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08 luglio 2011

274- Auschwitz-Birkenau:Progettazione dei crematori IV e V,critica di Carlo Mattogno alle ipotesi di Jan Van Pelt



Progettazione dei crematori IV e V
Testo tratto da:
LA FALSA “CONVERGENZA DI PROVE”DI ROBERT JAN VAN PELT
di Carlo Mattogno


5.3 Il primo progetto operativo
Nella foto il Krematorium IV di Auschwitz-Birkenau.

(...) Pressac passa poi ad esporre quello che egli ritiene il primo progetto operativo di sterminio di questi crematori:

«- Prima concezione: basata sul disegno 2036 dell'11 gennaio 1943, le ordinazioni del 18 gennaio e del 19 marzo 1943 di quattro porte a tenuta di gas e su quella del 13 febbraio 1943 di 12 finestre a tenuta di gas per entrambi i crematori IV e V (sei per edificio).













Vista laterale nord (sopra) e il piano terra (sotto) del crematorio IV e / o V (speculare) ad Auschwitz- Birkenau.(Cliccare sulla foto per ingrandire)
Il disegno mostra che i due locali del lato ovest sono camere a gas perché hanno una stufa ciascuno e per essere a tenuta di gas richiedono 4 porte (due per locale) e 6 finestre (3per locale), una essendo all'interno del corridoio di accesso alle camere a gas, a differenza delle altre 5 che sono esterne. Le vittime avrebbero fatto il tragitto: camera a gas 1 o camera a gas 2, corridoio, vestibolo, camera mortuaria (locale centrale) e sala forni. La sequenza è lineare, dunque logica.

In termini industriali, 2 unità di fabbricazione (le camere a gas 1 e 2) forniscono alternativamente un prodotto (cadaveri) da collocare in un magazzino (camera mortuaria) in attesa di essere consumato (nei forni crematori). In termini umani, la gente entra da sola dall'estremità ovest del crematorio IV ed esce sotto forma di fumo dai camini all'estremità est.

La posizione delle due camere a gas e del loro corridoio, all'estremità ovest, permette una ventilazione naturale senza pericolo per le persone che lavorano nella camera mortuaria o nella sala forni. Ma l'edificio non ha uno spogliatoio. Le vittime si devono spogliare fuori. La Bauleitung poteva sopperire a questo problema costruendo sull'altro lato della “Ringstrasse/strada circolare”, appunto di fronte al crematorio IV, una “baracca scuderia” a questo scopo»525.

Ma in questo contesto le due camere a gas potevano benissimo essere di disinfestazione senza che cambiasse nulla, perché il loro carattere omicida non risulta da nessun indizio.

Pressac stesso richiama invece l'attenzione su una incongruenza che rende poco plausibile la sua ipotesi: la mancanza dello spogliatoio.


È certamente vero che la Zentralbauleitung “poteva” sopperire a questo inconveniente costruendo una baracca spogliatoio davanti al crematorio, ma sta di fatto che questa baracca non appare nel progetto del campo di Birkenau del 17 febbraio 1943 526, redatto un mese dopo la presunta decisione di installare due camere a gas omicide nel crematorio IV, visto che l'ordinazione del 18 gennaio relativa alla costruzione di 4 porte a tenuta di gas non potrebbe essere che la conseguenza di tale presunta decisione.
  1. 5.4. Progettazione dei crematori IV e V: il secondo progetto operativo
Veniamo alla seconda ipotesi di Pressac:


«- Seconda concezione: basata sulla lettera del 31 marzo 1943 e sulla testimonianza di S.Dragon(*) (nella foto il dragon szlama,ebreo,olofalsario,ha testimoniato i 4.000.000 di ebrei assassinati ad Auschwitz)(su tale soggetto, collaboratore di tale pezzetti marcello, si legga la demolizione del Freda),(su tale pezzetti l'analisi finale del Mattogno) con la creazione di una unità a tenuta di gas comprendente le due camere a gas e il corridoio. Per renderla a tenuta di gas sono necessarie tre porte e sei o sette finestre.


Aggiungendo la possibilità di usare la camera mortuaria come spogliatoio, si ottiene questa sequenza: entrata attraverso il vestibolo, spogliatoio (locale centrale), unità ovest delle due camere a gas e del corridoio, vestibolo, camera mortuaria (locale centrale) e sala forni. Questo tragitto non è più lineare e la sequenza operativa è divenuta del tutto illogica, tesi che ho sostenuto nel mio articolo.


Secondo una fotografia del crematorio IV de “L'Album di Auschwitz”, nel corridoio fu installata una porta a tenuta di gas per consentire l'accesso diretto dall'esterno senza dover passare per il vestibolo. Questa porta supplementare, visibile su una fotografia del maggio o giugno 1944 [recte: 1943], dev'essere connessa con la terza concezione proposta per il crematorio IV e V»527.



Queste due ipotesi di Pressac si basano sul presupposto che la Zentralbauleitung (nella foto un ufficio della Zentralbauleitung di Auschwitz-Birkenau) avesse ordinato per il crematorio IV prima 4 porte a tenuta di gas (ordinazioni del 18 gennaio e 19 febbraio 1943), poi 3 porte (ordinazione menzionata il 31 marzo 1943), annullando l'ordinazione precedente, inoltre 12 finestre a tenuta di gas per i crematori IV e V (ordinazione del 13 febbraio 1943).


In realtà le cose non sono così semplici. L'ordinazione di “4 porte ermetiche” (4 dichte Türen)per il crematorio IV appare nella registrazione del 19 febbraio 1943, ordinazione 109, del registro della Schlosserei WL. Essa ne indica le dimensioni (100 x 205 cm) e fa riferimento all'ordinazione n.2261/80/17 del 18 gennaio 1943, che era passata dalla Häftlings-Schlosserei alla WL Schlosserei delle officine DAW. Quest'ordinazione viene menzionata nella lettera di Bischoff alle officine DAW del 31 marzo 1943. In questa lettera egli dispone


«che bisogna costruire tre porte a tenuta di gas conformemente all'ordinazione del 18 gennaio 1943 per il BW 30b [crematorio IV] e 30c [crematorio V], esattamente secondo le dimensioni e il modello delle porte finora consegnate».


[«dass drei Gasdichte Türen gemäss des Auftrages vom 18.1.43 für das BW 30 b und 30 causzuführen sind, genau nach den Ausmaßen und der Art der bisher angelieferten Türen»]528.


I due documenti citati fanno dunque riferimento alla stessa ordinazione n.2261/80/17 del 18 gennaio 1943, ma il primo menziona 4 porte, il secondo 3. L'ipotesi di Pressac che l'ordinazione del 31marzo si riferisse inizialmente a 4 porte529, cioè a una rettifica dell'ordinazione del 18 gennaio, è insostenibile; in tal caso Bischoff si sarebbe riferito a questa ordinazione di rettifica, non già a quella originaria. Inoltre l'ordinazione della Zentralbauleitung alla WL Schlosserei del 16 aprile menziona,con riferimento al crematorio IV, la fornitura delle «guarniture metalliche (Beschläge) come già in precedenza fornite» per 4 porte a tenuta di gas (für 4 gasdichte Türen), non per 3 porte, e poiché questo documento è posteriore alla lettera del 31 marzo, l'ipotesi di Pressac cade. La lettera di Bischoff non costituisce infatti un richiamo di un'ordinazione non ancora realizzata, ma una nuova ordinazione e, come Pressac aveva già spiegato bene nel suo articolo, essa si riferiva al crematorio IV:


«“Für das BW 30b und 30c”: si può credere che le 3 porte siano destinate ai crematori IV e V. Due punti lo contraddicono. L'oggetto della lettera richiama un'ordinazione per il/das BW 30b (crematorio IV). Il singolare dell'articolo das è usato per designare gli edifici BW 30b e 30c, che mostra l'abitudine di designare globalmente il cantiere crematorio IV/crematorio V in opposizione a quello del crematorio II/crematorio III, distinzione imposta dalla diversa natura degli edifici. Non si tratta di 3 porte per i crematori IV e V, ma di 3 porte che dovevano essere realizzate per il cantiere crematorio IV/crematorio V come ordinazione per il crematorio IV»530.


Perciò al crematorio IV furono consegnate 7 porte a tenuta di gas. Ma allora bisogna concludere che le 4 porte a tenuta di gas di cm 100 x 205 dell'ordinazione del 18 gennaio, ripetuta il 19 febbraio,non erano destinate all'ala ovest dell'edificio, ma all'ala est, e precisamente alla Schleuse, come Pressac stesso aveva affermato nell'articolo summenzionato:


«L'ordinazione n. 109 del 19.2.43 per il crematorio IV di “4 dichte Türen”/4 porte ermetiche” di dimensioni 100 x 205 cm non è destinata alle camere a gas, ma alle quattro aperture del compartimento che separa la sala forni dalla grande sala/camera mortuaria (progetto iniziale). Le piante 1678 e 2036 confermano le loro dimensioni. Si può obiettare che le porte della parte “ovest” hanno anch'esse le stesse dimensioni, m 2,05 x 1,00.


L'anteriorità netta dell'ordinazione - con i civili sempre presenti - in rapporto alle altre tre in funzione della data di consegna ufficiale dell'edificio, corroborata dall'obbligo di isolare la camera mortuaria/grande sala e la sala forni probabilmente per la semplice ragione di rischi di incendi, corroborata dall'installazione di un compartimento-tampone tra le due parti -, sembra un elemento importante a favore dell'uso “normale”»531.


A favore di questa interpretazione c'è anche il fatto che, come risulta dai rapporti della ditta Riedel, i lavori di costruzione nel crematorio IV procedettero da est verso ovest, ossia dalla sala forni verso le presunte camere a gas. L'indizio “gettare il pavimento di calcestruzzo nella camera a gas”



(Fußboden betonieren im Gasskammer) infatti risale al 2 marzo 1943, ma la soletta del pavimento della sala forni era stata gettata già il 17 febbraio532.


Pressac stesso contribuisce ad autodemolire la sua ipotesi scrivendo che i circa 240 metri quadrati di questa unità di gasazione avrebbe potuto accogliere 2.400 vittime, ma «ci sarebbero voluti quattro o cinque giorni per cremare questi 2.400 corpi»533, in realtà circa 15 giorni.


Sulla «porta supplementare, visibile su una fotografia del maggio o giugno 1944», in realtà nell'aprile 1943, mi soffermerò nel paragrafo 9.


La conclusione che deriva da queste considerazioni è che le due ipotesi di Pressac discusse sopra sono ingiustificate ed abusive già in via di principio, perché si basano su presupposti privi di fondamento.



5.5. Progettazione dei crematori IV e V: il terzo progetto operativo


Pressac propone anche una terza ipotesi sulla struttura e il funzionamento delle presunte camere a gas omicide dei crematori IV e V:


«- Terza concezione: basata sulla testimonianza e il disegno di S. Dragon e sulle rovine del crematorio V. Questa concezione fu adottata per il crematorio V e forse anche per il crematorio IV. Essa fu imposta dalla necessità di poter gasare piccoli gruppi di vittime e dalle forniture di Zyklon B inadeguate. Nell'unità occidentale fu creata una quarta camera a gas dividendo in due il corridoio nella proporzione 1:2 (visibile nelle rovine del crematorio V). Quattro camere a gas, ciascuna con porte a tenuta di gas, richiedevano sei porte (o sette includendo la porta esterna del corridoio) con sette aperture per introdurre lo Zyklon B. Le rovine del crematorio non indicano se vi fu installata una quarta camera a gas»534.


In un altro punto Pressac precisa:


«Lo stesso principio fu applicato nel maggio 1944 nel crematorio V, dove fu costruita una parete interna per creare una camera a gas di circa 12 m2 al fine di poter “trattare” piccoli gruppi usando un minimo di Zyklon B»535


Questa spiegazione è contraddittoria e insensata.


È contraddittoria perché questa modificazione si situa per Pressac nel maggio 1944, ossia nel periodo di massima attività di sterminio, riguardo al quale egli scrive:


«Tra il maggio e l'inizio di luglio del 1944 circa 200.000-250.000 Ebrei ungheresi furono annientati nelle camere a gas e nei forni crematori dei crematori II e III, nelle camere a gas e nelle cinque fosse di cremazione del crematorio V e nella camera a gas (le originarie pareti che dividevano l'edificio in quattro piccole camere a gas erano state demolite, lasciando una sola camera a gas di dimensioni esterne di m 7 x 15) del Bunker 2/V e nella sua fossa di cremazione di 30 m2 di superficie»536.


Perciò da un lato l'afflusso delle vittime da gasare era talmente enorme che fu necessario riattivare il presunto Bunker 2 e demolire i suoi tramezzi per ricavare un'unica grande camera a gas,
dall'altro
nel crematorio V fu eretto un tramezzo per creare una camera a gas di 12 m2 per «piccoli gruppi di vittime».
Ma quali «piccoli gruppi»?
Nei 58 giorni dell'arrivo di Ebrei ungheresi, secondo Pressac il numero medio giornaliero dei gasati fu di (200.000~250.000 : 58 =) circa 3.450~4.300!


L'ipotesi in questione è anche insensata perché, nella contraddittoria eventualità di «piccoli gruppi» da gasare, per risparmiare Zyklon B bastava attendere non più di qualche giorno che arrivassero gruppi più numerosi per gasare tutti nelle camere a gas più grandi.


Nel secondo libro Pressac riassume in modo molto sintetico questi presunti progetti della Zentralbauleitung senza aggiungere nulla di nuovo537.



5.6. Tecnica di gasazione


Dopo tutti questi presunti progetti, ecco quale fu, secondo Pressac,il risultato finale:


«Sebbene la sequenza operativa sembri abbastanza semplice, essa era divenuta irrazionale e ridicola.
Era irrazionale che le vittime andassero dal locale centrale alle camere a gas e fossero poi riportate indietro [morte], distruggendo così la logica lineare del progetto iniziale.
Era ridicolo che una SS con maschera antigas indossata si tenesse in equilibrio sulla sua scaletta [a pioli] con un barattolo di Zyklon B da 1 kg nella mano sinistra mentre apriva e poi chiudeva lo sportello di 30 x 40 cm attraverso il quale introduceva i granuli [dello Zyklon B] con la mano destra. Quest'impresa doveva essere ripetura sei volte.
Se non riusciva a tenersi in equilibrio, la SS doveva salire sulla scaletta tre volte per ogni apertura:
anzitutto per aprire lo sportello (su e giù [per la scaletta]),
in secondo luogo per introdurre lo Zyklon B (su e giù),
in terzo luogo per chiudere lo sportello(su e giù).
Sei aperture, diciotto volte su e giù per la scaletta indossando la maschera antigas.
Una simulazione mostra che questo esercizio avrebbe richiesto 10 minuti. Pochi gradini [in muratura] installati sotto a ogni apertura avrebbero evitato tutta questa impresa»538.


Nel secondo libro egli ribadisce:


«L'accomodamento criminale del crematorio IV (e V), deciso esclusivamente dai tecnici e dagli ingegneri della Bauleitung, si rivelò così aberrante che il suo utilizzo sarebbe risultato quasi impossibile se non fosse intervenuta la Topf, che ebbe peraltro la sua parte di responsabilità nel cattivo funzionamento dei forni»539.


Il riferimento alla ditta Topf riguarda l'ordinazione di un impianto di disaerazione per i crematori IV e V. A tale questione è dedicato il paragrafo 10. Qui rilevo soltanto che, secondo Pressac,tale impianto fu installato soltanto nel crematorio V e per di più nel maggio 1944,
sicché la tecnica di gasazione in questo crematorio rimase «irrazionale»,«ridicola» e «aberrante» fino al maggio 1944, mentre nel crematorio IV lo fu sempre.
Note:
523 J.-C. Pressac, Auschwitz: Technique and operation of the gas chambers, op. cit., p. 384.


524 Vedi capitolo 8.7.


525 J.-C. Pressac, Auschwitz: Technique and operation of the gas chambers, op. cit., p. 447.


526 Idem, p. 220.


527 Idem, pp. 447-448.
528 APMO, BW 30/34, pp. 59-60. Come è noto, la prima di queste due copie carbone del documento reca il termine “Türme”, che nella seconda appare corretto a penna in “Türen”, ma soltanto la prima volta che ricorre.
529 J.-C. Pressac, Auschwitz: Technique and operation of the gas chambers, op. cit., p. 384.

530 J.-C. Pressac, «Les “Krématorien” IV et V de Birkenau et leurs chambres à gaz. Construction et fonctionnement», in: “Le Monde Juif”,n. 107, luglio-settembre 1982, p. 119, nota 14.

531 Idem, pp. 119-120.

532 APMO, BW 30/4/28, p. 93


533 J.-C. Pressac, Auschwitz: Technique and operation of the gas chambers, op. cit., p. 384.


534 Idem, p. 448.


535 Idem, p. 252.
536 Idem, p. 253.


537 J.-C. Pressac, Le macchine dello sterminio. Auschwitz 1941-1945, op. cit., p. 78.
__________________________________________________ _________________________________
(*) Riportiamo un breve brano che riguarda il dragon e la sua attendibilità (!), tratto da:AUSCHWITZ: LA FALSA “CONVERGENZA DI PROVE” DI ROBERT JAN VAN PELT ,di Carlo Mattogno



(...)17.4.4.2. Szlama Dragon
Alle testimonianze di Szlama Dragon ho dedicato un intero capitolo del libro menzionato sopra1763. Parlo di “testimonianze” perché, oltre alla ben nota deposizione polacca del 10 e 11 maggio 1945, ho analizzato anche quella resa dal testimone ai Sovietici il 26 febbraio 19451764. Van Pelt, che la ignora completamente, scrive:
«Dragon fu preciso e attendibile quando parlò di ciò che aveva visto di persona e nessuno dei dettagli che riferì erano parte del rapporto sovietico»1765.
In realtà il rapporto redatto tra il 14 febbraio e l’8 marzo 1945 dai “periti” polacco-sovietici contiene un paragrafo, intitolato «Incenerimento di cadaveri su roghi» che tratta in modo specifico della «camera a gas n. 1 con i roghi» e della «camera a gas n. 2 con i roghi»1766. All'epoca il termine «Bunker» era ancora sconosciuto. I dati addotti nel rapporto sono tratti proprio dalla deposizione sovietica di Dragon. E proprio sulla base di questa deposizione i “periti” calcolarono la “capacità” quotidiana e il numero delle vittime dei due Bunker: 795.000 persone!1767.
Sopra ho già mostrato quanto la testimonianza di Dragon fosse «precisa e attendibile» riguardo a capacità di cremazione e numero dei morti: ora resta da esaminarla in particolare riguardo ai Bunker.
La prima osservazione da fare è che Dragon, al tempo della deposizione sovietica, non conosceva ancora la denominazione di «Bunker 1» e «Bunker 2». In tale deposizione egli parla sempre di «gazokamera n. 1 e 2» e dichiara esplicitamente che questa era la denominazione ufficiale.
Nella deposizione polacca, improvvisamente, la denominazione ufficiale di queste presunte installazioni di sterminio diventa quella di «Bunker»1768.
Le due deposizioni del testimone contengono inoltre stridenti contraddizioni sulla struttura dei Bunker e sulla loro dislocazione1769:
basti dire che essi, secondo la deposizione sovietica, si trovavano ad una distanza di 3 chilometri l'uno dall'altro,
secondo quella polacca a 500 metri.
L'analisi critica delle due deposizioni dimostra che il racconto del testimone non può avere un fondamento storico reale1770. Anche qui mi limito ad esporre una sola questione.
Dragon afferma:
«In 24 ore, in tutte le fosse della camera n.2, si bruciavano non meno di 10.000 persone. In media, in tutte e dieci le fosse, in 24 ore si ardevano non [meno di] 17.000-18.000 persone, ma in certe occasioni il quantitativo delle persone arse in 24 ore ammontò a 27.000-28.000»1771.
Dunque dal dicembre 1942 al marzo 1943 furono sterminate non meno di (17.000 x 30 x 4) 2.040.000 persone, in massima parte Ebrei!
In realtà, nel periodo summenzionato giunsero ad Auschwitz circa 125.000 Ebrei, di cui i non immatricolati furono circa 105.000 1772. Per quanto riguarda il 1944, durante la deportazione degli Ebrei ungheresi, ad Auschwitz non arrivarono mai 6 o 7 trasporti nell’arco di una giornata.
Queste cifre insensate sono del resto in contraddizione con i dati tecnici forniti dal testimone.
Ad esempio, l’evacuazione di 7.000-8.000 cadaveri dalle camere a gas del Bunker 1, al ritmo di 6 ogni 15 minuti1773, avrebbe richiesto da 290 a 333 ore, ossia 12-13 giorni!
Ma uno dei fatti più significativi è che Dragon non fornì alcuna indicazione che permettesse di localizzare, sia pure approssimativamente, la posizione delle due case-Bunker1774. Al riguardo, subito dopo liberazione del campo, quando le tracce lasciate dalle SS erano ancora intatte e potevano essere facilmente rilevate da chi avesse realmente lavorato nei Bunker, i Sovietici in due piante diverse indicarono in luoghi diversi la posizione sia del Bunker 1 sia del Bunker 2.
1763 Idem, cap. 5, pp. 71-83.
1764 GARF, 7021-108-12, pp. 180-193.
1765 R.J. van Pelt, The Case for Auschwitz. Evidence from the Irving Trial, op. cit., p. 188.
1766 Protocollo. 14 febbraio – 8 marzo 1945. Città di O#wi#cim. GARF, 7021-108, pp. 7-9. Vedi la traduzione del relativo testo in C. Mattogno, The Bunkers of Auschwitz. Black propaganda versus History, op. cit., pp. 157-158. 1767 Vedi capitolo 14.1
1768 C. Mattogno, The Bunkers of Auschwitz. Black propaganda versus History, op. cit., pp. 75-76.
1769 Idem, pp. 76-79.
1770 Idem, pp. 79-82.
1771 GARF, 7021-108-12, p. 185.
1772 Dati tratti dal "Kalendarium" di Danuta Czech.
1773 GARF, 7021-108-12, p. 184.
1774 C. Mattogno, The Bunkers of Auschwitz. Black propaganda versus History, op. cit., pp. 82-83.

— 310 —
Ciò dimostra che in realtà, nessuno – a cominciare dai presunti testimoni oculari, con Dragon in testa – sapeva nulla della localizzazione di queste presunte installazioni di sterminio
 
lo ripeto per correttezza, io non sono di stormfront, ne scrivo su quel forum
si, credo che le razze esistano (o etnie o come le si voglia chiamare) e che in quanto patrimonio della specie umana vadano TUTTE preservate
mi ritengo anti-sionista in quanto contrario alla formazione dello stato di israele in palestina.

chiarito una volta per tutte, non sono più disposto a tornare su questi argomenti
rimango invece dispostissimo a continuare la discussione sul revisionismo

altre provocazioni le dovrei considerare come ammissione di sconfitta da parte di chi le scrive


Il razzismo rappresenta uno dei tanti abbagli ideologici presi dalla mente umana nel corso della Storia e credo che nessuno possa sostenere, al giorno d'oggi, in maniera fondata, con argomentazioni scientifiche e senza timore di essere sonoramente disapprovato, che una razza sia superiore a un'altra. Ammesso che all'interno della specie umana sia possibile individuare delle razze pure.

ma cosa vuoi preservare
siamo tutti bastardi..:D
 
Libertà di parola sotto assedio del "politicamente corretto","lobby usraeliana" e "olocau$tocrazia"

di Robert Skidelsky (trad. Anna Paolini)

21 Giugno 2011

LONDRA - Di recente, in un festival letterario in Gran Bretagna, mi sono trovato in un comitato di discussione sulla libertà di parola. Per i liberali, la libertà di parola è indice chiave della libertà.Le democrazie sono per la libertà di parola;le dittature per la repressione.

Quando noi occidentali buttiamo lo sguardo al di fuori dell’occidente, questo rimane il nostro punto di vista. Noi condanniamo i governi che zittiscono, imprigionano, e perfino uccidono scrittori e giornalisti. Reporters Sans Frontières tiene una lista: 24 giornalisti sono stati uccisi, e 148 imprigionati, proprio quest'anno. Parte della promessa che vediamo nella "primavera araba" è la liberazione dei media dalla stretta dei dittatori.

Eppure la libertà di parola in Occidente è sotto pressione.
Tradizionalmente, la legge britannica ha imposto due principali limitazioni su “il diritto della libertà di parola”.
Il primo ha vietato l'uso di parole o espressioni che potrebbero turbare l'ordine pubblico, la seconda è stata la legge contro la diffamazione.
Ci sono buone ragioni per entrambe - per preservare la pace e per proteggere la reputazione degli individui dalla menzogna. La maggior parte delle società libere accettano tali limiti come ragionevoli.

Ma la legge è recentemente diventata più restrittiva.
"L’incitamento all'odio religioso e razziale" e
"l’incitamento all'odio sulla base dell'orientamento sessuale"
ora sono illegali nella maggior parte dei paesi europei, indipendentemente da qualsiasi minaccia per l’ordine pubblico.
(Nella foto l'avv. tedesco Horst Mahler,pluricondannato per negazione del preteso olocau$to ebraico,attualmente internato nei democratici lager)


Un esempio lampante è la legge contro la negazione dell'Olocausto. Negare o minimizzare l'Olocausto è un reato in Israele e in 15 Paesi Europei.
Si può sostenere che l'Olocausto è un crimine così particolarmente aberrante da qualificarsi come un caso speciale.
Ma i casi particolari hanno l'abitudine di moltiplicarsi.

(nella foto lo storico David Irving,in Austria,in manette! Negava la versione conforme dell' "olocau$to ebraico"! )
La Francia ha reso illegale negare qualsiasi " crimine contro l'umanità riconosciuto a livello internazionale”. Mentre nei paesi musulmani è illegale chiamare i massacri Armeni del 1915-1917 "genocidi", in alcuni paesi occidentali è illegale dire che non lo erano. Alcuni paesi dell'Europa orientale in particolare vietano la negazione dei “genocidi” comunisti.

La censura della memoria, che appassionatamente una volta immaginavamo essere segno della dittatura, è oggi un settore in crescita maggiore nel “libero” Occidente. Infatti, la censura ufficiale è solo la punta dell’iceberg di una censura culturale. Una persona pubblica deve stare costantemente in guardia contro i reati che causano offese, che siano intenzionali o meno.

(Nella foto il revisionista tedesco-canadese,Ernst Zundel, al momento della liberazione dall'internamento in lager sterminazionista,durato 7 anni!Ovviamente per "negazione della verità ortodossoconforme dell' olocau$to ebraico!)
Rompere il codice culturale danneggia la reputazione di una persona, e forse la sua carriera. Il segretario Britannico Kenneth Clarke recentemente ha dovuto chiedere scusa per aver detto che alcuni stupri erano meno gravi di altri, implicando la necessità di una discriminazione legale. La sfilata di gaffes e le successive scuse striscianti è diventata una costante caratteristica della vita pubblica.

Nel suo classico Saggio sulla libertà, John Stuart Mill ha difeso la libertà di parola per il motivo che la libera informazione è stata necessaria per far progredire la conoscenza.
(nella foto il prof. Antonio Caracciolo,filosofia del diritto, all'Università di Roma, perseguitato e ingiustamente accusato di "lezioni" di negazionismo! Assolto dagli organi interni dell'ateneo)

Restrizioni su determinate aree di indagine storica si basano sulla premessa opposta: la verità è conosciuta, ed è immorale metterla in dubbio.
Questo è assurdo, ogni storico sa che non esiste una cosa come la verità storica finale.

Non è compito della storia difendere l'ordine pubblico o la morale, ma stabilire cosa è successo. La storia legalmente protetta assicura che gli storici giochino sul sicuro. A dire il vero, il principio di Mill spesso richiede la tutela dei diritti di personaggi sgradevoli. David Irving scrive una storia menzognera, ma la sua persecuzione e la sua prigionia in Austria per "negazione dell'Olocausto" avrebbero fatto inorridire Mill.

Al contrario, la pressione sulla "correttezza politica" si basa sulla tesi che la verità è inconoscibile. Affermazioni sulla condizione umana sono essenzialmente una questione di opinione.
(nella foto il prof.Claudio Moffa ,dell'Università di Teramo, bersaglio italiano preferito degli ortodossi e conformisti sterminazionisti sionisti e propagandisti di versioni moscovite di "storia")
Perché una dichiarazione di opinione da parte di alcuni individui è quasi certo che possa offenderne degli altri,
e dato che tali dichiarazioni non contribuiscono alla scoperta della verità,
il loro grado di offensività diventa l'unico criterio per giudicare la loro ammissibilità.
Da qui il tabù di certe parole, frasi e argomenti che implicano che certi individui, gruppi o esperti siano
superiori o inferiori,
normali o anormali;
di conseguenza la ricerca di modi sempre più neutrali per etichettare i fenomeni sociali,
privando di conseguenza la lingua del suo vigore e interesse.

Un esempio classico è il modo in cui "famiglia" ha sostituito "matrimonio" in un discorso pubblico, con l'implicazione che tutti gli "stili di vita" hanno lo stesso valore, nonostante il fatto che la maggior parte delle persone persistano nel volersi sposare.
(nella foto il poeta Gerd Honsik,detenuto da anni per i suoi studi revisionisti,sgraditi agli sterminazionisti sionisti e non solo)
E' diventato un tabù descrivere l'omosessualità come una "perversione", anche se questa era proprio la parola usata nel 1960 dal radicale filosofo Herbert Marcuse (che elogiava l'omosessualità come espressione di dissenso). Nel clima odierno ciò che Marcuse avrebbe chiamato "tolleranza repressiva", sarebbe chiamato "stigmatizzare".

L'imperativo sociologico dietro la diffusione della "correttezza politica" è il fatto che non viviamo più in una società patriarcale, gerarchica, mono-culturale, che presenta un generale, se non riflesso, accordo sui valori fondamentali.
(Nella foto il ricercatore storico Jurgen Graf, processato e condannato,in Svizzera,per negazione dell'olocau$to ebraico,vive da anni esule in Russia)
Gli sforzi patetici di inculcare un senso comune di "Britannicità" o "Dutchness" in società multiculturali, per quanto ben intenzionati, attestano la perdita di una comune identità.

Il linguaggio pubblico è così diventato la moneta comune di scambio culturale, e tutti sono attenti a badare ai propri modi di dire. Il risultato è una moltiplicazione di parole ambigue che raffreddano il dibattito politico e morale, e che creano un divario crescente tra il linguaggio pubblico e quello che molte persone comuni pensano.

Abbiamo bisogno di media liberi di esporre gli abusi di potere. Ma il giornalismo investigativo si scredita quando "mette in mostra" la vita privata di persone famose quando nessun problema di interesse pubblico è coinvolto. Il gossip divertente si è trasformato in un assalto alla privacy, con i giornali che affermano che qualsiasi tentativo di tenerli fuori delle camere da letto della gente è un assalto alla libertà di parola.


Nella foto Ursula Haverbeck,Bad-Oeynhausen,il 30.06.09. 83enne tedesca perseguitata, processata e condannata per "negazionismo" del preteso olocau$to ebraico!
Voi sapete che una dottrina è in difficoltà, quando nemmeno quelli che sostengono di difenderla capiscono che cosa significa. Da questo, la dottrina classica della libertà di parola è in crisi. Dovremmo risolvere il problema rapidamente - legalmente, moralmente e culturalmente - se vogliamo conservare un giusto senso di ciò che significa vivere in una società libera.

Robert Skidelsky, un membro della Camera dei Lord britannica, è professore emerito di Economia Politica presso l'Università di Warwick.
Fonte: ComeDonChisciotte
 
Al levi primo non piacevano gli occhi azzurri ed i capelli biondi !


Infatti scrisse:​


«Gli occhi azzurri e i capelli biondi sono essenzialmente malvagi»

Dal libro di levi primo “ Se questo è un uomo. La Tregua” Pag. 134
Da: http://www.lavocedifiore.org/SPIP/ar...hp3?id_article...​

A Noi SI !
nella foto in basso il levi primo
Affermazioni di levi primo.

Tra virgolette le originali parole del levi
Tratte dal suo libro: Se questo è un uomo. La Tregua​

1) ero"debole e maldestro", pag.20
(tanto maldestro che si ferisce al piede sinistro durante il lavoro pag .53)
Ricoverato in infermeria e non “ selezionato “ e gasato (come avrebbe dovuto essere ,secondo la olostoriografia sterminazionista) quale non ABILE al lavoro.




2) Inviato nell'infermeria denominata Ka-Be,costituita da 8 baracche che
"contengono permanentemente un decimo della popolazione del campo" pag.55
( considerata la popolazione degli internati in 60-80.000 persone ( numeri in difetto),se ne desume che erano ricoverati in infermeria mediamente 6.000-8.000 internati!
Considerato che gli INABILI al lavoro erano SUBITO GASATI, secondo la olostoriografia sterminazionista, non si capisce perché i Tedeschi avrebbero dovuto approntare tante “infermerie”!
Tanto più in un lager di “STERMINIO” !​

3) "La vita del Ka-Be ( infermeria) è vita di limbo... non fa freddo, non si lavora",pag 60
Quindi si capisce che le infermerie erano riscaldate! Strano in un lager di sterminio!

4) Dopo un altro periodo di internamento viene selezionato ed inviato al laboratorio chimico(pag.174) , dove "sto al coperto e al e nessuno mi picchia; rubo e vendo ( a chi ?) sapone e benzina, senza serio rischio. sto seduto tutto il giorno, ho un quaderno e una matita... e perfino un libro sui metodi analitici... e quando voglio uscire basta che avvisi" (pag.178).
Quindi levi primo viene messo in un laboratorio chimico, al CALDO. RUBA sapone e RUBA benzina tranquillamente. ( e gli “aguzzini” dov’erano? Nota di Waa359 )
Sta SEDUTO TUTTO il giorno!
Ha facoltà di USCIRE , BASTA che avvisi!​

5) L'11 gennaio 1945 si ammala di scarlattina e viene nuovamente ricoverato in Ka-Be, una cameretta assai pulita, dove sapeva "di avere diritto a quaranta ( 40 ) giorni di isolamento e quindi di riposo" (pag.190)
…ma gli inabili al lavoro NON erano SUBITO gasati o fucilati?

Tenere presente la data 11 Gennaio 1945!

In pieno COLLASSO politico-militare le SS stabiliscono che l’internato ebreo levi primo DEBBA essere ricoverato in INFERMERIA!
Tenere ben in vista ciò che scrive levi primo : "di avere diritto”…DIRITTO!​

La olostoriografia sterminazionista NON ci ha mai parlato di “diritti” degli internati!
PERCHE' non ce lo ha mai detto?
Molto spesso quando si cerca di comporre il mosaico i “pezzi” non combaciano.
Quello che afferma levi primo è INCOMPATIBILE con la olostoriografia ufficiale!
Auschwitz ,preteso campo di STERMINIO, aveva permanentermente 1l 10 % di internati in OSPEDALE! In più il LEVI aveva il DIRITTO...!

Basterebbero SOLO queste brevi parole a chiudere definitivamente la recita olocaustica
 
La società aperta e i suoi nemici: i massoni israeliti B'nai B'rith Canada

I massoni israeliti del B'nai B'rith all’avanguardia, come sempre, dell'attività propagandistico-repressiva contro gli odiatissimi revisionisti:

IL MONDO SPRONATO A COMBATTERE IL NEGAZIONISMO DELL’OLOCAUSTO [1]


TORONTO – Il B’nai B’rith Canada si è appellato ai paesi di tutto il mondo affinchè si uniscano in uno sforzo concertato per combattere il negazionismo dell’Olocausto come un modo tangibile per segnare il UN’s International Holocaust Remembrance Day [Giorno Internazionale della Memoria dell’Olocausto delle Nazioni Unite].
“Quest’anno segna 66 anni da quando le truppe sovietiche liberarono Auschwitz,(*) il campo della morte in cui più di un milione (**)di persone vennero uccise per mano dei nazisti. E tuttavia oggi, sotto le vesti della libertà di parola, i negazionisti dell’Olocausto dissacrano la memoria delle vittime delle atrocità naziste per portare avanti le loro agende”, ha detto Frank Dimant, direttore generale del B’nai B’rith Canada. “È allarmante che nel 2011, a chi distorce la storia venga permesso di parlare nei nostri college e nelle nostre università, e in altri spazi pubblici”.
“Dobbiamo puntellare i nostri sforzi per fermare questa retorica piena di odio nei suoi percorsi e fare in modo che al negazionismo dell’Olocausto non venga mai data la legittimazione che cerca. Siamo compiaciuti di essere all’avanguardia di questa battaglia tramite la National Task Force on Holocaust Education, Remembrance and Research, che è stata convocata dal B’nai B’rith League for Human Rights [Lega del B’nai B’rith per i Diritti Umani] e finanziata dal governo del Canada. La task force ha valorizzato nuove risorse che cercano in modo specifico di accrescere la consapevolezza e la comprensione dell’Olocausto nella sfera pubblica in mezzo a una nuova generazione di canadesi”.
Mercoledì, 2 febbraio 2011
[1]http://www.jewishtribune.ca/TribuneV2/index.php/201102023958/World-urged-to-fight-Holocaust-denial.html
Fonte: http://andreacarancini.blogspot.com/...nemici-il.html
__________________________________________________ _________________________________
Revisione storica di WaA
(*) Il solito mezzuccio,espediente,sterminazionista finalizzato a falsificare la realtà: Auschwitz NON venne MAI liberata !
Il 27 Gennaio 1945 non c'era alcun Tedesco combattente in Auschwitz (le Waffen SS lo avevano evacuato il 18 Gennaio 1945,assieme a decine di migliaia di internati,tra cui VOLONTARI ebrei,al loro seguito.Non potè unirsi ,volontariamente,ai Tedeschi il levi primo,perchè gravemente ammalato,infatti scrisse nel suo libro "Sopravvivenza ad Auschwitz", per il 17 Gennaio del 1945:
..."Non era una questione di ragionamento: anch'io avrei seguito probabilmente l'istinto del gregge se non mi fossi sentito così debole: la paura è supremamente contagiosa, e il suo effetto immediato è di indurre una persona a cercare di fuggire"...

(...ma qui si sta parlando di fuggire con i "nazisti"-e non dai "nazisti" )
Quindi NESSUNA GLORIOSA liberazione di cui vantarsi ,bensì semplice OCCUPAZIONE del lager abbandonato.
La stessa falsificazione storica si ritrova nel testo della "legge" che crea la giornata della "memoria" in Italia.
(**) Qui gli israeliti massoni NEGANO le TESTIMONIANZE dei sedicenti sopravvissuti (così ben cullati e special guests in miliardi di celebrazioni!
NEGANO il "War Refugee Board Report",del 1944!
NEGANO quanto "accertato" a Norimberga!
...Signori a Norimberga si sono assassinate decine di persone con "prove" che "dimostrano" l'assassinio di OLTRE 4.000.000 di persone!
...a "voi" è concesso NEGARE la "morte" di almeno 3.000.000 ,ed a noi è NEGATA,si pretende VIETATA,....PUNITA, la sola facoltà di pretendere verifiche storiche?
PERCHE'?
Non è OFFENSIVA della "memoria" di questi 3.000.000 (scomparsi/rinati,secondo voi) di "morti assassinati" ?
 
Quello che non sottovaluterei non è tanto il giudizio sul passato
ancorché intollerabile ma piuttosto la riproposizione in chiave moderna di una ideologia di supremazia razziale
non dimentichiamo che la nostra è una società complessa
con flussi migratori provenienti da paesi più sfortunati dei nostri
la disfatta del comunismo ha poi spianato la strada a fenomeni di nazionalismo, il rifiuto della globalizzazione e della liberal democrazia
ha dato la stura a questi movimenti che affondano confusamente
le loro radici in una ideologia condannata dalla storia
cioè voglio dire sono più preoccupato della visone del futuro
che dalla velleitaria negazione del passsato

Appunto Conte: MA come ho scritto qualche post addietro per evitare che il futuro sia uguale o peggiore del passato è conditio sine qua non preservare integra la memoria di quanto occorso e nn permetterne la riscrittura o peggio la cancellazione, che ipotizzando avvenisse, se quanto prima era falso allora (loro) possiamo fare di peggio in quanto sarebbe falso per definizione... e questo combacia con il loro profondo antisemitismo.
 
Auschwitz,Van Pelt,contrassegni refrattari, urne cinerarie.Cremazioni multiple? Spazzatura della Storia!

Vivere di espedienti e imbrogli (tentati)
Robert Jan Van Pelt,ebreo,esperto ( ha ammesso pubblicamente l'ignoranza sterminazionista) di olocau$to e perito di fiducia di lipstadt
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beborah ,nel
processo contro David Irving,trattando della cremazione MULTIPLA,ad Auschwitz-birkenau, afferma la possibilità di cremare 4 cadaveri per ora,per ciascuna muffola.
Riportiamo un brano tratto da http://olo-dogma.myblog.it/archive/2010/12/06/carlo-matto... di Carlo Mattogno:

3989056861.jpg
…”Egli rileva anzitutto che la capacità di cremazione dei crematori di Birkenau indicate nella lettera summenzionata era di 96 cadaveri al giorno e di
4 cadaveri all'ora per muffola, poi prosegue:


«La questione è ora
se i crematori di Auschwitz II, III, IV e V potevano cremare quattro cadaveri per muffola in un'ora. Se si seguisse la normale prassi civile, in cui è assolutamente essenziale preservare l'identità dei resti dall'inizio della cremazione alla raccolta finale delle ceneri, le cifre di Bischoff sarebbero davvero assurde.Sarebbe impossibile introdurre un corpo nella muffola, cremarlo e rimuovere le ossa e le ceneri restanti in quindici minuti».
(seconda foto:lager di Buchenwald urna cineraria)

In realtà i forni Topf di Auschwitz-Birkenau, per la loro struttura,
consentivano di «preservare l'identità dei resti dall'inizio della cremazione alla raccolta finale delle ceneri».
L'ordinazione alla Topf da parte della SS-Neubauleitung di Auschwitz di «500 urne cinerarie» (Aschekapseln) e «contrassegni di argilla refrattaria»(prima foto) (Schamottemarken) ne è una conferma documentaria"...
(Terza Foto,sotto: urne-ceneri del lager di Lublin-Majdanek )


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Ci siamo messi in caccia e abbiamo trovato le foto,qui riprodotte, che PROVANO che la cremazione dei cadaveri, ad Auschwitz, fu PROGETTATA per singoli corpi!Quindi in sede di progetto e acquisto di materiali del crematorio, NON si prevedevano cremazione MULTIPLE!


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(Foto quarta,a lato: urne per ceneri dal lager di Natzweiler)
Qui sorge una domanda imbarazzante,per gli sterminazionisti:
se Birkenau era stato progettato in ottemperanza agli ordini di Hitler o Himmler(a scelta), per attuare la "soluzione finale" (lo sterminio ebraico),ovvero come CAMPO di STERMINIO, che senso avevano gli acquisti di contrassegni refrattari e urne cinerarie?


Abbiamo trovato i CONTRASSEGNI refrattari inseriti assieme al corpo da cremare. In aggiunta la foto delle URNE CINERARIE che servivano per la raccolta delle ceneri e al loro invio alla famiglia (*) o al Comune di ultima residenza.
Invii confermati da documenti postali.
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Foto sopra: Lager di Buchenwald,ricevuta della spedizione di un pacco contenente l'urna con le ceneri ,spedite al Comitato ebraico di Vienna il 29-05-1042.

Ciò conferma l'arrampicarsi sugli specchi del Van Pelt.

(*) ..."At first the ashes were put into clay urns and sent to the family of the deceased in exchange for a small fee." (fonte:Dachau display about Ethnic Germans expelled from Czech Republic)


In ultimo una CHICCA!
Pubblichiamo una foto "STORICA",scattata ad Auschwitz, cattedrale principale della nuova religione mondialista l' O £ O C A U $ T I A N $ I M O : un'urna cineraria su un pilastrino. Ciò che è interessante è la scritta sul muro :
CZTERY MILIONY, vale a dire: QUATTRO MILIONI
(riferita alla cifra ufficiale dei "morti ammazzati",valida fino al 1990,ora "scaduta"!). Chissà se è ancora esposta e la scritta visibile!?
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NORMAN FINKELSTEIN: UN RADICALE AMERICANO contro l'IPOCRISIA SION-EURO OLOCAUSTICA

Il video non è l'originale del post di Freda,problemi tecnici impediscono di mettere gli originali in rete.
Scritto da Gianluca Freda
Martedì 07 Giugno 2011​

http://www.youtube.com/watch?feature...&v=BTGD_ApydgQ
Il momento più celebre ed emblematico di “American Radical”, il film biofrafico sulla vita di Norman Finkelstein e sulle persecuzioni da lui subite da parte della lobby ebraica, è quello che si può gustare nella sequenza che apre la seconda parte di questo splendido documentario, che ho pensato di tradurre e sottotitolare.

Nel 2004, Finkelstein sta tenendo una conferenza in Canada. Sta presentando il suo libro “L’industria dell’Olocausto”, spiegando come l’esperienza dei campi nazisti sia diventata, col tempo, null’altro che un abietto scudo memoriale che consente ad Israele di giustificare i corposi emolumenti a favore delle “vittime del nazismo” e lo sterminio perpetrato di giorno in giorno contro il popolo palestinese. Al termine della conferenza, due lamentevoli squinzie si avvicinano al palco, col ciglio umettato di lacrime. Si dicono scosse per il termine “nazista” usato da Finkelstein per descrivere il massacro dei palestinesi. Iniziano a singhiozzare, a coprirsi il volto in segno d’orrore, a straziarsi le capigliature con consumata perizia scenografica, come se avessero appena ricevuto la notizia della morte per apoplessia del povero babbo.
Dinanzi alla sceneggiata delle prefiche, il pubblico inizia a commuoversi.
Ma Finkelstein, ormai vaccinato contro l’ipocrisia, non si lascia impressionare e con sommo gaudio dello spettatore ragionante le manda gioiosamente all’inferno.
“Non ho più rispetto per queste lacrime di coccodrillo”, dichiara alle due lagnose commedianti, che tentano di trasformare l’ignominiosa realtà dell’oppressione palestinese in un dibattito sulla correttezza terminologica del relatore. Quando ero ragazzo e credevo ancora negli eroi, li immaginavo esattamente come Finkelstein alla conferenza in Ontario: soli e impassibili dinanzi ad un nemico soverchiante, con il dito indice puntato, implacabilmente, contro la violenza immonda della sua ipocrisia.


Nella foto il dibattito tra Finkelstein e dershowitz, avvenuto il 09Febbraio 2008

La vita di Finkelstein è stata distrutta – si dice – dal suo scontro con Alan Dershowitz. Dershowitz aveva scritto un libro sulla “moralità” di Israele, scopiazzando senza remore il testo, del tutto privo di valore scientifico, di una scrittrice ebreo-americana, Joan Peters. Finkelstein smascherò il plagio e da quel momento Dershowitz mise in moto tutto il suo apparato di contatti all’interno dell’establishment accademico americano per distruggere il rivale. Finkelstein fu dapprima “convinto” a licenziarsi dallo Hunter College di New York, che gli aveva proposto, dopo 9 anni di lavoro, una collaborazione a salario ridotto, sdegnosamente rifiutata. Trovò lavoro alla DePaul University di Chicago, dove gli venne però in seguito negata una cattedra stabile, nonostante le manifestazioni a suo favore di gran parte degli studenti del campus. Tornato a vivere nel suo appartamento di Coney Island, è oggi perseguitato dalle associazioni ebraiche newyorkesi, che hanno montato contro di lui una campagna di diffamazione volta a chiederne lo sfratto dal condominio.

In realtà, se lo “sgarro” di Finkelstein ha suscitato una reazione così rabbiosa da parte delle lobby ebraiche di tutto il mondo, ciò è dovuto al fatto che il suo attacco non ha preso di mira soltanto la (trascurabile) reputazione accademica di Dershowitz, bensì qualcosa di molto più rilevante.
E cioè la potente arma segreta con cui Israele tiene da sempre in scacco la comunità internazionale: l’arma dell’ipocrisia, del vittimismo, del piagnisteo sul passato che rende ciechi sulla barbarie del presente.
L’ipocrisia è un ordigno così poderoso che ogni nazione del mondo (o almeno dell’Occidente) ha iniziato, imitando i maestri sionisti, una corsa al riarmo per assicurarsene una massiccia dotazione. Sull’ipocrisia e sulla lagna pietistica si reggono oggi i destini delle nazioni. Che ne sarebbe oggi della politica estera degli Stati Uniti senza la retorica lacrimevole dei “tiranni” e dei “popoli in lotta per la democrazia”, che consente di giustificare le loro aggressioni stragiste ad altre nazioni sovrane? Che cosa accadrebbe ai paesi dell’Unione Europea se venisse meno il verminoso apparato di piagnucolii sui “diritti violati” delle donne, dei gay, degli extracomunitari, dei disabili, uniche materie su cui, in Europa, i dominanti americani consentono d’impostare ancora un evanescente programma politico? E che fine farebbe Israele senza lo scudo della Shoah e il suo strascico di lagne stridule sulle “responsabilità dell’Europa nel genocidio”, che gli consente di sterminare impunito i propri confinanti e di tenere in pugno il vecchio continente col ricatto morale del senso di colpa?

L’ipocrisia è un’arma che ciascuno di noi, consciamente o inconsciamente, ha imparato ad utilizzare e che rende miserabile e invivibile il nostro habitat sociale. Trasforma in circo la nostra politica, dove il novello sindaco della sinistra milanese, miracolosamente tornata in auge dopo decenni di esilio dalla ribalta ambrosiana, non trova di meglio, nel presentare il proprio progetto di amministrazione, che garantire la formazione di una giunta “composta per metà da donne”; come se la presenza di un paio di sgallettate in più nel novero degli assessori avesse, per chissà quale arcana alchimia, il potere di rendere nuovamente Milano una città a misura d’uomo, sottraendola al caos di immigrazione incontrollata, deindustrializzazione ed edilizia selvaggia che l’ha trasformata in un inferno in terra.
L’ipocrisia appesta la nostra informazione, che freme d’orrore dinanzi al corpo straziato di un’unica martire di Avetrana, mentre inneggia libidinoso alle centinaia di giovani vittime dei “democratici” bombardamenti sulla Libia. Chiama tiranni gli statisti e statisti i tiranni; esalta gli sguatteri e vilipende gli eroi; perseguita i perseguitati ed acclama i persecutori; si batte il petto, ogni 27 gennaio, per le vittime del passato, mentre uccide e lascia uccidere, senza versare una lacrima, quelle del presente.
L’ipocrisia rende fogne le nostre scuole, preda dell’analfabetismo e della cialtroneria prepotente di bande di malviventi in orecchino e calzoni corti che le farneticazioni della psico-sociologia non consentono più di chiamare col loro nome, né di destinare alle appropriate istituzioni correttive.
L’ipocrisia appesta di politically correct il nostro linguaggio, infetta le nostre relazioni, ci costringe a capovolgere ciò che è ovvio ed è giusto nel suo contrario. Ci aliena dall’istinto e dal pensiero morale, come uno specchio deformante che ci costringa a convivere, con repulsione, a contatto con l’opposto di noi stessi.
L’ipocrisia è l’arma con cui l’Europa viene tenuta in pugno, da ormai quasi settant’anni, dai suoi conquistatori, ribattezzati “liberatori” senza che la memoria dei loro massacri riesca a scalfire quest’indegno intonaco di demagogia, per rivelare le migliaia di scheletri murati alla rinfusa nelle intercapedini della parete.
L’ipocrisia è l’arma di distruzione di massa che ci uccide ogni giorno e che Norman Finkelstein, irridendo le lacrime di coccodrillo degli assassini, ha cercato negli anni di additare al mondo. Per provarci, ha sacrificato vita e carriera; e lo ha fatto a ciglio asciutto, senza piagnistei, senza invocare attenuanti né maledire il mondo ingrato. Quando ero ragazzo e credevo ancora negli eroi, avevo imparato a riconoscerli: erano quelli che sapevano piangere senza abbassare di mezzo tono l’imperio nella voce.
 
Quello che non sottovaluterei non è tanto il giudizio sul passato
ancorché intollerabile ma piuttosto la riproposizione in chiave moderna di una ideologia di supremazia razziale
non dimentichiamo che la nostra è una società complessa
con flussi migratori provenienti da paesi più sfortunati dei nostri
la disfatta del comunismo ha poi spianato la strada a fenomeni di nazionalismo, il rifiuto della globalizzazione e della liberal democrazia
ha dato la stura a questi movimenti che affondano confusamente
le loro radici in una ideologia condannata dalla storia
cioè voglio dire sono più preoccupato della visone del futuro
che dalla velleitaria negazione del passsato

:up: bel post, non c'è che dire
 
Stato
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