Banche: governo pronto a usare 15 mld lasciati da Gentiloni (Stampa)
ROMA (MF-DJ)--Se scoppiasse la bolla delle banche italiane, se gli istituti di credito entrassero in crisi per effetto della continua crescita dello spread con il conseguente aumento dei rendimenti sui titoli di Stato, il governo gialloverde dovrebbe utilizzare i fondi che erano stati stanziati nel gennaio del 2017 dall''esecutivo Gentiloni. Almeno quelli che sono rimasti dopo il salvataggio di Monte Paschi di Siena, della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Lo scrive La Stampa ricordando che erano in tutto 20 miliardi. Cinque sono stati utilizzati per comprare il 75% del capitale di Mps, 6-700 milioni erano stati dati in garanzia per l''acquisizione delle due Popolari venete da parte di Intesa Sanpaolo, operazione quest''ultima andata in porto ma senza spendere i soldi. In sostanza nel bilancio dello Stato sono rimasti 15 miliardi. Il paradosso sarebbe che Matteo Salvini e Luigi Di Maio, se la crisi dovesse esplodere, obbligandoli a ricapitalizzare le banche, dovrebbero ricorrere quindi ai fondi previsti da un decreto del governo Gentiloni. Una vera nemesi per i due leader che sulle banche organizzarono una campagna elettorale violenta contro Matteo Renzi e tutto il Pd. Tutto dipende dai risultati degli stress test che le banche italiane dovranno subire il 2 novembre. La continua perdita di valore dei titoli detenuti nei loro attivi potrebbe costringere a intervenire. E gia'' ne parlano apertamente sia i leghisti sia i grillini, ma in maniera diversa. A Palazzo Chigi sperano che lo spread non continui a salire. La situazione drammatica potrebbe rendere necessario il reperimento di enormi capitali. Quelli disponibili potrebbero non bastare.