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Forumer storico
di Nade'ge Dufosse'*
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 22 lug - E' una
domanda che vale la pena porsi, dal momento che la
preoccupazione degli investitori sembra persistere, e
addirittura crescere, con il rialzo dei mercati finanziari
dall'inizio dell'anno. Nel luglio 2019, il mercato azionario
statunitense ha raggiunto un picco storico, con oltre 3.000
punti per l'S&P 500; al contempo, anche il mercato europeo e'
cresciuto quasi del 20% dai minimi registrati nel dicembre
2018. Tuttavia, la maggior parte dei sondaggi mostra come gli
investitori siano ancora inclini ad essere prudenti. Un
atteggiamento assolutamente in linea con i dati economici. Il
rallentamento dell'industria globale si e' rivelato molto
piu' forte del previsto e molti paesi presentano un PMI
manifatturiero in contrazione, sotto quota 50. Questa
apparente disconnessione tra i "fondamentali" e i prezzi di
mercato e' all'origine, oggi, della sensazione di disagio
degli investitori.
Il rallentamento dell'industria manifatturiera (per alcuni
Paesi si potrebbe addirittura parlare di recessione
industriale) e' probabilmente in gran parte legato alle
tensioni commerciali, al rallentamento dell'economia cinese e
allo shock di fiducia in molti settori industriali. Le
attivita' legate ai servizi sono in crescita mentre e'
positiva la crescita del PIL mondiale. A nostro avviso, la
probabilita' stimata di recessione rimane contenuta nei
prossimi 12 mesi. Le banche centrali hanno reagito molto
rapidamente e l'allentamento delle condizioni finanziarie
dovrebbe contribuire ad attenuare l'impatto di questo
rallentamento. Gli indicatori economici dovrebbero quindi
mostrare presto un andamento piu' positivo.
Se nei prossimi mesi una recessione resta ormai poco
probabile, ci si dovrebbe preoccupare della valutazione degli
asset rischiosi? I multipli di valutazione delle azioni sono
aumentati dall'inizio del 2019, ma rimangono prossimi alla
loro media di lungo termine. Il calo dei titoli di Stato
dall'inizio dell'anno ha reso le azioni sempre piu' attraenti
in termini relativi. Gli investitori alla ricerca di
rendimenti e performance devono continuare ad assumersi dei
rischi.
Attendersi una ripetizione degli eventi vissuti nel 2016-2017
e' oggi il pericolo principale, dal momento che i mercati
azionari negli Stati Uniti e in Europa non sono piu'
pienamente in linea con i dati economici. Solo il mercato
cinese e' in linea con i fondamentali economici e potrebbe
beneficiare di un rialzo piu' significativo con il
miglioramento della crescita complessiva.
In qualita' di investitori, siamo convinti che continueremo a
operare in un mondo di tassi costantemente bassi, con
un'inflazione contenuta e banche centrali costantemente
accomodanti. Le conseguenze di questa nuova normalita' si
manifestano nella performance positiva delle classi
obbligazionarie, nella ricerca del rendimento e nello storico
divario di performance tra gli stili "growth" e "value" per
le azioni.
Abbiamo deciso di ridurre la nostra esposizione alle azioni
nel mese di luglio, tenuto conto delle molte buone notizie
arrivate e del fatto che i mercati finanziari saranno meno
resistenti alle notizie negative. Sebbene alcuni eccessi di
mercato siano fonte di preoccupazione nel medio termine,
riteniamo tuttavia che la ricerca di rendimenti in un
contesto di bassa crescita dovrebbe incoraggiare gli
investitori verso un ritorno alle azioni e ad altre asset
class rischiose, cosa che faremo anche noi quando
l'accoppiata rischio/rendimento sara' piu' interessante.
*CFA, Head of Asset Allocation di CANDRIAM
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 22 lug - E' una
domanda che vale la pena porsi, dal momento che la
preoccupazione degli investitori sembra persistere, e
addirittura crescere, con il rialzo dei mercati finanziari
dall'inizio dell'anno. Nel luglio 2019, il mercato azionario
statunitense ha raggiunto un picco storico, con oltre 3.000
punti per l'S&P 500; al contempo, anche il mercato europeo e'
cresciuto quasi del 20% dai minimi registrati nel dicembre
2018. Tuttavia, la maggior parte dei sondaggi mostra come gli
investitori siano ancora inclini ad essere prudenti. Un
atteggiamento assolutamente in linea con i dati economici. Il
rallentamento dell'industria globale si e' rivelato molto
piu' forte del previsto e molti paesi presentano un PMI
manifatturiero in contrazione, sotto quota 50. Questa
apparente disconnessione tra i "fondamentali" e i prezzi di
mercato e' all'origine, oggi, della sensazione di disagio
degli investitori.
Il rallentamento dell'industria manifatturiera (per alcuni
Paesi si potrebbe addirittura parlare di recessione
industriale) e' probabilmente in gran parte legato alle
tensioni commerciali, al rallentamento dell'economia cinese e
allo shock di fiducia in molti settori industriali. Le
attivita' legate ai servizi sono in crescita mentre e'
positiva la crescita del PIL mondiale. A nostro avviso, la
probabilita' stimata di recessione rimane contenuta nei
prossimi 12 mesi. Le banche centrali hanno reagito molto
rapidamente e l'allentamento delle condizioni finanziarie
dovrebbe contribuire ad attenuare l'impatto di questo
rallentamento. Gli indicatori economici dovrebbero quindi
mostrare presto un andamento piu' positivo.
Se nei prossimi mesi una recessione resta ormai poco
probabile, ci si dovrebbe preoccupare della valutazione degli
asset rischiosi? I multipli di valutazione delle azioni sono
aumentati dall'inizio del 2019, ma rimangono prossimi alla
loro media di lungo termine. Il calo dei titoli di Stato
dall'inizio dell'anno ha reso le azioni sempre piu' attraenti
in termini relativi. Gli investitori alla ricerca di
rendimenti e performance devono continuare ad assumersi dei
rischi.
Attendersi una ripetizione degli eventi vissuti nel 2016-2017
e' oggi il pericolo principale, dal momento che i mercati
azionari negli Stati Uniti e in Europa non sono piu'
pienamente in linea con i dati economici. Solo il mercato
cinese e' in linea con i fondamentali economici e potrebbe
beneficiare di un rialzo piu' significativo con il
miglioramento della crescita complessiva.
In qualita' di investitori, siamo convinti che continueremo a
operare in un mondo di tassi costantemente bassi, con
un'inflazione contenuta e banche centrali costantemente
accomodanti. Le conseguenze di questa nuova normalita' si
manifestano nella performance positiva delle classi
obbligazionarie, nella ricerca del rendimento e nello storico
divario di performance tra gli stili "growth" e "value" per
le azioni.
Abbiamo deciso di ridurre la nostra esposizione alle azioni
nel mese di luglio, tenuto conto delle molte buone notizie
arrivate e del fatto che i mercati finanziari saranno meno
resistenti alle notizie negative. Sebbene alcuni eccessi di
mercato siano fonte di preoccupazione nel medio termine,
riteniamo tuttavia che la ricerca di rendimenti in un
contesto di bassa crescita dovrebbe incoraggiare gli
investitori verso un ritorno alle azioni e ad altre asset
class rischiose, cosa che faremo anche noi quando
l'accoppiata rischio/rendimento sara' piu' interessante.
*CFA, Head of Asset Allocation di CANDRIAM