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Oggi BNP prende una bella "tranvata".
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PARIGI (MFR-DJ)--Bnp Paribas ha chiuso il quarto trimestre con un inatteso crollo dell'utile netto a causa della decisione di accantonare 1,1 miliardi di dollari per eventuali sanzioni dovute alla presunta violazione delle leggi americane che limitano le operazioni finanziarie con Paesi sottoposti a sanzioni economiche.
L'istituto di credito parigino ha precisato che nel corso di un'indagine interna condotta negli ultimi anni sono state scoperte "un volume significativo di operazioni che possono essere considerate inammissibili ai sensi delle leggi e dei regolamenti degli Stati Uniti , tra cui, in particolare, quelli dell'Ufficio dell'Office of Foreign Assets Control".
L'accantonamento ha spinto l'utile netto del quarto trimestre a calare del 76% a 127 milioni di euro, a fronte dei 519 milioni di un anno fa e dei 959 milioni previsti dagli analisti.
"La banca ha presentato i risultati dell'indagine alle autorità statunitensi con le quali ha avviato le relative discussioni", ha sottolineato Bnp Paribas, precisando, pero', che l'importo delle potenziali multe non e' ancora stato discusso e pertanto potrebbe essere "diverso, forse molto diverso, dal valore degli accantonamenti". Inoltre, ha fatto presente l'istituto di credito, tale incertezza vale anche per la tempistica delle vicenda.
Bnp Paribas è solo una delle diverse banche che nel corso del 2013 hanno rivelato di aver intrattenuto colloqui con le autorità di vigilanza su potenziali violazioni delle sanzioni, molte delle quali legate all'embargo statunitense contro l'Iran. Nel dicembre del 2012 la britannica Standard Chartered ha accettato di pagare 327 milioni di dollari per presunte violazioni delle sanzioni statunitensi contro Iran, Libia e altri paesi.
La banca francese, che non ha fatto riferimento ad alcuna nazione nel rivelare le possibili violazioni, ha pagato pero' anche la stagnazione economica in Europa e le sempre piu' stringenti normative bancarie. Bnp Paribas ha intenzione di fornire ulteriori dettagli sulle sue nuove strategie per aumentare il RoE al di sopra del 1 % nel 2016 dal 7,7% del 2013 nel corso della giornata. Per il momento ha fatto presente l'intenzione di ampliare le attività di corporate e investment banking in Usa tramite la controllata locale BancWest, mentre l'anno scorso ha rivelato di avere in programma l'espansione della propria presenza nella regione Asia-Pacifico e in Germania e lo sviluppo dell'asset management a livello globale.
Per raggiungere i suoi obiettivi Bnp Paribas prevede anche nuovi tagli dei costi. L'anno scorso la banca ha rivelato l'intenzione di spendere 1,5 miliardi di euro in tre anni per tagliare i costi annuali complessivi di 2 miliardi di euro entro il 2015. Oggi ha precisato di voler raggiungere risparmi per 2,8 miliardi nel 2016.
Bnp, che nel trimestre ha visto i ricavi aumentare dell'1,8% a 9,56 miliardi, ha registrato alla fine dell'anno un Core Tier 1 del 10,3% e un coefficiente di leva finanziaria del 3,7%, al di sopra della soglia del 3% fissata dalle autorità di vigilanza per il 2018. Il Cda ha infine proposto, a valere sul 2013, un dividendo di 1,5 euro per azione.