ECONOMIA: FED VERSO QUINTO RIALZO TASSI, ATTESO +0,25%/ANSA
(ANSA) - NEW YORK, 13 DIC - L'America investita dal consueto
ciclone delle feste, fatto di regali e offerte a prezzi
stracciati, è pronta ad accogliere anche il dono della Federal
Reserve, in riunione domani per il classico appuntamento
pre-natalizio in materia di politica monetaria del suo Federal
Open Market Committee.
Dopo quattro rialzi consecutivi dei tassi di interesse -
portati in cinque mesi a quota 2% dall'1% di giugno - la Banca
Centrale americana è attesa assestare l'ennesima stretta,
spingendo il costo del denaro al 2,25%: l'1,25% in più rispetto
al livello di giugno, quando i tassi sembravano avere fermato le
lancette dell'orologio al 1958.
A giudizio concorde di esperti e analisti, infatti, la Fed
dovrebbe proseguire nella sua strategia di crescita "moderata"
- in corso sin dalla scorsa primavera - elevando di un quarto di
punto i tassi per la quinta volta di fila, dando corpo al suo
tentativo di portare il costo del denaro su un piano di maggiore
neutralità.
Secondo il parere degli economisti - rimbalzati in queste ore
sulle reti televisive via cavo statunitensi - la Fed dovrebbe
recitare lo stesso copione mandato in scena negli scorsi mesi,
senza mutare il testo del suo comunicato di fine meeting. Unica,
ma labile possibilità di cambiamento - viene osservato - un
richiamo al dollaro e alla sua debolezza, che potrebbe
alimentare, nel prossimo futuro, una lieve ripresa dei prezzi al
consumo: lo scenario - ad oggi improbabile - maggiormente temuto
dagli uomini della Banca Centrale.
Salvo l'ipotesi di un accenno al biglietto verde, la Federal
Reserve non dovrebbe manifestare alcun tentennamento, restando
fedele alle mosse avviate a giugno. A far pendere l'ago della
bilancia verso un'ulteriore stretta, il Prodotto Interno Lordo
archiviato nel terzo trimestre fiscale, risultato in crescita
del 3,9%, e la marcia contenuta dell'inflazione che, aiutata
anche dalla frenata dei costi del petrolio nelle scorse due
settimane, non pare orientata a destare particolari problemi.
Accanto alla crescita del Pil - per l'intero 2004 è stimata
sul 4% - e ai prezzi al consumo sotto controllo, la Federal
Reserve potrà contare anche sulle notizie piovute, nel corso
dell'anno, sul fronte occupazionale. Nonostante i 112.000 posti
creati a novembre siano risultati inferiori alla previsioni
degli analisti, il mercato del lavoro ha dato segni di
vivacità, con una media di 178.000 impieghi generati negli
ultimi tre mesi, e 185.000 dall'inizio dell'anno.
Numeri che appaiono sufficienti alla Federal Reserve per
procedere all'ennesimo innalzamento dei tassi alla luce anche
dell'ultimo Beige Book - consueta fotografia sullo stato di
salute delle finanze statunitensi - presentato lo scorso primo
dicembre.
In quella occasione la Fed aveva osservato, nei dodici
distretti in cui è diviso il Paese, una ripresa in "continua
crescita ed una attività economica in espansione", tanto da
indurla a dipingere un quadro "generalmente" positivo. Proprio
questo sguardo d'insieme - impreziosito da un mercato del lavoro
che "ha continuato a migliorare nel corso delle ultime
settimane" - viene comunemente utilizzato dalla Banca Centrale
per decidere il corso della futura politica monetaria, giunta,
anche in questo 2004, alla sua verifica di fine anno.