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Nel Caos UEM gli Asiatici Vendono anche i titoli Tedeschi
Secondo il Telegraph è iniziato in sordina il contagio della Germania, che con una poltica "né carne né pesce" rischia l'autodistruzione.
19 novembre 2011 , ore 2:44 -
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Ambrose Evans Pritchard, The Telegraph – Per la prima volta da quando è iniziata la crisi del debito, gli investitori e le banche centrali Asiatiche hanno iniziato a vendere titoli Tedeschi e tirarsi fuori da tutta la zona euro, ritenendo i leaders Europei incapaci di mettersi d’accordo su una politica coerente.
Andrew Roberts, della Royal Bank of Scotland, ha detto che l’esodo dell’Asia segna un pericoloso punto di svolta nel dramma in corso. “Gli investitori Giapponesi e Asiatici per la prima volta stanno guardando al progetto euro e dicendo “Non mi piace affatto quello che vedo”, e sono in fuga da tutta la regione.
“La domanda nella mente di tutti, nei mercati del debito, è se è arrivato il momento di uscire dalla Germania. La Banca centrale europea ha 2.000 miliardi di € di bilancio, e se la zona euro cade nel baratro, la Germania rimarrà con il cerino acceso. Siamo molto vicini al punto in cui i mercati se ne renderanno conto, perché ci siamo già”, ha detto.
Jean-Claude Juncker, capo dell’Eurogruppo, ha soffiato sul fuoco avvertendo che la Germania non ha più un sano debito dell’ 82% del PIL. “Penso che il livello del debito tedesco sia preoccupante. La Germania ha più debiti della Spagna,” ha detto.
“E’ confortante far finta che i meridionali siano pigri e i Tedeschi laboriosi, ma non è così”, ha detto, inchiodando la Francia e la Germania per la loro gestione “disastrosa” della crisi.
I Bund tedeschi hanno già perso il loro status di debito àncora in Europa. I rendimenti della Svezia, fuori dall’euro, sono ora per la prima volta nella storia moderna 20 punti base sotto a quelli Tedeschi. I rendimenti Danesi e del Regno Unito sono superiori, ma negli ultimi mesi hanno riguadagnato la maggior parte del divario.
Il bund chiaramente ancora gode della fama di porto sicuro di stato. I rendimenti sono solo l’1.86%, ma nel corso della settimana scorsa ha iniziato ad emergere uno schema in cui non si rafforzano più così tanto ad ogni sell-off di Italia, Spagna o Francia.
“I Bund non stanno più reagendo allo stesso modo”, ha detto Hans Redeker, attuale amministratore della Morgan Stanley. “Fino a poco tempo fa, se gli investitori vendevano obbligazioni Italiane, poi tendevano a riequilibrare all’interno della zona euro con l’acquisto di Bund. Ma ora sembrano portare i loro soldi del tutto fuori dall’UEM. I dati del Tesoro degli Stati Uniti (TICS) mostrano che il denaro sta andando in buoni del tesoro Statunitensi, come ultimo rifugio sicuro”.
Simon Derrick della BNY Mellon ha detto che il flusso dei dati mostra uno switch da parte degli investitori stranieri dal Bund ai titoli Tedeschi a scadenza un anno o meno. “E’ un radicale cambiamento di comportamento. Sebbene gli investitori continuino a vedere la Germania come un rifugio sicuro, certamente non la vedono più come sei mesi fa”.
I traders dicono che gli Asiatici stanno prendendo beneficio sui Bund ed uscendo, con segnali che anche la Banca Centrale Cinese sta diminuendo la detenzione dei Bund. I fondi del Medio Oriente sono rimasti fermi.
L’esposizione della Germania alla crisi è già enorme, e come la zona euro entra in recessione le tensioni possono solo peggiorare. La Bundesbank è finora a rischio per € 465 miliardi nei pagamenti “Target 2″ delle banche centrali del Club Med e dell’Irlanda. Hans Werner Sinn dell’Istituto IFO ha detto che questa è una forma nascosta di eurobonds che incastra i contribuenti Tedeschi. “Il sistema attuale è pericoloso. Equivale a un gigantesco accumulo di debito estero”, ha detto.
La Bundesbank è il garante finale di € 180 miliardi di acquisti di obbligazioni da parte della Banca Centrale Europea, una cifra ancora in rapida crescita man mano che la BCE compra debito Italiano e Spagnolo.
Soprattutto, la Germania è a rischio per la sua quota di € 211 miliardi del fondo di salvataggio europeo EFSF, così come per il primo pacchetto del prestito Greco. Se la zona euro si rompe nel caos con default sovrani e una crisi in stile 1930 – un rischio già “non trascurabile” – la perdita potrebbe portare il debito Tedesco verso 120% del PIL.
Gary Jenkins di Evolution Securities ha detto che il contagio al centro dell’UEM ha messo a fuoco la prospettiva di un crollo e ha sollevato la questione di quanto tempo ancora la Germania potrà rimanere un porto sicuro. “Nel peggiore degli scenari è possibile che sarà necessaria una consistente ricapitalizzazione delle banche Tedesche e, potenzialmente, di garantire il debito dei partners dell’area euro.”
I critici dicono che la politica della Germania non é né carne né pesce. Ha sostenuto i salvataggi su una scala sufficiente a mettere a repentaglio la propria solvibilità, senza impegnare la potenza di fuoco necessaria a ripristinare la fiducia ed eliminare il rischio di default in Spagna e in Italia. Sarebbe difficile immaginare una politica più distruttiva.
Ancora non ci sono cambiamenti in vista. Giovedì la cancelliera Angela Merkel ha ripetuto che la Germania non avrebbe accettato l’emissione di titoli congiunti UE o un blitz di acquisto di bonds da parte della BCE. “Se i politici pensano che la BCE possa risolvere i problemi dell’euro, stanno cercando di convincere se stessi di qualcosa che non accadrà”, ha detto.
Eppure lei non ha offerto altra via d’uscita dall’impasse, e ogni giorno che passa è la stessa Germania che affonda sempre più nel pantano.