblicato l'esperienza diretta vissuta con una mia vicina inoculata, dopo parecchie esitazioni con la porcheria AZ, finita in ospedale con la diagnosi di "Alzahimer fulminante". Uno dei pirla che è venuto a rompere le palle anche qui mi aveva cacciato di essere un "pallonaro".
Ehi, Pirla, leggi qui e dimmi cosa hai capito.
Saluti al padrone di casa. Non desistere.
 
Come solito, grazie Val!!

Tempo fa avevo pubblicato l'esperienza diretta vissuta con una mia vicina inoculata, dopo parecchie esitazioni con la porcheria AZ, finita in ospedale con la diagnosi di "Alzahimer fulminante". Uno dei pirla che è venuto a rompere le palle anche qui mi aveva cacciato di essere un "pallonaro".
Ehi, Pirla, leggi qui e dimmi cosa hai capito.
Saluti al padrone di casa. Non desistere.
Buongiorno a Tutti

noto che nonostante i miei educati e concilianti inviti ad abbassare i toni alcuni utenti se ne strabattono gli zibidei

pertanto da ora incominciamo con i BAN a tempo

tutti gli utenti che hanno postato offese ecc sono invitati a cancellare tali offese
Tempo a disposizione 60 minuti

dopo ci sarà il BAN

grazie
 
Come solito, grazie Val!!

Tempo fa avevo pubblicato l'esperienza diretta vissuta con una mia vicina inoculata, dopo parecchie esitazioni con la porcheria AZ, finita in ospedale con la diagnosi di "Alzahimer fulminante". Uno dei pirla che è venuto a rompere le palle anche qui mi aveva cacciato di essere un "pallonaro".
Ehi, Pirla, leggi qui e dimmi cosa hai capito.
Saluti al padrone di casa. Non desistere.
Giusto per chiarire. Il dubbio mio era relativo al fatto che questa donna fosse stata rinchiusa e nessuno potesse contattarla. Tanto che la stessa utente Coramina, che mi scuserà se la nomino, aveva sollevato lo stesso pensiero. Questo il mio dubbio poiché si tratta di violenza privata. Puoi rileggere tranquillamente i vecchi messaggi. Evito di rispondere al tuo pirla poiché ti sei definito per ciò che sei veramente. A questo punto è trascorsa l'ora stabilita dalla moderazione.
 
Ultima modifica:
Parafrasando Eugene Ionesco, “la menzogna è morta, il ricatto pure e anche la paura non si sente molto bene”.

Se fosse vero, in questa brutta pagina di storia planetaria che stiamo vivendo,
segnata dalla pervasiva vocazione dei governi e dei loro gruppi di potere di riferimento,
al controllo politico-sanitario dei liberi cittadini
e all’inaudita amputazione delle loro libertà, saremmo a buon punto.



Una certezza, però, resta viva: Nulla regge all’infinito.


Soprattutto se, alle imponderabili incognite del caos che fanno saltare anche i più collaudati e studiati meccanismi
e piani di controllo sulla popolazione, arriva in soccorso l’impegno e l’azione di più di 10mila avvocati di tutto il mondo,
compresi molti legali italiani, che non hanno dimenticato il valore della funzione difensiva
come principale baluardo dei diritti e delle garanzie dei singoli e da mesi hanno impugnato il fioretto giuridico
per sfidare la grande truffaldina narrazione dell’epidemia Covid-19 che ha consentito a molti governi
di adottare provvedimenti incompatibili con la tutela dei diritti naturali.

Una valanga che in Italia a ritmi sempre più incalzanti, sta approdando anche nelle sedi giuridiche internazionali,
non soltanto nei tribunali nazionali dove molte cause contro gli effetti liberticidi della decretazione d’urgenza
prima di Conte e poi di Draghi, sono state vinte sebbene le sentenze dei singoli tribunali
si limitino spesso a rappresentare soltanto un precedente interpretativo non facendo giurisprudenza.


Resta il fatto che la legge al momento è lo strumento più efficace contro la paura,
il sentimento più redditizio della storia dell’uomo ed i cui automatismi, ben noti alla psicologia delle masse,
hanno reso possibile da un anno e mezzo rappresentare a livello quasi mondiale
il copione dell’emergenza Covid-19 con le sue omissioni e menzogne:

sui numeri dei decessi effettivamente attribuibili al Covid-19 ;

sui tamponi utilizzati in modo improprio, con cicli di amplificazione molto superiori a quelli dichiarati validi
dalle maggiori istituzioni sanitarie europee, come strumento diagnostico ;

sugli asintomatici ;

sulla vera natura del virus ;

sull’esistenza di cure precoci domiciliari con cui medici che non hanno dimenticato i cardini del giuramento di Ippocrate
guarendo a casa migliaia di malati ed evitando loro di finire nelle terapie intensive come al contrario è troppo spesso accaduto
per colpa della “vigile attesa e tachipirina” imposta dalle linee guida elaborate congiuntamente dal ministero della Salute e dall’Aifa.


Una mole di informazioni e di aspetti dell’emergenza dell’epidemia da Covid-19, insomma,
su cui si è ossessivamente esercitata una falsificazione informativa ed un’azione censoria
che ha tacitato chiunque nel mondo scientifico abbia tentato di introdurre un confronto dialettico e pluralista
che rischiasse di incrinare la narrazione e la legittimità delle false “verità” sanitarie
su cui sono state prese tutte le devastanti decisioni politiche
che hanno smantellato buona parte dell’economia e dei diritti nel nostro Paese negli ultimi 18 mesi.



A quanto pare sono in molti tra coloro che rivestono la funzione difensiva a ricordarsi che l’Italia è la culla del diritto.

Tanto da imprimere un’accelerazione alla sfida di individuare e accertare profili di violazione dei diritti umani
attraverso denunce contro le misure anti Covid adottate da Palazzo Chigi
e la cui retorica propedeutica per le masse è regolarmente affidata agli stentorei interventi dei virologi e infettivologi da salotto
in perenne collegamento nei principali contenitori televisivi.

L’impegno di chi presidia le libertà ed i diritti dei singoli è particolarmente agguerrito nel nostro Paese
a causa di una costante non soltanto sospetta ma che arriva a tradire del dolo.

Ed è perciò un’aggravante rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei.

La mole di provvedimenti legati all’epidemia varati dal governo infatti, nel migliore dei casi
non recepisce delibere e regolamenti del Consiglio d’Europa
se non è addirittura letteralmente in contrasto con il diritto europeo e le sue normative Ue
che sono sempre prevalenti su quelle nazionali.

Una rivoluzione legale i cui passaggi vanno seguiti e compresi con ordine.


A cominciare dall’ultima circostanza, molto grave nelle sue implicazioni, di cui si sono accorti due avvocati italiani
che l’hanno segnalata sia alla Commissione europea sia al Consiglio d’Europa,
di una grave omissione fatta all’interno della traduzione italiana
del regolamento sul certificato Eu 2021/953, il Green pass, steso dallo stesso Consiglio d’Europa.

Mentre nella stesura originale in inglese vi è stabilita “la necessità di non discriminare
per l’esercizio della libera circolazione di chi non si è vaccinato sia per motivi medici
o perché non rientra nel gruppo dei destinatari per cui il vaccino è somministrato, come i bambini,
sia per chi non ha avuto ancora l’opportunità di vaccinarsi o perché ha scelto di non vaccinarsi”,

nella traduzione italiana una manina ha eliminato il riferimento alla categoria
di chi non ha voluto vaccinarsi come persone che non devono essere discriminate.

Il refuso dietro al quale è difficile non individuare del dolo, è di cruciale importanza
chiamando in causa la libertà e i diritti del singolo di non vedersi, appunto, discriminato
anche se la mancata vaccinazione dipende da una sua libera scelta e decisione.

Omissione, comunque, segnalata e necessariamente corretta dall’ufficio traduzioni della Commissione europea.

Il fuoco di sbarramento contro l’illegalità del Green pass punta però soprattutto l’omogeneità del testo italiano alla norma sovranazionale.

In sostanza il governo Draghi avrebbe varato provvedimenti letteralmente in contrasto con il diritto europeo con delibere e regolamenti del Consiglio d’Europa.

Provvedimenti che non possono coesistere con la normativa europea, sempre prevalente su quella nazionale, perché non la recepiscono.


È ciò che accade anche al Green pass il cui uso improprio in Italia è già stato segnalato
da un legale della Corte penale europea dell’Aja a cui si è affiancato un altro collega,
di cui si preferisce non fare il nome, sia alla Commissione europea sia al Consiglio europeo.

L’uso improprio del Green pass, infatti, dipenderebbe da una grave deroga
all’articolo 13.3 del Regolamento europeo 953/21
con abuso di atto tecnicamente amministrativo.

“Il rischio che il decreto del 17 giugno 2021 destinato ad adottare il regolamento europeo, sia un abuso – spiega il legale dell’Aja –
è reale per via dei diversi punti non compatibili con la fonte europea.

Nel decreto legge convertito in legge si prevede che alcune aree specifiche,
eventi e cerimonie possano essere accessibili soltanto con il certificato verde europeo,
il cui scopo, però è unicamente quello di facilitare il diritto di libertà nei movimenti all’interno dell’Ue.

Scopi ed usi diversi da quelli contenuti nel certificato europeo non dovrebbero essere permessi.

Ora pretendere con atto di legge nazionale di chiedere un certificato Ue per un matrimonio oltrepassa l’obiettivo del Regolamento allargandolo illecitamente”.


I profili di illegittimità non finirebbero però qui poiché
“il Green pass italiano introduce nell’articolo 13 del Dpcm un numero addizionale di soggetti titolati a richiedere il certificato
come manager di eventi, proprietari di location e in genere privati cittadini che in alcun modo sono compresi nella disposizione dell’articolo 953/ 21
e per scopi diversi da quelli del regolamento europeo”.

Insomma, l’aggiunta della lista di persone autorizzate a chiedere il certificato è contro l’articolo 10.30
del Regolamento europeo che in merito parla molto chiaramente.

Non solo:

“Il legislatore italiano – continua l’avvocato – ha introdotto un regime di condivisione dei dati illegale
permettendo a persone non titolate dal regolamento europeo di gestire informazioni che espongono tali soggetti a rischio di responsabilità penali”.

Tra le varie dimenticanze ed omissioni che il Covid ha portato con sé
c’è con tutta evidenza quella che la normativa europea è sempre prevalente su quella nazionale.

Ma è esattamente sul presupposto di questa gerarchia delle fonti giuridiche
che si sta muovendo quel settore della giustizia italiana in cui ancora qualcuno ricorda l’importanza del proprio ruolo
per il ripristino delle libertà calpestate e dei diritti ignorati.

Non resta che augurare loro davvero buon lavoro, nella speranza che le singole azioni legali,
pur marciando su binari separati, riescano presto a ricostruire e smantellare la rete di complessiva illegalità dei provvedimenti
che hanno distrutto alcuni settori della produttività italiana attraverso limitazioni delle libertà,
lockdown e coprifuoco al di fuori di ogni logica e presupposto scientifico.
 
Sebbene si stia vivendo un lungo, estenuante paradosso di uno stato d’emergenza senza emergenza,

i paladini delle chiusure difficilmente ci lasceranno vivere tranquilli nella prossima stagione fredda.

Lo dimostra un recente intervento del ministro della Salute, Roberto Speranza,

nel corso dei lavori della conferenza programmatica del Partito Socialista italiano.



“Il nostro Paese attraversa una fase diversa,
la campagna di vaccinazione prosegue in modo positivo e ora la situazione è cambiata favorevolmente”

ha detto Speranza, aggiungendo però che

“non dobbiamo assolutamente considerare vinta la sfida contro il Coronavirus.
Pertanto serve la massima attenzione, anche alla luce di una presenza di nuove varianti che non ci fanno stare tranquilli.
La partita è ancora tutta da giocare: l’epidemia non è chiusa”.



Quindi, malgrado la presenza dei vaccini e un lento ma inarrestabile processo di coadattamento tra il Sars-Cov-2 e l’essere umano,

così come avviene per tutti i virus da millenni, ancora una volta uno dei più impresentabili membri dell’attuale Governo

ci ricorda con voce melliflua che dobbiamo morire se non di Covid-19 sicuramente di rabbia repressa

nel continuare a subire le conseguenze sociali, psicologiche ed economiche di una emergenza infinita senza emergenza.




Personalmente continuo a pensare che Speranza, al pari di tanti altri geni che stanno cavalcando la pandemia dal primo momento,
stia portando avanti una strategia politica abbastanza semplice, direi quasi elementare.

In soldoni, dopo essere riusciti a trasformare il contrasto a un virus a relativa bassa letalità in una sorta di Terza guerra mondiale
– così definita persino dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo – i fautori di un regime sanitario di stampo orwelliano,
i quali hanno imposto una sospensione senza precedenti delle garanzie costituzionali,
la tireranno ancora per le lunghe prima di mollare l’osso delle nostre libertà.


Probabilmente cercheranno di resistere con la tragica pagliacciata delle restrizioni fino a ridosso delle prossime elezioni parlamentari,

così da potersi rivendere la loro grande vittoria contro un nemico ancora più letale dell’Armata Rossa.



Ed è per questo motivo, a mio parere, che il prode Speranza si porta avanti con il lavoro,
attaccandosi in modo vergognosamente strumentale al tema delle varianti.

Varianti che, vorrei ricordare, costituiscono una evoluzione normale per i virus in generale e per i Coronavirus in particolare,

con la tendenza a selezionare i ceppi più “bravi” a replicarsi e anche meno letali proprio per adattarsi meglio all’ospite.

Così sembra andare avanti il rapporto tra queste invisibili entità biologiche e l’uomo da millenni

ma, a quanto pare, Speranza e i suoi soci del terrore diffuso ancora non lo sanno o fingono di non saperlo.



Nel frattempo non resta che goderci l’estate, in attesa nella prossima campagna invernale di una insensata guerra sanitaria.

Una guerra che oramai sul fronte delle cure e della profilassi sappiamo affrontare assai bene,

ma non su quello delle necessarie scelte politiche.


Scelte sciagurate che, nel caso di un terzo, insensato lockdown, risulterebbero catastrofiche.
 
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