Certificati di investimento - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Ah Leb... per la tua felicità (:D), il nuovo Exane FR0013043551 (sottostanti Twitter, Groupon e Abercrombie) presenta gli stessi "malfunzionamenti" degli altri basati su azioni USA...
 
Le dichiarazioni di Costancio ieri nel tardo pomeriggio ed il dato sull'inflazione tedesca di stamattina spingono ulteriormente per un'ampliamento/estensione del QE europeo...
 
Ci pensavo giusto stanotte... ho molto apprezzato il fatto che tutti voi condividiate con me il desiderio di avere un thread libero e basato sul rispetto reciproco e che siate pronti a metterci la faccia per ottenerlo.
Forse in pochi lo sanno, ma quando ho aperto questo thread stavo attraversando una fase abbastanza complicata (eufemismo) della mia vita e i certificati, o meglio i certificatisti, mi hanno dato un aiuto enorme.
Io devo qualcosa a tutti voi.
Se siete d'accordo, da lunedì ripartiamo con il certificato del giorno.

CERTO CHE SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

e lo chiedi pure???????????????????????????????????????????????


:baci::baci::baci::baci::baci::baci::baci:
 
Boh... :mumble: :mumble: :mumble:

Petrolio, ripartono le quotazioni. Per gli analisti si risvegliano le oil company

l petrolio riprende a correre. E’ questo il parere di Barclays Equity Reserch, che ha compilato un report sulle compagnie europee E&P (esplorazione e produzione) di gas e petrolio dal significativo titolo "Sulla strada delle redenzione”. Il target per l’oil è fissato a 50 dollari al barile nel 2016. Quanto alle oil company europee la lista dei titoli che passano da "neutral” a "positive” è davvero lunga. "Il basso prezzo del petrolio nel corso dell'ultimo anno è stata un’esperienza dura per l’intero settore europeo - spiegano James Hosie e Christopher Gordon, analisti di Barclays - Ma è stato anche il catalizzatore di un cambiamento di mentalità, che ha spinto i team di gestione ad affrontare le inefficienze operative, i bilanci gonfiati e la scarsa o insufficiente allocazione del capitale che hanno eroso sia rendimenti sia la fiducia degli investitori, già molto prima che il prezzo del petrolio scendesse”.

Titoli caldi

Secondo molti gestori i risultati di questi cambiamenti dovrebbero cominciare a emergere nel 2016 nella forma di un gruppo di società più attente a elaborare strategie incentrate sul valore e sulla crescita del capitale. "Il nostro ottimismo non dipende dalle quotazioni del petrolio, quanto da una graduale ripresa dell’approvvigionamento, da un riequilibrio delle dinamiche della domanda e dell’offerta nel medio termine e dal riconoscimento degli investitori dei cambiamenti strategici fatti”, è il commento di Hosie e Gordon. "E’ su questa base – aggiungono i due analisti - che abbiamo rivisto le nostre previsioni sul settore E&P, passando da neutrale a positivo”. Cinque i titoli caldi secondo Barclays: Amerisur Risorse quotata a Londra (overweight), le norvegesi Det Norske (ew) e DNO (ow), le britanniche Faroe Petroleum (ew) e Itaca Energy (ew). Il top pick è però Ophir Energy, che opera nell’esplorazione e produzione di petrolio e gas upstream in Africa e Asia con target a 130 pound (rispetto agli attuali 100). Quanto a DNO, Itaca Energia e Tullow Oil, secondo gli analisti rappresenterebbero i casi di investimento più attraenti per beneficiare di un miglioramento delle prospettive del prezzo del petrolio e del recupero del sentiment degli investitori verso il settore.

Verso quota 85 dollari

Alla base della visione positiva sul settore europeo dell’E&P è la certezza di un sostanziale aumento a medio termine del prezzi del petrolio, condizione necessaria per incoraggiare l’upstream e gli investimenti necessari per soddisfare la domanda in aumento. Secondo un’analisi di Barclays Commodities Research i prezzi si muoveranno verso l'alto a partire dal seconda metà del 2016, fornendo ai produttori l’incentivo necessario per attenuare l’attuale calo dell’offerta. Quanto al brent, la previsione di Barclays è 85 dollari al barile a partire dal 2020. Alla base di questa ipotesi, c’è la crescita globale della domanda di petrolio, che sarà pari all’1,6% annuo nel biennio 2016-17, e a un più moderato +1% annuo nel periodo 2018-20. "Questo incremento sarà il risultato di una domanda pari al 2,5% annuo dei Paesi non Ocse, che compenserà una domanda inferiore o piatta dei Paesi più industrializzati”, concludono Hosie e Gordon.

Fonte: Finanza.com
 
Ci pensavo giusto stanotte... ho molto apprezzato il fatto che tutti voi condividiate con me il desiderio di avere un thread libero e basato sul rispetto reciproco e che siate pronti a metterci la faccia per ottenerlo.
Forse in pochi lo sanno, ma quando ho aperto questo thread stavo attraversando una fase abbastanza complicata (eufemismo) della mia vita e i certificati, o meglio i certificatisti, mi hanno dato un aiuto enorme.
Io devo qualcosa a tutti voi.
Se siete d'accordo, da lunedì ripartiamo con il certificato del giorno.

Si:up::up::up::up::up::up::ciao:
 
Da domani sul TLX...

- DE000HV4AV39 Unicredit (Ftse/Mib)
- DE000HV4AV96 Unicredit (Eurostoxx 50)
- DE000HV4AZU2 Unicredit (Intesa)
- XS1313787183 IMI (Generali)
 
Boh... :mumble: :mumble: :mumble:

Petrolio, ripartono le quotazioni. Per gli analisti si risvegliano le oil company

l petrolio riprende a correre. E’ questo il parere di Barclays Equity Reserch, che ha compilato un report sulle compagnie europee E&P (esplorazione e produzione) di gas e petrolio dal significativo titolo "Sulla strada delle redenzione”. Il target per l’oil è fissato a 50 dollari al barile nel 2016. Quanto alle oil company europee la lista dei titoli che passano da "neutral” a "positive” è davvero lunga. "Il basso prezzo del petrolio nel corso dell'ultimo anno è stata un’esperienza dura per l’intero settore europeo - spiegano James Hosie e Christopher Gordon, analisti di Barclays - Ma è stato anche il catalizzatore di un cambiamento di mentalità, che ha spinto i team di gestione ad affrontare le inefficienze operative, i bilanci gonfiati e la scarsa o insufficiente allocazione del capitale che hanno eroso sia rendimenti sia la fiducia degli investitori, già molto prima che il prezzo del petrolio scendesse”.

Titoli caldi

Secondo molti gestori i risultati di questi cambiamenti dovrebbero cominciare a emergere nel 2016 nella forma di un gruppo di società più attente a elaborare strategie incentrate sul valore e sulla crescita del capitale. "Il nostro ottimismo non dipende dalle quotazioni del petrolio, quanto da una graduale ripresa dell’approvvigionamento, da un riequilibrio delle dinamiche della domanda e dell’offerta nel medio termine e dal riconoscimento degli investitori dei cambiamenti strategici fatti”, è il commento di Hosie e Gordon. "E’ su questa base – aggiungono i due analisti - che abbiamo rivisto le nostre previsioni sul settore E&P, passando da neutrale a positivo”. Cinque i titoli caldi secondo Barclays: Amerisur Risorse quotata a Londra (overweight), le norvegesi Det Norske (ew) e DNO (ow), le britanniche Faroe Petroleum (ew) e Itaca Energy (ew). Il top pick è però Ophir Energy, che opera nell’esplorazione e produzione di petrolio e gas upstream in Africa e Asia con target a 130 pound (rispetto agli attuali 100). Quanto a DNO, Itaca Energia e Tullow Oil, secondo gli analisti rappresenterebbero i casi di investimento più attraenti per beneficiare di un miglioramento delle prospettive del prezzo del petrolio e del recupero del sentiment degli investitori verso il settore.

Verso quota 85 dollari

Alla base della visione positiva sul settore europeo dell’E&P è la certezza di un sostanziale aumento a medio termine del prezzi del petrolio, condizione necessaria per incoraggiare l’upstream e gli investimenti necessari per soddisfare la domanda in aumento. Secondo un’analisi di Barclays Commodities Research i prezzi si muoveranno verso l'alto a partire dal seconda metà del 2016, fornendo ai produttori l’incentivo necessario per attenuare l’attuale calo dell’offerta. Quanto al brent, la previsione di Barclays è 85 dollari al barile a partire dal 2020. Alla base di questa ipotesi, c’è la crescita globale della domanda di petrolio, che sarà pari all’1,6% annuo nel biennio 2016-17, e a un più moderato +1% annuo nel periodo 2018-20. "Questo incremento sarà il risultato di una domanda pari al 2,5% annuo dei Paesi non Ocse, che compenserà una domanda inferiore o piatta dei Paesi più industrializzati”, concludono Hosie e Gordon.

Fonte: Finanza.com
Ciao a tutti, per il petrolio risegnalo il DE000HV4AG12, ora a prezzi decisamente più umani. Occhio solo che se si pensa di poter seguire con questo certificato le quotazioni del petrolio, si è abbastanza fuori strada.. risente del cambio con il dollaro, dello spread largo e poca liquidità..insomma è abbastanza una rottura però darà il 2.5% tra un mese..
Saluti
LEB
 
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