Articolo amaramente divertente

e tra l'altro è soprendente l'appoggio che sta avendo Tremonti in Europa
La migliore notizia dell’anno per l’economia è certamente che il 2008 è terminato. In questi ultimi mesi abbiamo assistito al crollo delle banche d’investimento, al crollo delle materie prime, al crollo della produzione industriale. I prossimi mesi saranno ancora difficili, ma iniziano a delinearsi scenari meno apocalittici per un futuro non lontano. Le premesse migliori sembrano essere in Cina.
Dopo aver reagito con tempestività alla crisi dei suoi maggiori clienti, accelerando la costruzione di infrastrutture e l’aumento dei consumi domestici, il governo cinese guarda più serenamente al futuro. Recentemente ha mosso i primi timidi passi strategici, contribuendo con le sue navi alla difesa della libertà di navigazione lungo le coste somale. Il Giappone è subito corso dietro ai cinesi. Forse questa sfida lo aiuterà ad uscire dalla sua lunghissima crisi, che ultimamente è peggiorata.
Dispiace molto che gli Stati Uniti continuino ad annaspare nel buio.
La più recente loro opera, degna di Bertoldo, è l’aver consentito alla GMAC, la finanziaria che eroga i prestiti per l’acquisto delle automobili, di trasformarsi in banca, per poter attingere fondi dalla banca centrale. Il neo dell’operazione è che non è stato cacciato il chairman, Merkin. Costui fino a qualche giorno fa era anche noto come gestore di fondi hedge, lavoro che in realtà non svolgeva, avendo affidato tutti i soldi dei suoi clienti al ben noto signor Madoff, che li ha fatti scomparire. Chissà, se la Fed fosse stata più sollecita nell’approvare il nuovo statuto di GMAC, forse anche Madoff avrebbe ottenuto un prestito per restare a galla. Anche se la ripresa degli Stati Uniti su queste basi appare impossibile,
l’economia di mercato ha degli stabilizzatori che neppure i politici americani più inetti riescono a distruggere, ad esempio lo stimolo che i nuovi bassi prezzi del petrolio offrono ai consumatori. Sembra quindi utile ricordare, a chi vede nella pessima gestione attuale degli Stati Uniti il segno del loro declino permanente, la celebre risposta di Ciu-En-Lai ad un giornalista che qualche anno fa gli chiedeva il suo giudizio sulla rivoluzione francese: «È troppo presto per dirlo».
La sorpresa maggiore viene dall’Europa. Dopo un preoccupante avvio da parte di Brown e Sarkozy, alla ricerca di protagonismo anche a costo di compromettere la stabilità monetaria,
Steinbrück e Tremonti hanno bloccato tutto, impedendo che la crisi economica distruggesse la fiducia nell’euro. Anche la Svizzera ne beneficerà se l’euro manterrà la sua solidità, perché altrimenti dovrebbe scegliere tra il sacrificio della sua competitività o il sacrificio del valore reale del franco.
Pertanto siamo sorpresi di trovarci ad augurare buon lavoro per il 2009 a due politici europei che certamente non erano in cima alle nostre simpatie fino a qualche mese fa. Difficilmente riusciranno nei loro progetti per un nuovo ordine della finanza e del commercio internazionali, ma forse otterranno un consolidamento della credibilità dell’euro, che giocherà un ruolo di primo piano nel mondo multipolare che ci attende.
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