Zen lento
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Uno se lo chiede. Deve chiederselo. Per onesta'. Ecco perche' non la digerisco.
Perche', mi domando, un commentatore politico produce tre editoriali in tre giorni con queste caratteristiche:
Atto I
Titolo: Se la politica si lascia umiliare da beppe grillo
sottotitolo: "La nuova colonna infame travolge ogni distinzione,l'antipolitica trionfa, Grillo fa il suo mestiere.
www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...olo=51&ID_sezione=309&sezione=Il senno di poi
Dopo una sviolinata alle battaglie antipopuliste di D'Alema, si sbeffeggia Grillo e sopratutto i ragazzini grillini, tacciandoli di essere un movimento forcaiolo.
Naturalmente se dai del cretiiino ad uno, dopo che si e' fatto in quattro, non puoi aspettarti che questo se ne stia zitto. Ma qui non c'e' nessuna ingenuita', si fa di piu' :si intercettano tutti i commenti peggiori e si pubblicano solo quelli peggiori. Gli altri censurati.
Atto II
Titolo "i Picchiatori Virtuali del VaffaDay" sottotitolo "ancora su Beppe Grillo e sull'intolleranza dei suoi fedeli"
www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...olo=52&ID_sezione=309&sezione=Il senno di poi
La provvista di contumelie e' ben riuscita (guidata) e chiaramente questo autorizza a pubblicare una lamentosa reprimenda ben documentata (raccolta di commenti precedenti), che suona cosi' : la rete e' anonima e quei frustrati che vi mostro altro non sono che intolleranti picchiatori; questo il risultato del grillismo.
Come volevasi dimostrare.
Nel giro di un giorno il tono dei commenti pero' cambia completamente. Le belve umane diventano agnellini raziocinanti, sebbene sempre irrimediabilmente avversi alla tesi dell'Autore.
Incredibile , un movimento di picchiatori nel volger di 24 ore si redime e si autocensura !. Incredibile, si', infatti erano incredibili i commenti del primo giorno e una persona sana di mente avrebbe colto immediatamente la bufala.
Atto III
Titolo: Picchiatori a parte, veniamo nel merito
www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=146
L'autore ora entra nel merito (Infatti nel I atto non era nel merito) e risponde pacatamente la sua tesi (che piu' della meta' dei partecipanti continua a non condividere, perche' e' una versione ragionata dell'insulto iniziale) smontando senso e proposte del V-day.
Uno legge e si chiede: ma non poteva farlo prima, visto che si tratta di persona raziocinante, non poteva risparmiarsi questa sceneggiata ?
No, non poteva. Lo si capisce poi.
Andrea Romano, che per forza di cose deve snocciolare i suoi titoli ( professore universitario di storia, autore di un libro sulla prigione morale dei post comunisti berlingueriani, sostenitore con Massimo D'Alema della politica come professione), e' un militante, non un commentatore con le sue opinioni piu' o meno condivisibili.
Perche' dunque questa sceneggita di raccogliere fonti taroccate, era chiaro gia' prima che non era un imbecille ?
Semplice, il buon D'alema da tempo paventa questa "deriva" qualunquista e ha sostenuto la fusione Fredda del Partito Democratico acconsentendo e promuovendo la candidatura buona di Veltroni. Questo gran Casino (per dirla alla Grillo) del V-Day e' un bel bastone tra le ruote ,da liquidare alla svelta. E' pericoloso e crea una qualche incertezza anche elettorale. D'Alema e' in altro affacendato, accerchiato, e quindi arriva in soccorso il direttore della sua fondazione che scrive su un prestigioso quotidiano montezemoliano.
Andrea Romano, (editor per la saggistica storica e di attualità della Giulio Einaudi Editore, editorialista del quotidiano La Stampa e docente di storia contemporanea all'Università di Roma Tor Vergata. Nel corso degli anni Novanta ha lavorato come ricercatore alla Fondazione Istituto Gramsci e come consigliere politico al Ministero della Difesa e poi al Ministero degli Affari Esteri (durante i governi Prodi e D'Alema). Dal 2000 al 2005 ha direttoredella la Fondazione Italianieuropei, presieduta da Massimo D'Alema e Giuliano Amato, e l'omonima rivista bimestrale), affronta la questione alla radice e bolla tutto e tutti.
Nulla da dire, lecito e perfino doveroso.
Pero' usa uno zelo e si costruisce una tesi con tali mezzucci da lasciar dubitare che abbia compreso alcunche': pare, da come la vedo io, che non abbia voluto comprendere granche', che sia inchiodato (come storico) a quelle geometrie in cui la tesi si sviluppa in un cenacolo di rapporti e reti definiti per sempre, sostenuti da sillogismi prefabbricati.
Nel caso il sillogismo sarebbe: la semplificazione del PD e' necessario per l'Italia, e' una innovazione riformatrice che catalizza le forze politiche riformiste migliori (professionalmente parlando), con un bacino d'utenza definito e ampliabile al centro, quindi altre forze non esistono o sono le peggiori.
Semplifico, ma credo che questa vicenda giornalistica funzioni cosi'. Ovvero un commentare nemmeno politico (attento quindi a cio' che accade nella societa' in Italia), ma rinchiuso nelle mura delle tesi precostituite, tanto insopportabilmente aristocratico e
lontano da apparire indigesto e anche un tantino falso (per via dei mezzucci usati).
Nulla contro il merge nel Partito Democratico, ma sant'iddio svegliatevi un po'; chiaro che cosi' un qualsiasi comico vi fa (del tutto involontariamente) le scarpe.
Non ce l'ho con Romano, se non per il fatto che ci tiene si sappia si tratta di uno storico e perche' rappresenta un costume giornalistico taroccato. Ma queste furbizie mi pare lascino il tempo che trovano. Anzi peggiorano la situazione.
A conti fatti questi atteggiamenti danno una bella mano qui:
www.repubblica.it/2007/08/sezioni/politica/berlusconi-cdl/sul-vday/sul-vday.html
Non ci si e' ancora pronunciati li', al contrario di tanta agitazione altrui, segno che prendono le cose seriamente e ci pensano su. Anche se non e' detto riescano a metterci una pezza. Piu' probabile che in quel quartier generale il silenzio sia dovuto ad uno spiazzamento ancora piu' cocente visto che si coagula al Nord e che Grillo, tutto sommato, usa le stesse armi (in chiave creativa) del Cavaliere, con ben minor profusione finanziaria.
Zen lento
Perche', mi domando, un commentatore politico produce tre editoriali in tre giorni con queste caratteristiche:
Atto I
Titolo: Se la politica si lascia umiliare da beppe grillo
sottotitolo: "La nuova colonna infame travolge ogni distinzione,l'antipolitica trionfa, Grillo fa il suo mestiere.
www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...olo=51&ID_sezione=309&sezione=Il senno di poi
Dopo una sviolinata alle battaglie antipopuliste di D'Alema, si sbeffeggia Grillo e sopratutto i ragazzini grillini, tacciandoli di essere un movimento forcaiolo.
Naturalmente se dai del cretiiino ad uno, dopo che si e' fatto in quattro, non puoi aspettarti che questo se ne stia zitto. Ma qui non c'e' nessuna ingenuita', si fa di piu' :si intercettano tutti i commenti peggiori e si pubblicano solo quelli peggiori. Gli altri censurati.
Atto II
Titolo "i Picchiatori Virtuali del VaffaDay" sottotitolo "ancora su Beppe Grillo e sull'intolleranza dei suoi fedeli"
www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...olo=52&ID_sezione=309&sezione=Il senno di poi
La provvista di contumelie e' ben riuscita (guidata) e chiaramente questo autorizza a pubblicare una lamentosa reprimenda ben documentata (raccolta di commenti precedenti), che suona cosi' : la rete e' anonima e quei frustrati che vi mostro altro non sono che intolleranti picchiatori; questo il risultato del grillismo.
Come volevasi dimostrare.
Nel giro di un giorno il tono dei commenti pero' cambia completamente. Le belve umane diventano agnellini raziocinanti, sebbene sempre irrimediabilmente avversi alla tesi dell'Autore.
Incredibile , un movimento di picchiatori nel volger di 24 ore si redime e si autocensura !. Incredibile, si', infatti erano incredibili i commenti del primo giorno e una persona sana di mente avrebbe colto immediatamente la bufala.
Atto III
Titolo: Picchiatori a parte, veniamo nel merito
www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=146
L'autore ora entra nel merito (Infatti nel I atto non era nel merito) e risponde pacatamente la sua tesi (che piu' della meta' dei partecipanti continua a non condividere, perche' e' una versione ragionata dell'insulto iniziale) smontando senso e proposte del V-day.
Uno legge e si chiede: ma non poteva farlo prima, visto che si tratta di persona raziocinante, non poteva risparmiarsi questa sceneggiata ?
No, non poteva. Lo si capisce poi.
Andrea Romano, che per forza di cose deve snocciolare i suoi titoli ( professore universitario di storia, autore di un libro sulla prigione morale dei post comunisti berlingueriani, sostenitore con Massimo D'Alema della politica come professione), e' un militante, non un commentatore con le sue opinioni piu' o meno condivisibili.
Perche' dunque questa sceneggita di raccogliere fonti taroccate, era chiaro gia' prima che non era un imbecille ?
Semplice, il buon D'alema da tempo paventa questa "deriva" qualunquista e ha sostenuto la fusione Fredda del Partito Democratico acconsentendo e promuovendo la candidatura buona di Veltroni. Questo gran Casino (per dirla alla Grillo) del V-Day e' un bel bastone tra le ruote ,da liquidare alla svelta. E' pericoloso e crea una qualche incertezza anche elettorale. D'Alema e' in altro affacendato, accerchiato, e quindi arriva in soccorso il direttore della sua fondazione che scrive su un prestigioso quotidiano montezemoliano.
Andrea Romano, (editor per la saggistica storica e di attualità della Giulio Einaudi Editore, editorialista del quotidiano La Stampa e docente di storia contemporanea all'Università di Roma Tor Vergata. Nel corso degli anni Novanta ha lavorato come ricercatore alla Fondazione Istituto Gramsci e come consigliere politico al Ministero della Difesa e poi al Ministero degli Affari Esteri (durante i governi Prodi e D'Alema). Dal 2000 al 2005 ha direttoredella la Fondazione Italianieuropei, presieduta da Massimo D'Alema e Giuliano Amato, e l'omonima rivista bimestrale), affronta la questione alla radice e bolla tutto e tutti.
Nulla da dire, lecito e perfino doveroso.
Pero' usa uno zelo e si costruisce una tesi con tali mezzucci da lasciar dubitare che abbia compreso alcunche': pare, da come la vedo io, che non abbia voluto comprendere granche', che sia inchiodato (come storico) a quelle geometrie in cui la tesi si sviluppa in un cenacolo di rapporti e reti definiti per sempre, sostenuti da sillogismi prefabbricati.
Nel caso il sillogismo sarebbe: la semplificazione del PD e' necessario per l'Italia, e' una innovazione riformatrice che catalizza le forze politiche riformiste migliori (professionalmente parlando), con un bacino d'utenza definito e ampliabile al centro, quindi altre forze non esistono o sono le peggiori.
Semplifico, ma credo che questa vicenda giornalistica funzioni cosi'. Ovvero un commentare nemmeno politico (attento quindi a cio' che accade nella societa' in Italia), ma rinchiuso nelle mura delle tesi precostituite, tanto insopportabilmente aristocratico e
lontano da apparire indigesto e anche un tantino falso (per via dei mezzucci usati).
Nulla contro il merge nel Partito Democratico, ma sant'iddio svegliatevi un po'; chiaro che cosi' un qualsiasi comico vi fa (del tutto involontariamente) le scarpe.
Non ce l'ho con Romano, se non per il fatto che ci tiene si sappia si tratta di uno storico e perche' rappresenta un costume giornalistico taroccato. Ma queste furbizie mi pare lascino il tempo che trovano. Anzi peggiorano la situazione.
A conti fatti questi atteggiamenti danno una bella mano qui:
www.repubblica.it/2007/08/sezioni/politica/berlusconi-cdl/sul-vday/sul-vday.html
Non ci si e' ancora pronunciati li', al contrario di tanta agitazione altrui, segno che prendono le cose seriamente e ci pensano su. Anche se non e' detto riescano a metterci una pezza. Piu' probabile che in quel quartier generale il silenzio sia dovuto ad uno spiazzamento ancora piu' cocente visto che si coagula al Nord e che Grillo, tutto sommato, usa le stesse armi (in chiave creativa) del Cavaliere, con ben minor profusione finanziaria.
Zen lento