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ma concordano tutte , negli aspetti generali

ma loro si perdono su questioni secondarie ( i metri quadri, ad esempio)
e perdono di vista il punto principale

mah :rolleyes:

no... non perdiamo di vista nulla, tantomeno il "punto essenziale"...

«Al processo di appello si è scoperto che il giudice di primo grado aveva commesso gravissime violazioni delle norme procedurali: le testimonianze
dell’accusa presentavano ben altre anomalie. Un testimone aveva dichiarato che il signor Rossi era stato ucciso in una “camera a vapore”, un altro aveva giurato che era stato asfissiato con il cloro, un altro ancora aveva menzionato come arma del delitto una “sostanza nera” non meglio definita, un altro giurava che il signor Rossi era stato folgorato su una piastra metallica, suscitando le ire di un altro testimone che lo aveva visto con i propri occhi scendere in una cisterna riempita a metà di acqua ed essere folgorato lì, un altro ancora, aveva osservato che l’omicidio era stato consumato asfissiando il signor Rossi con ossido di carbonio, ma un altro testimone, più attento, aveva notato che la vittima era morta perché dalla sua stanza era stata pompata via l’aria. Il giudice si è giustificato affermando che le testimonianze oculari si dimostravano concordi su un “nucleo essenziale”: tutte dicevano che il signor Rossi era stato ucciso. Al giudice è stata riconosciuta l’attenuante di aver letto prima della sentenza il libro della Pisanty».
Traggo anch’io la morale della mia storiella, che è questa: ciò che la storiografia ufficiale definisce il «nucleo essenziale» di molteplici testimonianze discordanti o l’ «essenziale» (p. 127) di un’unica testimonianza contraddittoria, non è altro che l’astrazione irreale che risulta dall’eliminazione sistematica - o dalla fusione - delle contraddizioni.



...sono solo un centinaio di paginette, puoi leggerlo con calma.


 
bene

dunque


grazie a Dio , non mi risulta che
abbiano invaso la Luna
trovato il tesoro Maya
sono probabilista ( ma indifferente) a
innaffiare le rose
cucinare il sushi


dato però che risulta che siano stati uccisi degli ebrei dalle Einsatz
ti chiedo:
hanno ucciso senza averne ricevuto l'ordine?



voglio sapre quanta anarchia è ammessa dal nazismo

no... non perdiamo di vista nulla, tantomeno il "punto essenziale"...

... omississ...

...sono solo un centinaio di paginette, puoi leggerlo con calma.






bene, se non perdi di vista nulla,
leggi sopra, sono solo poche righe
e rispondi a una domanda di ieri ( è in rosso, col punto interrogativo in fondo)
 
... e chi ti dice che io li stimi per questo ?

tu ce l'hai proprio tanto con gli ebrei, eh ?
Me ne frego delle Sue "stime".
Non mi interessano gli "ebrei" in quanto tali,mi interessano come componente, importante, della classe degli "olosterminazionisti".

Personalmente sono filosionista.
 
Me ne frego delle Sue "stime".
Non mi interessano gli "ebrei" in quanto tali,mi interessano come componente, importante, della classe degli "olosterminazionisti".

Personalmente sono filosionista.

allora non capisco proprio la citazione da Lei riportata
se aveva lo scopo di parlare degli ebrei, aveva un senso

di soppressione della cultura ci sarebbe ben altro da dire
se garba, potremmo parlare dell'Indice dei Libri della Chiesa Cattolica
 
Ciao F4f,

E' da l'altroieri che ho questo documento (la tecnica di ricerca che ho usato è la medesima x Me109 ... credo che ricordi :)) ed onestamente avevo fastidio a postarlo per problemi miei ...ma stante l' enormità di quanto sostenuto....basta questo? è il Rapporto n°51 del ReichsFuhrer H. Himmler ad Hitler: cita testualmente che nel 42 in 3 mesi furono uccisi oltre (Juden executiert) oltre 363.000 persone... credo si riferisca all' Ucrain (ma chiedo aiuto per il tedesco) ... Sono cifre già ben oltre i 130K sostenuti ... e si parla solo di un periodo limitato.

Ed è un documento ufficiale.


Vedi l'allegato 128323


Quindi ufficialmente esiste un rapporto da una delle massime autorità al Fuhrer.
Ergo invertendo la disquisizione se esiste la necessità di un rapporto, esiste o è esistito l' ordine di uccisione.

Il resto è aria fritta.

:)

:up:
 
Il titolo della mia lezione “Tolleranza e responsabilità intellettuale” allude ad una tesi di Voltaire, il padre dell’Illuminismo, un argomento a favore della tolleranza. Voltaire si chiede: “Che cos’è la tolleranza?” e risponde (traduco liberamente):
“La Tolleranza è la necessaria conseguenza della comprensione della nostra imperfezione umana. Errare è umano e a noi questo capita continuamente. Perciò perdoniamoci gli uni gli altri le nostre follie. Questo è il primo principio del diritto naturale”.
Qui Voltaire fa appello alla nostra onestà intellettuale: noi dobbiamo ammettere i nostri errori, la nostra imperfezione, la nostra ignoranza. Voltaire conosce benissimo che i fanatici esistono. Ma la loro convinzione è veramente onesta? Hanno essi onestamente esaminato se stessi, ciò in cui credono e le ragioni per sostenere ciò di cui sono convinti? E non è l’attitudine all’autocritica una parte dell’onestà intellettuale? E non ha il fanatismo spesso cercato di negare la nostra non ammessa incredulità, che abbiamo represso, e talvolta ne siamo solo parzialmente consci?
Voltaire si appella alla nostra modestia intellettuale; e soprattutto il suo appello alla nostra onestà intellettuale fece una grande impressione sugli intellettuali del suo tempo. Mi piacerebbe riaffermare qui il suo appello.
La motivazione data da Voltaire in favore della tolleranza è che noi dobbiamo perdonarci gli uni gli altri le nostre follie. Ma una follia comune come quella della intolleranza Voltaire trova giusto che sia difficile da tollerare. Invero è qui che la tolleranza ha i suoi limiti. Se noi concediamo all’intolleranza il diritto di essere tollerata, allora noi distruggiamo la tolleranza, e lo stato di diritto. Questo è stata la sorte della Repubblica di Weimar.
Ma a parte l’intolleranza, vi sono ancora altre follie che noi non dovremmo tollerare; soprattutto quella follia che fa sí che gli intellettuali seguano le ultime mode; quella follia che ha spinto molti scrittori a adottare uno stile oscuro e che vuole impressionare, quello stile criptico che Goethe ha criticato in modo cosí radicale nel Faust (per esempio la tavola della moltiplicazione delle streghe). Questo stile, lo stile delle parole grandi e oscure, delle parole pompose ed incomprensibili, questo modo di scrivere non dovrebbe affatto essere ammirato e neppure tollerato dagli intellettuali. Esso rende possibile quella filosofia che è stata descritta come relativismo; una filosofia che porta alla tesi che tutte le tesi sono intellettualmente piú o meno difendibili. Tutto è accettabile! Cosí il relativismo porta all’anarchia, alla mancanza di leggi, e al dominio della violenza.
L’argomento da me scelto “Tolleranza e responsabilità degli intellettuali” mi ha portato alla questione del relativismo.
A questo punto mi piacerebbe confrontare il relativismo con una posizione che è quasi sempre confusa col relativismo, ma che invece è totalmente differente da esso. Io ho spesso descritto questa posizione come pluralismo, ma ciò ha semplicemente portato a questi fraintendimenti.
Pertanto lo caratterizzerò qui come pluralismo critico. Il piú confuso relativismo, che sorge da una scadente forma di tolleranza, porta al dominio della violenza, il pluralismo critico può contribuire a tenere la violenza sotto controllo.
Allo scopo di distinguere il relativismo dal pluralismo critico, l’idea di verità è di cruciale importanza. Il relativismo è la posizione che tutto può essere affermato, o praticamente tutto. Tutto è vero, o niente è vero. Pertanto la verità è un concetto senza significato.
Il pluralismo critico è la posizione che, nell’interesse della ricerca della verità, per tutte le teorie, le migliori in particolare, dovrebbe essere favorita la competizione con tutte le altre teorie. Questa competizione consiste nella discussione razionale delle teorie e nell’eliminazione critica. La discussione dovrebbe essere razionale – e ciò significa che dovrebbe avere a che fare con la verità delle teorie in competizione: la teoria che sembra avvicinarsi di piú nel corso della discussione critica è la migliore; e la teoria migliore rimpiazza la teoria piú debole. Pertanto la questione in gioco è quella della verità.


K. R. Popper, In search of a better World [Alla ricerca di un mondo migliore], Rodledge, London-New York, 1992, pagg. 190-191 [trad. di G. Zappitello]

POPPER, LA TOLLERANZA E I SUOI LIMITI
 
Ultima modifica:
1. vero che la mancanza dell'ordine di sterminio non significa che uno sterminio non ci sia stato, ma i gerarchi tedeschi furono comunque processati e condannati per aver impartito o eseguito questo inesistente (ed al processo di norimberga comunque non c'era!!!) ordine

un ordine non ha necessariamente forma scritta
un documento può essere distrutto
eseguire un ordine criminale è criminale

un tribunale necessita di prove per emettere una condanna
il tribunale di norimberga invece (art 21 e 19 dello statuto del tribunale militare di norimberga) poteva non avvalersi di prove
e già questa è una ammissione implicita

inoltre i regolamenti di guerra di usa e gb già dalla prima guerra mondiale prevedono la non giudicabilità di soldati e ufficiali che hanno eseguito ordini impartiti da superiori
anche in questo caso a norimberga si fece un'eccezzione

2. l'assenza di camere a gas non vuol dire che nessun ebreo ebreo/gay/comunista/zingaro fu mai ucciso o morì nei campi tedeschi, ma le testimonianze (come abbiamo visto ridicole) su queste presunte armi di distruzione di massa sono alla base delle accuse di norimberga, che portarono a condannare a morte ufficiali tedeschi.

sono stati condannati a morte anche ufficiali giapponesi per crimini contro i prigionieri di guerra, dato che vennero fatti morire di fame e/o obbligati a lavori da schiavi ( cfr il libro del sopravvissuto della Exeter , ma per chi ama il cinema ricordo ' il ponte sul fiume Kwai' e 'buonanotte mr Lawrence', con David Bowie )

ripeto:
un tribunale necessita di prove per emettere una condanna
giuridicamente le testimonianze non sono prove

3. diminuire il numero di vittime ebree dei campi tedeschi, da 6 milioni a diverse centinaia di migliaia, non è cosa da poco: a questo punto non si può più parlare di genocidio, di shoa od olocausto.

certo, e questo è evidentemente il vostro scopo, non a caso avete siete chiamati negazonisti
ma, chiedo anche a te: quelli che sono arrivati ad Aushwitz , dove sono finiti?

la nascita di comunità ebraiche in usa e palestina immediatamente dopo la fine della guerra le può dare un'indicazione...
e l'levato numero di sopravvissuti non stride con la definizione di "sterminio"?

eppure nessun tribunale ha mai giudicato i fautori del genocidio (quello lo fu realmente) dei nativi americani, o dei bianchi in sudafrica, o dei palestinesi, oppure dei bombardamenti di dresda a guerra finita, o di nagasaki e hiroshima...

... o quello degli ebrei stessi, perpetrato da Tito del 70 dc , e della diaspora?
ma per piacere
parlami del bombardamento di Dresda a guerra finita (?)
o anche di nagasaki e hiroshima
o anche del genocidio dei nativi americani, se è per questo : modalità, ordini ecc ecc ... ordini scritti, magari :rolleyes::rolleyes:


semmai, prova a dire qualcosa sul sud vietnam, che troveresti argomenti più validi a sostegno della tua tesi
almeno finchè non si arriva a parlare di My Lai

quindi ammette la particolarità di norimberga... è un primo passo:up:

per quanto riguarda dresda, è ammissione del comando della RAF che la decisione fu presa per dimostrare ai sovietici la potenza di fuoco dell'aviazione di gb e usa
così come per hiroshima e nagasaki il governo americano ammise che fu una dimostrazione di forza
due atti dimostrativi a discapito della popolazione civile
l'ordine di uccesione dei nativi americani esiste, è redatto dal "Indian Removal Act" del 1830 consultabile in rete
sul vietnam ahimè non ne so molto
 
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