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L'anello mancante della catena: il bosone di Higgs
di Massimo Teodorani



Una spiegazione semplice della teoria del campo e del bosone di Higgs

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[FONT=verdana,geneva]Noi sappiamo che tutte le cose che esistono, dall’atomo, agli esseri viventi, fino agli ammassi di galassie, esistono semplicemente perché hanno una massa. Fu la stessa legge di gravitazione universale scoperta da Newton a farci capire l’importante ruolo della massa nelle leggi del cosmo. L’argomento fu ripreso in maniera ancora più raffinata da Einstein, che dimostrò che a massa può anche essere trasformata in energia. Eppure ancora oggi nessuno sa cosa sia la massa, cioè che cosa esattamente la crei. Inoltre le masse delle particelle che si misurano hanno valori ben precisi, senza i quali la materia non avrebbe la forma che ha. Ad esempio se la massa degli elettroni fosse molto maggiore di quella che hanno, l’universo cambierebbe completamente faccia. Dunque la questione della massa è una questione assolutamente fondamentale per la fisica (ma anche per le riflessioni filosofiche che crea!) ma resta allo stesso tempo uno dei suoi enigmi irrisolti.

Ponendo il problema in termini strettamente fisici, si può dire che sebbene il Modello Standard delle particelle elementari funzioni in maniera estremamente precisa nello spiegare le interazioni tra quark, leptoni e bosoni, questa teoria non è invece in grado di spiegare una delle più importanti proprietà delle particelle elementari, cioè la loro massa. Ad esempio, il Modello Standard non spiega perché il bosone fotone proprio dell’interazione elettromagnetica è privo di massa mentre i bosoni vettori propri dell’interazione debole sono dotati di massa. Si è effettivamente in grado di misurare la massa delle particelle nelle sperimentazioni con gli acceleratori, ma non si riesce a spiegare che cosa la crea. La particella più leggera conosciuta (almeno ufficialmente) è l’elettrone, mentre la più pesante è il quark top, che pesa almeno 200.000 volte di più dell’elettrone.
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Nel 1964 il fisico scozzese Peter Higgs (1929, tuttora vivente) ha proposto un meccanismo che permetterebbe di spiegare il modo in cui le particelle fondamentali possono avere massa. A questo scopo Higgs ha teorizzato che l’intero spazio sarebbe permeato da un campo, oggi denominato campo di Higgs, in qualche modo concettualmente simile al campo elettromagnetico. Dal momento che le particelle si muovono attraverso lo spazio devono per forza viaggiare attraverso questo campo e se interagiscono con esso acquisirebbero da esso la massa. In tal modo le differenze più svariate che si misurano nella massa delle tante particelle scoperte fino a oggi, dipenderebbe semplicemente dal grado di interazione che esse hanno con il campo di Higgs.

Ma dal momento che la teoria quantistica preveder una dualità di onde e particelle, allora il campo di Higgs dovrebbe per forza produrre una particella quantizzata. Questa particella viene chiamata “bosone di Higgs”, una particella che si prevede essere priva sia di carica elettrica che di spin intrinseco. Sebbene esso venga definito come bosone – e sarebbe il quinto dei bosoni se la sua reale natura fosse confermata – in realtà esso non si comporta come i bosnoi che governano le quattro interazioni conosciute, dal momento che esso non agisce come mediatore di forza come fanno invece gli alti bosoni quando scambiano energia con i fermioni. Il “bosone” di Higgs non è né una particella di materia né un portatore di forza bensì un “trasmettitore di massa”, ma non è ancora stato osservato. Riuscire a trovarlo confermerebbe l’ipotesi di Higgs sulla reale natura della massa di tutte le particelle e infatti la ricerca del bosone di Higgs al giorno d’oggi è probabilmente il più importante obiettivo della fisica particellare.
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Tratto da L'atomo e le particelle elementari di Massimo Teodorani (Macro Edizioni, 2007).
 
mi scusi ma lei ha fondato la sua teoria su un ordine che non c'era, è stato trovato la lorenzo in 10 minuti con anche una "voce".


non mi pare ci sia altro da aggiungere

Credo che il suo umorismo sia degno delle bettole o case del "popolo"(komunista anni'50).

Lei ha il "coraggio" di affermare un ritrovamento di documenti che il GOTHA MONDIALE degli storici ortodossi NON HA mai TROVATO!

Geniale(se non fosse demenziale!)!

Questi signori che si sono ritrovati in DUE CONGRESSI mondiali NON hanno trovato tale ordine...

legga il link e veda di chi sto parlando!

1) 312- Campi di sterminio,raul hilberg,Eberhard Jäckel,Schleunes,Uwe Dietrich Adam,Lucy Dawidowicz,Christopher R. Browning,, conoscenze della storiografia olocaustica sul Führerbefehl,ordine sterminio,l'inutile convegno di Parigi del 1982 : Olo-truff
2) 313- Campi di sterminio,raul hilberg,Eberhard Jäckel,Schleunes,Uwe Dietrich Adam,Lucy Dawidowicz,Christopher R. Browning,, conoscenze della storiografia olocaustica sul Führerbefehl,ordine sterminio,l'inutile convegno di Parigi del 1982 : Olo-truff

Tacendo ne guadagna sicuramente
 
Il dolce stil novo

Negli ultimi decenni del 1200, a Firenze, una delle città più all’avanguardia e che sta diventando il centro della cultura italiana, si forma il nucleo più importante di una nuova tendenza poetica, cioè il “dolce stil novo”, con cui la lirica amorosa di stampo provenzale e di ispirazione cortese, tocca la sua fase culminante. I poeti più rappresentativi sono Guido Cavalcanti, Dante Alighieri, Lapo Gianni e Dino Frescobaldi. Questi poeti si vogliono distaccare dall’impostazione della scuola siciliana e aretina, in particolare polemizzano con Guittone d’Arezzo. Dobbiamo dire anzitutto che si tratta di poeti da una spiccata personalità, tanto che ciascuno ha delle proprie caratteristiche, ma tutti sono accomunati dall’idea di allontanarsi dallo stile guittoniano. Essi vogliono uno stile più limpido e lineare, che viene definito, appunto, dolce. Per continuare ad usare il paragone con la lirica francese, possiamo dire che, mentre Guittone si rifaceva al trobar clus, questi nuovi poeti si rifacevano al trobar leu. Sul piano dei contenuti, al motivo dell’omaggio feudale del cavaliere alla dama, si sostituisce una visione molto più spiritualizzata della donna amata che, appunto, viene proprio gradualmente esaltata non solo per le sue qualità femminili, ma soprattutto come una figura angelica, come se fosse un angelo in terra. In quanto donna-angelo, la donna diventa dispensatrice, cioè colei che può donare all’uomo la salvezza, e una mediatrice tra Dio e l’uomo: l’amore per la donna diventa la via per arrivare a Dio. E’ chiaro che facendo della dama una dispensatrice, il poeta si caricava di una grossa responsabilità perché intellettualmente doveva motivare la funzione della dama e quindi questa poesia è molto densa per i contenuti intellettuali, del pensiero; per esempio è una poesia dove non sono rari dei riferimenti di carattere filosofico e teologico.
- La nuova concezione della corte e la nobiltà d’animo
Un altro obiettivo di questo gruppo di poeti fu anche quello di sostituire alla realtà della corte reale, che stava alla base della poesia provenzale e siciliana, con un modello di corte tutta “ideale”, in cui si ritrova una cerchia ristretta di “spiriti eletti”, cioè l’idea di ricreare una specie di circolo molto elitario, in cui si distinguono delle teste intelligenti, pensanti, qualitativamente superiori alla massa.
Questa cerchia si contrappone, appunto, al volgo “villano”. Quindi lo stil novo si rivela come espressione dello strato più elevato delle nuove classi dirigenti comunali. Naturalmente essi aspiravano a presentarsi come una nuova aristocrazia, non nel senso di nobiltà di sangue, ma una aristocrazia basata sulla qualità dell’ingegno, intellettuale (“altezza di ingegno”, usato da Dante).
Questo nuovo concetto di nobiltà diventa uno dei temi fondamentali del dolce stil novo perché viene ad identificarsi nel tema corrispondente tra amore e gentilezza (nel senso di nobiltà, cioè: sapere amare diventa l’indizio fondamentale della nobiltà d’animo).
- L’espressione “dolce stil novo”
Questa formula è stata coniata da Dante nel 24° canto del Purgatorio, in cui Bonagiunta degli Orbicciani chiede a Dante se è lui che “trasse le rime nove”. Bonagiunta fa questa domanda partendo dalla lirica dantesca “Donne c’avete intelletto d’amore”. Dante risponde: “Io sono uno che quando Amore m’ispira, noto, e a quel modo che ditta dentro vo’ significando” (quando l’amore lo ispira, egli lo analizza in base a ciò che gli comunica: il tema che indaga l’animo del poeta è quello dell’amore profondo e complesso). A questa risposta di Dante, Bonagiunta dice che allora comprende bene il “nodo” che trattenne Iacopo da Lentini, Guittone d’Arezzo e lui stesso a non entrare nella cerchia di Dante, cioè a tenersi “al di qua di quel dolce stil novo che io odo”.
Un’altra formula che Dante usa per indicare questa poesia è quella di definire le rime “dolci e leggiadre” (26° canto del Purgatorio); tali aggettivi hanno una connotazione tecnica, stilistica e indicano le caratteristiche di questo stil novo. Precursori di questi poeti è Guido Guinizzelli, con una canzone che è la più illustre e può essere considerata come il “manifesto” di questa tendenza poetica: “Al cor gentil rempaira sempre amore”.
- Poesia “comica”
Nella seconda metà del 1200 si sviluppa specialmente in Toscana un filone di poesia di tipo comico che vuole contrapporsi alla poesia elevata sia dei siculo-toscani che dei stilnovisti, attuando un vero e proprio rovesciamento dei modelli, cioè una parodia della poesia colta, per es. ci si diverte a trattare con linguaggio nobile ed elevato situazioni o soggetti che in realtà sono vili e spregevoli, per cui ad es. circolavano poesie con la lode alla donna applicata a un uomo deforme, vile e viceversa. I rimatori comici più importanti sono sicuramente Cecco Angiolieri e Folgore da San Gimignano. I temi ricorrenti in questa poesia sono l’amore sensuale, la ricchezza, la povertà, la ricerca dei piaceri (vino, banchetto, gioco d’azzardo, mangiare) e il tema della contesa, dell’offesa, della calunnia e del battibecco.
- Riepilogo delle caratteristiche della poesia comica
Con Cecco Angiolieri e Folgore da San Gimignano si parla di poesia comico-parodistica, di stampo realistico. Le caratteristiche fondamentali di questa produzione letteraria sono le seguenti:
L’effetto comico è dato anzitutto da un volontario e studiato rovesciamento delle tematiche della poesia colta; in particolare in questo momento è rappresentata dal dolce stil novo. Quindi anche la poesia comica è incentrata su temi amorosi. Il rovesciamento avviene su due livelli fondamentali:
la concezione dell’amore, cioè sul modo di figurarsi questo amore; le formule, cioè nell’uso di un linguaggio radicalmente diverso rispetto alla poesia colta. Per quanto riguarda la concezione dell’amore, si procede ad una sorta di demolizione dei modelli tradizionali, ad es. la donna prende iniziativa, quindi c’è uno scambio di ruoli (la donna spasima, è innamorata, cerca nell’uomo l’amore carnale, sensuale. Non è un amore vero, è un invaghimento: l’amore nasce per scopi opportunistici (lussuria) o ricerca di benessere materiale (denaro). Questa donna avida è opposta, oltre alla donna angelica, anche alla chiesa; quindi i poeti giocano sull’immagine della donna, proposta della chiesa, che spesso demonizzava la donna (Eva = donna del peccato). I poeti riprendono tale concetto ma, se la chiesa vuole moralizzare, essi vogliono invece scherzarci. Sul piano formale, viene usato un linguaggio colloquiale, gergale, volgare, ma comunque colorito, vivace, crudo. Ciò però non significa che non ci sia da parte dei poeti una profonda consapevolezza degli strumenti retorici della lingua, ma si verifica un rovesciamento del linguaggio e a volte essi si divertono a trattare argomenti bassi con linguaggio alto, tipico della parodia, e viceversa. La parodia infatti, oltre che ad essere presente nella lingua si trova anche nelle situazioni cantante e consiste pertanto nella caricatura. Attenzione! Da quanto abbiamo detto, possiamo definire tale poesia comica, parodistica e realistica, in quanto affronta l’amore secondo l’ottica quotidiana. Ma non è un realismo descrittivo, ma caricaturale (immaginario, iperreale); non c’è un autore asettico ma un autore che “mette le mani” sull’argomento in questione.
  1. [FONT=Arial, Helvetica, sans-serif][SIZE=+1]Eta cortese[/SIZE][/FONT]
  2. [FONT=Arial, Helvetica, sans-serif][SIZE=+1]Eta comunale[/SIZE][/FONT]
  3. [FONT=Arial, Helvetica, sans-serif][SIZE=+1]Lirica[/SIZE][/FONT]
  4. [FONT=Arial, Helvetica, sans-serif][SIZE=+1]Dolce stil Novo[/SIZE][/FONT]
  5. [FONT=Arial, Helvetica, sans-serif][SIZE=+1]Umanesimo[/SIZE][/FONT]
  6. [FONT=Arial, Helvetica, sans-serif][SIZE=+1]Autori[/SIZE][/FONT]

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:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D
 
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