CDS e Ratings (Moody's, S&P's, Fitch) CDS, Ratings e variaz.di rating+indici mercato import. es: BDI: Baltic Dry Index etc (2 lettori)

il Baltic Dry Index è ancora un anticipatore dei corsi azionari mondiali?

  • Votes: 1 33,3%
  • Sì ma sembra aver dilatato lo sfasamento

    Votes: 1 33,3%
  • No ma vediamo se i corsi si decidono a seguirlo

    Votes: 0 0,0%
  • No, ormai si è scollegato

    Votes: 1 33,3%

  • Total voters
    3
  • Poll closed .

Giontra

Forumer storico
Irlanda

Irlanda, Pil in calo dell'8,5% a/a in trim1, sopra attese -9,1%
martedì 30 giugno 2009

DUBLINO, 30 giugno (Reuters) - L'economia irlandese si è contratta nel primo trimestre dell'8,5% rispetto all'analogo periodo dell'anno scorso, dal rivisto -8% del quarto trimestre.
Le attese puntavano su una flessione più accentuata del 9,1%.
Più resistente tra i singoli comparti il settore delle esportazioni che è in parte riuscito a bilanciare il drammatico calo dei consumi.
La ex 'tigre celtica', come era stato soprannominato il paese ai tempi del boom economico, potrebbe realizzare quest'anno la peggiore performance tra tutte le nazioni industrializzate.
Dopo essere già stato declassato da Standard & Poor's e Fitch, il paese rischia ora di perdere anche il rating 'AAA' di Moody's, come ha rivelato ieri a Reuters un impiegato dell'agenzia di rating.
 

Giontra

Forumer storico
Irlanda

Moody's taglia il rating dell'Irlanda

(Teleborsa) - Roma, 2 lug - Moody's ha ridotto il rating dell'Irlanda portandolo ad "Aa1" dal precedente "AAA" con outlook negativo.
Alla base della decisione ci sono tre motivi chiave che riguardano il debito dell'Irlanda: sostenibilità, finanziabilità e reversibilità, fattori che si sono indeboliti rispetto a un rating di 'AAA'. L'outlook negativo riflette il rischio di un ulteriore deterioramento delle condizioni del debito.
 

Giontra

Forumer storico
Toyota

Calano le immatricolazioni in Giappone, Fitch boccia Toyota

01/07/2009
1-Toyota%201.jpg
Le vendite di veicoli in Giappone, secondo i dati dell'associazione Jada, sono crollate in giugno del 13,5% a 243.342 unità rispetto allo stesso perido dello scorso anno. Le contrazioni più pesanti hanno riguardato i mezzi pesanti (-26,4%), gli autobus (-32,1%) e le automobili (-9,5% a 219.836).

Nel dettaglio, Honda è l'unico produttore ad avere incrementato le vendite (+5,7%). Tutti gli altri big accusano marcate flessioni: Toyota -11,4%, Nissan -20,8%, Misubishi -7,4%, Mazda -4% e Suzuki -26,5%.

Le immatricolazioni delle vetture importate sono diminuite del 18,7%. Nel primo semestre il mercato automobilistico nipponico denuncia un calo del 26,4% annuo a 1,3 milioni di veicoli venduti.

Fitch intanto ha abbassato, per la seconda volta nel giro di sette mesi, la valutazione sul debito di lungo termine di Toyota. Questa volta la bocciatura dell'agenzia è di due gradini, con il rating che è stato abbattuto ad A+ da Aa.:eek::eek::eek:

L'agenzia, che a fine novembre aveva tolto la tripla A al numero uno mondiale dell'auto ha spiegato che " Toyota resta l'attore più forte del suo settore, ma le sue recenti performance operative, le decisioni strategiche e la reazione del management alla crisi sono state meno importanti di quelle della concorrenza".
 
qualcuno sa dove posso trovare le quotazioni dei cds su Lehman Brothers prima che fallisse?? mi servono per una tesi triennale in finanza.
Grazie mille a chiunque possa darmi una mano
 

yellow

Forumer attivo
Safilo, S&P taglia rating a SD su proroga rimborso finanziamento

venerdì 3 luglio 2009 18:15


http://it.reuters.com/articlePrint?articleId=ITL312226520090703


MILANO, 3 luglio (Reuters) - Standard & Poor's Ratings Services ha abbassato a 'SD' (Selective Default) da 'CC' il rating a lungo termine su Safilo (SFLG.MI: Quotazione).

Contestualmente, S&P ha confermato il giudizio 'C' sul bond da 195 milioni di euro cedola 9,625% scadenza 2013 emesso da Safilo Capital International.

Il "recovery rating" sul debito è invariato a '5', indicando le aspettative dell'agenzia di un recupero modesto (10%-30%) in caso di default sui pagamenti.

Il downgrade di S&P segue l'annuncio fatto ieri da Safilo sull'accordo con le banche creditrici per una proroga al 31 dicembre 2009 del pagamento di una rata del finanziamento scaduta il 30 giugno e un waiver sui covenant finanziari al 30 giugno.

"Safilo ha verbalmente confermato che rimane in pari con il pagamento delle altre obbligazioni finanziarie, quindi consideriamo l'estensione della scadenza (...) come 'selective default'", dice S&P.
 

scoglio24

f.orumer che scrive poco
Cds, poco attendibili quelli sugli Stati



JC & Associati (www.jcassociati.it)

Dei “Credit Default Swaps” (CDS), contratti di assicurazione contro l’insolvenza di un determinato emittente, abbiamo già parlato in numerose occasioni, indicandoli come lo strumento di mercato più efficiente per valutare il relativo rischio di insolvenza. Oggi ci vogliamo concentrare su una categoria molto particolare di CDS, quelli sugli Stati sovrani. Da un certo punto di vista, un CDS su uno Stato Sovrano può essere considerato un controsenso; ad eccezione di paesi con grossi debiti verso l’estero infatti (come Il Messico negli anni ’80 e l’Argentina nel 2001), uno Stato è almeno in teoria libero di stampare carta moneta a sufficienza per rimborsare tutti i debiti. Nella pratica tuttavia, questo processo porterebbe a iper-inflazione e all’incapacità di fatto di accedere a nuovi capitali, mettendo in ginocchio l’economia. A prescindere da queste considerazioni comunque, la logica vorrebbe che quanto più un paese sia indebitato, tanto maggiore debba essere il relativo costo del CDS. Negli ultimi mesi invece, dopo i massimi raggiunti a febbraio, il costo dei CDS degli Stati sovrani dell’area OCSE (cioè dei paesi economicamente più sviluppati) si è dimezzato, nonostante il sempre maggiore impegno a sostegno dell’economia e del settore bancario e la conseguente “esplosione” del debito pubblico. Questo andamento ha sorpreso molti analisti ed economisti, che si sarebbero invece attesi un aumento del costo dei CDS in conseguenza dell’aumento dell’indebitamento. Una prima spiegazione è (per certi versi ovviamente) legata al ridimensionamento dei timori di collasso del sistema bancario mondiale. Non c’è dubbio infatti che all’apice della crisi dei mercati, si temeva che questa “implosione” avrebbe trascinato con sé anche gli Stati sovrani. Paradossalmente quindi, gli interventi a sostegno delle banche, pur facendo aumentare (in alcuni casi a dismisura) il debito pubblico di molti paesi, ha comunque ridotto i timori di “collasso totale” migliorando la percezione del merito di credito dei paesi stessi. Un’altra spiegazione meno ottimista è legata alla considerazione che, mentre il volume dei CDS scambiati su emittenti societari e bancari rappresenta una percentuale molto elevata del loro debito, il volume scambiato sui CDS degli Stati sovrani rappresenta invece una percentuale estremamente bassa (circa lo 0,1%). Ciò ovviamente ne riduce notevolmente la significatività. In conclusione, sembra di poter sottolineare che, a differenza dei CDS si società private o banche, quelli sugli Stati sovrani sembrano nella migliore delle ipotesi indicare prevalentemente le opinioni degli investitori riguardo alla tenuta generale dell’economia e non allo specifico merito dei credito dei vari paesi.Nella peggiore delle ipotesi invece, dati gli esigui volumi di contrattazione, i CDS sugli Stati sovrani potrebbero avere un’attendibilità assai scarsa per valutare lo stato di salute delle rispettive finanze statali. (8 luglio 2009)
 

paologorgo

Chapter 11
Below is a price chart for a credit default swap (CDS) on US debt. This is basically the cost per year to insure against US default for five years. In late 2008 and into early 2009, investors were extremely worried about countries defaulting. Five-year CDS prices (in euros) for US debt rose from about 8 bps to 100 bps, but they have since dropped to about 40 bps. Along with the drop in US default risk, all but three (Japan, Israel, Ireland) of the 38 countries in the table below have seen default risk decline in 2009.
click to enlarge

Russia and China are in the top five of countries that have seen default risk decline the most. Germany and France haven't seen their default risk decline by much, but it also didn't rise nearly as much as other countries during the height of the crisis. Germany, France, and the US have the lowest default risk in the world.



http://seekingalpha.com/article/148739-sovereign-debt-risk-declines?source=email
 

Users who are viewing this thread

Alto