Ah saperlo
Vorrebbe dire che sai l'esito del referendum: perchè, checchè se ne dica, lunedì il mercato italiano sarà influenzato dall'esito delle urne.
Referendum - Le proiezioni degli analisti
Il prossimo 4 dicembre gli italiani saranno chiamati al voto sul referendum costituzionale, un tema ampiamente discusso nelle scorse settimane e che fa da preludio a un 2017 ricco di appuntamenti politici per l'Europa.
Nei prossimi 12 mesi avranno luogo, infatti, le elezioni in Francia, Germania, Austria ed Olanda, oltre alla decisione sull'Articolo 50 in Gran Bretagna. Elementi fonte di grande incertezza per il Vecchio Continente, con l'insorgere di movimenti anti europeisti che potrebbero potenzialmente minacciare la sopravvivenza dell'Unione.
Tornando all'Italia, l'incertezza legata all'esito sul voto referendario ha portato una buona dose di volatilita' sul mercato data dalla preoccupazione, forse esagerata, che un'eventuale vittoria del 'No' potrebbe minare la stabilita' del paese, con riflessi negativi sull'economia nostrana.
In particolare, un voto negativo potrebbe sfavorire le banche in quanto rallenterebbe le operazioni di ricapitalizzazione degli istituti italiani, a partire da Mps. Impatti negativi potrebbero essere accusati anche dalle utilities, che temono un impennata dei rendimenti dei bond governativi, anche se, secondo alcune indiscrezioni, la Bce sarebbe pronta a limitare tale effetto acquistando titoli di stato italiani.
Restano invece maggiormente protette le societa' piu' esposte al dollaro, in quanto il biglietto verde sembra essere destinato a proseguire il rafforzamento dell’ultimo periodo.
Di seguito offriamo la view di una selezione di analisti sull'impatto del voto del prossimo 4 dicembre:
GOLDMAN SACHS: un eventuale esito negativo potrebbe ostacolare gli sforzi rivolti alle operazioni di ricapitalizzazione delle banche italiane, un processo che e' probabile venga comunque posticipato al 2017.
BOFAML: ritiene probabile un forte rally dell'equity italiano in caso di vittoria del 'Si'. Condizioni di mercato piu' favorevoli dovrebbero inoltre placare le preoccupazioni sul debito e aiutare i piani di ricapitalizzazione delle banche.
MEDIOBANCA: la vittoria del 'No' potrebbe portare possibili cambi nel management delle partecipate statali come Eni, Enel, Enav, Terna, Poste e Leonardo. Il 'Si', invece, potrebbe favorire le multi utilities come Iren, Hera, A2A ed Acea. Per quanto riguarda le banche, Intesa sarebbe probabilmente la piu' esposta al rischio in caso di vittoria del 'no', semplicemente a causa di problemi legati alla liquidita' e al posizionamento, mentre il beta di Unicredit dovrebbe beneficiare di un eventuale vittoria del 'Si'.
MORGAN STANLEY: Nonostante l'incertezza creata dai risultati delle elezioni negli Usa gli analisti continuano a preferire i titoli americani rispetto agli asset europei. Inoltre si attendono che il referendum porti ad una sottoperformance del mercato azionario europeo, penalizzando in particolare il comparto finanziario. Dovesse vincere il si', cio' significherebbe rinnovato sostegno alle riforme, un fattore positivo per quanto riguarda le aspettative di mercato
DEUTSCHE BANK: Gli analisti si attendono che le azioni rimangano volatili nel breve termine a causa del referendum e delle sue implicazioni politiche. Il sentiment sulle banche italiane resta negativamente condizionato dalle preoccupazioni relative all'elevato ammontare di Npl
EQUITA: mantiene una visione cauta anche in quanto ritiene improbabile un ritorno di capitale dall'estero anche caso di vittoria del 'Si', dato che il 2017 sara' comunque un anno di pre-elezioni per l'Italia. La sim pone inoltre l'accento sui progressi del processo di ristrutturazione del settore bancario anche se la strada e' ancora lunga, mentre sta per entrare nel vivo la fase cruciale del piano per salvare il Monte dei Paschi.
CREDIT SUISSE: 'soft No' o 'hard No', la vittoria schiacciante del No potrebbe portare al peggior scenario per le banche, il bail-in, non ancora scontato nonostante la recente relativa underperformance. La banca d'affari svizzera ritiene comunque probabile il perdurare della volatilita' anche nei giorni successivi al referendum, fino a che non si dissipera' l'incertezza politica.
UBP: l'incertezza sull'Italia non svanira' qualsiasi sara' l'esito del referendum, dato che il paese si trovera' comunque a dover affrontare i problemi legati al settore bancario.
BLOOMBERG INTELLIGENCE: gli analisti del financial provider vedono l'impatto sulle utilities piu' legato al sentiment degli investitori che alle effettive misure che seguiranno l'esito del referendum. La vittoria del 'Si' potrebbe aiutare ad abbassare i rendimenti dei bond italiani, che aiuterebbe le utilities a minimizzare il costo del debito. Per quanto riguarda il settore bancario, con l'operazione di Mps ed Unicredit che si prepara ad un aumento di capitale, la tolleranza al rischio dei mercati rimane un'incognita.
ABN AMRO: la banca olandese ritiene che l'impatto del referendum sull'economia italiana e sui mercati finanziari sia difficilmente stimabile. La reazione immediata sara' sui bond italiani con un probabile sell-off in caso di vittoria del 'No' e un rally in caso vinca il 'Si', ma in ogni caso lo spread rimarra' elevato. L'elevato ammontare del debito, il problema degli Npl e la stagnazione economica lasciano comunque l'Italia vulnerabile in ognuno dei due scenari.
BLACK ROCK: una decisa vittoria del 'No' rallenterebbe qualsiasi operazione di risanamento del settore bancario italiano, rafforzando al tempo stesso i partiti populisti. Il 'Si' al contrario potrebbe portare a un rally di breve periodo dei titoli di stato e delle azioni delle banche.
NOMURA: Eventuali elezioni anticipate porterebbero probabilmente ad una maggioranza del M5S alla camera, con conseguenze sull'Italia dalla portata simile a quelle di eventi come la Brexit o l'elezione di Trump. Gli analisti vedono ritengono improbabile che le dimissioni di Renzi portino a nuove elezioni, a meno che non ci sia un voto di sfiducia, che presumibilmente non raccoglierebbe sufficienti consensi.
NORDEA: Con una vittoria del Si' gli asset italiani sarebbero considerati meno rischiosi, mentre nel caso prevalga il No i mercati finanziari prezzerebbero l'incertezza politica. E' difficile prevedere come i mercati possano prezzare eventi positivi (per esempio una maggiore crescita) come hanno fatto dopo le elezioni negli Usa.
PICTET: La vittoria del si' incrementerebbe la fiducia nel governo e potrebbe marginalmente sostenere i titoli Italiani. Improbabile che possa segnare una svolta per l'Italia e per l'Eurozona nel complesso. La vittoria del no aggiungerebbe ulteriore incertezza politica e potrebbe danneggiare la gia' fragile e modesta ripresa. C'e' anche il rischio che il rating debito sovrano venga declassato, il che forzerebbe le banche italiane a porre maggiori garanzie a copertura dei fondi ricevuti dalla Bce. Il No potrebbe anche incrementare le difficolta' nella ricapitalizzazione del sistema bancario italiano. In particolare per quanto riguarda Mps, nel caso non si raggiunga una soluzione sul mercato, sarebbero richiesti una procedura di bail-in e un salvataggio da parte dello Stato.
WOOD & CO: Le preoccupazioni su una vittoria del No sono eccessive; la probabilita' di elezioni anticipate che portino ad un mandato dei 5 stelle sono minime. Gli analisti sospettano che una vittoria del No possa complicare la capacita' della Bce di annunciare l'estensione del QE.