Ciao a tutti, sono un assicuratore vita professionista, completamente inutile se dovete assicurare una delle vostre auto o una delle vostre case, preziosissimo se dovete assicurare l'unica Vita che avete. Ho pensato di aprire quest topic perchè ho difficoltà a seguire le varie discussioni su casi specifici nelle varie pagine di questo forum e riconducibili sempre allo stesso argomento: assicurazione sulla vita, questa sconosciuta. Vorrei quindi dare anche il mio contributo in merito alle problematiche riguardanti le assicurazioni sulla vita allo scopo di rendere più comprensibili le potenzialità di questo straordinario strumento concepito dalla mente dell'uomo. Non ho la pretesa di mettermi in cattedra, ci sono su questo forum stimati e competenti professionisti più bravi di me, ma più semplicemente condividere con voi una visione differente dell'assicurazione sulla vita, fondata sulle mie esperienze e conoscenze. Se posso essere utile sarò a vostra disposizione su queste pagine per aiutarvi a chiarire problemi di natura normativa, concettuale o semplici curiosità nel modo più semplice ed efficace. Vi invito quindi a postare qui i vostri dubbi se volete conoscere anche il mio parere. Risponderò a tutti con una frequentazione mi auguro quotidiana. Saranno ovviamente ben accolti e necessari anche i contributi e le esperienze di chiunque, perchè "non si smette mai di imparare".![]()
Scusate se torno sull'argomento, ma ho constatato nei vari forum che rappresenta il motivo più frequente di malcontento. Secondo me il problema di fondo è che col tempo ci si dimentica del perchè è stata sottoscritta una mista: la mista, come già detto, è denaro dato in prestito con una capitale caso morte a garanzia. Se non interessa la protezione caso morte ci sono altri strumenti, anche assicurativi, molto più efficaci. Ma veniamo al mio punto di vista: il riscatto di una mista, anche al termine del contratto, è un'opzione; non è la risoluzione obbligatoria. Il riscatto anticipato è un incidente di percorso dell'assicurato (non della compagnia), che va a compromettere non solo il rendimento caso vita della polizza per l'assicurato, ma anche gli impegni presi dalla compagnia con terzi (prevalentemente titoli governativi e obbligazioni) per garantire all'assicurato il capitale concordato al termine del contratto. Il riscatto, come dicevo, è un'opzione: l'efficacia massima la si ottiene NON RISCATTANDO la polizza. "Ma questo è pazzo!!" Può essereMi spiego: il termine del periodo di corresponsione dei premi è anche il momento in cui si è più a rischio morte (per l'età e per lo stato di salute peggiorato negli anni), e quindi il momento in cui se ne ha più bisogno. Con il completamento dei premi si è acquisito il diritto ad avere l'assicurazione per tutta la vita senza più sborsare un centesimo ed in più col capitale caso morte (e anche caso vita) che continua a rivalutarsi annualmente e senza più costi (caricamenti = zero). Quindi, se non si è costretti dalla propria situazione economica, secondo me è sconsigliatissimo incassare il capitale caso vita perchè cesserebbe la protezione caso morte che si è così faticosamente acquisita. Lo sanno bene i miei assistiti imprenditori che fanno miste da centinaia di migliaia di euro (e a volte da diversi milioni) pagando decine di migliaia di euro di premi. Al termine dei pagamenti non riscattano quasi mai, perchè quella odiata mista rappresenta la cassaforte di famiglia, impignorabile, insequestrabile ed esentasse al percepimento. Non costa più nulla ed in più si ha una rivalutazione annuale certa. Per quello che ne so io, un imprenditore non è esattamente tra le figure più sprovvedute della nostra società. Non fate sapere alle compagnie questo mio pensiero, che sennò mi tocca cambiare lavoro.
Open your mind and think different!!
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Condivido tutto fino all'ultima parola perchè concordo con il giudice della corte d'appello sul fatto che le polizze index linked, e io aggiungo anche unit linked, sono prodotti d'investimento al 100% e che nulla hanno a che fare con le polizze vita. Il problema secondo me sta nella normativa fiscale che prevede la detraibilità del premio assicurativo nel caso in cui la componente caso morte superi il 5%. A quel punto qualunque prodotto finanziario con un'insignificante capitale caso morte (in proporzione al beneficio finanziario caso vita) viene considerato polizza vita. Inoltre la caratteristica di una polizza vita è la rivalutazione certa al minimo garantito del capitale caso vita tipico della gestione separata. Unit e index sono sempre fondi d'investimento o indici di mercato e non garantiscono neppure il capitale investito (anche se qualche "creativo" li propone come prodotti previdenziali come "my pension" di mediolanume la covip che pure glielo consente)
Secondo me non c'entrano nulla con l'art.1923 c.c. Inoltre avevo seguito la vicenda in 1° grado e il costruttore di bologna aveva pure l'aggravante di aver intestato le polizze alla moglie dopo la richiesta di pagamento dell'artigiano.
Auspico anzi che in cassazione, magari a corti riunite, si decida univocamente per l'estromissione di unit e index dall'art.1923 c.c. anche perchè sono prodotti con un'elevata rischiosità e che quindi creano solo confusione oltre che perdite ingiustificate e quindi atipiche per i prodotti assicurativi. Prodotto assicurativo significa certo e garantito (è il motivo per cui si hanno in genere elevati caricamenti). Unit e index sono un'altra cosa e un po' di chiarezza "ufficiale" puo' fare solo bene.
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E' un articolo del 2002 e sono cambiate un po' di cose. Ma procediamo con ordine:
cit: Diversamente da qualsiasi prodotto finanziario le imprese assicuratrici non sono obbligate per legge a dichiarare i loro costi (che vengono chiamati "caricamenti", chissà perche' non li chiamano semplicemente costi commerciali). #
Non è più così: oggi le compagnie sono obbligate a dichiarare sul fascicolo informativo del prodotto la percentuale dei caricamenti. Inoltre alla compilazione della proposta o al più tardi alla consegna della polizza deve essere consegnata all'assicurato la soluzione personalizzata che riporta l'importo esatto del caricamento oltre che la percentuale sul premio.
cit: costi accessori che sono calcolati una tantum come "spese di emissione del contratto o della quietanza"; incidono poco, sono circa 5/8 euro a contratto o a quietanza. Per questo calcolo, trascuriamoli. #
Oggi sono 19 euro tondi tondi, sorry
cit: caricamenti. Sono i costi commerciali che servono per retribuire la rete commerciale (gli assicuratori, le sedie, le pubblicità, ecc). E qui la cosa si fa piu' pesante. C'e' da dire che, generalmente, piu' vecchia e' la polizza, maggiori sono i caricamenti. L'Isvap ha fatto una indagine abbastanza recente sugli ultimi prodotti usciti. La media dei caricamenti di una classica polizza sulla vita di tipo misto (cioe' che prevede sia la copertura in caso di vita sia in caso di morte, vedere la guida di cui sopra per tutti i chiarimenti) e' del 12%. #
Anche più del 12%. Tralascio di quantificare i costi amministrativi, fiscali e del consulente (ci sono in qualunque cosa acquistiamo, anche nelle caramelle). I prodotti assicurativi hanno un costo più elevato di altri prodotti finanziari perchè garantiscono la certezza della prestazione. Garantire per esempio il 2% di rivalutazione minima garantita ha sicuramente un costo superiore rispetto ad un prodotto che garantisce solo il capitale o manco quello. E questa sicurezza va riconosciuta e di conseguenza pagata. Se un'assicurazione fallisce ci sono una serie di meccanismi riassicurativi per cui l'assicurato è comunque garantito. Cosa che non avviene con una banca o una finanziaria. E anche questa sicurezza va riconosciuta e di conseguenza pagata.
cit: Il capitale a scadenza assicurato era di 8.302,01 euro in meno: ovvero, questa assicurazione ci e' costata il 25%! #
Ok i calcoli sono giusti. Ma c'è un errore di fondo: qui vengono considerati il massimo dei costi rispetto al minimo della prestazione. Ora nessuna compagnia ha mai pagato nella sua storia il minimo garantito ma hanno sempre pagato molto di più perchè altrimenti l'azionista non ci guadagnerebbe nulla. Se aumenta il beneficio il costo rimane sempre quello del minimo garantito e quindi la percentuale diminuisce di conseguenza. Se con il 2% ha un costo finale del 25%, con la rivalutazione al 4-5% il costo si riduce almeno di un terzo. E nel rapporto costi benefici conviene sempre, perchè la prestazione è certa (assicurata).
cit: Nel nostro Paese non esiste la cultura dell'assicurazione anche grazie al fatto che gli assicuratori hanno distrutto la reputazione di questa industria che invece sarebbe fondamentale per attenuare gli effetti di imprevisti attraverso la mutualita' #
Le prime compagnie assicurative si chiamavano di "mutuo soccorso". Non so perchè col tempo si sia persa questa dicitura, forse perchè ci vergognamo sempre un poco di manifestare paure e sentimenti: si tratta di un'associazione di mutuo soccorso tra tutti gli assicurati; la compagnia fa solo la mediazione. Il piccolo sforzo di molti per sostenere la grande disgrazia di uno, si diceva nel 1800. Un mutuo soccorso che in tempo di pace diventa mutuo beneficio. Non sviliamo o critichiamo a prescindere: l'assicurazione sulla vita con un capitale caso morte è un gesto nobile e altruista (che gli frega al morto dei soldi dell'assicurazione?). Ed ora veniamo agli assicuratori. Io sono un assicuratore vita, e condivido che molti assicuratori sono braccia rubate all'agricoltura (con tutto il dovuto rispetto per i veri contadini). Mi capita spesso di trovare polizze sulla vita da 40 mila euro. Ma chi è quell'uomo che vale solo 40 mila euro? E chi è quel "professionista" che si è permesso di offendere quella persona valutandola solo 40 mila euro? La Vita di un padre di famiglia, dal quale dipendono il futuro e la serenità di altre persone, valutata quanto un'automobile! E cosa ci farà quella famiglia con 40 mila euro se lui crepa? Se sono bravi ci campano un paio d'anni. E poi? E poi si organizzano dirà qualcuno. E poi si organizzano le palle dell'orso yoghi dico io. Non so se ridere o piangere... Alla fine non faccio ne l'uno nè l'altro, faccio il mio lavoro. E se la persona mi ha dato retta, me ne vado portando con me IL SUO PROBLEMA, che da quel giorno non sarà mai più un suo problema; se non mi ha dato retta, me ne vado lasciando A LUI il suo problema, completamente abbandonato, senza rimpianti e senza rimorsi, perchè il suo problema non mi riguarda più.
Meglio che vada a dormire ora, s'è fatto tardi anche stasera![]()
Mi sembra che tu abbia elencato una bella lista di luoghi comuni:
i costi sono quelli espressi chiaramente nei caricamenti ed evidenziati nella soluzione personalizzata + il 20% del trattenuto sul rendimento della gestione. Non un soldo di più e non un soldo di meno.
Solvency II è un provvedimento atteso e benvenuto, ma sappi che le compagnie che non hanno il limite sul capitale assicurato sono sempre a loro volta riassicurate. Siamo mica qui a pettinare le bambole
Le società di mutuo soccorso sono le origini dell'assicurazione: questa è storia. Non va condivisa, va solo conosciuta.
I bancari assicuratori dovrebbero fare bene o una cosa o l'altra, e non male tutt'e due. Io non so se sia facile fare il bancario, ma so quant'è impegnativo fare l'assicuratore: tra appuntamenti, studio e sviluppo dei piani, scartoffie d'ufficio, formazione continua, impegni sociali e ancora studiare studiare studiare (perchè più uno apprende e conosce, più uno realizza la propria ignoranza). E cmq ci ha pensato anche l'isvap che con l'art. 35 che ha di fatto vietato alle banche di commercializzare l'assicurazione sulla vita per il mutuo (conflitto d'interesse). Le banche se ne fregano, ma anche questa è l'italia. E cmq io devo fare un esame all'anno all'isvap per mantenere l'iscrizione all'albo + 1 esame a semestre in compagnia. Il bancario non è abilitato, non ha fatto e non farà esami al tal proposito, non ha una preparazione specifica nè normativa, nè legale, fiscale non ne parliamo; a volte manco sanno cosa tutelano e cosa è escluso (caso vero successo a me con un direttore di banca incontrato mentre assistivo un mio amico per un mutuo). Non sono per niente d'accordo quando dici che il problema sono anche gli assicurati che dovrebbero essere più furbi: secondo me a loro vanno spiegate le cose come stanno e basta, senza raccontare balle. Tutto qua. Se io ti frego, non è perchè tu sei fesso ed io un furbo, nohoho, è solo perchè io sono un farabutto e tu una brava persona che si è fidata di me. E non è una bella cosa. E qui sono le stesse compagnie che devono pretendere eticità nel loro stesso interesse e punire duramente chi non rispetta le regole. E tu mi dirai che parlo così perchè sono un assicuratore con poca esperienza, ma qui hai toppato amico mio![]()
sul portafoglio ho fatto delle simulazioni e credo di sapere come avete fatto il 6%ok amico mio, ma ogni interpretazione cambia a seconda della prospettiva: tu la chiami ingenuità, io semplicemente buona fede e fiducia nel prossimoPersonalmente sono un'entusiasta della vita, e anche per questo ne comprendo il valore quando viene perduta.
Sicuramente auspicabile
Infatti io sono convinto che si possano avere benefici reciproci ed essere anche ben ricompensati per l'averlo reso possibile. L'onestà paga sempre nel lungo periodo, ma paga.
1) tu continui a sottolineare i costi, e quanto sono: il 10, il 20, il 30%? L'importante è che la compagnia paghi quando ce n'è il bisogno e senza tante storie. Soldi dati in prestito con un capitale caso morte a garanzia, ricordate? Se anche mi restituisce quanto dato, ci ho guadagnato in ore di sonno e tranquillità. Se crepo il mese dopo li ho pure fregati perchè mi danno cmq l'intero capitale caso morte. Ti porto il mio esempio: io ho il diabete ed un sovrappremio del 100% sul premio (pago quindi esattamente il doppio di un mio coetaneo). E chi se ne frega: l'importante è che se schiatto la mia dipartita non crei anche un problema economico alla mia famiglia e che non ne crei la compagnia nel liquidare. I rendiconti sono pubblici e consultabili sul sito. Il portafoglio è min 80% titoli governativi internazionali e max 20% azionario. I costi sono quelli necessari per garantire certezza e dipendono dal tipo di strumento utilizzato. Sulle ultime lette sono truffe belle e buone su cui è già intervenuta l'isvap in passato. Non sono sicuro che abbia però la stessa autorità in ambito bancario. Io cmq mi fido, e da sempre, più di una cmp assicurativa che di una banca. Sia ben chiara una cosa però: le generalizzazioni sono sempre sbagliate sia nel bene che nel male. Io quindi rispondo solo e unicamente del mio operato e non di quello degli altri. Per cui, per stare sempre dalla parte della ragione, tenete gli occhi sempre ben aperti e se qualcosa non vi convince richiedete sempre il parere di una persona di fiducia. E se vogliamo cambiare il mondo cominciamo da chi conosciamo meglio: se vogliamo il cambiamento, questo deve partire cambiando noi stessi per primo.![]()