Campagna elettorale 2012/2013

quanto mi piace quando parla cosi', questo e' un vero italiano :up:

non quei babbei che mi votate! quando mi chiedono di dove sono mi trovo sempre spaesato vorrei dire che so Argentina mah!

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=HAAIi3nds68]GRILLO A UNA TV DANESE: SE FALLIAMO NOI ARRIVA 'ALBA DORATA' - YouTube[/ame]
 
a proposito di babbei :up:
 

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dopo la festa del "damoci da fa" dei maiali, la festa "della mer.da"

che cesso di paese :wall:


"
Sì, la cacca. Gli stronzi che ci sono attorno. La mer.da nella quale sguazziamo e nella quale affondiamo. Ecco, troneggiare in questa magnifica serata la Cappellaro, consigliera del Pdl nonché presidente della commissione Cultura. E che cultura!
All'ngresso della casa di palazzo Ferrajoli, di fronte palazzo Chigi dove abita il sobrio Monti, ecco due cessi all'ingresso a dare il benvenuto agli arrivati (assieme a una comparsa travestita dei disoccupati Fiat: i salotti capitolini non hanno pietà, si ride di tutto e di tutti).
E che invitati! Un tripudio di Cicciolina, contessa De Blank, il playboy Paolo Pazzaglia, Adriano Aragozzini. Queste sono le occasioni in cui uno scopre che fine ha fatto Carmen Russo e il suo bel Enzo Paolo Turchi che sembrano appena scongelati da un ibernazione. Riappare anche Daniela Martani, la passionaria hostess di Alitalia, presente alla festa per fare il suo lavoro di cantante al piano bar. Per non essere da meno a De Romanis c'è anche un Enrico Lucci con maschera da maiale. E la marchesa Dani D'Aragona Del Sacco che saluta il bel mondo che arriva."

altre foto
Veronica Cappellaro del PdL alla festa della cacca (Foto) | Politica24


http://24o.it/links/?uri=http://ilp...po+i+maiali+arriva+la+%ABfesta+della+m...%BB+
 

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il politico piu' pagato in Italia, Napolitano:

'Serve un rilancio morale, dal degrado l'antipolitica'




"I tanti fenomeni di degrado del costume e di scivolamento nell'illegalità, insieme ad annose inefficienze istituzionali ed amministrative, provocano un fuorviante rifiuto della politica".

"La società italiana sta attraversando una fase di profonda incertezza ed inquietudine, nella quale sarebbe da rivisitare e più fortemente affermare la nozione di 'bene comune' o quella di 'interesse generale'"

"Basta con contrapposizioni sterili e delegittimazioni reciproche che soffocano il nostro paese e la nostra società". Napolitano ha detto che l'Italia deve ritrovare "i valori essenziali" del "bene comune e dell'interesse generale"
 
Vedi semplicemente si dovrebbe bloccare il candidato al programma che proclama, togliendo di mezzo quel maledetto 67: Ogni parlamentare – senatore o deputato – rappresenta la Nazione, e cioè l’Italia. Fin qui nulla di straordinario. È un principio cardine, difficilmente contestabile, posto che il Parlamento è l’organo legislativo supremo e i membri del Parlamento sono espressione del popolo italiano. Se proprio si volesse fare un discorso ozioso sul punto, ci si potrebbe domandare cosa si intende per nazione: l’intero corpus elettorale, e cioè i cittadini in quanto «popolo italiano» ex-art. 1 Cost., oppure anche chi non ha il diritto di voto, come l’immigrato con il permesso di soggiorno?
Un quesito decisamente interessante che però esula dalla mia riflessione. Quello che qui mi preme rilevare è la seconda parte della norma: «ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Che significa?
Nel diritto privato il contratto comporta che chi si assume l’obbligo di fare o non fare una determinata cosa debba poi adempiervi secondo le modalità stabilite nel contratto stesso. La conseguenza dell’inadepimento o dell’inesatto adempimento è la risoluzione del contratto e magari il risarcimento del danno a favore del beneficiario, salva l’azione di «esatto adempimento». Ebbene questo principio non è affatto applicabile al rapporto elettorale che si instaura tra eletto ed elettore. Il parlamentare che non rispetta il proprio mandato elettorale nei confronti dell’elettore non viola alcuna norma «contrattuale». Non è tenuto in altre parole a rispettare le scelte di fondo dell’elettore; quelle scelte che magari hanno spinto lo stesso elettore a preferire quel parlamentare (o il partito in cui è stato candidato) a un altro.
Questo è il significato di «senza vincolo di mandato». Il senatore o il parlamentare eletto è «irresponsabile» nei confronti dell’elettore. In altre parole, non gli deve nulla in termini di lealtà politica e in termini di «buona fede» elettorale. Ma per fare un esempio iperbolico (ma poi mica tanto!), ecco cosa intendo dire traducendo il tutto in termini pratici: supponiamo che Caio elettore voti PDL perché non vuole che vengano approvati i matrimoni gay e guarda caso, il programma del PDL rigetta espressamente queste forme inedite di matrimonio. Ebbene, Caio elettore, affidandosi a questo punto del programma, nella propria circoscrizione vota PDL e conseguentemente vota per il suo candidato, Tizio, il quale viene poi eletto. Tizio, dunque, entra il Parlamento nelle file del PDL, ma appena dopo qualche mese, dichiara di voler sostenere i matrimoni gay e decide di abbandonare il PDL e il gruppo parlamentare, per iscriversi in quello del PD dal quale promuove tutte le iniziative parlamentari per fare approvare la norma. Un comportamento questo decisamente da banderuola e delle peggiori… Eppure, Tizio è protetto nelle sue scelte: l’art. 67 cost., sul punto è chiaro. Egli è libero – secondo Costituzione – di tradire il proprio elettorato e le aspettative dei propri elettori. Nonostante Caio lo abbia prescelto per rappresentarlo proprio perché contro i matrimoni gay, non può fare nulla davanti al voltagabbana del poco onorevole Tizio. Dovrà rassegnarsi a vedere approvata una norma che lui non voleva.
Tornando dunque al paragone con i contratti privati, il comportamento di Tizio, in termini meramente contrattuali, avrebbe invece avuto conseguenze precise: avrebbe permesso a Caio di agire contro Tizio per costringerlo ad adempiere precisamente, oppure per risolvere il contratto e domandare il risarcimento del danno. Perché Caio in questo senso è stato tradito nella propria buona fede contrattuale. Si è affidato alle promesse di Tizio.
Giuridicamente parlando il rapporto elettorale purtroppo non può essere paragonato a un rapporto meramente privatistico. La sua disciplina è esclusivamente pubblicistica ed è sancita a livello costituzionale. Sul punto, il principio di cui all’art. 67 Cost., non può essere aggirato sostenendo che tra il membro del parlamento e l’elettore sia stato concluso un contratto; in parecchi ci hanno tentato, ma puntualmente hanno fallito. La natura dei due fenomeni è diversa e tale deve rimanere.
Eppure non si può negare che questo sia un grave difetto costituzionale; un difetto che ha di fatto alimentato il fenomeno del trasformismo e delle maggioranze variabili. Il costante flusso di parlamentari da un gruppo all’altro rende infatti gli esiti elettorali relativi e incerti. L’elettore, quando vota, non sa mai se la maggioranza che prevale rimarrà la stessa per tutta la legislatura oppure se a un certo punto cambierà, divenendo minoranza, e senza che una consultazione elettorale, e dunque la sua opinione, suggelli questo esito. Si è arrivati all’estrema conseguenza, paradossale e frustrante, in cui la volontà popolare non ha più alcuna rilevanza, rilevando piuttosto la volontà dei singoli parlamentari di dare vita a maggioranze diverse rispetto a quelle prescelte dal popolo sovrano che li ha eletti.
Una stortura questa che non è più accettabile in un contesto dove non è il parlamentare a dover decidere, ma è l’elettore al quale il parlamentare deve rendere conto. Se il cittadino vota un partito e i suoi candidati, deve poter essere sicuro che la politica promossa da quel partito venga attuata. Se su questo aspetto vi potranno essere delle inadempienze, non devono dipendere dalla volubilità politica dei singoli membri del parlamento, ma dalla incapacità di quel gruppo di portare avanti quella politica.
Ecco perché sono dell’idea che l’art. 67 Cost. debba essere modificato e debba prevedere il «vincolo di mandato». L’elettore ha il diritto di scegliersi effettivamente i suoi rappresentanti politici. È anche questo un principio costituzionale inalienabile – dedotto da quanto dispone l’art. 1 Cost., comma 2 – che di fatto e di diritto viene disatteso proprio dall’assenza del vincolo di mandato. Se questo fosse previsto, non esisterebbero i giochi di potere e le maggioranze variabili.


Con un questo articolo che li svincola da ogni rispetto e dovere verso l' elettore poi non stupiamoci di quanto accade.

E del resto: abbiamo mai sentito qualcuno destri sinistri centristi fondisti, che propone l' abolizione sostituzione miglioria di questo cavolo di articolo???? E proprio ora che se volessero veramente fare le cose serie ce ne sarebbe un immenso bisogno ...

la risposta è NO. La volontà pervicace di continuare a fare i comodi loro.

Ergo ....


PS: prima che i soliti intervengano ad capocchiam le sigle politiche possono essere tranquillamente ribaltate: in altre parole c' entra nulla appartenenza politica.
 
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l'onorevole Marcello Dell'Utri "Mi tocca correre per il Senato" "per il bene del paese"


"Io ho fatto politica per legittima difesa. E ora mi pioveranno addosso altri 50 mila avvisi di garanzia. Può darsi che mi tocchi andare in Parlamento di nuovo. Io spero di no, ma non lo posso escludere".

Con l'amico Silvio, si è messo al lavoro per cambiare faccia al Pdl: "Lo chiameremo Partito del Cuore, sperando che il Cuore non si offenda" dice Dell'Utri.

Dell'Utri pronto a tornare: "Ho fatto politica per legittima difesa" - Cadoinpiedi
 
l'onorevole Marcello Dell'Utri "Mi tocca correre per il Senato" "per il bene del paese"


"Io ho fatto politica per legittima difesa. E ora mi pioveranno addosso altri 50 mila avvisi di garanzia. Può darsi che mi tocchi andare in Parlamento di nuovo. Io spero di no, ma non lo posso escludere".

Con l'amico Silvio, si è messo al lavoro per cambiare faccia al Pdl: "Lo chiameremo Partito del Cuore, sperando che il Cuore non si offenda" dice Dell'Utri.

Dell'Utri pronto a tornare: "Ho fatto politica per legittima difesa" - Cadoinpiedi

Ma chi se lo 'ncula.:D
 
l'onorevole Marcello Dell'Utri "Mi tocca correre per il Senato" "per il bene del paese"


"Io ho fatto politica per legittima difesa. E ora mi pioveranno addosso altri 50 mila avvisi di garanzia. Può darsi che mi tocchi andare in Parlamento di nuovo. Io spero di no, ma non lo posso escludere".

Con l'amico Silvio, si è messo al lavoro per cambiare faccia al Pdl: "Lo chiameremo Partito del Cuore, sperando che il Cuore non si offenda" dice Dell'Utri.

Dell'Utri pronto a tornare: "Ho fatto politica per legittima difesa" - Cadoinpiedi

Si, cambiare, ma da quale parte?:D
 
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