Metodo socratico
Ma, zio strabilly, io non la vedo.
Metodo socratico
http://it.wikipedia.org/wiki/Maieutica
Il metodo socratico, basato su domande e risposte tra Socrate e l’interlocutore di turno, procede per confutazione, ossia per eliminazione successiva delle ipotesi contraddittorie o infondate. Esso consiste nel portare gradualmente alla luce l’infondatezza di tutte quelle convinzioni personali che siamo abituati a considerare come scontate, come vere, e che invece rivelano, ad un attento esame, la loro natura di “opinioni”. Tale metodo è detto “maieutico” (ostetrico) in quanto è fondato non sul tentativo di vincere l’interlocutore con una propria verità, così come facevano i sofisti, ma su quello di condurre per mano l’interlocutore con una serie di brevi domande e risposte per arrivare a portare l'interlocutore a dichiarare la propria ignoranza: a riconoscere, cioè l'impossibilità di avere verità definitive. Aristotele ha attribuito a Socrate la scoperta del concetto e del metodo induttivo, visti come l’essenza del metodo scientifico, sostenendo però al contempo la loro inadeguatezza al trattamento dei problemi dell’etica. In realtà il dialogo socratico ha un profondo valore morale basato sul rispetto dell'interlocutore.
l metodo può essere utilizzato da un professore capace per insegnare agli studenti non un certo insieme di nozioni, ma a pensare con la loro testa. Ecco alcuni fondamenti di questo metodo di insegnamento:
- L’insegnante e gli allievi devono essere d’accordo sull’argomento da trattare.
- Gli studenti devono accettare di rispondere puntualmente alle domande dell’insegnante.
- L’insegnante e gli allievi devono convenire sul fatto che il procedimento razionale in questione debba avere almeno la stessa importanza dei fatti veri e propri (da cui il ragionamento prende le mosse, ma nei quali non deve esaurirsi, se il fine è veramente quello di oltrepassare gli angusti limiti dell’opinione per aspirare a delle conclusioni più “generali”).
- L’insegnante dovrà mostrare agli allievi la maniera di evitare errori nel ragionamento; soprattutto, dovrà mostrare quanto radicata sia la tendenza a proporre le proprie convinzioni personali come verità ovvie ed immediatamente, condivisibili su un piano universale. (Questo richiede ovviamente un grande talento da parte del docente ed una grande rapidità nel valutare le risposte e nel formulare le domande che siano maggiormente in grado di portare avanti fruttuosamente il dialogo; il che non esclude che egli possa esser ripreso dagli allievi, ove questi individuino errori da parte sua).
Ovviamente si tratta di un metodo di “formazione” più che di “informazione” (come ha sottolineato Pierre Hadot), che rivela i suoi limiti all’interno di un’istituzione scolastica volta a valutare gli studenti e a consegnare titoli di riconoscimento. Certamente è innegabile la sua ricchezza dal punto di vista squisitamente pedagogico, soprattutto in quanto incoraggia un atteggiamento attivo nei confronti della conoscenza piuttosto che un atteggiamento passivo di ricorso all’autorità.
I punti 1, 3, 4 ci sono, manca il due.
Devi farmi delle domande per guidarmi verso la verità, non basta che scrivi "CRACK" in rosso, o no?