Cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

C’è una guerra in corso e non è combattuta con armi convenzionali, ma finanziarie

di Uriel – 07/05/2010 – Fonte: Wolfstep



Non so se lo avete notato, ma c’e’ una guerra in corso. Essa non e’ combattuta con armi convenzionali, ma con armi finanziarie. Nonostante ufficialmente USA e UK siano “alleati” militari, dal loro territorio stanno partendo attacchi devastanti a diverse nazioni europee, assalti che, se andiamo a misurare il danno che producono, sono ostili e distruttivi quanto un’azione militare. L’impatto del piano attuale , sul piano economico e’ perfettamente equivalente alla nuclearizzazione di Atene.

Si’, avete capito bene: se al posto di questa speculazione si fosse lanciata un’atomica su Atene , il danno economico sarebbe stato lo stesso. (1)Poiche’ l’attacco parte da USA e UK, ancora non capisco per quale ragione i greci insistano nel rimanere nella NATO, per dire. Per quale motivo si dovrebbe considerare “alleata” o “amica” una nazione dalla quale partono attacchi distruttivi quanto un bombardamento nucleare?

In mezzo a questa guerra, sappiamo gia’ quali saranno i prossimi bersagli di queste aggressioni con armi non convenzionali. Moody’s ci ha appena avvisati che tra i prossimi bersagli ci saremo anche noi. Signori, siamo in guerra.

E’ un modello di guerra non convenzionale, senza aerei e senza bombe. Gli attacchi stanno partendo dai paesi che consideriamo “alleati”: molto buffamente la Grecia e’ rimasta in ginocchio per via di attacchi partiti da Londra e New York, mentre tutto il mondo si preoccupa di difendere la Grecia da una ipotetica bomba atomica iraniana. La quale, per inciso, causerebbe gli stessi danni degli attacchi in corso oggi.

Siamo in guerra. E’ semplicemente una forma di guerra moderna, che usa strumenti enormemente distruttivi al posto di cannoni e aerei e fucili. Ma non e’ niente di diverso da una guerra. E i nemici si chiamano USA e UK, ovvero i territori da cui partono questi attacchi. Non e’ nemmeno lontanamente pensabile che attacchi di questa portata distruttiva possano partire sennza il benestare dei loro governi. E no, non me ne frega un ***** del fatto che i loro governi ritengano di non dover intervenire in tema di finanza: se dal tuo territorio partono missili e tu non ritieni di intervenire in tema di missilistica, non cambia una sega: dal tuo territorio partono missili punto e basta.

A mio avviso, questa situazione da sola dovrebbe mettere in dubbio la nostra appartenenza alla NATO e inficiare i rapporti diplomatici con USA e UK: la tua merdosa divisione d’assalto finanziario “Moody” ha iniziato a tirare salve di artiglieria su di me? Bene, non chiamarmi “amico” ne’ “alleato”, da oggi siamo nemici, punto e basta. E i nemici non sono alleati.

Stabilito che, chiamiamola guerra o meno, siamo entrati in una situazione di conflitto dalla quale potremmo uscire peggio che nella seconda guerra mondiale, il problema adesso e’ di individuare i traditori.

Che cosa farebbe comodo al nemico, proprio in questo momento? Farebbe comodo che il governo italiano cada. E’ ovvio. Questo e’ proprio ed esattamente il momento nel quale la caduta del governo italiano potrebbe causare, nonostante tutto, il crollo del debito pubblico. Ma senza un vero ministro delle finanze a resistere, il risultato sarebbe quello greco. Vi piace?

Dunque , siamo in guerra.
Il rischio e’ di subire un attacco come quello che ha subito la Grecia. Ovviamente, ci saranno delle quinte colonne e ci saranno dei traditori, degli infiltrati e delle spie, come in ogni guerra. Che cosa sta facendo, oggi, la quinta colonna del nemico? Sta minando il governo, nel tentativo di indebolirlo proprio nel momento nel quale il paese rischia moltissimo.

Forse non avete capito quale sia la posta in palio. Forse pensate che il vostro sia un lavoro “sicuro” perche’ siete statali. Davvero? Beh, sappiate che una delle prime misure prese in grecia e’ quella di ridurre gli stipendi agli statali. Pensate che la vostra pensione sia garantita? Beh, una delle prime misure in grecia e’ quella di ridurre le pensioni. Pensate che i vostri beni siano al sicuro? Beh, una delle prime misure greche e’ quella di imporre nuove tasse sui beni. Pensate che i vostri titoli siano al sicuro? Beh, le misure contengono tasse anche sui depositi bancari e sui titoli, e sul risparmio.

Questo e’ l’effetto di una caduta del governo italiano, se avverra’ adesso. E la divisione “Moody’s” ha appena aperto il fuoco contro il nostro paese. Non possiamo permetterci, mai e per nessuna ragione, che il governo cada.

Perche’ se cade, il default sara’ pilotato da altri, i quali “altri” vogliono ridurci in briciole. Il nemico ha gia’ chiarito le sue intenzioni: guadagnare speculando sul debito pubblico, in un momento di estrema crisi, provocandone il crollo. In Italia il crollo porterebbe in miseria, ad occhio e croce, 20 milioni di persone che oggi si considerano “normali”. Avete capito bene: uno su tre diventera’ povero. Perdera’ il lavoro, la casa, non sapra’ dove vivere e cosa mangiare. Pensate che non possa succedere? Non proprio a voi? Cambierete idea.

Questa e’ la guerra in corso. La guerra che ci hanno dichiarato UK e USA, per mezzo delle loro milizie finanziarie.

Non appena la guerra e’ scoppiata, e l’attacco ha chiarito i suoi bersagli, le quinte colonne del nemico si sono messe in azione. Potra’ anche essere una coincidenza che Fini si sia messo a mettere in crisi il governo proprio in questo momento. Sara’ una coincidenza che la Repubblica abbia iniziato con le sue “inchieste” contro Scajola ed altri proprio adesso. Sono tutte coincidenze. Matteotti, del resto, e’ morto per una di queste coincidenze: capiti per caso sulla strada di Muti e puf, che sfiga.

Personalmente, non credo nelle coincidenze. Non in questo momento. Durante una guerra, il problema non e’ “se sei paranoico”, ma “se sei ABBASTANZA paranoico”. E questa e’ una guerra. Una guerra che parte da nazioni che nei fatti sono ostili e a parole si dichiarano “alleate” e “amiche”: UK e USA.

Dunque, abbiamo un problema di traditori. Non mi interessa quali siano le miserabili spinte che li portino ad agire. Ogni traditore e’ sempre spinto da qualche bassa motivazione, che magari a lui sembrera’ nobile. Durante la seconda guerra mondiale, ci fu un complotto di nobili nazisti inglesi che volevano l’inghilterra alleata dei nazisti , con la fine della guerra. Sapete cosa dicevano? Dicevano “non e’ tradimento desiderare che la propria nazione esca da una guerra”. Non suona nobile?

Il traditore sventola sempre qualche nobile bandiera. Ha sempre degli intenti apparentemente nobili. Ma i risultati della sua azione sono la sconfitta e la distruzione.Non importa se il nemico li paghi, cioe’ se siano esplicitamente al servizio dei nemici o se ne facciano il gioco senza ricevere nulla in cambio. Non e’ questo il punto.

Il punto e’ che il rischio e’ sotto gli occhi di tutti: i nostri nemici americani e inglesi si apprestano ad iniziare un attacco con armi non convenzionali di tipo finanziario, il quale potenzialmente ha la stessa capacita’ distruttiva di un bombardamento nucleare. In questa situazione, il governo NON DEVE cadere. Perche’ se cade, perdiamo la guerra. E se perdiamo la guerra, loro vincono. E se vincono, sara’ un disastro per tutti. TUTTI. Nessuno puo’ essere certo di salvarsi. Ne’ gli statali, ne’ i pensionati, ne’ i sindacalisti. Nessuno e’ al sicuro.

La miseria sara’ per tutti. Miseria nera.

Oggi, chi complotta contro il governo e’ un TRADITORE. Non perche’ il governo e’ buono o cattivo. Non perche’ piace o non piace. Non perche’ sia onesto o meno. Perche’ CI SERVE disperatamente un governo stabile durante questa crisi.

Sicuramente si potra’ contestare che sia una guerra o meno. Se non vi piace il termine “guerra”, potete usare “crisi” o qualsiasi altro termine vi piaccia. Ma il problema e’ che una caduta del governo in questo momento avrebbe conseguenze catastrofiche per il paese. Che vi piaccia o meno, ADESSO serve un governo, e servira’ fino a quando non ci sara’ la fine di questo attacco.

Vedere i cani da penna di Repubblica che, in una situazione di guerra finanziaria , si affannano a far cadere il governo, rischiando di condannare il paese al default , e’ un insulto a qualsiasi cosa possa essere responsabilita’ civile verso il paese.

Repubblica, e tutti coloro che si stanno affannando per far cadere il governo, e’ una semplice torma di cani senza controllo alcuno, dei quali frega nulla della propria nazione e della sua popolazione, la quale torma di cani agisce in preda ad un qualche riflesso pavloviano ereditato dal passato all’ Unita’ di alcuni di quei giornalisti e dei direttori.

Essi non si preoccupano del casino che rischiano di provocare. Non si preoccupano minimamente del fatto che sotto una simile tempesta finanziaria, la caduta del governo causerebbe un immediato declassamento e il default incontrollato. E se ne fregano dei milioni di nuovi poveri (tanto darebbero la colpa a BErlusconi e via, a loro l’odio riempie il piatto) , e di tutte le conseguenze.L’importante e’ attaccare il governo della propria nazione nel momento in cui c’e’ un disperato bisogno di istituzioni stabili.

Traditori.

Mi spiace, le merde umane come voi si fucilano sparando alle spalle per disprezzo, perche’ non meritate l’onore di guardare in faccia i soldati di un plotone di esecuzione. Siete solo degli sciacalli, divorati dall’odio, che puntano ad una preda senza preoccuparsi della situazione, accecati dai peggiori istinti umani.

Che vi piaccia o meno, se cadra’ il governo (con il default inevitabile) le conseguenze saranno analoghe ma peggiori, di quelle che vediamo in Grecia. Forse voi vi illudete che tutti si dimenticheranno di voi , e che bastera’ dire “Colpa di Berlusconi”. Certo, figlioli, ai seguaci della setta di strangolatori che chiamate partito forse bastera’.

Ma c’e’ un’altra mezza italia che non vi crede, e che vedra’ il governo crollare (insieme al paese) per colpa vostra. Loro verranno a cercare voi e non si dimenticheranno chi ha dato fuoco alle polveri.

Ci sara’ sempre qualcuno con la memoria lunga a ricordarlo alla gente, chi ha scherzato col fuoco dentro una polveriera. Ci sara’ sempre qualcuno che si ricordera’ chi ha destabilizzato il paese, cari Fini e Colombo, facendo il gioco del NEMICO, proprio mentre bisognava fare quadrato e resistere.

E quando, nel bel mezzo della fame che verra’, qualcuno puntera’ il dito su di voi, sara’ difficile tenere a bada il linciaggio. E’ sempre difficile, quando c’e’ fame. BAsta puntare il dito e gridare “e’ stato lui!”.

E qualcuno che lo ricordera’ c’e’. Almeno uno. E si’, puntero’ il dito. E gridero’ piu’ forte possibile.

Perche’ se cade il governo e andiamo al casino, siete stati voi.

Miserabili traditori del vostro paese e del vostro popolo.

Non mi interessa che cosa abbia fatto o meno Scajola.Potete anche avere ottime ragioni per fumare dentro un cavolo di arsenale, tranne una: c’e’ rischio di saltare in aria.

C’e’ RISCHIO DI SALTARE IN ARIA. Lo capite questo? Lo capite che ci sono miliardi di euro “in canna” degli speculatori per far salire i CDS? E lo capite che se ci prendiamo di mezzo, se mostriamo ora una minima crepa, le agenzie di rating (altra divisione d’assalto dei governi nemici) prenderanno la scusa per declassare il debito?

Non accetto che qualcuno critichi i MIEI toni: si sta rischiando uno dei peggiori disastri dopo la campagna di Russia, e solo perche’ Repubblica e Fini ritengono che far cadere il governo adesso sarebbe fico.

Ci sara’ da ridere a contare i vostri inserzionisti, dopo il default. No, perche’ io lo spazio per un pollaio ce l’ho, idioti. Voi, no: vi servono proprio gli inserzionisti per vivere. E no, chiedete ai vostri colleghi greci, come vanno gli affari.

Affonderete insieme al paese che avete sabotato. Voi, e i coglioni che vi vengono appresso.

(1) Moltiplicate il GDP procapite greco per il numero di abitanti di Atene, e scoprirete che i 120 miliardi di euro di fatto sono il GDP di Atene. Un’atomica sulla capitale avrebbe causato lo stesso danno. Sarebbe stata piu’ cruenta, ma nessuna guerra ha lo scopo di essere cruenta, quindi l’obiezione e’ irrilevante.
 
L’Europa in mano alla mafia dei “raiting”


di Tito Pulsinelli – 07/05/2010

Come il Brasile ed Argentina 20 anni fa – La speculazione usuraia dei croupiers dell’azzardo globale – Partita truccata tra il dollaro e l’euro

Fa un certo effetto osservare gli accadimenti europei dall’angolo visuale sudamericano: sembra di sbobinare immagini di un passato molto prossimo, però a parte invertite. “Default” è una parolaccia inquietante tra i bellimbusti delle cosche finanziarie che erano di manica larga quando la scagliavano contro i “tropicali” e l’America non anglosasassone.

Oggi, il monopolio mediatico d’Oltreatlantico spara a zero contro l’Unione Europea, attacca i suoi anelli più deboli così come ieri crocifisse il Messico, l’Argentina e il Brasile. Aggredisce con l’arma di distruzione di massa delle “agenzie di rating”, quelle stesse che aggiungendo (o togliendo) una A, segnano il destino delle nazioni.

Eppure, inutilmente, vent’anni addietro i “terzomondisti” avevano messo in guardia contro queste mafie (Moody’s, Goldman Sachs, Fitch) che sono simultaneamente giocatore e arbitro, “qualificatori di rischio” e società quotate in borsa, croupiers e venditori di fiches. A quel tempo, dalle capitali europee si rispondeva con sorrisi di condiscendente superiorità: si consideravano gemelli-siamesi di Wall street e fratelli spirituali della Chiesa Neoliberista del Business degli Ultimi giorni.

Il brivido che dal caldo Egeo risale il midollo spinale delle élites europee dà la misura del trionfalismo immediatista della classe dirigente politica, intrappolata nel laberinto di sabbia di una “moneta senza Stato”, e l’egoismo necrotico di un’oligarchia finanziaria che ha trucidato l’economia reale e il buon senso.

Hanno fatto l’eutanasia allo Stato sociale che era il cemento che coesionava e rendeva più solido il modello economico e politico europeo e giapponese. Elites ed oligarchie, ispirate al modello di accumulazione dei Morgan, Drake e capitan Uncino, si impegnarono a trasformare l’Europa in una fotocopia degli USA. Però senza forza militare autonoma e senza visione geopolitica: tutto nelle mani dei banchieri centrali (senza eccezioni, garzoni andati a bottega da Goldman Sachs et similia).

Hanno ridato in pasto l’Europa a quel FMI che –quasi estromesso dalle latitudini sudamericane- ora ritrova una Terra Promessa non solo nella bushista “nuova Europa”, ma persino a Bruxelles e Francoforte. Wall strett non si accontenta, va alla caccia grossa contro l’anello mediterraneo: alla carica dell’argenteria di famiglia. Puntano agli Stati fondatori dell’unificazione europea. Si tratta di minare l’euro e minimizzare la concorrenza globale europea. Il dollaro deve rifiatare e gli USA devono mettere il freno a mano nella picchiata dell’egemonismo che sta divenendo sempre più relativo.

Tant’è vero che hanno perso protagonismo persino in quell’America Latina la facevano da padroni, dove la vivisezione neoliberista –inaugurata dal noto filantropo Pinochet- produsse ferite mortali e traumi profondi che -oggi- sono diventati anticorpi.

La filastrocca della fu globalizzazione ha finito per produrre il risorgimento di categorie date per spacciate anzitempo: sovranità nazionale, identità nazionali e sociali, autodeterminazione, rottura dei monopoli, dualismo e complementarietà economica, unificazione non solo dei mercati, ecc.

E’ il cosiddetto “populismo” che fa arricciare i nasi siliconati nelle redazioni europee ma fa diminuire i déficit, aumenta le riserve monetarie nazionali e consente politiche redistributive. Mantiene il FMI fuori dall’uscio di casa o dalla cucina. Vedere per credere. Basta dare una scorsa alla graduatoria mondiale dei Paesi più indebitati oggi e nel 1990: esiste il BRIC e i fondi nazionali sovrani.

Ha Permesso di dare impulso ad un blocco sudamericano, con una integrazione regionale lenta e contraddittoria, però con visione e progettualità geopolitica, inserita nel multipolarismo, senza le mani legate dai dogmi macro-economici e dai miraggi di fine Millennio del gioco d’azzardo delle tre carte della cupola del rating: che è un monopolio made in USA.
 
IL DISEGNO AMERICANO CHE VUOL SPEZZARE L'EUROPA

DI MAURO BOTTARELLI
ilsussidiario.net

La crisi greca ha reclamato le prime vite. Verrebbe voglia di fermarsi, in segno di sdegno e di rispetto. Invece non è possibile. E nemmeno giusto. Occorre invece continuare, il più possibile, a dire la verità. Quella scomoda, quella che urtica, quella che obbliga al realismo.

Quindi è giusto dire che i governi greci hanno colpe enormi, che le banche ne hanno ancora di più, ma che occorrerebbe dire qualcosa anche a quei cittadini greci abbienti che, dati alla mano, hanno fatto ripartire il mercato immobiliare di lusso a Londra: comprano case da milioni di euro perché vedono nel mattone britannico un bene rifugio al pari dell’oro.

A dirlo non è il sottoscritto, ma i dati diffusi da Knight Frank, agenzia leader del real estate, in base ai quali nell’ultimo mese le vendite di case con costo superiore al milione di sterline sono cresciute del 21%. Per l’agenzia, i proprietari di casa greci contano ora per il 6% nel mercato britannico di immobili con valore superiore ai 2 milioni di sterline, il doppio rispetto allo scorso anno. La realtà è questa, certificata dagli atti d’acquisto con nome e cognome.

La finanza è certo spietata, ma finché non metteremo in conto che l’avidità è diffusa ovunque e il bene comune è un valore sempre meno perseguito, continueremo a fare la caccia alle streghe contro gli hedge funds e gli speculatori: se i derivati, sempre più rischiosi e per questo sempre più in grado di offrire profitti, sono andati a ruba non è solo perché qualche “delinquente” li vendeva, ma anche perché qualcuno, anzi moltissimi, li compravano. Si chiama legge della domanda e dell’offerta, una base dell’economia.

Detto questo, la realtà è una sola: questa seconda ondata di crisi, basata sul debito, è eterodiretta. C’è un piano di crollo generalizzato delle Borse per ottenere un effetto Idra nell’eurozona, una sorta di sabotaggio - anche valutario - orchestrato non tanto dai fondi speculativi, i quali salgono in giostra e poi scendono al volo, quanto da istituzioni politiche, banche e major per spostare il mirino verso il Club Med e dettare le nuove regole dell’economia e degli assetti istituzionali.

Non si spiegherebbe, infatti, il perché nel pieno dell’incendio greco Moody’s abbia sentito il bisogno di annunciare di aver aperto una procedura di rivisitazione del debito portoghese per la possibilità di un downgrade non di uno, ma addirittura di due livelli di rating. Chi getta benzina sul fuoco, difficilmente l’ha scambiata per acqua: lo fa scientemente.

Attualmente i bond di Lisbona sono valutati Aa2 dall’agenzia di rating, la quale ha motivato la sua decisione in base «al deterioramento delle finanze pubbliche portoghesi anche a fronte delle sfide economiche che si pongono ad esse di fronte». Un tempismo straordinario: per anni hanno valutato AAA dell’immondizia confezionata su mutui a tassi di insolvenza stellare e, ora, di colpo sono attentissime nel valutare variazioni nelle finanze pubbliche di un paese nell’arco temporale di mutamenti di due settimane.

Di colpo l’euro ha toccato il minimo da 13 mesi contro il dollaro e il livello dei cds ha toccato record stellari. Lo conferma CMA Datavision, azienda che monitora i mutamenti dei credit default swaps: quelli per assicurarsi a cinque anni sul rischio di default portoghese sono saliti a 407 punti base da 344 e questo comporta un’implicita percentuale di default del Portogallo pari al 29,6%. I cds greci sono ora a quota 850 punti base da 764.5, una soglia che potremmo definire “islandese”: il Club Med sta andando letteralmente a pezzi e dall’altra parte dell’Oceano non sembrano particolarmente preoccupati.

E nemmeno a Londra, visto che questa instabilità dell’euro sta facendo da salvagente alla sterlina, valuta da tutti in grave pericolo sia per il debito pubblico stellare sia per il rischio che dalle elezioni di oggi non esca una maggioranza chiara per governare. È la legge della giungla al suo meglio - o peggio -, il tutti contro tutti più devastante che l’Europa abbia mai vissuto, fatta eccezione per i due conflitti mondiali: e questo, alla luce di quanto sta accadendo, getta ombre di responsabilità ancora più gravi sull’operato della Germania, nei fatti una sorta di fiancheggiatore interessato delle manovre dei veri poteri forti internazionali.

Per salvare sé stessa, Berlino ha accettato di buon grado di mandare sulla forca prima Atene, poi Lisbona e se servirà Madrid, l’altro giorno vittima di un clamoroso caso di disinformazione e turbativa dei mercati: far circolare la voce che Madrid avesse chiesto aiuto al Fmi, significa voler affossare l’euro e destabilizzare l’intera area. E qui non stiamo parlando di scommesse sul forex, di cross più o meno azzardati allo scoperto contro l’euro per guadagnare dei bei soldi: qui si parla di geofinanza al livello più alto.

Le proteste di piazza sono soltanto il cotè violento ed esasperato di un disegno più grande, un disegno di stabilità e nuovo ordine politico-economico che necessita, come le rivoluzioni, di sangue per poter crescere: gli stessi poteri che hanno messo alla Casa Bianca l’inattaccabile - di colore, giovane, progressista - Barack Obama, ora sono passati alla fase 2 del loro piano. Destabilizzare per stabilizzare, non serve Sun-Tzu per arrivare a capire cosa è in atto nel mondo: l’America non può permettersi di fallire e nemmeno di restare artificialmente in vita grazie al “kiss of death” del gigante cinese, deposito del debito pubblico.

Occorre spostare il focolaio della crisi, scompaginare i competitors, creare un nuovo ordine gestibile anche in situazione di debolezza: nulla di cui vergognarsi, quando il gioco si fa duro e in ballo c’è la sopravvivenza della società stessa, Machiavelli ci insegnava che ogni mezzo è lecito. Sono i collaborazionisti stile Bce, Ue e Germania a doversi vergognare e portare il peso delle proprie responsabilità. E del proprio tradimento.
 
Credo che questo non potesse mancare, non ho mai letto il diretur del WSI così inca..ato :D

08 Maggio 2010 02:18 BRUXELLES
wsi_small.jpg

PERFINO TRICHET AMMETTE: "LA CRISI E' SISTEMICA". NUOVO PIANO DI INTERVENTO UE, IN CUI NESSUNO CREDE di *Luca Ciarrocca

Il presidente della BCE, uno degli uomini piu' colpevoli per il fallimento finanziario dell'area euro, lancia tardi e male l'allarme a Bruxelles. In arrivo un piano disperato (un fondo di emergenza) per "distruggere la speculazione". E Bossi...
thumbnailer.aspx

Bossi e Tremonti

*Luca Ciarrocca e' il direttore e fondatore di Wall Street Italia.

(WSI) – La crisi dei mercati scatenata dal caso euro e' "sistemica": lancia l'allarme, molto tardivo e a questo punto di nessuna credibilita', il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ai leader dell'eurozona durante il vertice straordinario tenutosi a Bruxelles, durato 6 ore e conclusosi a tarda notte.

L'ultima trovata, dopo lunghissime trattative, puzza lontano un miglio di mossa disperata: i membri dell'Europa puntano adesso a creare un "fondo di emergenza" detto anche "meccanismo di stabilizzazione europea" per fermare l'effetto contagio che si sta diffondendo come un virus dalla Grecia ai paesi deboli ad alto debito, compreso il nostro. Questo piano pare fin d'ora un'idea risibile, anche non se ne conoscono i dettagli poiche' questi geni dei nostri burocrati si vedranno ancora durante il weekend, giusto in tempo per approvare il draft prima dell'apertura dei mercati azionari e obbligazionari lunedi' 10 maggio.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy e' l'unico passato stanotte alle cronache delle grandi agenzie internazionali (ma Berlusconi non era imprenditore, e non dovrebbe capire qualcosa di economia piu' degli altri?); Sarkozy ha affermato che il blocco europeo difendera' l'euro "attaccando direttamente gli speculatori, senza pieta'". "Molto presto sapranno una volta per tutte che cosa abbiamo in programma per loro" ha minacciato il presidente francese. Noi che siamo scettici sappiamo gia' come reagiranno i mercati: saranno feroci giustamente, bocceranno tutto il bocciabile, la speculazione si accanira' senza tregua e con cinismo doppio e triplo contro i paesi PIIGS, punendo con violenza i peggiori come si compete per incompetenti e bugiardi (Atene ha raccontato menzogne per anni truccando i bilanci come possiamo essere sicuri che anche Roma non faccia lo stesso? E infatti nessuno lo sa).

Da notare che Sarkozy non ha voluto fornire dettagli su questo fantomatico "piano di emergenza" per non "minacciarne l'efficia" (tradotto in parole povere: non ha voluto scoprire le carte nei confronti della speculazione altrimenti quest'ultima potrebbe "vedere" il bluff in anticipo prima dell'apertura dei mercati).

Comunque tutti e 27 i ministri finanziari dell' Unione Europea (per l'Italia Giulio Tremonti) si vedranno per un'altra riunione di emergenza domenica pomeriggio per mettere a punto il draft. Nelle sale trading delle banche d'affari aspettano con ansia, come in un video gioco in cui si sa chi vince perche' si conoscono gia' tutte le scappatoie e trappole.

Le misure europee, nelle intenzioni, dovrebbero servire per prevenire lo scenario in cui la crisi dei debiti sovrani scuote alle fondamenta la fiducia dei cittadini nell'euro, che ha compiuto 11 anni ma non e' maturato neanche un po' per colpa di genitori irresponsabili.

Poi le solite parole di facciata, altre munizioni per le armi di distruzione di massa degli speculatori. "Difenderemo l'euro a qualsiasi costo" ha detto il presidente della Commissione Europea Jose' Barroso finito il meeting (nota: l'euro questa settimana ha perso -4.3% e -15% da novembre; i titoli di Stato e i CDS europei (credit default swaps) sono saliti venerdi' ai massimi storici (robe da vera recessione, perdita di fiducia, profonda avversione al rischio percepito).

"Difenderemo l'euro a qualsiasi costo" non e' certo una cosa intelligente da dire da parte del signor euroburocrate. Non esiste sui mercati finanziari una strategia portata avanti "a qualsiasi costo" in quanto appunto costerebbe troppo perseguirla: ci si dissanguerebbe per motivi "ideologici" mentre la realta' magari nega brutalmente l'assunto. "You take your loss" dicono saggiamente gli americani in simili casi. Cioe': prendiamoci questa perdita, mettetiamola in bilancio, ok non e' una bella cosa ma forse e' meglio far uscire questi cialtroni dei Greci dall'Europa. Ridiamogli pure la dracma, efgaristo'.

E' l'unica vera doccia fredda o mossa radicale che il mercato amerebbe vedere, poiche' varrebbe da esempio e stimolo a non fare altrettanto per gli altri irresponsabili PIIGS come noi italiani, gli spagnoli, i portoghesi. Se vogliamo stare al gioco della correttezza fiscale, signor Tremonti, bisogna rispettare le regole senza blaterare ma facendo quadrare i conti. Con le nostre furbizie di sempre, simboleggiate al governo da Berlusconi in persona, ormai non si va piu' da nessuna parte. La borsa punisce, la creativita' e fantasia italiane non pagano. Bisogna che i nostri politici capiscano che gli americani sono l'esempio da seguire, Washington e New York si' che fanno sul serio (a Wall Street una perdita di -9.2% del Dow Jones giovedi' ha cancellato in mezz'ora $1 trilione di dollari, prima dei recuperare). Anche se sono numeri kolossal, l'Europa e l'Italia devono capire che dobbiamo cominciare a fare sul serio per non incappare nelle stesse punizioni.

Tornando alla riunione di Bruxelles, in precedenza il presidente della Commissione Ue Durao Barroso e il presidente francese Sarkozy avevano espresso insoddisfazione per il testo di dichiarazione che dovrebbe uscire domenica dal vertice. A loro giudizio il messaggio "e' ancora troppo debole" e "non contiene segnali abbastanza forti per un'azione rapida, cosi' come richiesto dalla situazione".

Cio' lascia presupporre che finalmente potrebbero cominciare a volare gli stracci, in quella patetica parvenza di governo europeo che e' ormai la UE, proprio grazie ai duri cali di borsa, della moneta, dei titoli di Stato. Nessuno per mesi ha deciso nulla ne' a Francoforte ne' a Bruxells. Per fronteggiare la devastante crisi finanziaria scoppiata in America nell'ottobre 2008, Washington ha dibattuto pergiorni al Congresso, anche con aspri litigi tra democratici e repubblicani, ha soppesato e valutato le misure urgenti da prendere, ma alla fine un immane piano di salvataggio da oltre $750 miliardi di dollari e' stato approvato, allo scopo di evitare all'America la terribile accoppiata crash/recessione.

In Europa all'inizio nessuno aveva capito cosa accadeva, oppure se lo aveva capito per mesi non ha voluto ammettere in pubblico la gravita' della situazione (debiti pubblici fuori controllo, conti truccati, pesante arretramento delle economie, disoccupazione record, maxi-debiti e asset tossici nel sistema bancario). Adesso la consapevolezza c'e', ben chiara, e tutti hanno sbattuto contro il muro. Eppure all'UE e alla BCE ancora chiacchierano, ipotizzano, valutano, si riuniscono, pensano di approvare... Ma ci facciano il piacere! A casa tutti, da Trichet in giu'.

Solo per fare un raffronto concreto, valutate la sinteticita' e consapevolezza di un vero investitore/speculatore di fronte ai drammatici eventi di questi giorni: "O l'Unione Europea si decide a prestare soldi ad Atene ad un tasso dello 0% oppure la Grecia dovra' ristrutturare il debito". "L'euro resistera', ma si va verso un'eurozona piu' piccola, con i paesi deboli fuori". Parole di Mohamed El-Erian, un signore che gestisce Pimco, il piu' grande fondo obbligazionario del mondo con un patrimonio di $1 trilione di dollari.

Parole di verita', quelle di El-Erian. Esatto: la Federal Reserve americana - nell'iconografia popolare dei trader di Wall Street soprannominata "elicottero Bernanke" (il chairman Fed che da un elicottero sorvola il territorio Usa gettando dall'alto dollari, liquidita', denaro) - la Fed, dicevamo, nel momento di massima crisi del 2008 e' intervenuta in modo massiccio, con una forza d'urto immensa, per risollevare un mercato finanziario in coma. Ancora oggi la Banca Centrale degli Stati Uniti 18 mesi dopo presta denaro alle banche Usa ad un tasso compreso tra lo 0.0% e lo 0.25%. Una valanga obbligata di cash per evitare l'apocalisse. E' chissa' per quanto tempo durera'.

Da Trichet & Soci, espressione di un'Europa senza volonta' politica, senza omogenita' di culture e lingue, che non ha esercito ma solo una moneta che potrebbe anche essere quella di Monopoli e non farebbe gran differenza; da Trichet & C., invece, solo piccoli aborti, mezze frasi, piani stitici, dichiarazioni fuorvianti. Soprattutto: no al denaro a tassi zero e no al riacquisto di bond dei paesi in difficolta'. Il che equivale ad ammettere: misure concrete nada, nein, nulla, rien. Allora scusate, che ci state a fare ai vertici di quest'Europa?

Che senso ha per esempio cari euroburocrati e signori della BCE, continuare a insistere con quell'idiozia del rapporto deficit/pil fissato rigidamente (dal 1999) al 3.0%, quando tutti i paesi si posizioneranno in media al 6.6% nel 2010 e al 6.1% nel 2011? Cambiamolo, questo parametro. Aggiustiamolo alla realta' di oggi. Bisogna essere flessibili e non ideologici, la rigidita' e la poca agilita' ha estinto i dinosauri ma preservato la vita a piccoli volatili, in epoche antiche di sommovimenti violenti.

Se la Grecia, un paese con tanta storia, arte e filosofia si', ma irrilevante nella geo-politica globale per forza di pil e popolazione (appena 11 milioni di persone di cui 4.5 milioni lavorano nel parassitario settore pubblico in un'economia come quella UE di poco inferiore a quella Usa); se la Grecia oggi e' in grado di mandare a scatafascio il castello di carte su cui si fonda l'euro, che senso ha mantenere in piedi tutto l'ambaradam? Che senso ha stanziare 140 miliardi di dollari per salvare una nazioncina parte di un blocco economico da $12 trilioni di dollari quando incertezze e rigidita' di gestione rischiano di affossare gli altri paesi legati da questo patto ormai scellerato? Atene fuori, addio Mikonos, Santorini e l'Acropoli. E il patto Ue, si puo' anche riscrivere no?

Immaginiamo se la speculazione cominciasse veramente (ma sul serio) ad attaccare gli stati a pil forte e debito fuori-misura: appunto Italia, Spagna e Portogallo. Bhe', fino ad ora non abbiamo bevuto che l'aperitivo di quel che si prospetta per alcuni come un lauto pranzo. I signori speculatori non sono cattivi, fanno solo il loro mestiere, che e' perfino utile in questi casi, per smascherare ipocrisie e inadeguatezze che si ripercuotono sullo standard di vita dei cittadini.

Insomma siamo in balia - detto con molta prudenza e cautela - di una classe dirigente di politici europei incompetenti.

Trichet era il personaggio che due anni fa, nel momento in cui l'euro aveva tassi molto piu' alti rispetto al dollaro, dichiarava tronfio: "I fondamentali sono solidi, l'economia dell'eurozona e' solida, noi in Europa e la nostra moneta siamo solidi (s'e' visto, col senno di poi...). Ebbene i Trichet sono ovunque purtroppo in questa disgraziatissima Europa.

Facciamo un altro rapido esempio terra-terra con uno dei nostri politici.

Ieri su SkyTG24 (l'unica televisione vedibile in Italia per capire come vanno davvero le cose) abbiamo ascoltato una dichiarazione dell'Umberto Bossi, poveretto, che farfugliava col suo idioma strascicato da post-ictus... alcune tesi come dire? leghiste? su economia, debito, mercato.

Diciamo subito la verita': tali imbecillita' - di questo si tratta - non dovrebbero essere consentite ad un ministro del governo della Repubblica Italiana nonche' massimo alleato del presidente del consiglio Silvio Berlusconi nella slabbrata coalizione di centro-destra. Non c'e' scusante che tenga, neppure la malattia. "Noi italiani siamo fortunati - ha blaterato a fatica il Senatur federalista/secessionista - noi italiani siamo fortunati.... perche' abbiamo un ministro dell'Economia fantastico come il Tremonti.... lui ci ha curato la tenuta dei conti... ci ha tenuto a galla anche nei momenti difficili... e infatti l'Italia sta meglio degli altri paesi... le banche italiane sono solide... Tremonti e' come una brava massaia che ha risparmiato per non spendere troppo nei momenti di crisi". Testuali parole.

Ora dite voi se non e' giusto, sacrosanto, addirittura liberatorio che gli speculatori - che certo stupidi non sono - non abbiano avuto assolutamente ragione venerdi' a far schizzare al rialzo il CDS Italia (PREZZI DEI CDS ITALIA PER GLI ABBONATI A INSIDER) - credit default swap, cioe' lo strumento finanziario utilizzato come copertura assicurativa contro un'eventuale bancarotta del paese - al massimo assoluto di tutti i tempi, praticamente al livello del Kazakistan e subito dopo Portogallo e Spagna. Ecco: la speculazione serve anche a smascherare i cialtroni e furbi a tempo pieno come Bossi, che per le loro trame jurassiche (la Padania? la secessione? il federalismo?) tengono in scacco l'Italia proprio nel momento piu' drammatico degli 11 anni di vita dell'euro e del paese. "Brava massaia": certo come no. Ma ci faccia il piacere, Senatur. Studi un po' di macroeconomia, oppure taccia.

"Questi giocano col fuoco" - come disse giustamente la Emma Marcegaglia venerdi' in uno dei pochi (forse l'unico) sound-bite degno di nota in tempi recenti; "giocano col fuoco" ma non l'hanno ancora capito. Non sanno nulla, i nostri governanti, per ignoranza, ignavia o perche' vivono da ricchi blindati nel lusso, scarrozzati da auto-blu', circondati da scorte e poliziotti, spupazzati in cene, festini, inaugurazioni. "Questi qui" non sono consapevoli che la festa e' finita, il vento e' cambiato, la storia e l'economia globale impongono scelte diverse, coraggiose, dolorose, non da Grande Fratello. Classi dirigenti di questa fatta non sono piu' in grado di governare un paese moderno e vitale che ha bisogno come l'aria di intelligenza, stimoli, progetti, giovani, investimenti, futuro, dinamismo, coraggio, visione. Questa classe dirigente ha fallito, lo sappiamo tutti che non ci porta da nessuna parte e anzi ci fa arretrare.
index.asp
 
ATTENZIONE ALL'EUFORIA DROGATA. ALERT ESPERTI
di WSI

Gli analisti valutano l'ottima performance dei mercati azionari dopo il maxi salvataggio UE. Cautela: l'effetto positivo di breve termine è indiscutibile, ma le incognite sono molte. Barclays prevede l'euro a 1.20 in 3 mesi.


Anche Wall Street sembra pronta a festeggiare oggi. A più di tre ore dall’inizio della giornata di contrattazioni i futures sul Dow Jones volano di 386 punti, quelli sul Nasdaq mettono a segno un rally di 82 punti e quelli sullo S&P 500 salgono più di 49 punti.

Che il pacchetto di salvataggio kolossal varato dall’Unione europea sia stato accolto con euforia dai mercati finanziari è fuori discussione. La corsa agli acquisti è iniziata già nei mercati asiatici, come dimostra la buona performance della borsa di Tokyo, che ha visto il Nikkei salire dell’1,6%.

L’euforia ha contagiato poi la diretta interessata dal piano di salvataggio approvato dall’Ue, ovvero l’Europa. Fin dalle prime battute i listini azionari hanno puntato infatti con decisione verso l’alto, applaudendo al più grande piano di aiuti da oltre due anni, cioè da quando i leader G20 hanno dato denaro all'economia mondiale dopo il crollo di Lehman Brothers.

A dimostrare il clima di ritrovato ottimismo, anche il notevole recupero dell’ euro , che ha riagguantato la soglia a quota 1,30 dollari dopo i ripetuti tonfi della scorsa settimana. E il notevole allentarsi della tensione è dimostrato anche dall’andamento in picchiata dei rendimenti dei titoli di stato greci e dallo spread dei titoli decennali di Atene sul bund tedesco, quest’ultimo crollato di 600 punti, a 363 punti base.

Un ottimo esordio, insomma, su questo non c’è dubbio.

L’interrogativo però è sulla bocca di tutti. Quanto di questi rialzi odierni continueranno e quanto invece si confermeranno una mera parentesi?

La comunità degli analisti guarda con cautela all’evolversi della situazione e, pur approvando l’intesa raggiunta dall’Unione europea su un piano salva euro, invita a non esultare troppo.

Oscar Pulido, specialist di portaolio di BlackRock, afferma per esempio che il piano di salvataggio "potrà essere interpretato alla stregua di un segnale positivo nel breve termine". Dunque, "i mercati potranno recuperare parte delle perdite sofferte la scorsa settimana".

Detto questo, "in una ottica di più lungo termine, molto dipenderà dalla capacità dei governi europei di agire davvero per ridurre i deficit che hanno accumulato".

Mitul Kotecha, responsabile della strategia valutaria globale di Credit Agricole, sembra essere dello stesso avviso. "Il salvataggio porterà stabilizzazione nei mercati ma l’incognita è se il piano riuscirà ad assicurare un miglioramento sostenibile della fiducia".

E ovviamente sotto i riflettori rimane soprattutto la sopravvivenza dell'euro. Qualche analista in realtà non sembra essere rimasto neanche troppo impressionato dal piano dell'Ue.

David Forrester per esempio, strategist di Barclays Capital, afferma anzi che il pacchetto di aiuti sarà "alla fine negativo per la moneta unica" e aggiunge: "Rimaniamo ribassisti sulla valuta e continuiamo a ritenere che il cross euro/dollaro scenderà fino a 1,20 nell'arco dei prossimi tre mesi".
 
CLAMOROSO: AXEL WEBER (BUNDESBANK) CRITICO SUL PIANO DI SALVATAGGIO UE
di WSI

Il governatore della Banca centrale tedesca e candidato n.1 alla guida della BCE parla di "rischi significativi" nel piano di riacquisto di eurobond. L'euro scivola.


Il governatore della Banca centrale tedesca e candidato n.1 alla guida della BCE parla di "rischi significativi" nel super piano di salvataggio, in particolare riferendosi al riacquisto di eurobond. Nel corso di un'intervista a un giornale in Germania Weber ha detto che l'acquisto di eurobond sovrano dei singoli paesi europei "pone rischi significativi".

"Adesso il problema e' come mantenere questi rischi al livello minimo possibile", ha detto Weber al quotidiano finanziario Boersen-Zeitung, aggiungendo di essere "critico" nei confronti del programma di riacquisto di titoli sovrani dei paesi europei in difficolta' (ovviamente Weber non parla di PIIGS).

In aperta violazione del Trattato di Maastricht sui e' fondata l'Europa, cioe' in violazione del principio che considera proibiti i prestiti dalla BCE agli stati membri, la BCE ieri notte si e' impegnata ad acquistare bond sia emessi dagli stati europei sia dalle aziende dell'area euro, per iniettare liquidita' nel sistema e stabilizzare i flussi, in modo da fermare gli attacchi speculativi contro l'euro in corso da varie settimane per la crisi della Grecia.

Dopo un meeting ad alta tensione durato oltre 14 ore, l'Europa ha deciso di mettere a disposizione (con quali soldi non e' chiaro, visto il livello attuale di indebitamento degli stati membri) 440 miliardi di euro in linee di credito o garanzie, 60 miliardi di altri prestiti direttamente dal bilancio UE mentre il Fondo Monetario Internazionale dovrebbe mettere sul piatto ulteriori 250 miliardi di euro, in forma di prestiti disponibili per i paesi in difficolta'.

I 27 ministri delle finanze UE (16 stati membri + 11 esterni) hanno annunciato un pacchetto di salvataggio kolossal "all'americana" di 750 miliardi di euro, pari circa a $1 trilione (1000 miliardi di dollari) che dovrebbe essere sufficiente per bloccare almeno nel breve termine la speculazione anti-euro, prevenire il panico da collasso e fermare il diffondersi del contagio dalla Grecia agli altri paesi PIIGS.

Il rally dell'euro dopo l'annuncio del super piano di salvataggio kolossal da $1 trilione varato da UE, FMI e BCE, cosi' come dell'acquisto di bond, sara' solo "temporaneo". A lanciare l'avvertimento e' UBS AG, il secondo trader al mondo per importanza nel mercato valutario.

Dopo avere toccato un massimo intraday di 1.3094 (+2.7%) sull'onda dell'euforica accoglienza al piano europeo di salvataggio, poi ha cominciato a prevalere una visione piu' realistica del caos in cui si trova tuttora e ancora per molto tempo l'Europa, cosi' i realizzi hanno fatto scivolare la moneta unica sotto quota 1.28 (quotazioni eur/usd in tempo reale) un rialzo molto piu' moscio, +0.4%. Le borse invece, totalmente manipolate dal sistema bancario (i maggiori rialzi di prezzo sono proprio delle banche) si sono mosse tutte in "decoupling" (sdoppiamento) mettendo a segno fortissimi rialzi, anche per via delle ricoperture selvagge degli short.
 
A lezione di libero mercato

CONFESSIONI DI UN NICHILISTA DI WALL STREET
Dimenticatevi Goldman Sachs, tutta la nostra economia è costruita sulla frode.
di Mark Ames
da The New York Press
traduzione di Gianluca Freda


C’è stato uno strano momento la settimana passata durante il discorso del presidente Obama al Cooper Union College. Lui era lì, a strisciare dinanzi a una casta di criminali di Wall Street, tra cui il capo della Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, implorando “Guardate dentro il vostro cuore!”, come John Turturro in Crocevia della morte… quand’ecco che all’improvviso il Presidente degli Stati Uniti ha sganciato la sua bomba: “Le sole persone che devono temere le misure di controllo e trasparenza che stiamo proponendo sono quelle la cui condotta non supererebbe tale supervisione”.

Il Grande Segreto, ovviamente, era che nessuna creatura vivente entro un raggio di 100 miglia dal Cooper Union avrebbe potuto superare questa supervisione: né questa supervisione, né una supervisione di qualunque altro tipo. Punto. Non solo in un raggio di 100 miglia, ma in qualunque luogo in cui ancora sopravvivano tracce di vita economica in questi 50 stati federati, il semplice odore della supervisione farebbe l’effetto di un gas nervino su ciò che rimane dell’economia. Perché nel 21° secolo, la frode è qualcosa di tipicamente americano quanto lo sono il baseball, la torta di mele e la Chevrolet Volts; la frode è tutto ciò che ci resta, amici. Spaventate la frode con le “supervisioni” di Obama e l’intero schema piramidale collasserà in un mucchietto di cambiali bruciacchiate.

Ecco come un mio conoscente, socio di un gruppo Private Equity, descrive la situazione: “Chiunque provasse a far scoppiare questa bolla della frode, dovrebbe fuggire sul primo volo in partenza più velocemente di quanto la famiglia Bin Laden abbia lasciato il Kentucky a bordo dei propri jet dopo gli eventi dell’11/9”.

Ed è per questo, secondo il tizio del Private Equity, che la recita con cui la SEC ha accusato Goldman Sachs di frode non è altro che un bluff negoziale mirante a fornire agli uomini di Obama un qualche strumento di pressione, o almeno a tentare di fornirglielo. Il mio conoscente ha escluso ogni possibilità che le indagini sulla frode possano coinvolgere altri conclamati criminali come Deutsche, Merrill, Paulson & Co., la Magnetar legata a Rahm Emanuel e così via.

“Tu non capisci, Ames. Perfino Khuzami, il tizio della SEC che si occupa del caso Goldman, è un truffatore; quello ******* era Direttore degli Affari Legali della Deutsche quando la Deutsche ha fatto con le CDO gli stessi giochetti della Goldman. Non ti rendi conto quanto in profondità arrivi questa faccenda”.

E’ evidente che ci sono un sacco di persone consapevoli di quanto putrescenti siano diventate le cose, ma esse non osano ancora riconoscere l’enormità della truffa economica, preferendo baloccarsi con accuse specifiche.

La mia posizione su questo argomento era: “Bene, allora incriminiamo anche questi farabutti, non vedo dove sia il problema”.

Questo era esattamente ciò che affermavo una settimana fa, durante la schermaglia verbale con questo mio conoscente. Abbiamo dato vita ad una scenata in un ristorante yuppie di Midtown, discutendo quanti danni Wall Street avesse provocato e quali misure intraprendere per porvi rimedio.

La posizione del mio interlocutore era indifendibile, così decise di cambiare tattica.

“OK, Ames, quali banchieri vorresti incriminare? Stai dicendo che sono tutti colpevoli, no? Allora, quali di loro vorresti perseguire? Due di loro? Tre? La metà?”.

“Tutti, nessuno escluso. Rinchiuderli in una delle loro belle prigioni private”.

“Non succederà mai, Che”.

“Che? A me? Senti, Scarface, io credo nella legge e nell’ordine. Nessuno di voi degenerati delle Private Equity ci crede più?”

“OK, facciamo un patto, Che. Io ti spiego questa cosa lentamente e con calma, in modo che perfino un hippie rintronato come te possa capirla. Stammi dietro, sarà un po’ complicato. Sei pronto?”.

E così cominciò:

“Bene, supponiamo che un bel giorno il governo dica ‘Ehi, sapete, dovremmo dar retta al Che, incriminiamo ogni azienda e ogni esecutivo su cui i nostri uomini riescono a raccogliere prove. Perché cavolo, le cose che contano sono la legge e la giustizia uguale per tutti, proprio come dice il nostro Che’. OK, questo significherebbe naturalmente incriminare ogni attore finanziario di qualche rilievo, così loro fanno fuori Goldman Sachs, fanno fuori Citigroup, JP Morgan, BofA… e anche i grandi fondi che sono almeno altrettanto colpevoli, se non di più. Così tolgono di mezzo Pimco, Blackrock, Citadel… magari incriminano anche Geithner e Summers e sbattono dentro un po’ degli scagnozzi di Bush… va bene?”.

“Peccato che qui non vendano del popcorn, sta diventando divertente”.

“OK, lo sai che cosa avrai ottenuto a questo punto? Avrai ottenuto il totale affondamento dei mercati. Ricordi cosa successe dopo il collasso della Lehman? Ti ricordi quanta popolarità ne ricavarono i politici di Washington? E ti chiedi ancora perché abbiano sputato fuori un trilione di bigliettoni? Temevano per la propria vita; ecco perché hanno votato a favore del salvataggio. Al loro posto tu avresti fatto la stessa dannata cosa. Se incriminassimo chiunque si sia reso colpevole di frodi e ruberie, il crollo del mercato a cui questo paese dovrebbe assistere farebbe sembrare il 2008 un teatrino per bambini. Apri quella lattina di vermi denominata “Frode” e l’intera fottuta economia va in malora. Tanto varrebbe incriminare la gente perché si masturba. Nessuno potrebbe sapere quando si fermeranno le indagini e chi sarà il prossimo ad essere incriminato. Tutti passerebbero all’incasso e il mercato affonderebbe a zero. E indovina cosa succede se il mercato affonda a zero? Ogni dannato americano con un piano pensionistico o con un portfolio di investimenti o con un 401k… ogni piano pensionistico del paese, i fondi pensione di ogni insegnante, di ogni pompiere, fino all’ultimo centesimo, verrebbero spazzati via. Questo ci ha insegnato il crollo della Lehman”.

“Ci ha insegnato? Non ci ha insegnato un bel niente, a parte che viviamo in un paese governato da maniaci”.

“Gesù Cristo, Ames! Sei perfino più ingenuo degli idioti che hanno provocato il fallimento della Lehman. Voglio dire, veramante nessuno riesce a capire quanto sia grande il casino che questi idioti hanno fatto con la Lehman? E’ stato il casino più grosso che si sia mai visto in questo emisfero! Il Segretario di Stato Paulson e il capo della Fed, Bernanke, si grattavano il culo senza sapere cosa fare, e alla fine hanno detto: ‘Ok, in teoria noi dovremmo essere una libera economia di mercato e dovremmo essere i Repubblicani; quindi, una volta tanto, proviamo a fare qualcosa di diverso, visto che tutto il resto non funziona. Andiamo controcorrente e mettiamo alla prova questa storiella del “libero mercato”. Chi lo sa? Magari il “libero mercato” funziona sul serio nel modo che noi andiamo dicendo da sempre. Visto che nient’altro sembra funzionare, lasciamo che sia il “libero mercato” a decidere del destino della Lehman. Magari scopriamo che il socialismo corporativo non è la risposta giusta’. Così spediscono la Lehman sul libero mercato e… BAM! La ***** colpisce le pale del ventilatore. Non dico stronzate, amico: il libero mercato è una favola per i coglioni, non ve l’ha spiegato il babbo a voi idioti? Non solo è crollata la Lehman: è crollato tutto. E’ crollata la fiducia nell’intero sistema. Ed è questo che sto cercando di spiegare ai sempliciotti come te: la nostra economia è fondata su una questione di fede. Non chiedermi come siamo arrivati a questo, non è importante”.

Io cercavo di dire qualcosa per insultarlo, ma lui sovrastava la mia voce, caracollando in avanti mentre metteva a nudo i denti bianco laser.

“Lo so cosa stai per dire, che tu, Ron Paul e tutti i samaritani liberisti strafatti di canapa ve l’eravate già immaginato. Ma quello che io sto dicendo è che, quando non c’è più fede, per un gioco fondato sulla fede è la fine. E’ questo che la Lehman ha mostrato a tutti. Ogni operatore della finanza si è trovato all’improvviso di fronte al problema fondamentale: quest’intera fottuta economia è fondata sulla fede, sulle menzogne, sull’immondizia. Così, quando la Lehman è crollata, ogni operatore è stato colto dal panico e ha pensato: ‘Se la Lehman non era altro che uno schema Ponzi – e so bene che io stesso sto manovrando uno schema Ponzi – *****, allora vuol dire che anche tutti gli altri stanno giocando con uno schema Ponzi! Si salvi chi può!’. Nessuno si fidava più di nessun altro, tutti si ritiravano dal gioco e l’intera economia globale è crollata all’improvviso. E questo significa che i tuoi genitori, i miei genitori, qualunque insegnante, pompiere, qualunque persona che stava per andare in pensione in questo paese, qualunque profitto su qualunque attivo, sono stati cancellati.

“E questo è ciò che sto cercando di farti capire: nel mondo degli adulti, quando i risparmi di un intero paese vengono spazzati via a causa di un manipolo di benpensanti, dei loro testi di legge e delle stronzate sul libero ed equo mercato di Thomas Jefferson, questo è un grosso problema. Alla gente non importa un ***** di Jefferson e del suo mercato libero ed equo. Vuole solo che i suoi risparmi valgano qualcosa. E la gente ha ragione: Jefferson era un imbecille. Avrebbe dovuto fare il cantante folk, non il fottuto Padre Fondatore. Ma ecco un’altra cosa che proprio non riesci a capire: il punto è che se uno distrugge questa economia perché “è questa la cosa giusta da fare”, allora dovrà scappare per tutta la vita; e qualsiasi presidente o partito politico che si trovi al potere nel momento in cui viene presa questa decisione, dovrà dire addio al potere per i prossimi 200 anni. E’ per questo che Washington è andata in panico e ha fatto passare il bailout; non volevano essere loro i fessi che tutte le vittime dello schema Ponzi avrebbero incolpato di aver fatto crollare lo schema Ponzi, così hanno rotto il vetro e hanno pompato nel sistema un nuovo e più grande schema Ponzi. E’ stata una costosa lezione da 14 trilioni di dollari: ‘State alla larga dagli esperimenti col libero mercato, coglioni!’. Quanto sarete fessi voialtri per credere davvero a questa cazzata del libero mercato? Il problema sorge quando gli uomini al potere sono abbastanza fessi da dare retta alla gente come te: agli idealisti libertari e ai Repubblicani altruisti del libero mercato, i quali si sono dimenticati che il loro compito sarebbe quello di mentire. Svegliatevi!”.

“Libertario io? E da quando sarei un libertario?”.

“E’ quello che sto dicendo: gli scemi come te non sanno più nemmeno chi sono. Si dimenticano che dovrebbero solo raccontare un mucchio di balle su tutte quelle stronzate libertarie del libero mercato e tenerle ben lontane dalla politica. E invece, anziché limitarsi a mentire sul libero mercato incoraggiando segretamente la Lehman, questi idioti hanno provato sul serio a realizzare il miracolo del libero mercato, e così ci è toccato sborsare 14 trilioni di dollari soltanto per scoprire quello che io avrei potuto dirgli gratis, e cioè: ‘Ehi, coglioni, il vostro lavoro dovrebbe essere l’ipocrisia, OK? Dovreste mentire sul libero mercato con la vostra lingua biforcuta, non provocare terremoti per andar dietro agli idealismi libertari! Non siete pagati per credere in qualcosa. Il vostro lavoro è quello di andare di fronte al pubblico e raccontare bufale sul libero mercato. Punto”.

“E che ***** ci vorrà mai? Guarda la mia faccia: con una metà dici una cosa, e con l’altra fai quella opposta. Chiaro? Lascia che siano gli altri a lamentarsi, a frignare ‘Ooh, che ingiustizia, ooh, il salvataggio, il socialismo, la corruzione’. Questo è ciò che fanno i perdenti: si lagnano per tutto il tempo. Come te ad esempio, Che. Non fai altro che frignare, e guardati: puoi per caso permetterti di pagare il conto di questo pranzo? Esiste forse qualche libertario sulla faccia della Terra che possa permettersi un pasto decente a Manhattan? E adesso guarda me: io sono un ipocrita. ***** se lo sono! Racconto balle ogni giorno della mia vita, racconto balle a me stesso perfino mentre dormo. Cavolo, le sto raccontando anche a te in questo preciso momento, anzi non so nemmeno più che ***** sto dicendo, tanto sono abituato a mentire. E chi è di noi due quello che ha l’American Express? Chi è che pagherà il conto stasera? Quelli che hanno il potere, quelli come me, abituati a mentire. Capito? Mentire, to lie, come ‘il massacro di My Lai’, come ‘My Lai-senza libero mercato sono guai’. Il tuo compito è quello di distrarre gli allocchi con le cazzate sul libero mercato, perché – qualunque ne sia il motivo – è questo ciò che loro vogliono sentire. Non importa quali bubbole gli dai a bere, finché queste bubbole riescono a mantenerli in trance. Dopodiché, dietro le quinte, tu puoi fare l’esatto contrario: manipolare il gioco, coprire il tal problema qui con quei fondi là, spostare un po’ di ***** in giro, scremare i budget e finanziare il sistema, coprire l’immondizia più grossa e ogni tanto dare un fallito in pasto ai lupi per tenere vivo l’interesse del pubblico. E’ così che funziona il sistema e qualsiasi persona che abbia raggiunto l’età adulta lo capisce. E se qualcuno non lo capisce, può sempre crearsi una bella chat libertaria online e frignare con i suoi amichetti libertari sul libero mercato e su Jekyll Island, ‘Gnààààà, non è giusto, gnààààà!’”.

“Che c’è di male a essere libertari?”

“E’ solo che a me sembrate tutti uguali. Libertari, hippie, c’è davvero una differenza? State tutti a frignare ‘Non è giusto, amico! Ooh! Non puoi farlo, questa è truffa, questa è corruzione, ooh no!’. Oppure: ‘La diseguaglianza di reddito, amico; Goldman Sachs ci controlla tutti, amico; questo è socialismo per ricchi; è tutto così spaventoso per il mio cervellino di libertario ritardato di 5 anni!’. No, sul serio, tutte le volte che incontro un libertario come te…”

“Senti, non sono un fottuto libertario, OK? Voglio una redistribuzione della ricchezza. In che lingua te lo devo dire? Io-redistribuzione. Io-Buon Governo. Voglio collettivizzare il denaro dei vostri profitti perché sono un invidioso parassita. Sei in grado di processare una singola parola di quel che sto dicendo, Spaz?”

“Uh-uh, certo, come vuoi. Cioè, io credo sia fantastico che tu e i tuoi amici siate riusciti a imparare a memoria La strada verso la schiavitù fra un episodio di Star Trek e l’altro. No, davvero, sono felice per voi. Già, siamo tutti così orgogliosi. Ma il punto è questo: noi adulti, in questo momento, siamo molto, molto occupati a cercare di rimediare al casino liberista che voi avete combinato con quella vostra mossa della Lehman. Quindi, perché non ve ne andate un po’ sulle vostre chat libertarie a chiacchierare di Jekyll Island e di gold standard? Questo vorrebbe dire molto per noi. E fatemi un fischio quando avete capito tutto, okay? Sparite solo dalla mia fottuta vista e lasciate lavorare gli adulti”.

La discussione degenerò in un battibecco ben più crudo e personale di questo, ma quando la nostra schermaglia verbale ebbe fine – e lui ebbe pagato il conto – io ripensai a ciò che aveva detto, e tutto aveva molto più senso. La frode è divenuta così endemica in questo paese che ha finito per fondersi con il DNA dell’America, creando una relazione simbiotica che non può essere spezzata senza uccidere l’organismo ospite. Se la spingeranno ancora oltre, l’intera economia americana potrebbe crollare, gli attivi patrimoniali potrebbero dissolversi e ciò significherebbe dover affrontare decine di milioni di pensionati e baby boomers incazzati neri. Come dicono i tipi di Wall Street: “Chiunque si renderà responsabile dell’esplosione di questa ennesima bolla mettendo a nudo tutte le frodi (e mandando a picco i mercati), non solo si ritroverà spodestato dal potere per almeno una generazione, ma dovrà sottoporsi ad un radicale intervento di chirurgia facciale e cercare asilo in qualche luogo remoto. Nessuno desidera essere colui che farà una cosa simile, ed è per questo che essa non si verificherà”.

Potrebbero anche aver ragione, ma tutte le bolle prima o poi scoppiano e tutti gli schemi Ponzi sono destinati a crollare ad un certo momento. L’unica incognita è quando. Per quelli di noi che non sono alla vigilia della pensione, prima arriverà questo giorno della verità e prima potremo farci i conti, meglio sarà per tutti.
 
Il Mega-piano di salvataggio Europeo ignora la radice del problema del debito e peggiora le cose

intervista di Vincent Fernando a Ambrose Evans-Pritchard – 10 Maggio 2010

Probabilmente sorgeranno molte questioni sul pacchetto di salvataggio europeo da quasi 1.000 miliardi di dollari, ma il problema più evidente è che, nonostante la sua enorme portata, la nuova ’soluzione’ europea manca la radice del problema del debito dell’Eurozona e peggio ancora potrebbe amplificarlo.
Alla base di tutto vi è l’azzardo morale, premiato come non mai.

Ambrose Evans-Pritchard al Telegraph:

I limiti della sovranità fiscale ed economica sono violati. La creazione di un meccanismo di salvataggio UE che può emettere obbligazioni con rating europeo AAA, per aiutare gli Stati della zona euro in difficoltà – a quanto pare 60 miliardi di euro, con una leva fino a 600 miliardi – va ben oltre il Trattato di Lisbona. Si tratta di un Ministero del Tesoro UE di fatto ma non di nome, che gestisce una unione fiscale europea in cui le passività vengono divise. Uno stato europeo si sta creando sotto i nostri occhi.

A nessun paese UEM sarà consentito il default, qualunque sia l’azzardo morale.

Angela Merkel sembra aver ceduto alle estreme pressioni volte a evitare il contagio al Portogallo, all’Irlanda, e – i due argomenti decisivi – a Spagna e Italia. “Abbiamo una situazione grave, non in un solo paese, ma in più paesi,” ha detto.

Curiosamente, la crisi del debito in Europa è stata in definitiva un vantaggio per coloro che sognano un’ unica nazione europea che utilizzi l’euro. Ora deve accadere.

I padri fondatori dell’euro hanno vinto per ora la loro scommessa strategica che l’Unione monetaria avrebbe un giorno forzato gli Stati a creare i meccanismi necessari per farla funzionare, o in altri termini che la Germania avrebbe portato a compimento il suo investimento di mezzo secolo sul potere in Europa.

Eppure, anche se ci sono dei progetti in proposito, e potrebbe diventare una necessità, ciò non vuol dire che si tratti di una struttura economica sostenibile:

l’euro non è mai stato un’ “area valutaria ottimale”, vale a dire che non è mai stato uno “spazio ottimale giuridico e culturale”. E’ una versione tardo 20 ° secolo di quella influenza hegeliana di imporre le idee dall’alto – i fatti che danno forma alla teoria – che ha così tanto afflitto l’Europa.


Mentre ogni componente ha un senso all’interno dei suoi ristretti confini, la politica UE nel suo insieme è una follia per una unione monetaria. Stephen Lewis dice “i leader europei hanno dimenticato la lezione del “Gold Bloc” nella seconda fase della Grande Depressione”, quando un Continente reazionario e troppo orgoglioso si arenò nella recessione aggrappandosi al totemismo deflazionistico molto a lungo anche dopo che le circostanze avevano reso questa politica suicida. Sappiamo tutti come è finita.

Non siamo sicuri che il rally dell’euro continuerà come in questi giorni. Forse nessuno vuole essere cotto a vapore nel breve termine, il che è comprensibile, ma finora sembra che questo piano di salvataggio nel lungo periodo porterà alla debolezza dell’euro verso il dollaro in modo ancora più probabile di prima.
 
SCANDALI SUBPRIME: DOPO GOLDMAN SACHS E' IL TURNO DI MORGAN STANLEY?
di WSI-TELEBORSA

I procuratori degli Stati Uniti starebbero accertando se la banca americana abbia ingannato gli investitori, offrendo prodotti finanzari e piazzando poi scommesse sul crollo del loro valore. E' quanto riporta il Wall Street Journal, che cita fonti...


I procuratori degli Stati Uniti starebbero accertando se Morgan Stanley abbia ingannato gli investitori offrendo mutui derivati con la consapevolezza di un loro mancato apprezzamento. E' quanto riporta il Wall Street Journal, che cita fonti vicine alla situazione, in un articolo di oggi.

Tale mossa, ha precisato il quotidiano, rientra nell'intensificazione dei controlli su Wall Street da parte delle autorità. Secondo il Wall Street Journal Morgan Stanley avrebbe confezionato dei prodotti finanziari da vendere agli investitori piazzando successivamente scommesse sul crollo del loro valore.

Da segnalare che lo scorso 16 aprile la Sec, la Consob americana, aveva scioccato i mercati finanziari accusando Goldman Sachs di frode nella gestione dei mutui subrime.

Proprio nelle ultime ore si è parlato poi della possibilità di un accordo tra la Sec e Goldman, che potrebbe costringere la banca a versare più un miliardo di dollari.
 
FRODI INTERNET: USO NON AUTORIZZATO DEL NOME BANCA D'ITALIA
di WSI

Grave episodio di phishing. Al fine di tutelare gli utenti internet, la Banca d'Italia ha provveduto a segnalare gli episodi alle competenti Autorità di Polizia, riservandosi ogni altra iniziativa a tutela delle proprie ragioni e della propria immagine.


Sul sito della Banca d'Italia si legge il seguente avviso, datato 15-04-2010, che riteniamo utile portare a conoscenza dei lettori:

Avviso - Uso non autorizzato del nome della Banca d'Italia

Tramite la rete internet sono stati diffusi messaggi di posta elettronica fraudolenti che, utilizzando il nome della Banca d'Italia, comunicano ai destinatari il diritto a ricevere presunti rimborsi di imposta. Il vero scopo di detti messaggi è quello di appropriarsi indebitamente dei dati personali degli ignari destinatari e di ottenere informazioni relative a carte di credito di cui essi siano titolari (c.d. phishing).

A tal fine, i messaggi invitano i destinatari a cliccare su un link apparentemente relativo a una pagina del sito internet della Banca d'Italia (https://registration.bancaditalia.it/login/faces/public/login.jspx), ma in realtà connesso a un differente sito su cui i dati vengono indebitamente raccolti.

Si avverte che il sito realmente connesso ai messaggi di posta elettronica non ha niente a che fare con il sito della Banca d'Italia e che i suddetti messaggi non sono in alcun modo riferibili alla Banca d'Italia stessa, né sono stati da essa autorizzati.

Al fine di tutelare gli utenti internet, la Banca d'Italia ha provveduto a segnalare gli episodi alle competenti Autorità di Polizia, riservandosi ogni altra iniziativa a tutela delle proprie ragioni e della propria immagine.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto