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tontolina

Forumer storico
se CHAVEZ (sarà il nome infelice) espropria l'ENI

non così PUTIN con SHELL
ma gli inglesi ululano allo scandalo

Gazprom e Shell: la verità
Maurizio Blondet
13/12/2006
«La Gazprom arraffa il gas», strilla il Financial Times.
La Russia «non rispetta la santità del contratti», e così via.
La Shell ha dovuto cedere alle pressioni di Mosca, ed ha offerto di cedere la maggioranza di controllo del piano di sfruttamento Sakhalin.2, un giacimento inestimabile di gas, e un'impresa da 20 miliardi di dollari.
A leggere i media anglo-americani, si è trattato dell'ennesima brutalità moscovita.
Ma poi, a leggere meglio, si apprende quanto segue:
Shell Dutch Oil Company aveva stretto il «sacro» contratto ai tempi di Eltsin («Quando la Russia era debole», ammette il quotidiano della City), e il contratto era così concepito.
Shell s'era presa il 55 % della società Sakhalin-2; i suoi due partner giapponesi, Mitsui e Mitsubishi, avevano rispettivamente il 20 % e il 20 %.
Insieme, dunque, i tre s'erano accaparrati il 95 % del ricco giacimento.
Alla Russia, restava solo il 5 %.
Il titolo giusto dunque sarebbe: «Shell e complici arraffavano il gas» del popolo russo.
Non basta.
In base al contratto eltsiniano, i partner stranieri avrebbero recuperato i costi tecnici e di trivellazione con la vendita del gas liquefatto, prima di versare un solo dollaro a Mosca.
Ora, guarda caso, Shell aveva giusto denunciato «sovraccosti» imprevisti: dai 10 miliardi di dollari preventivati, a 20 miliardi.
Il doppio, mica male come errore di preventivo.
Ciò rimandava praticamente «sine die» il giorno in cui la Russia avrebbe visto un profitto dal suo gas del suo giacimento.
Questo trucco di gonfiare i costi consegue inevitabilmente questo tipo di contratti Shell, come ben sanno numerosi Paesi petroliferi del terzo mondo: prima noi anglo-olandesi ci copriamo le spese, poi cominciamo a pagare voi.
E purtroppo, le spese sono cresciute…



Il Cremlino, scrive il Financial Times, «si è infuriato»: evidentemente non è l'Angola.
Ha cominciato a mettere i bastoni tra le ruote.
Ha bloccato i lavori con la motivazione («il pretesto») di violazione delle norme ambientali da parte di Shell.
Ha praticato, strilla il Financial Times, «l'intimidazione».
Ha messo in pericolo «la sicurezza energetica dell'Occidente».
Ora, il bruto di Mosca ha avuto la meglio.
Il giacimento è così ricco e goloso, che Shell ha rinunciato alle proprie intimidazioni e ai propri ricatti, di cui non manca nella sua pratica esperienza storica.
Shell riduce la sua quota dal 55 % al 25 %; Mitsui e Mitsubishi scenderanno del 10 % ciascuna. Queste quote, il 50 %, saranno acquistate da Gazprom.
Non espropriate o sequestrate, ma comprate: Gazprom pagherà a Shell 4,2 miliardi di dollari per la sua nuova maggioranza.
Il Financial Times scuote la testa: Gazprom impiega in così malo modo il suo capitale, mentre avrebbe bisogno di fondi per ammodernare i suoi impianti decrepiti... sempre a fare lezioni di capitalismo.
Il giornale lamenta inoltre che questa prova di «protezionismo» moscovita possa diventare un cattivo esempio per tanti Stati europei, che già nutrono pulsioni del genere - cosa che chi scrive spera ardentemente.
In ogni caso, l'accordo ora è fatto.
E' probabile che anche il caso Litvinenko e la faccenda del Polonio 210, chissà, svaniscano dalle prime pagine.
Forse facevano parte del braccio di ferro, ora concluso.

Maurizio Blondet

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1640&parametro= economia



hanno da ridire pure sul caso autostrade e solo perchè il governo italiano non consentiva il passaggio della concessione della gestione della rete autostradale
che, ricordarlo non fa male, è di proprietà dell'ITALIA e non di Benetton. E' come se un affittuario subaffittasse l'appartamento e pretendere che il proprietario non dicesse nulla..... Hai visto MAI?


ma gli inglesi sono solo delle sanguisughe ... Goldam Docet
 

tontolina

Forumer storico
Eni esce dalla "conviction buy list" di Goldman Sachs

Finanzaonline.com - 14.12.06/10:36

Notizie parzialmente negative per gli azionisti Eni. Gli analisti della Goldman Sachs in un report odierno hanno infatti eliminato il titolo petrolifero italiano dalla loro "conviction buy list" paneuropea.
La raccomandazione su Eni rimane comunque "buy" (acquistare) per almeno tre distinti motivi: una valutazione attraente, una elevata generazione di free cash flow dalla divisione Gas & Power e una forte pipeline di nuovi progetti nell'esplorazione e produzione. Il target price di Eni è comunque stato rivisto al ribasso a 29,5 dai precedenti 30 euro.
La banca d'affari ha rimosso il titolo dalla propria lista ristretta di titoli paneuropei in seguito alla sovraperformance registrata nei confronti del settore (+9% da aprile). Gs sottolinea inoltre di non vedere, al momento, catalizzatori per ulteriori accelerazioni della performance nel medio termine.
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direi che la notizia fa molto bene al titolo che ora batte i 25,41€
 

tontolina

Forumer storico
segnalo
http://www.canisciolti.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=135
Il petrolio di Nassiriya

(22694 letture)



Molti lo denunciavano prima e dopo l'inizio della guerra all'Iraq. Siamo in Iraq per il petrolio.
Non per scopi umanitari e di salvaguardia dell'immenso patrimonio archeologico di quel paese come il nome della missione "Antica Babilonia" potrebbe fare pensare, ma l'oro nero c'entra e come. Una storia che vede l'Eni in prima fila e che dimostra la natura economica e non umanitaria della presenza delle forze italiane a Nassiriya.
Eni/Italia: Una missione di guerra per il petrolio dell'Iraq
di Redazione

Il teorema di Madsen
Le rilevazioni sul caso Calipari

Nassiriya, missione petrolio
di Elio Veltri
da l'Unità del 15.05.2005

Alcuni articoli sul tema
Dossier: Il mistero di Nassiriya
da Networkgames
Siamo a Nassiriya per il petrolio
da Networkgames
A Nassiryia per il petrolio dell'Eni
Italia dei valori
Effetti collaterali del made in Italy
di ecn.org
La complessa storia dell’uomo di Lunardi che ricostruisce l’Iraq
Un groviglio impressionante di indagati, incarichi, tangenti, amici, amici degli amici.
di Marco Ottanelli
Troppe coincidenze formano un dubbio?
di: Marco Ottanelli e Roberta Anguillesi
Iraq: Italiani brava gente?
da Il pane e le rose
 

tontolina

Forumer storico
Eni: Nigeria; Mend, Agip ha cercato di corrompere -2-

Il portavoce del Mend ha spiegato che il denaro con cui l'Agip ha cercato di ottenere la liberazione degli ostaggi, tre italiani e un libanese, "e' stato confiscato e sara' utilizzato in modo migliore". Un funzionario dell'Agip (gruppo Eni) ha dichiarato alla Dow Jones Newswires di non essere a conoscenza di quanto affermato dal Mend. "Mi domando come qualcuno possa aver ottenuto questa somma di denaro in un periodo di festa, quando le banche sono chiuse - ha detto - sono le banche che possono dare una tale somma". I ribelli del Mend spiegano che gli uomini incaricati di tenere sotto controllo gli ostaggi "hanno ricevuto istruzioni di ucciderli in caso di tentativi di liberazione senza autorizzazione". Il portavoce ha aggiunto che Agip ha finora perduto oltre 200 milioni di naria per negoziare la liberazione degli ostaggi, mentre avrebbe potuto "utilizzare questi fondi in progetti per la comunita' del Delta del Niger, cosa che avrebbe avuto un effetto molto piu' positivo su quelle persone che combattono le multinazionali petrolifere". red/ren (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 03, 2007 05:24 ET (10:24 GMT)
 

tontolina

Forumer storico
allora
indipendentemente di tutti i problemi che ha l'amministratore dell'ENI

se guardiamo i dati macroeconomici
notiamo un dollaro che si indebilisce rispetto all'euro

il petrolio che è ridisceso sotto la soglia dei 60$ al barile
seguito distanza ravvicinata dall'andamento del gas natural a 6.23$ contro gli 11.50 fatti segnare in agosto

direi che non è un gran bel vivere per quelle società che operano nel settore
la
conocophilips=-3.14 -pigrecooooooooooooooooo


per chi non avesse studiato la circonferenza
informo che il numero è irrazionale ed è dato dal rapporto tra la la circonferenza (che per gli essoterici è DIO) e il dimanetro (che per gli essoterici è la realtà umana)
 

tontolina

Forumer storico
tontolina ha scritto:
Alla fine Beppe Grillo ha avuto ragione
mi pare che le società italiane abbiano pure esportato energia elettrica


Elettricità: il governo taglia gli incentivi - di Redazione -


da Milano
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=139451

Il governo ha deciso ieri di tagliare gli aiuti alle compagnie produttrici di elettricità, limitando nel 2007 i finanziamenti di incentivo alle sole «fonti rinnovabili» e non più anche alle «fonti assimilate»: il cosiddetto Cip6, il mezzo che era stato utilizzato negli anni scorsi per spingere le compagnie a investire nella costruzione di nuove centrali, è così diventato meno ricco. E poiché il Cip6 era finanziato da un'apposita voce della bolletta della luce, questo significa che nella prossima bolletta potrebbe arrivare uno «sconto» che andrebbe a bilanciare almeno in parte gli aumenti derivanti dal rincaro del prezzo del gas, con cui viene fatta gran parte dell'elettricità. Intanto ieri l'Autorità per l'energia ha multato Eni, Edison, Enel Trade, Sorgenia e Gas Natural Italia per «uso illecito» delle scorte di gas. Il gas, in altri termini, sarebbe stato utilizzato per alimentare centrali elettriche, mentre in origine era destinato alla piccola clientela e all'uso domestico. I periodi in causa sono gli «anni termici» 2004-'05 e 2005-'06. Le compagnie, spiega l'Authority chiudendo le istruttorie nei confronti di 10 società, «hanno usato le proprie capacità di stoccaggio per finalità diverse» da quelle stabilite. Multe quindi da 90 milioni per Eni, 20 per Edison, 24 per Enel, 900mila euro per Sorgenia e 310mila per Gas Natural. «Queste cinque società sono state sanzionate per aver usato le proprie capacità di stoccaggio per finalità diverse da quelle per cui esse erano state conferite» sottolinea la nota, spiegando che «l'uso illecito delle capacità conferite ha comportato prelievi da stoccaggio, nell'inverno 2004-2005 e nei mesi di novembre e dicembre 2005». Prelievi «superiori a quelli che, in ragione dell'effettivo andamento climatico, sarebbero stati necessari ed assegnati per servire i clienti finali con consumi inferiori a 200mila metri cubi l'anno (tra i quali è compresa l'utenza domestica)». «La tematica riguardante il corretto prelievo di gas dagli stoccaggi assume particolare importanza - ricorda l'Authority - anche in rapporto alla sicurezza del sistema (specie nel periodo invernale)». Ma cerchiamo di capire che cosa è realmente avvenuto: a quanto pare le società avrebbero ceduto il gas ai produttori elettrici che ne facevano richiesta perché il prezzo dell'energia era salito ed erano diminuite le importazioni di elettricità dall'estero.
Agli Italiani non resta che giocare al lotto !
E' nato prima l'euro o la gallina ?

Di chi é la colpa ? E' nato prima l'uovo o la gallina ?
euro_aumento-prezzi-2001_2006.gif

Marco di Roma scrive:
ENERGIA: Ecco gli aumenti di prezzi in 5 anni di euro e Analisi Costi Bollette

LUCE +10,9%
GAS CASA +16%
The best of the year is: TV LCD -50.9%
The worst of the year is: LOTTO GIOCATA MINIMA +92.3%
Una pizza? Costa quasi il 50% in più.


Click here: http://wallstreetrack.wordpress.com/2006/12/30/gli-aumenti-dei-prezzi-in-italia-in-5-anni-di-euro/


La causa non e' l'euro, ma la mancata gestione dello stesso, il mancato controllo sui prezzi da parte del governo berlusconi, la mancata doppia circolazione per almeno 2 anni......e naturalmente la disonesta' di moltissimi commercianti, artigiani , liberi professionisti, grandi gruppi industriali.

Dei 38,68 miliardi di euro che ogni anno gli italiani pagano per le bollette elettriche, 4,96 miliardi ( il 12.92% del totale) sfumano negli 'oneri di sistema', tutta una serie cioé di voci, prezzi e sovrapprezzi contenuti nella tariffa elettrica che nulla hanno a che vedere con la luce, cioe' nulla hanno a che fare con il costo per produrla, trasportarla, gestirla e distribuirla. Una sorta di 'obolo' che pesa sulle bollette degli utenti italiani, da tempo nel mirino per essere tra le più alte nel confronto con gli altri paesi europei.

Scorrendo dagli ultimi dati disponibili su quelli che in gergo vengono definiti 'extra-oneri del sistema' si rileva così che gran parte della voce è costituita da capitoli tra i più disparati:

1- dagli incentivi Cip6, riconosciuti alle fonti rinnovabili;

2- dagli incentivi Cip6 fino a ieri riconosciuti a quelle assimilate (come ad esempio gli inceneritori e la produzione elettrica da scarti di lavorazioni petrolifere). ( Cip6 , i contributi agli inceneritori che, senza la lotta dei Verdi e, prima di molti ragazzi dei vari meetup, su tutti Max, naturalemnete tra quelli che io ho conosciuto per lettera o di persona, ci sarebbero ancora: "Il Consiglio dei Ministri ha ripristinato l'emendamento scomparso al Senato - che esclude le fonti assimilate, tra queste gli inceneritori, dagli incentivi per le rinnovabili");

3- dagli incentivi riconosciuti ai regimi tariffari speciali per alcune società come le Fs;

4- dagli incentivi riconosciuti per la copertura degli sconti praticati ai clienti 'interrompibili', quelli cioé che accettano di vedersi staccare la fornitura in caso di emergenza di offerta;

5- dagli incentivi riconosciuti per i certificati verdi, mirati alla produzione pulita di elettricità;

6- dagli incentivi riconosciuti per un'altra parte della voce extra-costi, destinata agli oneri pregressi: ovvero a tutti quei rimborsi e coperture riconosciuti agli operatori per scelte di politica industriale del passato. Molte di queste voci di rimborso/costi per il cittadino - come nel caso dei cosiddetti stranded cost - sono legate a scelte di politica economica imposte agli ex monopolisti prima della liberalizzazione ed il cui recupero è divenuto impossibile con l'apertura del mercato. Tra queste sono comprese anche gli oneri nucleari. Mentre per anni gli italiani hanno pagato un 'dazio' per rimborsare le imprese elettriche, Enel in prima linea, per gli investimenti fatti e non recuperati con l'addio alla produzione atomica, decisa dal referendum del 1987, questa voce oggi si riferisce al solo programma di smaltimento del materiale potenzialmente radioattivo degli ex siti nucleari. Programma che é stato affidato alla Sogin, società del Ministero dell'Economia.

Ecco, secondo gli ultimi dati disponibili (riferiti al terzo trimestre del 2006), la struttura del prezzo dell'elettricità al netto delle imposte:

VOCE MILIONI EURO INCIDENZA % SU TOTALE

COSTI ENERGIA 27.280 70,5%
TRASMISSIONE 1.005 3,0%
DISTRIBUZIONE 4.617 11,5%
VENDITA E MISURA 812 2,0%
ONERI SISTEMA 4.966 12,9%

TOTALE 38.680 100,0%


GLI OMESSI CONTROLLI SUI PREZZI E LA DISONESTA' DI MOLTI ITALIANI HANNO AVUTO EFFETTI DEVASTANTI SUI CONSUMI DELLE FAMIGLIE IN 5 ANNI DI EURO:
5 ANNI DI STANGATE, CHE HANNO PRODOTTO UN TRASFERIMENTO FORZOSO NEL SOLO 2005 DEL 4 PER CENTO DEL PIL (56.68 MILIARDI DI EURO) DALLE TASCHE DEI CONSUMATORI A QUELLE DI COLORO CHE DETERMINANO PREZZI E TARIFFE, CON DEVASTANTE EROSIONE DEI REDDITI E CON RINCARI DI SPESA NEL 2005 PARI A 1.176 EURO A FAMIGLIA, CON CONSUMI ANNUI PER FAMIGLIA MEDIA DI 4 PERSONE CHE SONO PASSATI DAI 27.139 euro DEL 2004 a 28.315 euro DEL 2005.


INFLAZIONE NAZIONALE INDICE ISTAT +11.7% (un +5,7% concentrato nei primi due anni e del 6% spalmato negli ultimi tre).

http://beppegrillo.meetup.com/boards/view/viewthread?thread=2542188

Le retribuzioni dell'industria e dei servizi, da metà del 2002, crescono più dell'inflazione, (+3,8% nei primi 10 mesi 2006, contro il +2,1% dell'inflazione nei primi dieci). Negli ultimi cinque anni l'inflazione effettiva post euro, è stata il doppio circa di quella segnalata dall'Istat +11,7% che esclude alcuni beni e conteggia male il paniere di beni. I prezzi al consumo in media sono cresciuti del 20%, mentre per alcune categorie di beni e servizi la spinta verso l'alto è stata fino a 5 volte più forte, e che danno un'idea chiara di come in alcuni settori chiave la speculazione, scarsamente contrastata, abbia innalzato i listini in misura del tutto ingiustificata.



Edited by Marco on déc. 31, 2006 at 12:48 PM

http://beppegrillo.meetup.com/boards/view/viewthread?thread=2542188

piu' ampie informazioni sono qui :

http://wallstreetrack.wordpress.com/files/2006/12/euro_aumento-prezzi-2001_2006.gif
 

tontolina

Forumer storico
Scaroni: dalla Russia con calore


di Guido Fontanelli
26/12/2006

http://www.panorama.it/economia/finanza/articolo/ix1-A020001038962/idpag1-1


Paolo Scaroni, 60 anni, amministratore delegato dell'ente petrolifero italiano.
Ha garantito le forniture di gas all'Italia per 30 anni con oltre il 10 per cento della produzione russa, strappata al concorrente cinese. E ha ottenuto lo sfruttamento di alcuni giacimenti siberiani di petrolio. In cambio il colosso russo entrerà nel capitale dell'Enipower, ma non nella rete italiana del gas. L'amministratore delegato dell'ente petrolifero italiano spiega le sue strategie.



Il contrasto tra Minsk e Mosca sul prezzo del gas rischia di lasciare senza forniture l'Europa occidentale. I Paesi che rischiano di più sono Germania e Polonia, mentre l'Italia, tramte il ministro Bersani, fa sapere che le nostre forniture dipendono in misura molto limitata dai gasdotti di transito bielorussi, ai quali potrebbe attaccarsi Minsk qualora la minaccia di Gazprom di tagliare le forniture prendesse corpo. L'intervista a Scaroni, pubblicata su Panorama due numeri orsono, spiega le strategie del Belpese per non rimanere a secco.

Un eroe che torna dalla lontana Russia con tanto gas da farci stare al calduccio fino al 2035. Ma anche l'uomo che fa penetrare nei gangli dell'economia italiana una specie di Spectre dell'energia. Ci vorrà tempo per giudicare il valore storico dell'accordo che Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, ha firmato martedì 14 novembre a Mosca con i vertici della Gazprom dopo una lunga trattativa.
Nel frattempo Scaroni si prepara a festeggiare il suo sessantesimo compleanno godendosi la soddisfazione di avere fatto compiere al suo gruppo, principale cliente mondiale della Gazprom, un fondamentale salto di qualità nei rapporti con la Russia. Come spiega in questa intervista a Panorama.

Che esperienza è stata negoziare con i russi?
Il negoziato è stato complesso, come lo sono sempre i negoziati di questa portata. L'unica difficoltà è che Alexey Miller, amministratore delegato della Gazprom, e Alexander Medvedev, vicepresidente, sono sempre in movimento e spesso devono seguire Vladimir Putin nei suoi viaggi. Del resto, il tema del gas oggi è al centro del mondo.

Ha sentito di avere alle spalle il sostegno della politica italiana?
In questo genere di trattative la politica è indispensabile. E il governo italiano ha svolto il suo ruolo.

Quali sono i vantaggi di questo accordo per l'Eni e per gli italiani?
È un contratto di grande importanza perché ci siamo assicurati per 30 anni una fornitura di gas che copre il 30-35 per cento dei consumi italiani. E lo abbiamo fatto con un'azienda, Gazprom, con la quale collaboriamo da 37 anni senza avere avuto mai problemi. In più l'Eni entra nella produzione e nell'estrazione di gas e di petrolio a fianco della Gazprom in Russia e in altri paesi: il petrolio che produrremo sarà anche nostro.

Ma questo accordo, che rinnova e allunga nel tempo contratti già esistenti, non ha aumentato i volumi di gas. Perché?
Quello che abbiamo ottenuto è un risultato importante. Per farle capire meglio la rilevanza di questo accordo, guardi la mappa della Russia: il gas è tutto qui, in Siberia. Sarebbe facile portarlo in Cina, che ha una gran fame di energia. Ecco, noi siamo riusciti a restare il singolo maggior acquirente della Gazprom e a portare fino al 2035 in Italia 22 miliardi di metri cubi di gas all'anno. E poi ci sono i 3 miliardi di metri cubi che la Gazprom potrà vendere ad altri operatori italiani, attraverso accordi con municipalizzate o con nostri concorrenti. E infine, il gasdotto Tag che porta il gas dalla Russia aumenterà nei prossimi anni la sua capacità di altri 6,5 miliardi di metri cubi disponibili per altri operatori che serviranno il mercato italiano.

Quanto gas produce la Russia

Perché la Gazprom ha scelto l'Eni?
Il nostro rapporto con la Russia dura da oltre mezzo secolo ed è fortemente consolidato. E poi perché l'Eni, a differenza delle altre compagnie petrolifere, conta su due gambe: una è l'attività di ricerca e produzione di idrocarburi, l'altra è l'attività di commercializzazione del gas. È come se i francesi si fossero presentati con la Total e la Gaz de France insieme.

Rispetto all'intesa siglata un anno fa dal suo predecessore Vittorio Mincato, le condizioni economiche sono cambiate?
No, il meccanismo di calcolo del prezzo è uguale.

Che differenza c'è tra questo contratto e quello precedente, impallinato dall'Antitrust?
Quello era solo commerciale e riguardava uno dei tre contratti di fornitura con la Gazprom. Il nostro accordo riguarda invece più gas che arriva dalla Russia per un tempo molto più lungo. Quanto all'Antitrust, c'è un po' di confusione: l'intesa di un anno fa voleva essere mitigativa del contenzioso aperto con l'Autorità sul gasdotto proveniente dalla Tunisia, dove siamo accusati di non aprire alla concorrenza e per il quale siamo stati multati per 290 milioni di euro. Questa volta non leghiamo l'accordo con la Gazprom al contenzioso tunisino del 2004: le due cose sono separate.

Ha sentito l'Antitrust?
Abbiamo fatto tutte le verifiche. E certo questa intesa non è anticompetitiva.
E avete risolto il contenzioso del gasdotto tunisino Ttpc con l'Antitrust?
Abbiamo fatto ricorso contro la multa, che ci sembra eccessiva. Il mio obiettivo è avere rapporti costruttivi con l'Antitrust, affrontare insieme i problemi invece di far lavorare i magistrati del tar.

Ma siete sempre nel mirino per scarsa concorrenza nella distribuzione di gas...
Da noi in Italia c'è certo più concorrenza che negli altri paesi europei, a cominciare dalla Francia. Prova ne è che da noi il gas costa meno che a tutti gli altri cittadini europei.

Non la imbarazza legare l'Eni a un gruppo che ha contatti così stretti con Vladimir Putin, un presidente accusato di ridurre la democrazia nel suo paese?
La Gazprom non fa certo paura, visto che lavoriamo insieme da 37 anni. Da un punto di vista politico, se si ha paura della Russia bisogna diversificare le fonti energetiche, costruire i rigassificatori, ricorrere eventualmente al nucleare, risparmiare. Se non si fanno queste cose e si va verso il gas, inevitabilmente si compra il gas dalla Russia. La soluzione non è demonizzare la Gazprom, ma la diversificazione degli approvvigionamenti.

La Gazprom non entrerà nella Snam Rete Gas?
Ritengo che l'Eni debba mantenere il controllo della Snam Rete Gas fino a quando l'Europa non farà regole uguali per tutti.

Perché la Gazprom diventerà azionista dell'Enipower?
La Russia ha una legge che vuole la simmetria tra quanto viene concesso a una compagnia straniera e quanto la corrispondente società russa ottiene all'estero. Così l'Eni, a fronte dell'ingresso nella produzione ed estrazione russa, offre la possibilità alla Gazprom di investire con lei sui mercati internazionali. Il suo futuro ingresso nella nostra società che produce energia elettrica risponde a questa richiesta.


Grazie a questo accordo potrete aggiudicarvi dei giacimenti della ex Yukos: a quali siete interessati?
Potremo sfruttare alcuni giacimenti di petrolio e di condensato (idrocarburi allo stato liquido, ndr) che si trovano in Siberia.

Cosa dice a chi sostiene che intese come quella tra Gazprom ed Eni o con i tedeschi indeboliscono la politica comune europea per l'energia?
In un articolo pubblicato dal Financial Times il 18 gennaio, ho scritto che l'Europa deve avere una politica comune per l'energia. Serve una figura che abbia i poteri di dialogare con i grandi fornitori di gas nel mondo per conto dei paesi dell'Unione, che si batta per la creazione di una rete europea integrata dei gasdotti, e infine che possa armonizzare gli utilizzi di energia per le necessità di ciascun paese dell'Ue.

Ma lei che cosa fa per diversificare i suoi fornitori di gas?
L'Eni è l'unica società europea che ha cinque fornitori di gas: Russia, Norvegia, Olanda, Algeria e Libia. E l'unico rigassificatore in Italia è di Snam Rete Gas.

Con un autunno così mite, il prezzo del greggio continuerà a scendere? E farà calare anche i vostri utili?
Premesso che a fare previsioni sul prezzo del petrolio si sbaglia sempre, e io non faccio eccezioni, noi ci attendiamo un prezzo del petrolio in calo per almeno un paio d'anni. Per ciò che riguarda i nostri utili, il petrolio anche a 50-55 dollari al barile resta ancora molto alto.
 

tontolina

Forumer storico
sono andata sul sito di ProRealTime.com
e ho guardato il grafico dell'oil
ho fatto i ritracci di FIBO
e ho potuto constatare che il target finale di questo movimento potrebbe essere persino 41$ al barile
per cui in bocca al lupo nèèèèèèèèè
 

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