Leon... se vuoi posso progettarti una flash memory da 1Gb con interfaccia standard ONFI 4...
ma proprio lo strike zero no.. sono capriccioso!!
Ora però che hai tirato la pietra, non ritirare il braccio e ci spieghi cosa è sta roba .....
Umilmente..... un tuo seguace
ma dai che te l'ho anche scritto...non essere pigro mentalmente...ci stai mettendo dei soldi sopra a sti certificati...quindi almeno uno sforzo...
ENI nei prossimi 5 anni , cioè entro la scadenza del certificato, staccherà secondo le attuali stime, 80 centesimi di dividendo all'anno, in due tranche da 40 centesimi in maggio e settembre.
Se dai 14.10 attuali ci togli i dividendi, arrivi a 10,10 euro. Questo, senza tenere conto della componente interessi che ora incide quasi niente, è il valore della strike zero. A cosa serve saperlo?
Nella pratica, se ENI staccasse solo i dividendi senza mai salire né scendere, dai prezzi attuali, alla scadenza ti ritroveresti con ENI a 10,10 euro, ossia ben al di sotto della barriera di 11,08 euro. Il rimborso sarebbe pertanto pari a 729,24 euro. Per far si che si possa rientrare dei 1000 euro nominali, è necessario che ENI recuperi almeno 1 euro su 4 di dividendi, ossia che faccia almeno il 10%. In tal caso avresti il rimborso dei 1000 euro più le cedole , che avendo memoria, ti verrebbero riconosciute totalmente per 420 euro . Diversamente, un recupero inferiore al 10%, ti farebbe finire sotto barriera e quindi addio nominale e gran parte delle cedole.
Acquistando in questo momento ENI e tenendola per 5 anni, avresti al momento una prospettiva di incasso di 4 euro lordi di dividendi, ossia il 28,3% lordo dell'attuale spot e a questo ci aggiungiamo il 10% richiesto per il recupero della barriera e siamo quindi al 10% di guadagno. Ipotizzando un recupero inferiore al 10%, rimarresti in guadagno sull'azione mentre andresti in perdita sul certificato.
A conti fatti quindi cosa possiamo dire?
I certificati a capitale protetto condizionato hanno il loro senso se si barattano i dividendi con una protezione ampia, cioè con una barriera profonda, talmente profonda da essere lontana anche al netto dei dividendi, o se offrono un premio potenziale annuo almeno doppio di quello dato dai dividendi. In questo caso abbiamo:
i dividendi che mandano già oggi il worst of sotto barriera. Quindi siamo costretti a sperare che ENI salga, altrimenti la perdita è certa. Anche se ENI rimanesse stabile o salisse solo del 3/4%.
le cedole mensili che sono pari a una volta e mezza il dividend yield.
il certificato ha un cap al rendimento annuo all'8,4%. Se ENI fra 5 anni fosse a 30 euro, non ne beneficeresti affatto. E se invece fosse a 9 euro, perderesti in entrambi i casi. Insomma viene meno il corretto trade off tra rischio e rendimento.
Ognuno tiri le somme a questo punto, ma perlomeno si dovrebbe aver chiaro perché quota il 5% sotto il nominale.