Per quanto mi riguarda, stante il fatto che hanno perso in questi ultime settimane il controllo del cambio, quello mi pare l'unico driver da seguire per il trading. Avevo e mantengo una esposizione elevata all'Arg per le mie abitudini (15% circa del ptf) che non ho diminuito ma ho tradato e sto tradando in questi giorni al ribasso (ho le due 38 in euro) per diminuire i danni. Al mattino switcho tra le due a seconda dei differenziali nelle quotazioni e al pomeriggio all'apertura dei mercati Usa guardo il cambio e decido se vendere per riacquistare poco dopo più in basso (negli ultimi gg è stato così dato il tracollo in intraday dell'ars) o incrementare per poi vendere la parte incrementata (fino a qualche giorno fa si riusciva). Cmq a fine giornata per ora tengo la stessa posizione in val nom dell'apertura, salve piccole variazioni.
Il rischio è sicuramente aumentato ma continua a non sembrarmi immondizia, anche se i dati di dicembre - inflazione, deficit fiscale e crescita - sono stati abb deludenti; e soprattutto la direzione politica è parsa meno incline di quanto avrebbero voluto i mercati ad impegnarsi negli obiettivi dichiarati. A questo si aggiunge una crescita dell'indebitamento pubblico (in valuta estera) ma soprattutto privato (in ars con aumento della base monetaria) che ha effetti ulteriormente deprimenti su infl e cambio. Circolo vizioso insomma.
Ps: io mantengo la posizione come detto prima ma non significa che consiglierei l'entrata a nessuno, data la volatilità e finché il cambio non arrivi a dare qualche segno concreto di stabilizzazione.