Calcio maschile versus calcio femminile

Piu' che altro quelli di Van Damme hanno la trama povera, gia' passare ai Mission Impossible migliora, secondo me.
mi fa cagare , ricordo anche tanti anni fa a Minorca quando la guida ci spiegava che Troy era stato girato là mi presi l'ammirazione di una ragazza per aver detto che non mi piacciono i films del genere
 
Boh
Io non faccio testo.
Nel 2025 ho già letto 6 romanzi e 8 saggi.
Se consideri che è considerato "lettore forte" chi arriva a 12 libri in un anno, io sono fuori come un balcone

Qui i dati sulla lettura in Italia

o' corretto 😇
 
Ne prendo atto, chissa' se e' vero


Be', mi pare del tutto verosimile.
Tempo fa, ho letto e studiato diversi libri di psicologia sociale. E soprattutto interessanti discussioni sulla meritocrazia, sul premiare chi ha risultati migliori, e c'era chi diceva che non esiste la meritocrazia perché le condizioni sociali, i contesti socioeducativi e i background influiscono in maniera pesante sulle possibilità, le capacità e le dotazioni di base di ciascuno.

Nei sistemi complessi, come la nostra società, ad ipotetiche “parità” di condizioni (che non esisteranno mai perchè siamo il prodotto di miliardi di micro-variabili), basta la minima casualità per generare un effetto a valanga.

Pensiamo alle scuole elementari, partiamo tutti/e uguali, o no? Al primo giorno di scuola tra alcuni/e bambini/e possono esserci anche 11 mesi di differenza di età, e quindi maggior sviluppo neuropsicologico ed esperienza che significano comprendere un po’ prima e meglio le prime cose, relazionarsi meglio con la classe e gestire meglio le emozioni, a tal punto che l’età di inizio elementari è un predittore (EDIT: è UNA variabile, non significa che basta la sua presenza e i risultati saranno positivi, ma che a parità di condizioni è un vantaggio) di buoni risultati scolastici e sociali anche a lungo termine.

E prima delle elementari? Già a 3 anni c’è una differenza significativa di volume cerebrale tra bambini/e di famiglie ricche e povere, e a 6 anni la differenza si vede anche nello sviluppo socio-emotivo, linguistico e cognitivo.

La verità è che con la giusta esperienza nei giusti ambienti, gli esseri umani sanno apprendere bene e diventare molto capaci, a tal punto che bambini/e in orfanotrofio hanno tipicamente punteggi QI inferiori alla media e quando vengono adottati/e guadagnano punti, ma se vengono adottati da famiglie di classe medio-alta, guadagnano ancora più punti.

E non voglio nemmeno aprire i temi dei giudizi scolastici elementari/medie, in cui sono stati studiati per decenni i bias cognitivi per cui si davano voti peggiori a bambini/e che esibivano una classe sociale più bassa o di famiglie immigrate; per non parlare dell’ansia e stress che peggiora le performance delle persone di classe bassa persino nelle università e negli ambiti culturalmente associati a classi medio-alte (la cosiddetta “minaccia dello stereotipo”).

Non abbiamo tutti le stesse possibilità, è una lotteria: forse in alcuni casi chi "riesce" si è impegnato/a davvero più di tutti/e, ma ciò non toglie l'impegno di chi "non riesce", perché le condizioni non sono mai le stesse, e le variabili sono infinite: il "winner takes all" danneggia la stragrande maggioranza della popolazione.
 
Comprali usati su ebay, quando li hai finiti li rivendi.
Quanti di quei 1500 libri li hai letti 2 volte?
non so se ho 1500 libri.
Moltissimi.
in metri quadri direi
10 + 8+ 5+ 2
a spanne la superficie coperta da librerie, piene.
Molti sono libri di fantascienza Una sterminata collezio di Urania) e fumetti, alcuni persino d'autore.
i primi 72 mumeri di Alan Ford, quelli disegnati da Magnus, per dire.
Poi Pazienza, Sergio Toppi, Alberto Breccia...
Quindi non mi ritengo certamente un "intellettuale".

Moltissimi libri li ho riletti moltissime volte.
Persino Moby Dick (integrale) l'ho letto due volte.
Il Signore degli Anelli credo 4.

Per restare ai libri noiosi.
E lunghi, prolissi.
 
Be', mi pare del tutto verosimile.
Tempo fa, ho letto e studiato diversi libri di psicologia sociale. E soprattutto interessanti discussioni sulla meritocrazia, sul premiare chi ha risultati migliori, e c'era chi diceva che non esiste la meritocrazia perché le condizioni sociali, i contesti socioeducativi e i background influiscono in maniera pesante sulle possibilità, le capacità e le dotazioni di base di ciascuno.

Nei sistemi complessi, come la nostra società, ad ipotetiche “parità” di condizioni (che non esisteranno mai perchè siamo il prodotto di miliardi di micro-variabili), basta la minima casualità per generare un effetto a valanga.

Pensiamo alle scuole elementari, partiamo tutti/e uguali, o no? Al primo giorno di scuola tra alcuni/e bambini/e possono esserci anche 11 mesi di differenza di età, e quindi maggior sviluppo neuropsicologico ed esperienza che significano comprendere un po’ prima e meglio le prime cose, relazionarsi meglio con la classe e gestire meglio le emozioni, a tal punto che l’età di inizio elementari è un predittore (EDIT: è UNA variabile, non significa che basta la sua presenza e i risultati saranno positivi, ma che a parità di condizioni è un vantaggio) di buoni risultati scolastici e sociali anche a lungo termine.

E prima delle elementari? Già a 3 anni c’è una differenza significativa di volume cerebrale tra bambini/e di famiglie ricche e povere, e a 6 anni la differenza si vede anche nello sviluppo socio-emotivo, linguistico e cognitivo.

La verità è che con la giusta esperienza nei giusti ambienti, gli esseri umani sanno apprendere bene e diventare molto capaci, a tal punto che bambini/e in orfanotrofio hanno tipicamente punteggi QI inferiori alla media e quando vengono adottati/e guadagnano punti, ma se vengono adottati da famiglie di classe medio-alta, guadagnano ancora più punti.

E non voglio nemmeno aprire i temi dei giudizi scolastici elementari/medie, in cui sono stati studiati per decenni i bias cognitivi per cui si davano voti peggiori a bambini/e che esibivano una classe sociale più bassa o di famiglie immigrate; per non parlare dell’ansia e stress che peggiora le performance delle persone di classe bassa persino nelle università e negli ambiti culturalmente associati a classi medio-alte (la cosiddetta “minaccia dello stereotipo”).

Non abbiamo tutti le stesse possibilità, è una lotteria: forse in alcuni casi chi "riesce" si è impegnato/a davvero più di tutti/e, ma ciò non toglie l'impegno di chi "non riesce", perché le condizioni non sono mai le stesse, e le variabili sono infinite: il "winner takes all" danneggia la stragrande maggioranza della popolazione.

ho letto fino a verosimile.
Giacche' eri d'accordo con la tesi proposta, perche' sorbirsi il pippotto? 😇
 

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