Variazione degli indici rilevata alle ore 5:30 :
Hang Seng -0.15%
China Csi 300 +1.19%
Shanghai Se A Share +0.81%
Shenzhen Se A Share +1.37%
Taiwan Taiex -1.59%
Con le borse del Giappone e della Corea chiuse per festività e con la borsa di Hong Kong poco mossa vorrei approfittare di questo spazio mattutino per segnalarvi quanto emerso ieri alla riunione dei ministri delle Finanze asiatici a Madrid.
Il Ministro delle finanze giapponese Fukushiro Nukaga, dopo aver ribadito che "A livello mondiale, i prezzi dell'energia e prezzi dei prodotti alimentari sono in aumento e (che) in alcuni paesi asiatici ci sono preoccupanti focolai di inflazione" ha dichiarato che "il compito dei partecipanti è quello di discutere la questione".
Con il nostro metro di giudizio possiamo pensare che siano venuti a Madrid a perdere tempo e a godersi il caldo e che Nukaga, dato che ha un nome che ricorda le barzellette che ci raccontavamo alle scuole elementari, non va preso sul serio.
Io ritengo invece che quanto emerso a Madrid, ossia che i paesi asiatici si stanno apprestando a mettere da parte antichi rancori per cominciare a discutere seriamente di economia condivisa e non in competizione, ha delle implicazioni molto più profonde di quanto possa superficialmente apparire.
Che Giappone, Corea del Sud e Cina stiano, tanto per fare un esempio, stiano discutendo a Madrid della creazione di un fondo di 80 miliardi di dollari di riserve valutarie asiatiche, pronto per essere sfruttato da quelle nazioni che dovessero vedere la loro divisa messa sotto attacco da speculatori finanziari non è una discussione di poco conto.
80 miliardi rispetto a 3,4 trilioni di riserve valutarie è poca cosa, ma sufficiente per scoraggiare chi memore della crisi asiatica del 1997 e 1998 stia pensando di trovare da quelle parte soldi facili da fare, esaurite le ricche speculazioni sulle materie prime.
Durante l´ultima crisi, Indonesia, Tailandia e Corea del Sud bruciarono la maggior parte delle loro riserve in valuta estera per sostenere la loro valute con il FMI obbligò i governi a tagliare le spese, aumentare i tassi di interesse e vendere di società statali.
I fondi hedge occidentali sono stati avvisati. In casa loro.
Roberto Malnati