01/07/2016 07:40
Banca Monte sei Paschi di Siena S.p.A. (“BMPS”) comunica che, diversamente da quanto dalla stessa ritenuto, il Ministero dell’Economia e della Finanze (“MEF”) ha informato la Banca – ai sensi di quanto previsto nel decreto legge del 6 luglio 2012 n. 95 – di provvedere alla prevista scadenza del 1° luglio 2016 al pagamento in forma monetaria degli interessi, pari ad Euro 45.994.309, relativi all’esercizio finanziario 2015 maturati sui Nuovi Strumenti Finanziari riscattati lo scorso 15 giugno 2015.
Tale pagamento non avrà alcun effetto sui livelli di patrimonializzazione della Banca
Il fatto che Bmps paghi lo Stato cash dovrebbe essere un piccolo segnale di forza.
Lo Stato resta azionista al 4% con pmc di 2,05 euro.
FORSE
Il caso Mps tra il Tesoro e l’Europa
Le opzioni per l’aumento di capitale
L’attesa per i risultati degli stress test del primo agosto e il nodo dell’aumento di capitale
di Mario Sensini
Prima del rimbalzo delle quotazioni, scattato appena diffusa la notizia del via libera Ue alle garanzie pubbliche per le banche, la capitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena era arrivata a un miliardo di euro. Lo stesso valore di Rai Way, o di Brunello Cucinelli. Nel giro di un anno il prezzo del titolo è sceso del 78%, solo nell’ultimo mese di oltre il 40%: oggi vale 0,37 euro contro i 9,9 di due anni fa. È proprio la sorte della banca senese il vero cruccio del premier e del ministro dell’Economia, l’oggetto principale delle discussioni di questi giorni tra il governo, la Commissione Europea, la Banca d’Italia.
Viola pronto a uscire
Lo
schema di garanzie annunciato ieri, ma che secondo fonti attendibili sarebbe stato approvato già nel week-end mentre il governo avrebbe provato fino a ieri a ottenere di più, è una rete di sicurezza preventiva per tutte le banche italiane, esposte come le altre europee alle turbolenze della Brexit. Ma tra un mese esatto, il primo agosto, arriveranno i risultati dei nuovi “stress test” condotti dalla Bce sulla tenuta di 53 banche europee, tra cui 5 italiane: Mps, Unicredit, Intesa, Ubi e Banco Popolare. Ci sono seri timori che per Mps possa accendersi di nuovo la spia rossa che segnala una carenza di capitale, e l’esigenza di un rafforzamento patrimoniale, come nel 2014. Operazione che per la banca senese, al cui capezzale il governo è già dovuto correre in passato, potrebbe rivelarsi complicata. Non solo per i valori raggiunti dal titolo in Borsa, ai minimi storici. Il risanamento dell’istituto, passato attraverso scandali e crisi, si sta confermando più difficile e lungo del previsto. Il fatto stesso che il suo amministratore delegato, Fabrizio Viola, sia apparso mercoledì sera nella terna finale dei candidati alla guida di Unicredit, che ha poi scelto il francese Jean Pierre Mustier, è stato percepito come un altro brutto segnale. Viola è pronto a lasciare e il Monte rischia di restare ancora in mezzo al guado.