PETROLIO; NY,E' RECORD A 126,98 USD. IL CONGRESSO USA SFIDA BUSH
New York, 13 mag. (Ap-Apcom) - I prezzi del petrolio sono arrivati a testare oggi un nuovo record a un soffio dai 127 dollari al barile, con gli investitori che hanno temuto un blocco nella produzione di petrolio dall'Iran. Le quotazioni sono balzate sul Nymex fino a 126,98 dollari al barile, per poi chiudere a 125,56 dollari, in crescita di 1,33 dollari rispetto all'ultima rilevazione di ieri. Il rally apparentemente senza fine del petrolio sta intanto facendo perdere la pazienza agli stessi membri del Congresso Usa, che hanno lanciato una sfida al presidente degli Stati Uniti George W. Bush, facendo passare un emendamento che chiede il blocco dei rifornimenti delle riserve strategiche. Contro Bush, che si oppone alla misura, questa volta ci sono sia gli esponenti democratici che repubblicani, che affermano che non è concepibile che si continuino a rifornire le riserve strategiche, togliendo dunque dal mercato ogni giorno 70.000 barili, quando i prezzi del petrolio sono ben oltre la soglia dei 120 dollari al barile. "Stiamo acquistando il petrolio più costoso della storia e lo stiamo immagazzinando", ha detto il senatore democratico Byron Dorgan. Oggi il Senato ha votato l'emendamento con 97 voti favorevoli e solo uno contrario. E' atteso ora il voto della Camera, che potrebbe arrivare verso la fine della giornata di oggi. In realtà, c'è molto disaccordo tra i membri del Congresso e gli analisti sul reale impatto che la decisione di bloccare il rifornimento delle riserve strategiche avrebbe sulle quotazioni del greggio. Dorgan, che ha proposto l'emendamento, ritiene che la misura potrebbe tradursi in un calo dei prezzi del petrolio del 10% circa, mentre il presidente della Camera Nancy Pelosi, sostiene che, se operativa, l'iniziativa farebbe scendere i prezzi della benzina tra 5 e 24 centesimi al gallone. Bush ha sempre giustificato la propria opposizione al blocco nel rifornimento sottolineando che le riserve strategiche sono state concepite per essere utilizzate nei momenti di emergenza, quali per esempio in caso di attacchi terroristici. Riguardo al fattore Iran, i funzionari del paese hanno negato che siano imminenti tagli alla produzione, sottolineando però che si è effettivamente parlato della possibilità di una riduzione.
Fonte: Apcom
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