baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Scommessa blockchain per i notai, debutta Notarchain
Direi che le recenti discussioni sulla tassazione delle transazioni di opere d'arte hanno finalmente trovato la loro origine. Breve, c'è qualcuno che sta tastando e preparando il terreno.
In pratica, i notai vogliono informatizzare tutti gli scambi, a qualsiasi livello. Normalmente la proprietà è o giuridica (come la casa, come l'automobile, beni registrati) o legata a vicinanza, come le pentole che si hanno in cucina, e persino il contante nel portafoglio (quello in banca/bancomat ecc è invece giuridicamente protetto, almeno finché non arrivano i ladroni istituzionali). Informatizzare ogni scambio significa, grandefratellamente parlando, burocratizzare tutte le proprietà, cioè passarle dal livello "vicinanza" al livello giuridico. Ciò piace molto ai notai, comprensibilmente, visto che ci guadagnano e che quello di semplificare la nostra vita è l'ultimo dei loro interessi; piace anche ai politicanti, almeno a quelli per cui l'uso del contante è quasi un reato e per i quali la carità al povero si deve fare via smartphone. Piace anche al Corriere, che indica qui come uno dei primi bersagli del nuovo infernale strumento si vorrebbe fossero proprio gli scambi di cose d'arte (e di collezione, magari di tappi o figurine).
Direi che oltre ad opporsi a questo, che è il nuovo modo di sfruttare la gente e di controllarla, of course, bisognerà anche boicottare a più non posso. Aspetto le idee.
PressReader.com - Journaux du Monde Entier
Nel frattempo, spero di non dover mettere un mio codice alle forchette della cucina ... si sa, possono venir usate come armi.
Comunque, si può sempre espatriare.
Direi che le recenti discussioni sulla tassazione delle transazioni di opere d'arte hanno finalmente trovato la loro origine. Breve, c'è qualcuno che sta tastando e preparando il terreno.
In pratica, i notai vogliono informatizzare tutti gli scambi, a qualsiasi livello. Normalmente la proprietà è o giuridica (come la casa, come l'automobile, beni registrati) o legata a vicinanza, come le pentole che si hanno in cucina, e persino il contante nel portafoglio (quello in banca/bancomat ecc è invece giuridicamente protetto, almeno finché non arrivano i ladroni istituzionali). Informatizzare ogni scambio significa, grandefratellamente parlando, burocratizzare tutte le proprietà, cioè passarle dal livello "vicinanza" al livello giuridico. Ciò piace molto ai notai, comprensibilmente, visto che ci guadagnano e che quello di semplificare la nostra vita è l'ultimo dei loro interessi; piace anche ai politicanti, almeno a quelli per cui l'uso del contante è quasi un reato e per i quali la carità al povero si deve fare via smartphone. Piace anche al Corriere, che indica qui come uno dei primi bersagli del nuovo infernale strumento si vorrebbe fossero proprio gli scambi di cose d'arte (e di collezione, magari di tappi o figurine).
Direi che oltre ad opporsi a questo, che è il nuovo modo di sfruttare la gente e di controllarla, of course, bisognerà anche boicottare a più non posso. Aspetto le idee.
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Nel frattempo, spero di non dover mettere un mio codice alle forchette della cucina ... si sa, possono venir usate come armi.
Comunque, si può sempre espatriare.