Aviaria, primi riflessi sull'economia? (1 Viewer)

sharnin

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Le Qatar interdit l'importation et l'exportation de faucons
AFP 01.02.06 | 20h23

L'émirat du Qatar a décidé mercredi d'interdire l'importation et l'exportation de faucons, quelques jours après la découverte du virus de la grippe aviaire sur des faucons en Arabie saoudite.
La décision ministérielle entrera en vigueur le 10 février pour une période d'un an, a affirmé un communiqué publié par l'agence de presse officielle Qna.
Les autorités saoudiennes avaient annoncé samedi avoir abattu 37 faucons après la découverte de cas testés positifs au H5, virus de la grippe aviaire.
Des tests de laboratoire étaient en cours pour établir si les oiseaux étaient porteurs de l'agent viral pathogène H5N1, composante mortelle du virus.
Le Kouweït a annoncé vendredi avoir découvert un cas du virus H5N1 sur un oiseau.
Les résidents des pays du Golfe, passionnés de la chasse aux faucons, ne peuvent plus pratiquer leur sport dans leur pays ou dans leurs destinations asiatiques habituelles en raison du risque de grippe aviaire.
Les autorités des Emirats arabes unis, pays où se situe le plus grand hôpital pour faucons dans la région, ont jusque-là minimisé le risque d'une diffusion du virus à travers les faucons.
 

sharnin

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Vedere qui http://www.investireoggi.it/forum/viewtopic.php?t=19534

"Les experts craignaient depuis des mois une telle éruption en Afrique. Le lac Tchad et la vallée du Rift abritent de nombreux oiseaux migrateurs pendant l'hiver de l'hémisphère nord, ces mêmes oiseaux sauvages qui ont contribué à répandre la souche asiatique du virus H5N1 en Europe et au Proche-Orient. «C'est préoccupant parce que (...) le continent africain» ne dispose pas d'une «infrastructure vétérinaire de surveillance, de détection et de contrôle suffisante», déplore le directeur-général adjoint de l'OIE, Jean-Luc Angot. Pour y pallier, l'OIE va préconiser une vaccination massive des volailles autour des foyers d'infection et proposer une aide financière d'urgence.
En novembre dernier, les experts vétérinaires de l'Union africaine (UA) avaient estimé qu'un foyer de grippe aviaire en Afrique «pourrait s'avérer plus grave qu'en Asie» étant donné les «faibles capacités de diagnostic et de surveillance» du continent, soulignant que «de nombreuses populations rurales vivent en étroite association avec la volaille domestique»."

Dovremmo proprio aiutarli, anche nel nostro egoistico interesse
 

sharnin

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Il consumo delle carni bianche ridotto del 35%, persi 600 milioni
Le organizzazioni di settore chiedono la proclamazione dello stato di crisi
Aviaria, allarme dei produttori
"Cassa per 30.000 dipendenti"
La Cgil: "Sono a rischio 200mila posti di lavoro"

ROMA - Dall'inizio della diffusione dell'influenza aviaria nel mondo, il mercato delle carni bianche in Italia ha registrato una contrazione dei consumi pari al 35%. L'emergenza H5N1 è costata al settore avicolo già 600 milioni di euro. Uno studio realizzato dall'Istituto Piepoli di Milano conferma la preoccupazione dei produttori già denunciata nell'ottobre scorso da Gaetano De Lauretis presidente dell'Avitalia, l'Unione nazionale della associazioni di produttori avicunicoli.

"Un miliardo di danni per il settore". Il segretario della Flai-Cgil Franco Chiriaco, ha calcolato che l'allarme aviaria mette in pericolo duecentomila posti di lavoro. Secondo una stima della Cia-Confederazione italiana agricoltori italiana, è corretto prefigurare "un danno all'avicoltura nazionale non inferiore ad un miliardo di euro in un settore che ha un fatturato di quattro miliardi di euro, tre per le carni e uno per le uova".

"I polli italiani sono sicuri". "Eppure il virus dell'influenza aviaria - assicura la Confagricoltura - riguarda esclusivamente volatili selvatici e non c'è alcuna presenza della malattia negli allevamenti italiani. La carne avicola nazionale ha tutti i requisiti necessari in termini di sanità, salubrità e, naturalmente, di qualità".

"La situazione è drammatica". Paolo Bruni è il presidente di Fedagri-Confcooperative, la federazione delle cooperative agricole e agroalimentari italiane che associa circa il 90% dei principali produttori del settore: "Le notizie di queste ore rischiano di dare il colpo definitivo al settore zootecnico. Per gli oltre 7.000 allevamenti, i 900 mangimifici, i circa 700 laboratori di lavorazione, i 180.000 addetti diretti e indiretti che compongono il settore, la situazione si è drammatica".

Trentamila in cassa integrazione. "Il settore avicolo italiano è retto per il 90% da aziende cooperative", spiega Paolo Bruni. "La stagnazione del mercato ha costretto le cooperative a congelare 30 milioni di polli. Dall'inizio dell'anno, 30mila lavoratori sono stati messi in cassa integrazione e si sono registrati punte di calo nelle vendite che hanno sfiorato il 60%. Il restante 40% viene venduto alla metà del suo valore".

"Serve lo stato di crisi". Gaetano De Lauretis, presidente di Avitalia, l'unione nazionale delle associazioni di produttori avicunicoli, lancia due appelli: uno al governo, l'altro ai consumatori. Ai politici chiede contributi economici: "Basta proclami: è ora che l'esecutivo dichiari lo stato di crisi per il settore avicolo. Bisogna sospendere i pagamenti dei contributi previdenziali e tributari". Ai consumatori, il presidente di Avitalia rivolge un invito: ''Continuate a consumare carne di pollo italiana: non c'è nessun pericolo".

(13 febbraio 2006)
 

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