Risparmio gestito: rally azionario di fine anno se la Fed alza i tassi
Di seguito pubblichiamo un commento di mercato a cura di Yves Longchamp, capo economista di Ethenea Independent Investors. L’analista della società del risparmio gestito prendono in esame le prospettive per i mercati azionari nell’ultima parte del 2015. In particolar modo si focalizza sulle possibili ricadute della politica monetaria della Fed, con l’esperto che ritiene che se la banca centrale Usa dovesse procrastinare ancora il rialzo dei tassi di interesse questo avrebbe delle ricadute negative in termini di volatilità per i mercati.
L’indecisione della Fed rischia di generare un ulteriore aumento della volatilità. "Sono convinto che se la Fed effettuasse un primo mini aumento dei tassi prima della fine dell’anno i mercati azionari registrerebbero un rally di fine anno, le obbligazioni societarie tornerebbero a guadagnare terreno e il margine di negoziazione dei titoli di Stato decennali rimarrebbe ovunque nell’intervallo noto”, dichiara Yves Longchamp, capo economista di Ethenea Independent Investors, nella sua analisi mensile sui mercati finanziari. "Se invece la Fed dovesse decidere di procrastinare ancora, ci troveremmo in una situazione di ulteriore incertezza”.
"A voler essere onesti, un aumento dei tassi da 0,25% a 0,5%, anche se prematuro, non avrebbe affatto messo in ginocchio l’economia USA”, spiega Longchamp, "visto che le dichiarazioni dei membri del FOMC nei mesi precedenti avevano già preparato il mercato dei capitali in modo più che prudente a un primo innalzamento. Se questo si fosse verificato, si sarebbe trattato del rialzo dei tassi più atteso nella storia dell’umanità.
Invece la Fed è apparsa scoraggiata, debole e, in particolare, priva di metodo. Soprattutto quest’ultimo aspetto è estremamente pericoloso, perché un ulteriore calo della credibilità dell’Istituto finirebbe per disorientare i mercati dei capitali, il che di norma si traduce in un netto aumento delle oscillazioni dei prezzi.
Del resto, proprio la prevedibilità della banca centrale era il fulcro della forward guidance di Ben Bernanke, ossia delle comunicazioni al pubblico in merito ai criteri sui quali si sarebbero basate le decisioni dell’Istituto”.