BANCO POPOLARE E' ora di bere l'amaro calice Italease
Websim - 05/03/2009 16:58:30
I principali soci di Banca Italease (
BIL.MI) stanno esaminando la possibilità di avanzare un'offerta totalitaria e procedere con il delisting. Il comunicato è stato diffuso oggi da Banco Popolare, primo azionista con il 30,7% del capitale; gli altri soci che aderiscono al patto di sindacato che controlla la società del leasing sono: Banca Popolare Emilia Romagna (7,4% del capitale), Reale Mutua Assicurazioni (6,9%), Popolare di Sondrio (4,2%), Banca Popolare di Milano (1,8%).
La conferma dell'esistenza delle trattative sta contribuendo al rally di Italease,arrivata oggi a segnare un rialzo del 13%, e sta penalizzando le azioni di Banco Popolare (-10%).
Banco Popolare (
BP.MI) è fra gli istituti più gracili in Italia dal punto di vista patrimoniale. Secondo gli analisti di Mediobanca, nelle attuali condizioni di mercato un'azienda di credito può ritenersi solida se in grado di esibire un Core Tier 1 di almeno il 6,8%. Oggi come oggi, al Banco Popolare mancano circa 800 milioni di euro per raggiungere questa condizione ottimale.
Questa carenza potrebbe essere colmata attraverso le risorse messe a disposizione dallo Stato attraverso i cosiddetti Tremonti Bond. Ma il condizionale è d'obbligo, perché secondo indiscrezioni raccolte da MF, la banca potrebbe non essere ammessa al piano di salvataggio dato che il suo Cds, il derivato sul rischio di default (Credit default swap), ha superato i valori massimi posti dal Tesoro.
Le esigenze di salvaguardia del sistema nazionale del credito potrebbero anche spingere la Banca d'Italia ed il ministero del Tesoro a trovare una soluzione che permetta al Banco Popolare di rientrare all'interno dei requisiti, ma se la banca dovrà bere fino in fondo l'amaro calice Italease, la situazione peggiorerà drasticamente.
Alla banca veronese i pasticci combinati da Massimo Faenza, l'ex amministratore delegato di Italease, rischiano di costare caro. Oltre all'esborso per l'Opa, sono da mettere in conto le perdite che il Banco Popolare si porterà in casa: l'operazione avrebbe semplicemente effetti catastrofici sui livelli di patrimonializzazione.
L'erosione sarebbe così profonda che per tornare a livelli di sicurezza servirebbero, secondo Mediobanca, altri 1,3 miliardi di euro, in totale si arriva ad un bisogno di liquidità di 2,1 miliardi di euro. Per un altro analista il conto è ancora più salato, non meno di 2,4 miliardi di euro. Per Mediobanca, se questa ipotesi dovesse concretizzarsi, e se, "per alleviare insopportabili pressioni", un aumento di capitale dovesse rendersi inevitabile, l'azione Banco Popolare dovrebbe scendere a meno di 2 euro, un livello di prezzo che la Borsa ha già messo nel mirino (oggi si avvia a chiudere a 2,26 euro).
Neanche gli azionisti di Italease hanno da gioire. Negli ultimi giorni il titolo è salito molto per l'appeal speculativo di un'eventuale Opa, ma gli analisti di Equita Sim mettono in guardia sui pericoli di una scommessa azzardata ed avvertono che l'offerta sarà sicuramente a un prezzo più basso dell'attuale (1,3 euro): "Non vediamo particolari motivi di rialzo per Italease, nemmeno in chiave speculativa", si legge in un report della Sim milanese.