baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
In linea di massima oggi si ritiene "scientifica" una affermazione quando corroborata da numerosi "esperimenti". Gli esperimenti vengono osservati con "obiettività". Solo che questo modo di fare dimentica cheSicuramente ti verrà fatta l'obiezione che si tratta di una misurazione soggettiva "e quindi" differente per ciascuno. Proprio qui sta il punto, è questa l'obiezione che occorre rintuzzare.
Per esempio si può iniziare ponendo esempi indiscutibili: una martellata sulle ginocchia non fa piacere a nessuno; un pasto quando si ha fame è gradito a tutti - e così via per estremi, tuttavia riducendo pian piano le distanze.
Riprenderò il discorso al computer, il telefonino mi castra abbastanza
1) ogni "obiettività" è preceduta da una ipotesi, e quasi mai di tale ipotesi - che appunto sposta la ricerca verso un lato rendendola non obiettiva - viene dichiarata l'origine. In pratica, si presume che l'ipotesi sia "logica" per il solo fatto di essere venuta in mente al ricercatore. Manca un metodo per porsi le domande, cioè per porsi una domanda invece che un'altra, e il tutto pare affidato al caso. Pertanto ogni ricerca procede a balzi, come chi dal monte veda panorami diversi e presuma di raggiungerli usando strade ignote. Si cerca alla cieca.
2) se le ricerche vertono sull'essere umano, la gamma di posizioni possibili non è infinita, dunque una "normalità" legata al buon senso dovrebbe essere disponibile, e invece non viene ammessa. Cioè, poiché non si considera l'uomo, ma gli uomini, ci si dichiara impotenti rispetto alle infinite possibilità, che però esistono solo in pura astrazione, come sarebbe quel tale che gode a martellargli le ginocchia.
3) la soluzione consisterebbe nell'abituarsi ad usare il proprio corpo e le proprie sensazioni come strumento oggettivo; lo si può fare avendo coscienza delle variabili portate da Carattere e Temperamento, che però influenzano le scelte tra le sensazioni e non mutano le sensazioni stesse (o molto meno, va'). Poiché la struttura "normale" del nostro corpo è la stessa per tutti, e il rosso non è tale solo per il daltonico (o per il cieco) (tenendo pure conto delle variabili lessicali locali, per le quali il Rosso d'uovo in Francia si chiama Giallo d'uovo ), la cosa sarebbe assai semplice. Si tratta solo di separare ciò che funge da giudizio (è caldo, è freddo) inserendolo in uno spettro personale di possibilità (è caldo per me, visto che posso stare a torso nudo all'aperto in inverno, ecc), cioè tarandolo sullo strumento-uomo.