gipa69
collegio dei patafisici
Re: La moralità del riscatto
Devo essere sincero, mi sono un pò rotto le palle di questi commenti.
La difesa del libero mercato e del capitalismo sano è una balla collossale. Il capitalismo ha sempre funzionato in questo modo da quando esiste e gli azzardi morali si sino succeduti sia quando la Fed non esisteva, sia quando le leve a sua disposizione erano poche, sia ora che esiste ed ha una rilevanza strategica (almeno fino a quando sarà così).
Per quanto riguarda Buffett devo dire che in questo momento sarebbe più importante un suo commento sul comportamento ed il funzionamento di Moody's nell'assegnare i rating alle obbligazioni ABS e CDO visto che ne detiene il 18% e per proprietà transitiva una responsabilità nella crisi dei collaterali e nel rigonfiamento delle valutazioni è anche suo.
QuickS ha scritto:La moralità del riscatto
L’interventismo delle Banche Centrali a sostegno dei mercati pone seri problemi di credibilità del sistema finanziario. Larry Kudlow è un economista che difende strenuamente il capitalismo e il libero mercato in ogni puntata della sua trasmissione televisiva, descrivendolo come "l’unico cammino che conduce alla prosperità economica". Con questa frase apre quotidianamente la sua ora televisiva, e l’ha fatto ancora una volta la scorsa settimana, quando ha lanciato una richiesta esplicita di taglio del costo del denaro alla Federal Reserve per salvare il mercato dalla spirale delle perdite provocate dalla crisi del credito e della liquidità.
Kudlow non era l’unico commentatore di Wall Street a chiedere a gran voce un comportamento interventista della Banca Centrale statunitense o di altre istituzioni. Fino a questo momento, il presidente della Fed ha sempre mostrato una forte preoccupazione per l’andamento dell’inflazione, optando per il mantenimento dei tassi al 5,25%. A Wall Street si chiede aiuto alla Fed, ad una Fed modellata su quella di Alan Greenspan, pronta ad immettere liquidità nel mercato con continui tagli dei tassi di interesse. Si tratta del cosiddetto "Greenspan Put". Bernanke ha in un primo momento resistito alle sirene dei mercati, ma ha poi ceduto alle richieste, tagliando di mezzo punto percentuale il tasso praticato dalla Fed per concedere credito alle banche commerciali. I mercati hanno ringraziato la Fed ed hanno ripreso la loro corsa.
Lontano da Wall Street, gli economisti si domandano se la rapida risposta di Bernanke alle richieste pressanti degli investitori non finirà col compromettere la credibilità del capo della Fed. Oggetto della discussione non è solo il rischio che il taglio del costo del denaro si traduca in un abbassamento della guardia nella lotta all’inflazione, ma che si trasformi in un "moral hazard", un concetto che sintetizza gli incentivi forniti a comportamenti riprovevoli o estremamente rischiosi
La domanda cruciale sembra essere: a partire da ora, gli investitori potranno contare sul sostegno di Bernanke ogni volta che gli effetti dei rischi assunti saranno negativi? In tal modo si produce una diluizione della responsabilità in relazione ai rischi. Inoltre, c’è il rischio concreto di creare altre bolle speculative, o di estendere quelle esistenti. Si tratta di un processo già sperimentato quando si cercò di frenare la bolla sulle puntocom con continui tagli al costo del denaro, ottenendo un semplice spostamento del problema al binomio credito-immobili.
Venerdì scorso gli analisti di Wall Street sottolineavano che il "moral hazard" non si adattava a questo caso perché la crisi di Wall Street minaccia l’economia, e che proteggendo gli investitori si sarebbe protetto anche l’interesse pubblico. Ma non sarebbe meglio procedere ad una più intensa opera di supervisione del rischio da parte delle autorità competenti?
I detrattori del "Greenspan Put" ammettono che Bernanke deve calibrare il rischio di contagio ad un’economia sempre più legata all’evoluzione dei mercati, visto che un numero crescente partecipa all’evoluzione dei mercati attraverso fondi pensione che investono con l’ausilio degli hedge funds.
Un investitori che fugge con successo dal rischio esuberante è Warren Buffett. Sulla stessa rete televisiva che trasmette il programma di Kudlow, l’oracolo di Omaha ha affermato: "è nella natura del capitalismo che le persone commettano errori, e probabilmente il sistema funziona meglio quando tali comportamenti si pagano rispetto a quando vengono sussidiati".
A cura di www.fondionline.it
Devo essere sincero, mi sono un pò rotto le palle di questi commenti.
La difesa del libero mercato e del capitalismo sano è una balla collossale. Il capitalismo ha sempre funzionato in questo modo da quando esiste e gli azzardi morali si sino succeduti sia quando la Fed non esisteva, sia quando le leve a sua disposizione erano poche, sia ora che esiste ed ha una rilevanza strategica (almeno fino a quando sarà così).
Per quanto riguarda Buffett devo dire che in questo momento sarebbe più importante un suo commento sul comportamento ed il funzionamento di Moody's nell'assegnare i rating alle obbligazioni ABS e CDO visto che ne detiene il 18% e per proprietà transitiva una responsabilità nella crisi dei collaterali e nel rigonfiamento delle valutazioni è anche suo.