BEATI QUELLI DI HOUSTON CHE HANNO SOLO UN PROBLEMA

Bella questa,rivisitata :

Se un italiano ti fischia per strada è uno stalker.

Se un clandestino ti stupra, è perché non conosce le nostre leggi.

infatti è ridicolo.
Lo dico da donna... dietro a questa cosa del catcalling c'è l'intento di mettere un altro tipo di bavaglio, che ha scopi ben diversi dal tutelare le donne.
 
Impossibile dargli torto.

Ha attraversato tutta l'Italia la "protesta" degli ambulanti, che nella giornata di oggi, martedì 6 aprile,
si sono riuniti in piazze e strade da nord a sud per chiedere di poter tornare a lavorare,
e nello specifico a vendere i loro prodotti non alimentari nuovamente "banditi"
dalle aree mercatali in concomitanza con l'entrata in vigore della "zona rossa".

"Siamo gli unici ancora fermi: chi siamo, i nemici sociali?"

hanno denunciato alcuni commercianti riunitisi in Piazza Duca d'Aosta a Milano, davanti alla Stazione Centrale,
minacciando di bloccare anche le tangenziali se a breve non arriveranno risposte e ristori.

A condividere le ragioni della mobilitazione, seppur a distanza, anche il sindaco di Vercurago Paolo Lozza,
di professione ambulante e titolare di un negozio di abbigliamento in paese, nonchè rappresentante locale di Confesercenti.

"L'auspicio è quello di ripartire al più presto, nei mercati all'aperto ma anche nelle nostre attività,
che con tutti i protocolli in essere sono più che sicure: di certo non sono responsabili dei contagi,
considerando che questa ennesima chiusura non sembra aver influito positivamente sulla curva dell'infezione".

"Mi rendo conto di quanto sia difficile prendere decisioni in un senso o nell'altro,
ma è ora di fare qualcosa perchè gli ambulanti sono in affanno:
molti lavorano insieme a un coniuge, ai genitori o ai figli, con il risultato che intere famiglie non sanno più come andare avanti".


Un altro tema, a tal proposito, è quello dei ristori, che ancora tardano ad arrivare dal Governo centrale.

"Un problema correlato è quello legato ai requisiti per beneficiarne, tra cui un calo del 30% del proprio fatturato".

"Nei mesi scorsi moltissimi commercianti si sono rimboccati le maniche al massimo
per provare a recuperare quanto perso nei periodi precedenti, al punto che ora non possono richiedere nessun aiuto:
quasi un paradosso, visto che ora siamo fermi un'altra volta e che per la seconda primavera consecutiva
non abbiamo potuto vendere nulla, "bruciando" un'intera stagione come se niente fosse".


"Qui non siamo a Milano o in una grande città, in cui è facile vedere assembramenti" riportando la questione sul nostro territorio.

"Già lo scorso anno la riapertura dei mercati all'aperto era stata gestita in maniera ottima,
con attenti controlli e protocolli accurati: non vedo perchè non lo si possa fare ancora, per il bene di tutti".
 
La manifestazione di #ioapro a Roma in piazza Montecitorio,
prodromo dell’apertura voluta dal movimenti, simbolica, per domani,
ha visto una notevole partecipazione di ristoratori e manifestanti
ed è stata quasi completamente pacifica, ma con tensioni con la polizia.


Alcuni parlamentari hanno preso anche la parola, qui Vittorio Sgarbi




Ci sono stati dei tentativi di sfondamento verso la sede della camera dei deputati
che hanno portato a scontri, per la verità non particolarmente drammatici, con la polizia.




Mentre i ristoratori manifestavano a Roma
gli ambulanti protestano a Milano, dove hanno bloccato in modo pacifico,
alcune strade del centro, semi deserte, e chiedono un incontro al prefetto.


Speriamo che non vi siano scontri eccessivi,
ma non si può proseguire ignorando le richieste degli imprenditori colpiti dal lockdown
e, in generale, degli italiani che sono stanchi di questa situazione.

Ormai il governo deve dare certezze ed indicare un percorso certo d’uscita,
anche se questo significa far piangere Speranza e la sua cricca neocomunista.
 
Era importante esserci.
Lo aveva promesso e così è stato.

Tra i manifestanti che sono scesi oggi in piazza a Montecitorio spuntavano le bandiere blu di Italexit,
il movimento del senatore Gianluigi Paragone.

Anche lui ha preso la parola davanti ai tanti che si sono ritrovati fuori la Camera per far sentire la loro voce.

“Siamo imprenditori, non delinquenti”.

È quanto urlano ai megafoni i commercianti e i ristoratori che manifestano chiedendo riaperture.




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Al grido “libertà”, decine di persone si sono avvicinate al cordone delle forze dell’ordine con le mani alzate,
intonando cori e chiedendo di potersi avvicinare a Palazzo Chigi.

In piazza sono stati tanti gli slogan contro il governo che ha deciso di continuare sulla falsariga dell’esecutivo di Conte,
a colpi di Dpcm, coprifuoco e chiusure annunciate all’ultimo.




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Paragone, che è stato tra i primi a fare da megafono per la protesta dei ristoratori,
ha voluto portare la sua solidarietà e la sua vicinanza in piazza, mettendoci la faccia e la voce.

Anche dalle colonne di questo giornale abbiamo quotidianamente dato notizia del dolore e della tragedia
che da ormai un anno stanno vivendo migliaia di lavoratori italiani.

Attività chiuse e nessun ristoro, solo prese in giro costanti.

E oggi, tutti insieme, hanno fatto sentire la loro voce: #ioapro.
 
Continua la protesta dei ristoratori, tra i più colpiti dalla crisi innescata dal Covid
e dall’incompetenza del governo Conte prima e Draghi poi.

Riapertura posticipata di un giorno, per non sovrapporsi con la manifestazione di Roma,
per i piccoli imprenditori del comparto dell’ospitalità a tavola (Ho.re.ca.) associati a Mio Italia (Movimento imprese ospitalità)
che avevano annunciato da oggi la ripresa delle attività a pranzo e a cena.

La speranza è che dalla mobilitazione nazionale possa arrivare qualche prima risposta alle richieste degli operatori di un settore,
quello della ristorazione, che è chiuso da ormai un anno.




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“Abbiamo deciso di riaprire dal 7 aprile e non da oggi – spiega a Il Secono XIX il responsabile Mio per la Liguria, Emanuele Maranzana –
perché questo pomeriggio ci sarà una grande manifestazione a Roma organizzata assieme a molte organizzazioni, dalla rete di #ioapro alle partite iva.

La speranza è che qualcuno finalmente ci possa dare se non la possibilità di riprendere subito a lavorare almeno una programmazione sulle riaperture”.




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Baristi e ristoratori chiedono risposte sui sostegni con indennizzi ragionevoli e interventi sui costi fissi:

“Il problema più grande sono gli affitti, perché ci sono già molti colleghi che hanno ricevuto lo sfratto”.

Le imprese aderenti a Mio hanno scelto di attendere ancora un giorno prima di dare vita alla mobilitazione anche in Liguria.

“Questa sera faremo una riunione e se le cose andranno come immagino domani chi aderirà all’iniziativa,
aprirà a pranzo e a cena, ovviamente rispettando tutte le normative di sicurezza, distanziamenti, mascherine e tutti i protocolli”.


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“La nostra non è una provocazione, né un atto dimostrativo, ma una questione di sopravvivenza”.

Oggi, a Sarzana, sono scesi in piazza ristoratori e commercianti.

Il presidio di protesta ha mandato in tilt il traffico sulla Variante Aurelia.
 
val,, su questo ci sai dire qualcosa?

 
Operatori mercatali, ristoratori, proprietari di bar e palestre provenienti da tutta la Campania,
si sono uniti oggi per protestare contro le scellerate scelte del Governo.


Con oltre 1 Km di code, i manifestanti alla guida di automobili e tir hanno bloccato la A1 Milano-Napoli
tra il bivio con la A16 Napoli-Canosa e Caserta Sud in direzione di Roma.

A causa della protesta contro la zona rossa Covid è stata disposta la chiusura del tratto autostradale.

Ad essere rimasto imbottigliato nel traffico, vi è il Governatore della Campania Vincenzo De Luca,
atteso a Santa Maria Capua Vetere per una conferenza stampa sui lavori alla condotta idrica del carcere.




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Vincenzo Grillo, presidente dell’Unione Commercianti Aree Pubbliche, spiega:

“Abbiamo bloccato entrambe le corsie all’altezza di Marcianise.
Il sit-in nasce a causa delle difficoltà oggettive per la pandemia,
è illogico scaricare solo sui commercianti il peso del rischio Covid
quando poi ci sono assembramenti ovunque.
Noi non ce la facciamo più economicamente, non possiamo più andare avanti così.
In strada ci sono gli operatori mercatali napoletani dell’area Nord, Scampia e Donguanella,
dell’area Flegrea, di Napoli centro, ovvero Poggioreale, tutti i paesi vesuviani, e l’associazione mercati liberi di Caserta”.


Fanpage.it da cui riprendiamo la notizia, riferisce che domani i commercianti campani
si raduneranno in Piazza Plebiscito con le croci, contro l’ennesima settimana di Zona rossa.

Intanto “oggi molti negozi sono aperti per provocazione e vendono solo abbigliamento sportivo e intimo”.
 
Guardiamo a piccoli fatti quotidiani con piglio critico:
sul sito acquistinretepa legato al Ministero dell’Economia e della Finanza del Governo italiano
troviamo un interessante bando che parla di
allestimento di campi container per l’assistenza della popolazione in caso di eventi emergenziali“.
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Il bando risulta attivo dal 24 marzo 2021 fino al 12 aprile 2021.

Parla di 12 lotti, di criterio di aggiudicazione, di criterio dell’aggiudicazione al numero della gara 2744951,
parla dell’ente committente la Presidenza del Consiglio dei Ministri dipartimento della Protezione Civile
e delle stazioni appaltanti Consip Spa.


Vi sono appalti per campi di 8000 persone per ogni regione.


Non è chiarito a cosa serviranno, si parla però di campi container in ogni regione d’Italia in riferimento a eventuali casi di emergenza.

Quali casi di emergenza?

Guerre tra stati?

Bioterrorismo?

Avvenimenti come i terremoti?

A cosa servono questi campi?

Qual è l’obiettivo di tutto ciò?


Campi per 8000 persone in ogni regione: a cosa servono?

Perché?

Perché non ci viene detto?

 
Nel governo ci sono i fan delle chiusure.

E mentre in queste ore da nord a sud si moltiplicano le manifestazioni legate a #ioapro,
con i ristoratori che provano a riaprire per sopravvivere, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri
comunica che di riaprire non se ne parla.

“Adesso siamo esattamente al picco della terza ondata.
A fine aprile arriveremo a 500 mila somministrazioni al giorno
e inizieremo a vedere anche i primi effetti delle vaccinazioni,
come l’allentamento della pressione sui reparti ospedalieri. Sarà la curva decisiva”.


Intervenuto questa mattina nel corso della trasmissione “24Mattino” in onda sulle frequenze di Radio24,
il sottosegretario alla Salute ha confermato che si dovrà rimanere chiusi fino al 30 aprile almeno.


"Credo che i dati miglioreranno nelle prossime settimane, ora la data esatta è difficile poterla stabilire”,
ha infatti dichiarato, riportando il trend attuale.

“Ora la data esatta è difficile poterla stabilire.
Grazie a questo sistema più rigido di chiusure che stiamo vivendo ormai da settimane,
rafforzato poi per Pasqua, sicuramente verso la fine del mese ci sarà un miglioramento”.


Per lui quando si potrà tornare ad avere uno spiraglio di apertura?

“Immagino si parli della terza decade di aprile”, ha precisato Sileri.

“Poi a questo punto il passo successivo è quello di riaprire in anticipo o consolidare ciò che abbiamo guadagnato? Si valuterà nel tempo”.

Ad oggi, come ha ricordato il sottosegretario, resta la cancellazione delle zone gialle fino al 30 di aprile, quando potrebbe arrivare la riapertura.

“Ripeto, dipende dall’andamento dei dati. Ad oggi tutto è fermo fino al 30 di aprile”, ha puntualizzato Sileri, per poi passare a parlare dei vaccini.

“Per fine mese l’obiettivo del mezzo milione di dosi al giorno è fattibile”, ha concluso.


Dopo aver trascorso la seconda Pasqua in zona rossa,
gli italiani dovranno dunque aspettare il 30 aprile per vedere qualche miglioramento.

Proprio la scorsa domenica Sileri, ospite a Domenica In, aveva voluto dare un messaggio di speranza ai cittadini,
ancora una volta costretti a trascorrere le festività chiusi in casa.


“Quest’anno è diverso: oggi abbiamo una prospettiva.
In 2-3 settimane verranno colmate le lacune fra le diverse Regioni,
così come quelle relative alla fascia 70-79 anni”.
 

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