Banco Popolare (BP) aspettando un vecchio amico ......... (1 Viewer)

Topuan

Forumer storico
[FONT=arial,elvetica]Banco Popolare e Fonsai: intervento a favore di sottoscrittori index-linked [/FONT]

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Quotazioni​
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LEHMAN BROTHERS HOLD...[SIZE=-1]LEH
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[SIZE=-2]Mibtel: migliori e peggiori[/SIZE][FONT=arial,helvetica]I gruppi Banco Popolare e Fondiaria-Sai, cui fa capo il capitale sociale di Novara Vita S.p.A., hanno concordato un intervento eccezionale a favore dei sottoscrittori di polizze index linked, emesse da Novara Vita S.p.A. e aventi come sottostante titoli Lehman Brothers (NYSE: LEH - notizie) . L'intervento si pone l'obiettivo di garantire la restituzione delcapitale nominale previsto dal contratto originario. Le polizze interessate sono Adesso Index Giugno '07, Adesso Index Agosto '07 e Creberg Polar Index Luglio 2007. L'intervento si tradurrà nella risoluzione anticipata della polizza originaria e nella sottoscrizione di una nuova polizza index linked avente come sottostante titoli di bancheitaliane. [/FONT]
 

Topuan

Forumer storico
da Milano Finanza del 29/11/08 "Orsi e tori" di Paolo Panerai
Ha nome e cognome il complesso meccanismo di patrimonializzazione delle banche deciso nel decreto approvato dal governo nel consiglio dei ministri di venerdì 28. E il nome e cognome non è quello del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che pure è il trionfante autore del decreto. Il nome è Alessandro e il cognome Profumo, per una ragione molto semplice, strettamente attinente al costo che le banche dovranno pagare per le obbligazioni che chiederanno al Tesoro di sottoscrivere.
Si dà il caso infatti che, per cercare di uscire da solo dalla tempesta, Profumo abbia fatto approvare all’assemblea di Unicredit un’emissione obbligazionaria, riservata in ai grandi azionisti della banca, con un tasso d’interesse vicino al 10%. Qualora Unicredit avesse bisogno dei fondi dello Stato per rafforzare il suo patrimonio, perché mai dovrebbe corrispondere al Tesoro meno del 10% che ha deciso di pagare per le obbligazioni riservate agli azionisti?
In altre parole, se le banche che hanno bisogno dei capitali pubblici per tornare a livelli superiori del Core Tier 1 (rapporto fra patrimonio e impieghi),
saranno costrette a pagare al Tesoro tassi molto alti, dovranno ringraziare unicamente l’operazione fatta da Unicredit. Legittimamente, Profumo ha dichiarato il giorno del varo del decreto che l’operazione di salvataggio di Romain Zaleski è un’operazione di mercato nella quale, a salvataggio compiuto, le banche avranno un premio. Come sarebbe stato possibile per il governo far accettare ai cittadini e alle aziende che non sono interessate alle banche di non usare la stessa logica, e quindi ipotizzare un complesso meccanismo che di fatto rende caro il denaro che eventualmente sarà chiesto sotto forma di obbligazioni da far sottoscrivere al Tesoro?
Da una parte Unicredit decide di remunerare con il 10% i propri azionisti, dall’altra rivendica il diritto a fare operazioni di mercato: se Tremonti avesse fissato per i fondi da dare alle banche un tasso inferiore, avrebbe inevitabilmente commesso una grave iniquità rispetto ai cittadini comuni e a tutto il resto del sistema economico del paese.
Nasce anche da qui la severità, reiterata, di Tremonti nello stabilire che le banche, oltre a un tasso commisurato agli utili disponibili, se vogliono i soldi dovranno sottoscrivere un codice etico tale da garantire che con quei capitali provenienti dallo Stato sarà incrementato il credito alle famiglie e alle imprese.
Insomma, purtroppo per il paese, uno dei provvedimenti più rilevanti all’interno del decreto per il tentativo di far uscire il paese dalla crisi e recuperare un decente sviluppo dell’economia, è segnato da questo confronto a distanza fra il ministro dell’Economia e il più baldanzoso banchiere del paese. Con il vantaggio di Tremonti di avere ovviamente più potere e aver saputo girare in termini di equità le sue scelte. Perché la tanto importante ricapitalizzazione delle banche possa andare in porto, occorrerà inevitabilmente che in sede di conversione in legge del decreto si trovi la via di un emendamento che ristabilisca l’equità, facendo però scendere il costo di quei capitali per le banche.
A parte questo confronto-scontro a distanza, che si è riflesso sull’articolo dedicato alle banche, il decreto contiene ottime decisioni, ma corre il rischio di non cambiare l’umore del paese poiché non ha nessun provvedimento con effetti immediati sulle tasche dei cittadini.
Il neo rigorismo di Tremonti, che come primo atto di governo riconfermò a Bruxelles l’impegno dell’Italia a rispettare gli impegni assunti dal governo Prodi in termini di deficit e di debito, ha fatto sì, per esempio, che anche il provvedimento di sostegno alle famiglie con il bonus straordinario per quei nuclei che hanno un reddito complessivo inferiore ai 22 mila euro è stato reso erogabile dal gennaio 2009, saltando quindi la campagna natalizia, che sul piano psicologico poteva avere un alto valore. Probabilmente, la complessità di erogazione del bonus straordinario, avrà imposto questo ritardo, ma sul piano della fiducia da far recuperare alle famiglie la decisione è certamente negativa. I provvedimenti positivi sono sicuramente quelli riguardanti il pagamento dell’Iva al momento dell’incasso e non dell’emissione della fattura, la riduzione di fatto dell’Irap, e soprattutto lo sblocco degli investimenti in infrastrutture attraverso la norma che cancella la possibilità di blocco dei lavori da parte di iniziative giudiziarie di chi ritiene di essere danneggiato da quelle opere. La nuova norma consente di continuare nei lavori senza interruzione, rinviando alla fine dell’iter giudiziario l’eventuale rimborso dei danni subiti dal ricorrente.
Se è vero, come è vero, che la realizzazione delle infrastrutture, con i relativi investimenti, può essere il più forte propellente per rimettere in moto l’economia, la nuova norma sarà di sicuro effetto e alta qualità per l’azione
di governo. Non mancano poi provvedimenti importanti anche se scontati, come il rafforzamento dei Confidi che aiutano le piccole e medie imprese a ottenere crediti. Mentre è del tutto imprevista, anche se auspicata due settimane fa su queste pagine, la decisione di rimborsare immediatamente i crediti Iva ultradecennali e soprattutto i pagamenti dei debiti verso le aziende da parte dello Stato. Il provvedimento non altera lo stock di debito, costringe lo Stato a emettere più titoli di debito, ma è straordinariamente importante per far recuperare credibilità allo Stato stesso, alleviando in moltissimi casi la necessità di credito delle aziende. Con questo provvedimento Tremonti e il governo cercano di sottrarsi al boomerang che poteva venire dalle banche criticate per la riduzione di crediti che stanno facendo e per l’innalzamento del costo del denaro, su cui il decreto contiene una disposizione chiarificatrice: il tasso di riferimento diventa quello ufficiale della Bce, al posto di Euribor o altri indici che, essendo fissati dalle stesse banche per le operazioni fra di loro, lasciano sempre un margine di dubbio sulla loro rispondenza reale al mercato.
Quindi un provvedimento, quello delle banche, forzatamente non troppo agevolativo; aiuti alle famiglie posposti con conseguente mancato effetto sui consumi natalizi, ma altri provvedimenti strutturali significativi e in alcuni casi importanti; altri, come quelli sull’opa, che per statuto può essere inapplicabile
alle società quotate che adottano il nuovo provvedimento, spiegabili con la paura che i pochi campioni italiani siano scalati, ma certamente contraria a sane regole di mercato, sia pure nella neovisione etica che il mercato deve avere secondo Tremonti. Risultato: non si può dire che il governo sia rimasto immobile, ma neanche che sia riuscito a iniettare una fortissima spinta al paese.
Come mai Silvio Berlusconi non è riuscito a trasmettere agli italiani, alle famiglie e alle imprese, quella carica che era necessaria in un momento così critico?
Non solo per la linea rigorista di Tremonti e per coloro che all’interno della stessa maggioranza tramano perché fra i due nasca una spaccatura, ma per una ragione fondamentale: con il debito che ha, il paese resterà impiombato se non potranno essere presi provvedimenti strutturali realmente forti come il cambiamento profondo della legge sulle pensioni. Il vero cancro del paese è il mancato completamento della legge Dini con l’elevazione dell’età pensionabile a 65 anni per tutti, donne comprese, come accade in tutti i paesi visto l’allungamento della vita media.
Ma per fare una riforma definitiva delle pensioni, che potrebbe liberare risorse fondamentali per investimenti strutturali, occorre trovare l’accordo con i sindacati, con tutti i sindacati, mentre la Cgil programma di scendere in piazza anche senza che il tema pensioni sia stato neppure sfiorato. Ma non basta neppure il consenso o la neutralità dei sindacati. Ci vuole, come imporrebbe la drammaticità della crisi che ha colpito il mondo, una piena corresponsabilizzazione e adesione alla riforma anche dell’opposizione, se solo si rendesse consapevole che senza questa riforma, se mai dovesse tornare al governo, non potrebbe essa stessa far altro che assistere come minimo alla stagnazione. Ma c’è di più: l’ufficio studi della Banca d’Italia ha calcolato che sta per iniziare l’effetto flessibilità della legge Biagi, che ha fatto salire enormemente l’occupazione. I lavoratori con contratti resi possibili dalla legge Biagi sono 4,5 milioni. Bankitalia ha calcolato che, essendo arrivati al limite massimo dei 36 mesi per l’applicabilità degli stessi, sta per iniziare l’esodo dalle aziende di circa 350 mila lavoratori al mese. Per questi, se non riparte la crescita, le chance di lavorare sono meno che scarse, cioè di trovare un nuovo lavoro sia pure a termine in altre aziende.
Avranno un bel dire a protestare sindacati e opposizione: per i lavoratori ex legge Biagi c’è solo la speranza che l’economia riprenda. Ma senza la liberazione di risorse e con il freno della spesa per pensioni, lo Stato italiano non può certo permettersi la flessibilità rispetto ai parametri di Maastricht della Germania, che ha debito zero, o della Francia, che ha debito contenuto. Il rigore a cui il governo Prodi ha impegnato il paese e che Tremonti e Berlusconi inevitabilmente hanno dovuto confermare, mette l’Italia nella condizione peggiore fra tutti i paesi d’Europa. Avranno i sindacati e l’opposizione il coraggio di prendere atto che l’unica leva possibile è l’abbattimento prospettico della spesa per le pensioni? Se lo fossero certamente, Tremonti dovrebbe, anche se non volesse, abbandonare il suo neorigorismo e quindi spingere sugli investimenti pubblici per far ripartire realmente l’economia.
Come del resto si appresta a fare Barack Obama, che appena salirà al potere favorirà l’immissione di denaro nel sistema economico per una quantità pari addirittura al 2% del pil. Il risultato appare molto probabile con una tale cura da cavallo e con il probabile abbandono della spesa per le guerre, applicando il saggio principio di Henry Kissinger in base al quale la migliore soluzione è sempre quella di ritirarsi dicendo che la guerra è stata vinta. Ma se ripartiranno gli Stati Uniti e l’Italia non potesse approfittarne perché impiombata dallo stock di debito pubblico, per il paese sarebbe davvero la decadenza. Tuttavia c’è una condizione indispensabile da soddisfare perché i sindacati e l’opposizione possano aderire alla riforma fondamentale delle pensioni: che Berlusconi e Tremonti sappiano costringerli al dialogo, anche se sia gli uni che gli altri sono profondamente divisi, per non dire spaccati. La crisi in atto è l’occasione per il presidente del consiglio e il ministro dell’Economia per dimostrare di essere veri statisti, il che implica spesso di dover fare anche rinunce importanti al proprio orgoglio per costringere l’opposizione a essere seria.

la parola esatta è proprio decadenza....questa crisi stà solo accelerando il declino,che già è in corso da 10 anni.
 

Topuan

Forumer storico
delisting italease subito ora,questa è un altra occasione(voluta o no...) per farlo immediatamente.
 
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zagalone

Forumer storico
.....è da un annetto ke leggo ke i prezzi scontavano ecc...ecc...
ma nel frattempo si è passati da 25 a 6 e rotti....
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chiaramente gli incagli aumenteranno a razzo e non caleranno certo con le fusioni....ma renderanno quest'ultime ancor + urgenti

con la fusione con vendita del creberg + chiusura di molti sportelli ke si sovrappongono ...i conti potrebbero cominciare a migliorare...come minimo xkè si tagliano molti costi non + sostenibili...
è da quel dì ke lo diko..................

ake, son bloccato in casa.................raffreddore del komandante:wall::wall::wall::wall::wall::wall:

ora devo andare a prendere il pane, poi riprendo.......
 

zagalone

Forumer storico
Bil sospesa in attesa di nota!!!vuoi vedere che annunciano il delisting???magari a 6/7 eurini?Vuoi vedere che il volpino ci ha azzeccato ANKE stavolta?Vabbè aspettiamo cosa dicono,sperem cose buone x chi è dentro inkastrescion.!!:up::up::cool::cool::cool::cool::cool:
DOC, quì lo diko e quì lo nego: non è come stò leggendo ..................QUì E NELLALTROMONDO.......

OCIO.................
 

zagalone

Forumer storico
raga, credo proprio che fessakiotto-pompadour e compagni di merenda debbano andare a nascOndersi dalla

VERGOGNA

se avessero un briciolo di dignità
 

zagalone

Forumer storico
raga, su bil: guardate che non è così e si stà decidendo tutto questa mattina

credo che siano riuniti anche i cda di tutti gli pattisti (o almeno i loro esecutivi) , ma non ho riscontro certo di ciò (se ci fosse qualcuno con contatti col leoncino, è pregato di scrivere)

mentre per il lingo son certo..............

è una bufala dei bauscia e pertanto và presa con beneficio dinventario: la corrente ex lodi stà premendo per le dimissioni di fabietto e far entrare al suo posto .................... :D:D:D (è semplice , raga) e secondo me è già pronto con la valigia a prendere lintercity:D:D:D
 

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